HOMEPAGE - LA TUA FOTO - ESCURSIONI

   

FOTO DI MARCO CACCIA
Almè - BG


Marco Caccia...prima del Monte Bianco
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Domenica 31 Dicembre 2017 – C.ma di Piazzo – M.te Sodadura

Con Andrea, Filippo e Aga gita di fine anno in Valtaleggio. Saliamo per un tratto dalla strada che conduce ai Piani di Artavaggio deviando poi sui ripidi prati di Scanagallo che ci portano all’ex rifugio Aurora e quindi al rifugio Nicola. Da qui proseguiamo sulle ampie tracce fino ai piedi della Cima di Piazzo che saliamo senza problemi. Il panorama è grandioso e ce lo gustiamo tutto prima di iniziare la discesa su deve decisamente buona e divertente. Ai piedi del Sodadura decidiamo di concederci anche questa seconda vetta e così in breve siamo sulla vetta. Torniamo al deposito sci e ci gustiamo una bellissima discesa tra prati e toboga fino all’ex rifugio Aurora. Qui rimpattiamo in gruppo visto che Aga e Filippo sono scesa dalla strada e optiamo per il rientro dalla strada. Qualche deviazione sui prati ci permette una bella sciata fino ad arrivare, con un po’ di sracchettamento, alla macchina.

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Venerdì 29 Dicembre 2017 – M.ti Pora – Alto

Considerata la bella girata di ieri per oggi avevo previsto un po’ riposo, ma poi non ho resistito al richiamo dei soci e quindi via destinazione Valle Seriana. In compagnia di Matu e Simon parcheggiamo l’auto a Colle Vareno e da qui risaliamo, passando da boschi incantati, fino alla cima del Monte Pora. Prima discesa dalle belle piste fino alla partenza dello skilift e poi su al Monte Alto. Altra discesa nel bosco, sempre con neve un po’ pesante e poi altra salita al Pora. Da qui non ci rimane che rientrare seguendo il percorso del mattino andando con difficoltà alla ricerca delle neve migliore!

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Giovedì 28 Dicembre 2017 – Torcole

La perturbazione di ieri ha portato tantissima neve sopra gli 800 m che non possiamo farci sfuggire. Considerato anche l’alto rischio valanghe optiamo per una giornata alle Torcole dove il divertimento e la sicurezza sono assicurati. Oggi sono con Maurizio Agazzi, ma poi troveremo sul percorso e condivideremo la giornata con i cugini Fuselli e Don Mauro. Purtroppo la neve fuori pista non è la powder che speravamo e quindi, dopo una prima discesa dalla Torcola Vaga, non ci resta che sfruttare le ottime piste per le successive discese. Una capatina anche in Torcola Soliva poi pranzo al Gremei in attesa dell’ultima salita per il tramonto dalla Vaga. Il vento forte e freddo non ci lascia godere a pieno dello spettacolo regalato dal tramonto, ma la discesa dalla pista del bosco in condizioni eccezionali e all’imbrunire è davvero il top! Giornata spettacolare in ottima compagnia, trop bèl!!

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Domenica 24 Dicembre 2017 – M.te Valgussera – Conca Nevosa – Montebello

Partenza presto dai piazzali di Foppolo e salita in Valgussera per l’alba. Dopo le foto di rito allo spettacolo mi godo una super discesa sulle piste fino alla Val Carisole. Da qui risalgo dalla ex pista panoramica fino all’arrivo della seggiovia Conca Nevosa con ulteriore discesa in Val Carisole. Da qui risalita al Montebello dove, visto l’orario, non posso concedermi la salita alla Cima di Valcervia, ma posso solo farmi l’ultima bella discesa fino alla macchina! Giornata molto bella e mite con piste in condizioni ottime… l’ideale per un bell’allenamento pre-natalizio!

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Sabato 23 Dicembre 2017 – M.te Ponteranica

Oggi con Simon e Muro decidiamo di provare una classica scialpinistica dell’Alta Valle Brembana. Lasciata l’auto ai Piani dell’Avaro ci dirigiamo verso la bocchetta di Triomen. È subito chiaro che le condizioni sono al limite per la presenza di crosta in basso e di ghiaccio in alto, ma con i rampanti procediamo bene. Alla Bocchetta iniziamo il traverso che ci dovrebbe portare ai piedi del Valletto, ma dopo poco decidiamo di togliere le pelli e di goderci la prima discesa fino ai Laghi di Ponteranica visto che la neve è buona. Fatta la prima buona discesa ripelliamo e ci avviamo verso il Ponteranica salendo sempre con i rampanti per via del ghiaccio presente. Arrivati in vetta constatiamo che la discesa a nord è meglio evitarla e che dovremo rientrare da dove siamo arrivati. Visto che anche qui il ghiaccio non manca decidiamo di mettere gli sci nello zaino ed affrontare tutta la prima parte ripida con piccozza e ramponi. Fuori dai pericoli ri-cambiamo assetto e ci facciamo una buona sciata fin sotto i laghi trovando un bel toboga che ci garantisce gran divertimento. Risaliamo poi alla Bocchetta di Triomen, ma prima di rientrare ancora una bella discesa fin sotto i laghi ritornando nel “nostro” toboga! Risaliti al Passo non ci resta che rientrare cercando i tratti dove il ghiaccio è coperto dalla neve e tribolando nell’ultimo tratto per via della crosta insciabile! Anche oggi birra guadagnata!

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Mercoledì 01 Novembre 2017 – Pietra Perduca – Pietra Parcellara

Anche quest’anno si rinnova la tradizionale trasferta in Appennino con Gogis, Andrea, Muro e relative consorti. Sto giro Andrea propone una tranquilla passeggiata in Val Trebbia poco distante dalla città di Piacenza alla scoperta di nuovi posti ricchi di storia e leggende antiche. Arrivati al paese di Travo proseguiamo su strette strade fino all’Agriturismo La Madre Pietra dove lasciamo le auto e dove, dopo la passeggiata, ci fermeremo per il pranzo. Si inizia a camminare su una vecchia strada che diventa presto un sentiero che, in discesa, ci porta in breve in vista dell’Oratorio di Sant’Anna sulla cima della Pietra Perduca. Seguendo l’evidente tratturo raggiungiamo la base della particolare formazione geologica e saliamo rapidamente sulla sommità dove sorge l’Oratorio di Sant’Anna (aperto solo in occasione della festa di Sant’Anna) e alcune vasche, scavate in epoca preistorica, contenenti sempre acqua chiamate “Letti dei Santi” in cui vivono diversi tritoni che però noi non siamo riusciti a vedere. Dopo aver ammirato il panorama molto bello e caratteristico di cui si gode da questa particolare roccia proseguiamo il nostro giro in direzione della cresta Est della Pietra Parcellara. Si passa un borgo abbandonato ed alcuni tratti di strada asfaltata fino a trovare le indicazioni per il sentiero che sale ripido e deciso fino all’attacco della cresta. Il percorso è abbastanza intuitivo e divertente grazie all’ottima roccia di origine magmatica. In alcuni punti sono presenti catene che aiutano la progressione ed alcuni passaggi di facile arrampicata. In breve raggiungiamo la vetta popolata da particolari caprette su cui girano strane leggende che narrano che questi simpatici animali arrivano dallo spazio! Il panorama è meraviglioso e godiamo di una vista sul Monte Penice, sulla valle del Trebbia e sulla pianura che oggi è ricoperta da uno spesso strato di foschia scura. Le Alpi non sono visibili a causa di questa foschia, ma i colori dei campi e del cielo azzurro rendono giustizia ad un panorama davvero bello e particolare. Dopo averne goduto a pieno scendiamo rapidi dal sentiero posto sul lato opposto e che porta all’Oratorio della Pietra Parcellara e da lì in breve all’agriturismo dove gusteremo un ottimo pranzo a base di prodotti tipici. Dopo la sontuosa mangiata ci rimettiamo in viaggio facendo tappa presso la città di Piacenza dove facciamo un giro nel centro ed un breve aperitivo e poi via verso casa.

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Sabato 28 Ottobre 2017 – Torre di Baione – Mengol – C.ma Casselarghe – Cimon della Bagozza

Dopo tanto tempo ritorno a percorrere i sentieri montani in compagnia dell’amico Sergio che mi propone una bella cavalcata in Val di Scalve dal Passo dei Campelli al Passo delle Ortiche toccando diverse cime a me nuove. Partiti dal rifugio Bagozza saliamo al Passo dei Campelli da dove ammiriamo l’alba e poi seguiamo l’esile sentiero che ci porta al Passo di Baione. Qui è tutto nuovo per entrambe e non sappiamo da che parte salire alla cima Baione che non è nemmeno riportata sulle mappe a nostra disposizione. Decidiamo così di seguire il sentiero numero 6 che è quello che porta al Passo delle Ortiche senza però toccare le vette. Ad un certo punto scorgiamo quella che potrebbe essere la cima e così lasciamo il sentiero e saliamo per pratoni fino alla sommità. Purtroppo ci siamo sbagliati, la vera cima di Baione è molto più indietro e avremmo dovuto raggiungerla direttamente dal passo. Non possiamo nemmeno percorrere la cresta in quanto sono presenti alcune spaccature che impediscono il passaggio. Raggiungiamo così la Torre di Baione lasciando la cima per un’altra volta. Da qui proseguiamo la nostra cavalcata salendo alla cima del Mengol, poi la modesta cima di Casse Larghe e quindi eccoci al Passo delle Ortiche. Visto che l’orario è buono saliamo anche al Cimon della Bagozza prima di rientrare alla base percorrendo il lungo e scomodo ghiaione del Bagozza. Una bella cavalcata, peccato non essere riusciti a concatenare tutte le vette stando in cresta!

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Giovedì 26 Ottobre 2017 – P.zo Zerna – M.te Masoni

Giovedì 26 Ottobre 2017 – P.zo Zerna – M.te Masoni Due settimane meravigliose passate in Sudafrica a visitare luoghi magici, ammirare animali feroci e a goderci il relax sull’isola di Mauritius sono già volate e quindi eccoci di nuovo tra le nostre Orobie. Approfitto degli ultimi scampoli di ferie per provare le gambe e rivedere i magnifici panorami delle belle orobie. Partenza da Carona e salita al Pizzo Zerna dalla Val Sambuzza. Raggiunta, con un po’ di fatica la croce, mi godo qualche minuto di relax e poi ritorno sui miei passi fino al bivacco Pedrinelli. Qui, visto l’orario, decido di proseguire verso il Masoni attraversando e risalendo i ghiaioni che scendono direttamente dalla cima. In questo tratto non è presente il sentiero quindi risalgo a naso cercando i passaggi meno scomodi e cercando di arrivare alla cresta che porta in vetta per evitare un po’ di ghiaione. Con fatica, le due settimane di relax e di gran mangiate si sentono, raggiungo anche il Masoni da dove il “solito” panorama si lascia ammirare in tutta la sua bellezza. Qui mi fermo un po’ prima di intraprendere la discesa dalla normale fino all’incrocio con il sentiero che porta al Lago del Diavolo tramite la condotta. Raggiunto il rifugio decido di rientrare seguendo il sentiero che passa dalle Baite di Armentarga e dal Lago Cavasabbia dove i colori autunnali la fanno da padroni. Arrivo a Carona stanco morto, forse ho un po’ esagerato come prima uscita, ma ne è valsa la pena! Le Orobie, anche se girate in lungo ed in largo sanno sempre regalare meravigliosi scorci e bellissime emozioni!

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Sabato 30 Settembre 2017 - P.zo del Becco

Come ogni anno si rinnova la tradizione di portare il bandierone dell’Unicef in vetta ad una cima Brembana.
La Bandiera dell'Unicef, firmata negli anni da più di 2000 bambini, è stata portata dai soci del Cai Alta Valle Brembana sul Pizzo Becco (2507 metri), a picco sui Laghi Gemelli.
Ogni anno UNICEF Bergamo e Cai Alta Valle Brembana organizzano a settembre una giornata in montagna per i ragazzi delle scuole della bergamasca, al termine della quale ogni bambino è invitato a firmare il bandierone che poi viene portato sulle vette della valle, come a portare verso il cielo la richiesta dei più piccoli di essere al centro dei pensieri del nostro mondo. Così, dopo il Pizzo del Diavolo, il Tre Signori e il Corno Stella, quest'anno è toccato al Pizzo Becco. Splendida giornata sopra le nubi della pianura, tanta la soddisfazione degli alpinisti nello stendere il bandierone, importante il messaggio che parte da Bergamo verso i bambini di tutto il mondo!
Aliti dalla via normale che prevede un tratto attrezzato con catene abbiamo potuto godere di una giornata meravigliosa con un Sole splendente sopra le nuvole che avvolgevano le pianure e le valli.
In vetta incontriamo un nutrito gruppo di amici che sono saliti dalla cresta Ovest e, con loro, scambiamo chiacchiere e foto di rito con il bandierone.
Rientro dal vallone di Sardegnana, nuovo ai più, che ci ha permesso anche di scoprire un altro angolo selvaggio e spettacolare delle Orobie che non smettono mai di sorprenderci!

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Sabato 26 e Domenica 27 Agosto 2017 - Dolomiti di Brenta

Gita CAI Alta Valle Brembana a cui, con Claudia, decidiamo di unirci per rivedere alcuni posti visitati nella prima vacanza estiva trascorsa insieme di 14 anni fa! Partiamo alle 6.30 da Villa d’Almأ¨ con Muro ed Anna (con cui divideremo la gran parte della gita) ed arriviamo a Madonna di Campiglio poco prima delle 10 con il gruppo giأ  diviso. Infatti in 3 partecipanti, sul totale di 12, optano per una salita al rifugio Tuckett dalla funivia del Grostأ¨ che annulla praticamente tutta la salita. Noi altri ci incamminiamo dal rifugio Vallesinella e saliamo per i “soliti” bellissimi sentieri fino al rifugio Tuckett dove si ricompatta il gruppo e dove ci fermiamo un momento per la pausa pranzo e birretta. Si riparte in direzione rifugio Alimonta percorrendo il sentiero attrezzato SOSAT, ma poco dopo la partenza, أ¨ chiaro che Roberto, أ¨ in grave difficoltأ  fisica e i tempi rischiano di allungarsi alla grande. Decidiamo di divederci in due gruppi mantenuti in contatto radio perchأ© il caldo أ¨ davvero asfissiante e, verso le 17, sono previsti temporali. Noi quattro, con Dino, Mauro e moglie procediamo abbastanza spediti sul divertente e mai difficile sentiero attrezzato passando tra pareti da paura e cenge esposte sempre ottimamente attrezzate. Io e Claudia riconosciamo alcuni passaggi, ma il cambiamento rispetto a 14 anni fa أ¨ davvero impressionate. Un passaggio أ¨ addirittura intransitabile perchأ© il nevaio non esiste piأ¹â€¦ che tristezza! Mentre siamo in vista del rifugio Alimonta iniziano i primi tuoni, ma il cielo non أ¨ ancora troppo minaccioso. Dopo circa un’ora e mezza abbondante arriva anche il secondo gruppo giusto in tempo per evitare il temporale con grandine che si abbatterأ  poco dopo il loro arrivo al rifugio… meno male, altrimenti non so come andava a finire! Il pomeriggio e la serata passano tranquilli tra birre, un’ottima cena e chiacchere finchأ© arriva l’ora di andare a nanna mentre fuori non vuole saperne di smettere di piovere! Alle 6.00 suona la sveglia, e anche se un po’ controvoglia, salto fuori dal letto e guardo il cielo che limpido ci riempie di fiducia. Qualche foto alle cime colorate dall’alba e poi أ¨ tempo della colazione e quindi della partenza verso ila via delle bocchette centrali che ci porterأ  al rifugio Brentei. Naturalmente Roberto, che si أ¨ ben ripreso dalla fatica di ieri, non ci seguirأ , ma ci aspetterأ  al parcheggio scendendo direttamente al Brentei. La prima parte di salita avviene su uno scomodo ghiaione che, fino a pochi anni fa, era un bel nevaio, ed il fatto di avere davanti due gruppi partiti poco prima di noi ci crea qualche problema di ingorgo e ansia per i sassi, ma per fortuna non ci sono troppi problemi. Superiamo ciأ² che resta di un nevaio con la massima attenzione perchأ© il ghiaccio أ¨ nero, ma grazie alla grandine della sera ed a qualche pietra si passa bene, e poi أ¨ tempo di riprendere in mano catene e scalette. La via delle bocchette centrali أ¨ una grandiosa cengia che corre a metأ  montagna e regala scorci magnifici ed unici! Si passa ai piedi del maestoso campanile alto e vedere le cordate impegnate su queste vertiginose pareti lascia senza fiato. Non ci sono difficoltأ  particolari e procediamo abbastanza spediti gustandoci questo panorama incredibile. Terminata la via attrezzata scendiamo per comodo sentiero fino al rifugio Brentei dove facciamo la pausa pranzo e ricompattiamo il gruppo. Poi أ¨ tempo di riprendere il cammino che in meno di due ore ci riporta a Vallesinella da dove, per fortuna senza traffico, ci mettiamo in viaggio verso casa! Una bellissima due giorni in ambiente davvero eccezionale che merita di essere visto e vissuto. Per quanto mi riguarda l’unica nota un po’ negativa أ¨ la solita “storia” delle gite CAI, con tempi un po’ troppo lunghi, perdite di tempo e con partecipanti poco preparati che rischiano di mettere in pericolo loro stessi e gli altri rallentando il gruppo. Il sabato أ¨ andata davvero bene al secondo gruppo che أ¨ arrivato al rifugio appena prima del temporale, non fosse stato cosأ¬ non so come sarebbe andata a finire!

 
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Martedأ¬ 22 Agosto 2017 - Traversata delle Grigne

Prosegue il periodo di ferie e di previsioni meteo belle, quindi decido di andare a percorrere la traversata alta delle Grigne che da molti anni non percorro. Purtroppo qualcosa أ¨ sbagliato nelle previsioni meteo perchأ© al posto di un cielo limpido e di un Sole splendente, mi ritrovo nuvole e nebbie. Ormai sono ai Piani Resinelli quindi inizio la mia escursione con la salita alla Grignetta dalla cresta Cermenati. Raggiunta la vetta mi fermo qualche istante non tanto per ammirare il panorama coperta dalla nebbia, ma per decidere il da farsi. Non sono previste precipitazioni o temporali e, ad ovest, qualche timida apertura si vede, quindi decido di procedere. Scendo il canale Federazione e percorro la bella cresta che, con alcuni tratti attrezzati, permette di superare gli scudi. Il cielo si mantiene nuvoloso, ma per lo meno la nebbia non c’أ¨ e posso ammirare il panorama e mi gusto la compagnia di tantissimi camosci. Raggiunta la normale al Grignone la seguo e raggiungo il rifugio Brioschi e la croce di vetta. Una breve pausa e poi أ¨ tempo di scendere fino al Pialerall da dove seguo il sentiero della traversata bassa che mi riporta ai Piani Resinelli dopo quasi sette ore di cammino.

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Domenica 20 Agosto 2017 - Corno Stella e C.ma di Valcervia

Bellissima giornata sulle Orobie con temperature piuttosto fresche che non permettono a me e Claudia di stare via due giorni in tenda come volevamo. Un giro perأ² va fatto quindi decidiamo di salire al Corno Stella per gustarci la magia del tramonto e della sera su questa bella vetta. Il primo pomeriggio, con molta calma, raggiungiamo Foppolo e da qui su fino al Lago Moro che raggiungiamo in largo anticipo sugli orari previsti. Decidiamo cosأ¬ di fare un giro alla vicina cima di Valcervia e di goderci un po’ di relax nel silenzio del pomeriggio. Dopo la pausa riprendiamo la salita in compagna di un numeroso branco di stambecchi e raggiungiamo la vetta verso le 19 con le nebbie che vanno e vengono. Siamo fiduciosi e cosأ¬ ci prepariamo comodi ad aspettare il tramonto che arriverأ  puntuale e meraviglioso! Le nebbie vengono dissolte dall’aria fresca e cosأ¬ il panorama ci أ¨ concesso in tutta la sua grandiositأ  e bellezza. Una volta che il Sole se ne va ammiriamo il crepuscolo ed attendiamo le prime stelle che ci regalano un altro spettacolo meraviglioso. Le luci della cittأ  brillano lontane, ma quassأ¹ dominano i milioni di stelle che brillano nel cielo. Il tempo passa ed il freddo si fa sentire nonostante siamo attrezzati adeguatamente, quindi indossiamo le frontali e con attenzione rientriamo al Lago Moro e quindi a Foppolo. Prima di tronare a casa, visto che c’أ¨ ancora aperto, أ¨ doverosa una pausa alla Taveretta per una bella birra e quattro chiacchere, ormai أ¨ notte fonda e non ci resta che rientrare a casa!

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Mercoledì 16 Agosto 2017 – M.ti Ponteranica – Valletto – Piazzotti

Gita in solitaria per sfruttare i giorni di ferie. L’idea è di partire dalla Ca’ San Marco e di arrivare al Pizzo dei Tre Signori, ma il meteo e la forma fisica non me lo hanno permesso. Infatti, nonostante le previsioni meteo fossero ottime, dal rifugio Madonna delle Nevi in poi piove. Per fortuna una volta parcheggiata l’auto smette e posso partire all’asciutto. Salgo al Passo del Verrobbio mentre albeggia e qualche goccia cade dal cielo, ma sembra schiarire e così prosegue verso le creste del Ponteranica. Percorro un breve tratto di cresta e vengo accolto da un bel cielo nero verso nord-ovest e da un paio di tuoni… brutta storia essere sulla cresta mentre c’è in giro un temporale! Visto che il vento pare allontanare le nuvole che comunque sono ancora lontane, decido di proseguire spedito e così raggiungo la vetta senza problemi. Scendo verso i laghi di Ponteranica ed il passo dei Tri Omen da dove scendo a prendere il 101. Ad ovest il cielo è molto nero e così abbandono l’idea di salire al Valletto e mi dirigo velocemente verso il Benigni fermandomi qualche minuto in un bivacco sotto la roccia per capire se il temporale arriva oppure no. Due gocce di pioggia mi accompagnano prima che il vento inizi a ripulire il cielo, proseguo allora verso la Bocchetta di Trona da dove l’orologio mi da la conferma che il Tre Signori per oggi non ci sta! Salgo quindi alla cima Piazzotti, scendo al benigni e arrivo al Passo di Salmurano da dove, per cresta, salgo al Mut de Sura ed al Valletto. Poi per prati riprendo il 101 che mi riporta fino alla Ca’ San Marco.

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Sabato 05 Agosto 2017 – Omo – Diavolo di Tenda – Sasso

Altro giro altro regalo orobico… dopo qualche settimana che aspettiamo l’occasione buona per questa eccezionale escursione ecco che sabato siamo pronti. Oggi in compagnia dell’ormai fido socio Muro. Viste le temperature africane decidiamo di partire con il buio da Carona, ma il caldo è comunque forte e l’umidità alta ci fanno penare come non mai. Arriviamo al Longo mentre il cielo si colora, breve pausa e poi su al Selletta dove ammiriamo i primi raggi che illuminano le vetta della zona. Proseguiamo spediti fino alla Bocchetta di Podavit da dove ha davvero inizio questo viaggio nel cuore selvaggio delle Orobie. Il meteo è ancora ottimo, anche se dalla Valseriana iniziano a salire un po’ di nuvole, quindi fiduciosi percorriamo la cengia detritica che ci permette di scollinare il Valtellina e di raggiungere, grazie ad una catena, il piccolo nevaio ai piedi del versante nord del diavolo. Il nevaio è in condizioni pietose ed emerge solo il ghiaccio scuro e duro che ci complicherà un po’ la vita. Indispensabili naturalmente i ramponi che, visto il tipo di ghiaccio, devono essere di quelli “cattivi” per evitare pericolose scivolate. Attraversato il nevaio ci aspetta una ripida salita su sfasciumi e fango per poi mettere piede sulle prime rocce che, da un ripido canale, ci permettono di guadagnare quota. La roccia è sempre di pessima qualità quindi va posta la massima attenzione a tutto quello che si prende in mano. Salito il canalino aggiriamo l’anticima dell’Omo e poi percorriamo una salita su rocce levigate dal ghiaccio per giungere sulla cresta da cui, in breve, raggiungiamo la vetta. Purtroppo la nebbia è salita ed il panorama ci è in gran parte negato. Aspettiamo pazienti un’apertura che però non arriva e quindi ci mettiamo in cammino verso la seconda, e più ambiziosa, meta… Il Diavolo di Tenda. Seguendo la cresta saliamo facilmente l’anticima dell’Omo da dove la vista della nord del Diavolo dovrebbe lasciare senza fiato, dico dovrebbe perché purtroppo a noi è riservata la nebbia che, solto a tratti, ci permette di ammirare questo spettacolo. Però i giochi di luce della nebbia con le rocce nere di queste zone rendono ancora più suggestivo questo viaggio… La discesa alla bocchetta del Diavolo dalla Quota 2758, riconoscibile se la si guarda da Podavitt in quanto bicolore, avviene dal versante bergamasco utilizzando un canaletto molto delicato ed esposto (II° da non sottovalutare) dopodiché le successive due torri vanno aggirate dal lato valtellinese. La prima torre si aggira facilmente su facile cengia… al contrario la seconda torre avviene per un passaggio delicato su terreno infido ed esposto. Aggirata quest’ultima si entra in un canalino detritico culminante all’ultima breccia alla base del Diavolo di Tenda; per sicurezza abbiamo alzato il grado scalando la paretina alla sua sinistra meno marcia e quindi più sicura. Un solco obliquo (II°+) porta sotto una particolare bastionata rossastra, che non va salita, e successivamente si oltrepassa uno stretto colatoio di roccia pessima. Al termine del colatoio si passa un sassone precario adibito a lasciapassare per la seconda e più marcata incisione “a mò” di canalino/fessura che prende velocemente quota (II°+) e raggiunge la cresta Nord del Diavolo. A questo punto il crinale procede divertente e con passi nel limite del II° si innesta nella via normale del Diavolo di Tenda. Raggiungiamo la vetta dopo 7 ore e mezza di cammino, mentre il cielo ci regala un po’ di azzurro ed il meraviglioso panorama che ormai conosciamo. Ormai ce l’abbiamo fatta e siamo davvero contenti e soddisfatti! Ci godiamo i nostri meritati panini facendo la conoscenza di un gruppo di “giovinotti” (il più grande ha 76anni!!) che sono saliti dalla normale poi è tempo di rientrare per la normale fino al Passo Selletta. Qui decidiamo di provare anche la cresta che in direzione sud porta sulla cima del Monte Sasso alternando comodi e panoramici passaggi a tratti esposti e delicati. Dalla vetta si gode di una visuale alternativa del Diavolo e di tutta la conca, ma la discesa sul lato opposto è da affrontare con la massima cautela perché esposta, ripida e perché si sviluppa tutta su erba infida. Raggiunto il palo dell’alta tensione seguiamo i grossi bolli fino a ritornare ai piedi del Lago del Diavolo e quindi al Longo dove un’ottima fetta di torta ed una bella birra fresca non possono mancare. Dopo la pausa è tempo di rimettersi in cammino verso Carona, un’altra giornata è passata e le Orobie ci hanno regalato l’ennesima grande avventura nel loro cuore selvaggio vissuta alla grande! Un grazie particolare a Ser59 perché con la sua traccia gps ci ha permesso di non perderci tra i meandri dell’Omo, ed a Maurizio Agazzi perché grazie alla sua relazione (di cui ho “rubato” qualche stralcio) ci ha permesso di individuare senza problemi i passaggi più delicati della lunga

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Sabato 15 Luglio 2017 , M.ti Pradell, Aviasco, Farno, Papa Giovanni

Per un importante impegno pomeridiano mi devo “accontentareâ€‌ di una gita mattiniera sui monti di casa. La giornata أ¨ troppo bella per non salire in quota e cosأ¬, visto che أ¨ un po’ che non tocco la sua vetta, decido di andare al Pradella. Partenza alle prime luci dalle Baite di Mezzeno e rapida salita ai Gemelli ed al lago Colombo dove mi fermo qualche minuto per quattro chiacchere con un amico incontrato lأ¬ che aspetta i soci. Proseguo poi al passo d’Aviasco e poi su per la pietraia ed il canalino sfasciuminoso che porta sullo spartiacque Brembano. Decido di non percorrere la via normale, ma di salire dalla cresta ovest, non difficile e corta con alcuni passaggi esposti e vertiginosi sulla impressionante parete nord del Pradella. Per le 10 sono in vetta dove trovo altri conoscenti con i quali scambio due parole prima di rimettermi in cammino. Infatti l’idea أ¨ di arrivare al Farno percorrendo tutta la cresta che tocca la cima del Monte Aviasco e le cime di Valsanguinio. Senza problemi arrivo al monte Aviasco scendendo alla sella che lo divide dalla prima cima di Valsanguinio; ora arriva il tratto piأ¹ complicato e l’orario non أ¨ dalla mia parte, a malincuore decido di scendere a prendere il sentiero normale abbandonando la cresta per evitare di fare tardi. Aggirate le due cime di Valsanguinio torno in cresta salendo al Farno dalla facile cresta est. L’orario che sembrava tiranno si rivela clemente, ma ormai la cresta أ¨ andata e cosأ¬ mi concedo una pausa ristoratrice in vetta ammirando il “solitoâ€‌ grandioso panorama. Scendo poi dal versante opposto transitando al Passo di valsanguinio e giungendo al Passo dei Laghi Gemelli da dove salgo alla vicina cima Papa Giovanni Paolo II e da cui rientro alle baite di Mezzeno passando dal Passo di Marogella. Arrivo alla macchina in largo anticipo sul previsto, mannaggia a me che potevo completare il percorso che avevo in mente, ma va benissimo cosأ¬! Una mattinata semplicemente grandiosa passata sulle “soliteâ€‌ meravigliose Orobie che sanno sempre regalare nuovi itinerari e luoghi magici tutti da scoprire!

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Domenica 09 Luglio 2017 – Abbraccio della Presolana

Salita dal passo della Presolana ai piedi della Grotta dei Pagani con gli amici del CAI Alta Valle Brembana per questo grande evento. Una mattina passata in compagnia di tanta gente con un meteo molto più clemente del previsto. Lunedì poi la soddisfazione di vedere un mio scatto in prima pagina su l’Eco di Bergamo.

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Sabato 08 Luglio 2017 – M.ti Cadelle – Valegino – Arete

Giorni di tempo bello sulle Orobie e caldo in pianura quindi cerco un po’ di fresco in quota. Oggi sono da solo perché tutti i soci sono impegnati, ma ogni tanto, un giro in solitudine fa bene alla testa! Decido di percorrere un itinerario noto e classico anche per essere di rientro nel primo pomeriggio. Lasciata l’auto poco sopra Cambrembo, al tornante dove c’è il bacino di raccolta dell’acqua e da qui salgo in direzione del Passo Tartano dal sentiero 112. Una visita al Passo per vedere i resti delle trincee della Linea Cadorna e poi via verso i laghi di Porcile dove mi gusto la prima pausa nella pace del mattino. Proseguo al Passo di Porcile e via sul tracciolino che porta al Cadelle. Ad un certo punto decido però di portarmi in cresta e così raggiungo la vetta seguendo questa via alternativa. Discesa dalla normale mentre arrivano i primi escursionisti e, raggiungo il passo Porcile, mi dirigo al Valegino seguendo la cresta Ovest che presenta alcuni passaggi su roccia molto bella e divertente. In vetta torvo un “trono naturale” dove mi siedo comodo e rimango in contemplazione della bellezza del panorama. Dopo la lunga sosta mi incammino sulla facile cresta sud, raggiungo l’Arete e da qui ritorno alle baite Forno e quindi alla macchina.

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Domenica 02 Luglio 2017 – P.zo Gro

I programmi per questo primo fine settimana di Luglio sono ambiziosi, ma che comandano sono le condizioni meteo che ci obbligano a rimanere ancora una volta nelle belle Orobie. Considerato che negli ultimi anni abbiamo calcato buona parte degli itinerari orobici andiamo alla ricerca di qualcosa di nuovo. La neve caduta nel tardo pomeriggio di venerdì ci preclude alcune salite e così, un po’ per caso, salta fuori il Pizzo Gro la cui vetta mi era sfuggita qualche anno fa per problemi fisici durante la salita mentre a Paolo e Luciano manca. Questa selvaggia e arida montagna (il termine Gro rappresenta un luogo sterie ed inospitale) è la più evidente e meglio individuata delle vette sorgenti fra il Passo del Brunone ed il Passo del Salto e già dal Passo di Valsecca si staglia inconfondibile nel cielo. La salita “normale” prevede la partenza da Fiumenero e la risalita della Valle del Salto fino all’incrocio del sentiero che collega i rifugio Calvi e Brunone, ma noi, da Brembani DOC, decidiamo di intraprendere il nostro viaggio da Carona. Lasciamo il parcheggio con le ultime Stelle in cielo e ci incamminiamo verso il rifugio Calvi carichi ed infreddoliti dall’insolita temperatura più adatta al mese di Settembre. Al rifugio una breve pausa caffè e due chiacchere con il rifugista e poi di nuovo via verso il Passo di Valsecca calpestando la neve caduta venerdì che rende il panorama ancora più magico e suggestivo. Dal Passo inizia la lunga discesa (quasi 600 m di dislivello) fino alla Valle del Salto passando dal bivacco Frattini e, lungo questo tratto, la nostra meta si manifesta e ci mostra già da lontano il suo lato selvaggio e poco ospitale. Superata la suggestiva presa del Salto e dopo una breve risalita si abbandona il sentiero per tagliare diritti lungo il pendio erboso sotto il Piz Grò (un rattone orobico DOCG che fa fumare i polpacci in salita e le ginocchia in discesa). Poco prima di arrivare al primo canalino incontriamo le prime chiazze di neve e la progressione sulla pietraia diventa ancora più disagevole. Si sale un primo canalino proprio sotto il Piccolo Grò (ovest), si tiene il ramo verso sinistra e si accede ad una cengia erbosa, ma ricoperta di neve, che porta al secondo canalino (II grado). Anche questo viene risalito da destra verso sinistra e si arriva ad un terrazzo. Qui ci siamo arrampicati su una paretina umida e non banale (III grado) che ci porta alle placche inclinate che portano sul versante nord (Valtellina) del Gro. Attraversiamo con cautela la cengia innevata ai piedi del grosso monolite sommitale stando sul versante nord e risaliamo il breve pendio nevoso sbucando sullo spigolo ovest da dove una spaccatura della placca, esposta vertiginosamente sul versante nord, permette di raggiungere la vetta. Ci gustiamo il panorama per pochi istanti e poi è tempo di concentrarsi e intraprendere la discesa dalle ripide placche rocciose di questa arcigna montagna. Con molta calma e la massima attenzione ripercorriamo tutti i tratti di arrampicata dove è vietato sbagliare fino a rimettere piede sul ghiaione che porta al sentiero delle Orobie. Poco prima di raggiungerlo ci fermiamo per magiare, finalmente, i panini e rilassarci un momento adesso che le difficoltà sono alle spalle. Arrivati sul sentiero delle Orobie non ci resta che perdere qualche decina di metro di quota fino alla Presa del Salto per poi intraprendere la salita al Passo di Valsecca dove un numeroso branco di stambecchi pascola in piena tranquillità. Da qui decidiamo di rientrare a Carona passando dal passo della Selletta, questo tratto di sentiero permette alcuni degli scorci più belli sui Diavoli, sull’Alta Valle Brembana e, sui grossi massi, sono visibili anche antiche incisioni che riportano la mente agli anni passati ed alla dura vita che qui è stata vissuta. Dal Passo Selletta non ci resta che scendere rapidi al rifugio Longo dove una bella birra fresca ci ricarica le batterie prima dell’ultimo tratto di strada che ci porta di nuovo a Carona dopo quasi 14 ore di cammino con 32Km e più di 3000m di dislivello positivo nelle gambe. Un’altra avventura nelle Orobie selvagge ed incontaminate, un viaggio lungo, faticoso ed impegnativo sia fisicamente che tecnicamente, ma quando una gita è così tosta i ricordi rimangono indelebili e la soddisfazione è massima e, anche un po’ di cosa in galleria a San Pellegrino, non è così pesante!

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Sabato 17 Giugno 2017, P.zo Diavolo di Tenda (cresta Baroni) - P.zo Rondenino -M.te Aga

Dopo la chiusura della stagione scialpinistica ed i vari impegni أ¨ tempo di tornare sulle "nostre" belle Orobie e, visto la giornata che si prevede eccezionale, puntiamo alto. L'idea أ¨ di salire al Pizzo del Diavolo dalla cresta Baroni, classica via alpinistica che permette di raggiungere la vetta piأ¹ alta della Valle mettendo mano alla roccia orobica, e poi vedremo cosa le gambe ci consentiranno di fare! Con Paolo partiamo con le prime luci dal paese di Carona e raggiungiamo il rifugio Longo proprio mentre arrivano anche i rifugisti. Una breve pausa e via verso il Passo Selletta dove la bellezza dei Diavoli si manifesta in tutto il suo splendore e da dove iniziamo il bagno di Sole. Procediamo seguendo il labile sentiero che ci permette di mantenere la quota fino ad incrociare il classico sentiero della normale al Diavolo. Qui deviamo a destra e ci portiamo sotto i bastioni ovest dove أ¨ posta la targa in memoria del Baroni e dove parte la via di salita. Messo l'imbrago e preparata la ferramenta, cerchiamo il canalino di attacco, ma non vediamo chiare tracce di salita e cosأ¬, dopo un po' di ravanaggio, saliamo da quello che ci pare meno ingaggioso. La via segue il filo di cresta e, seppur sia la terza volta che la percorro, bisogna cercare la strada migliore. La roccia non أ¨ delle migliori, ma cercando si trovano buoni appigli. Arrivati a circa metأ  salita si presenta il canalino dove le difficoltأ  sono maggiori, ma anche qui saliamo senza grossi problemi facendo una sicura veloce visto che abbiamo la corda! Il secondo tratto, pur presentando ancora passaggi aerei, ci porta in vetta senza alcun problema. L'orario أ¨ ottimo (circa 10.30), in vetta ci sono solo due persone e ci godiamo un panorama tra i piأ¹ belli che si possano ammirare in piena tranquillitأ . Dopo la doverosa pausa, scendiamo dalla normale studiando la cresta che dal Podavit porta al Rondenino e decidiamo che oggi sa da fa! Questa cresta risulta impressionante (specialmente sul lato nord) per il primo tratto dove il baratro che si apre verso la Valtellina lascia senza fiato. Poi أ¨ un susseguirsi di cenge erbose e roccia marcia. In questo tratto non ci si puأ² distrarre e bisogna controllare costantemente cosa si pende in mano, perchأ¨ tutto si sfalda! Ad un certo punto, dopo un profondo canale, iniziamo a salire per pareti quasi verticali verso quella che crediamo (e speriamo) sia la vetta. L'attenzione أ¨ massima e la tensione sale perchأ¨ qui tutto sembra uguale e, evidentemente, la via di salita non أ¨ segnata e ben individuabile. Superato ancora un ripido e sfasciuminoso canalino eccoci che sbuchiamo all'omino posto sulla vetta del Rondenino! La tensione si smorza in urla di gioia e diventa soddisfazione! Oltre ad aver raggiunto con successo la vetta abbiamo anche concluso tutte le creste della zona Calvi/Longo, infatti questo era l'unico tratto che ci mancava! Ci godiamo la pausa pranzo su questa cima tra le piأ¹ selvagge delle Orobie e poi أ¨ tempo di riprendere il viaggio! La cresta che porta all'Aga أ¨ tutt'altro che semplice e banale e richiederأ  ancora due ore di attenzione e concentrazione! Un pochino la conosciamo quindi ce la caviamo bene raggiungendo senza particolari problemi l'Aga. Adesso sأ¬ che possiamo davvero rilassarci e goderci la soddisfazione della cavalcata! Nel vallone ci divertiamo "sciando" sulla (poca) neve rimasta fino al Passo Cigola, rimettiamo le scarpette e giأ¹ veloci al Longo dove una bella birra fresca con l'ottima torta e due parole con Enzo e Rossella non possono mancare. Non ci resta che rientrare a Carona, che raggiungeremo circa 13 ore dopo la partenza... che giornata incredibile ed indimenticabile!! E pensare che أ¨ la prima escursione sulle Orobie di quest'estate.... chi ben comincia...

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Sabato 20 Domenica 21 Maggio 2017 – Tentativo Allalinhorn – Strahlhorn

Dopo diversi tentativi ecco che il meteo ci concede un fine settimana buono per compiere la gita finale della stagione scialpinistica del CAI Alta Valle Brembana in Svizzera. Il programma prevede una due giorni nella conca di Saas-Fee con sabato la salita all’Allalinhorn (grazie alla funivia Felskinn che arriva a 3000m), pernottamento al Britanniahutte e poi domenica salita allo Strahlhorn. Il gruppo questa volta è ristretto e siamo io, Andrea, Muro, Luciano e Roby. Partenza alle 3.00 del mattino da Villa per essere puntuali alle 7.30 alla partenza dell’unica corsa della costosa funivia (40 Chf) sotto un cielo azzurro cobalto! Arrivati alla stazione di arrivo di Felskinn imbocchiamo erroneamente la strada che porta al Britanniahutte, ma molto presto ci rendiamo conto dello sbaglio e torniamo sui nostri passi andando ad imboccare il tunnel che passa sotto il ghiaccio e ci porta sulla neve. Una breve, ma eccezionale discesa ci porta alla base delle piste che portano alla zona dello sci estivo. La neve del giorno prima non è molta (25-30 cm) ed è di ottima qualità, ma ha cancellato le vecchie tracce e quindi dobbiamo farne una nuova. Sull’itinerario ci sono altri due gruppi, ma il nostro passo è decisamente superiore e quindi il compito di tracciatori ci tocca. Mentre risaliamo arriva l’elicottero della REGA che sgancia alcune cariche nella neve sui pendii più ripidi per bonificarli da possibili slavine. Assistiamo così ad uno spettacolo raro e impressionante, ma che ci dà fiducia perché le slavine provocate non hanno grosse dimensioni. Arrivati a circa 3600, dove le piste dello sci estivo finiscono cerchiamo l’itinerario migliore per superare la grande seraccata, ma ci troviamo a superare un traverso davvero poco rassicurante dove la nuova neve appoggia sul fondo duro e ghiacciato. Dopo una veloce valutazione delle condizioni decidiamo di togliere le pelli e scendiamo verso le piste su neve perfetta fino a quando non incontriamo le nebbie che salgono dal basso. Qui seguiamo, a fatica, la strada fatta dal gatto delle nevi fino a quando la visibilità migliora e raggiungiamo Felskinn. Da qui inizia il tratto che, con qualche su e giù, ci porta in circa 40 minuti al rifugio Britanniahutte dove passeremo la notte. Il tempo rimane brutto e ventoso e noi ci sistemiamo nella camera e ci riposiamo un po’. La sera passa veloce e poco dopo cena (strana, ma buona ed equilibrata) si va a nanna speranzosi per il secondo giorno. La sveglia ci è data poco prima delle 5.00 dagli autoparlanti del rifugio mediante una canzone dei Cranberries. Una ricca colazione, preparazione di materiali e vestiario e via, si parte mentre una splendida giornata nasce. Il primo tratto per raggiungere il ghiacciaio è una discesa dove la neve si presenta molto più buona del previsto poi, dopo un pianoro, è tempo di mettere le pelli ed iniziare la salita. Davanti ci sono già alcune cordate quindi procediamo tranquillamente sfruttando le loro tracce. Poco prima del colletto siamo con i primi ed affrontiamo con cautele un breve tratto di cresta esposta e ghiacciata. Si apre poi l’ampio plateau che culmina con la vetta dove è posta una bella croce metallica. Il panorama della cima lascia senza parole, si vedono tutte le Alpi, la pianura, i laghi e persino le Orobie che si scorgono in lontananza. Ci godiamo questa meraviglia per qualche decina di minuto e poi è tempo di intraprendere la discesa anche perché soggiungono altri scialpinisti e lo spazio in vetta è molto poco. La discesa fino al pianoro del ghiacciaio è tutta in neve eccezionale, scendiamo veloci disegnando bellissime virgole sulla neve polverosa e ci divertiamo come bambini. Il tratto pianeggiate del ghiacciaio lo passiamo veloce sfruttando le tracce di salita e poi è tempo di risalire i 150 m che portano al rifugio. Il Sole ormai alto ed il caldo ci mettono alla prova, ma in breve arriviamo a destinazione dove ci concediamo una breve pausa e recuperiamo il materiale lasciato. È ormai tempo di proseguire verso Felkinn, ma poco prima della stazione togliamo le pelli e ci buttiamo, seguendo alcune tracce in un vallone che, con neve ancora perfetta, ci deposita sulle piste da sci. Non ci resta che seguire queste autostrade dove il firn primaverile la fa da padrone e volare veloci verso Saas-Fee. Riusciamo a sciare fino a 1900m di quota poi, un quarto d’ora scarso a piedi e raggiungiamo il parcheggio dove possiamo cambiarci, magiare qualcosa visto che sono le 13 passate da poco e poi metterci in viaggio verso casa. Questa strana stagione scialpinistica probabilmente si chiude qui (vediamo il prossimo fine settimana se salta fuori qualcosa magari al Gavia) con tante esperienze, soddisfazioni ed insegnamenti… nonostante la totale carenza di neve in inverno e le condizioni strane di queste ultime settimane siamo riusciti a “portare a casa” alcune belle cime e belle gite. Speriamo che la prossima stagione sia più ricca di neve e che ci permetta di toglierci qualche “sassolino” dalle scarpe, anzi, dagli scarponi!

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Sabato 13 Maggio 2017 – Piz Cambrena – Tentativo

Fine settimana con tempo incerto e quindi, ancora una volta, la gita di due giorni in Svizzera salta. L’idea per oggi è di salire al Grand Turnalin in Valle d’Aosta, ma un post su FB dell’amico Roberto ci fa optare per cambiare meta e dirigerci al Passo Bernina per salire il Piz Cambrena. Lungo la strada il cielo si mantiene molto nuvoloso e lungo l’Engadina piove pure, ma arrivati all’alba al Passo, il cielo inizia ad aprirsi. La neve non è delle migliori per via delle temperature altine e dell’alta percentuale di umidità nell’aria, ma tracciamo salendo gli ampi pendii intervallati da tratti più ripidi. Mano a mano che saliamo il cielo si pulisce sempre di più ed il panorama si manifesta in tutto il suo splendore e la qualità della neve migliora. Risalito anche il tratto a fianco della seraccata arriviamo sul ghiacciaio e poi alla base del canale che ci dovrebbe portare sul pendio finale. Dalle ripide pareti si staccano piccole slavine e non siamo certi che ci siano le sufficienti condizioni di sicurezza per salire. Io e Andrea andiamo in esplorazione, ma saliti una cinquantina di metri scarsi decidiamo che non è il caso di proseguire. La neve non ci piace ed il Sole scalda già troppo (anche se sono solo le 10) e quindi scendiamo raggiungendo gli amici che ci aspettano sul pianoro prima del canale. Mentre ci prepariamo al rientro al Passo Bernina una slavina di medie dimensioni scende a fianco del percorso che avremmo dovuto seguire, fossimo stati lì probabilmente ci avrebbe preso! Senza esitazioni e contenti per la scelta di rinunciare giriamo gli sci e ci godiamo una bellissima sciata sugli ampi pendii che ci portano in breve alla macchina. Anche gli amici incontrati sul percorso rinunciano alla salita e tutti insieme brinderemo alla bella gita ed alla saggia decisione di rinunciare alla vetta al birrificio Monte Spluga!

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Sabato 06 Maggio 2017 – Corno Stella – C.ma Valcervia – Montebello

Orobie mai così innevate in tutto l’inverno e non possiamo evitare di approfittarne con una classica ski-alp anche se fuori stagione. Purtroppo le previsioni meteo non sono moto buone, ma con Muro, Lucio e Simon decidiamo di provarci lo stesso. Partiamo all’alba da Foppolo sperando in qualche apertura, ma a parte qualche breve spiraglio di Sole sulle cime vicine, le nuvole la fanno da padrone e scappa pure qualche goccia di pioggia. Non ci lasciamo demoralizzare e saliamo spediti alla Terrazza Salomon e quindi al Lago Moro. Le nuvole sono alte quindi si prosegue verso il Corno Stella arrivando senza problemi all’antecima dove si lasciano gli sci. Qui inizia la cresta da percorrere a piedi che però non è tracciata. Nessun problema, la neve arriva al polpaccio ed è di ottima qualità quindi si sale abbastanza tranquillamente stando attenti alle grosse cornici. In vetta qualche spiraglio tra la nebbia ci lascia ammirare un po’ di panorama prima di tornare velocemente al deposito sci. Da qui ottima discesa diretta fino al Lago Moro da dove ripelliamo alla cima di Valcervia. Breve sosta per decidere cosa fare e giù in direzione del lago delle Trote. Nella parte alta la neve purtroppo è brutta, ma per fortuna poi diventa molto buona e, nei pressi del Montebello addirittura ottima! Scendiamo verso la IV baita, ma prima di raggiungerla, visto che la neve è molto pesante, ci fermiamo e ripelliamo al Montebello. Da qui un’altra discesa diretta dalla croce su ottima neve fin nei pressi della IV baita, da qui sopravvivenza fino alla macchina che raggiungiamo giusti giusti allo scoccare del mezzogiorno. Una birra ed un panino alla tavernette di Branzi e via verso casa, mentre, come previsto, inizia a piovere…

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Sabato 29 Aprile 2017 – C.ma Siltri – Val Terzera

Fine Aprile e, finalmente, è arrivata la tanto sospirata neve sulle Orobie. Una bella perturbazione ha scaricato un metro di neve a duemila metri arrivando fino a 1500m. Non ci resta che un giro in zona anche perché le condizioni di sicurezza non sono il top… Classico tour di San Simone, ma farlo a fine aprile in queste condizioni è a dir poco singolare... e quindi da documentare con un bel report. Sci ai piedi dalla partenza con già buon innevamento, saliamo dritti per la pista Sessi fino al Passo di San Simone su neve marmorea... così come la seguente discesa in Val Terzera (i versanti del Cavallo e del Siltri avevano già scaricato) e con ravanoso traverso ripelliamo alla Casera Siltri. Sempre su neve marmorea arriviamo alla Casera Cavizzola e da qui traversiamo fin sotto la Cima Siltri, dove valutiamo attentamente le condizioni della neve (qui almeno un metro sceso). La reputiamo fattibile seguendo il crinale e in breve siamo in vetta. Discesa su ottima farina, ridiscendiamo fino alla Casera Siltri e ripelliamo fino alla Forcella Rossa. Discesa fino alla Baita Camoscio su neve remollata e infilandoci in qualche bel canalino, e poi riepelliamo un'altra volta fino alla cima della seggiovia Camoscio.. qui discesa finale su neve trasformata. Bellissimo giro vicino a casa sfruttando la tanta neve fuori stagione! Con Andrea Muro Aga Simon

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Sabato 22 Aprile 2017 – P.ta Zumstein e Parrot

I programmi per questo lungo ponte del 25 aprile sono ambiziosi e avventurosi e prevedono la salita alla Dufur ed alla Nordend dalla Monterosa Hutte partendo da Cervinia approfittando delle funivie gratis per il Mezzalama. Purtroppo il rifugio è pieno quindi salta tutto. Con Muro, Lucio, Simon e Danilo si “ripiega” quindi per una salita in giornata da Gressoney. Prendiamo la funivia già aperta per le 6.30 ed arriviamo ad Indren con il primo Sole. Classica salita dal canale fin sopra il rifugio Mantova e poi su fino al colle del Lys dove decidiamo di puntare alla Zumstein anche per non essere inghiottiti dalla fiumana di gente che c’è in giro oggi. Vento e freddo ci mettono un po’ alla prova, ma il fisico risponde bene ed anche la quita non da problemi e possiamo così goderci la meraviglia che i 4563 m della vetta regalano. Ripercorsa la cresta fino al colle che divide Zumstein dalla Margherita rimettiamo gli sci e ci dirigiamo verso il Colle del Lys. Prima di raggiungerlo io e Danilo decidiamo di staccarci dal gruppo e salire alla Parrot che raggiungiamo senza problemi, a parte la stanchezza che si fa sentire! Mentre io scendo con calma Danilo sale anche la Ludwigshohe e ci ricongiungiamo nei pressi del colle del Lys. Da qui raggiungiamo il Cristo delle Vette e poi giù fino a raggiungere gli amici nei pressi di punta Indren. Qui pausa pranzo al riparo dal vento e baciati dal Sole prima di rimettere gli sci e goderci una divertente discesa fino all’ultimo troncone della seggiovia prima di Gressoney. Alla fine ci “spareremo” ben 2600 m di discesa! Bellissima giornata in ottima compagnia, per niente male come “gita di ripiego”!

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Lunedì 17 Aprile 2017 – Sorgenti Enna – Morterone

Classica uscita fuori porta il giorno di Pasquetta. In compagnia di Muro, Andrea, Luca e rispettive morose lasciamo l'auto al ponte della Lavina e percorriamo il bel sentiero che sale a Morterone, dove ci fermeremo per la pausa pranzo, passando dalle Sorgenti del fiume Enna. Luogo conosciuto e spesso visitato, ma che non manca mai di regalare scorci suggestivi e bellissimi. Si nota in modo netto la carenza di acqua anche qui...

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Domenica 16 Aprile 2017 – C.ma Orientale di Lago Spalmo

Giornata di Pasqua che, con Andrea, Patrick e Luciano decidiamo di passare in Val Viola per una bella scialpinistica. Il meteo, che doveva essere perfetto, non è dei migliori con vento da nord e nuvole trasportate, ma alcuni sprazzi di sereno ci permettono di goderci una bella giornata. Partiamo dalla presa AEM nei pressi dell'Agriturismo Baita Caricc con spallaggio praticamente nullo (dalla presa 10 minuti), saliamo agevolmente fino all'ampia piana dell'Alpe Dosdè, da qui ci spostiamo sul lato destro del torrente e avanti fino alla meta, che abbiamo sempre davanti bella e maestosa. Itinerario super-tracciato, il freddo ha indurito il tutto ma si procede senza rampanti fino al tratto di 45° della Vedretta, che abbiamo superato senza bisogno di calzare i ramponi ma sci ai piedi e con i rampanti; freddo becco e nuvole che vanno e vengono, arriviamo all'anticima dove lasciamo gli sci e, in circa 20 minuti a piedi, arriviamo alla cima principale; non conveniva portare gli sci in vetta perché la cresta di collegamento fatta di sfasciumi era sgombra da neve, inoltre il breve pendio finale alla vetta era magro e di dubbia soddisfazione. Tornati al deposito sci scendiamo su neve ancora non rimollata e disturbata dalla tracce dei giorni scorsi (era forse meglio aspettare un'ora e sperare nell'irraggiamento continuo, ma col freddo non era il caso di star fermi), ma comunque sciabile, il tratto a 40/45° lo si supera senza problemi ed è comunque breve e non troppo esposto (da qui la valutazione BSA+ e non OSA), poi dalla fine della Vedretta troviamo un firn ec-cez-zio-na-le inventandoci una discesa non sulla via di salita, ma spostandoci in una vallecola vicina al Bivacco Caldarini... con tanto di toboga. Bello bello bello... poi birra al rifugio e ancora divertente discesa su sentiero pistato fino al Caricc! Bellissima zona, bellissima cima, e il meteo ci ha graziato non regalandoci né nebbia né nuvoloni fermi, ma solo di veloce passaggio spinti dal vento. Torneremo di certo... wowwww!

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Sabato 08 Aprile 2017 – Testa del Rutor

Gita CAI con 10 partecipanti su questa meravigliosa montagna in un angolo delle Alpi tra i più belli per i panorami che si possono ammirare. Partenza alle 3.30 da casa con destinazione Bonne che raggiungiamo verso le 7.00. Pochi minuti con gli sci in spalla e poi si inizia a salire nello splendido vallone che avevamo percorso qualche mese fa per salire all’Arp Vielle. Si devia però poi decisamente a destra in un ripido canalone che sbuca nei pressi del rifugio degli Angeli, da qui ancora un traverso ed una breve, ma ripida salita che ci porta al Colle del Rutor. Da qui in breve raggiungiamo la cima. Il vento è leggero, ma bello fresco e rimaniamo in vetta ad aspettare tutto il gruppo che si compatta in breve tempo. Il panorama è grandioso e speriamo che anche la discesa sia meravigliosa. Decido di partire un momentino prima del gruppo per fare una discesa dalla pala diretta della vetta che mi permette di fare alcune belle curve su neve quasi farinosa. Da qui ripello e raggiungo gli amici al Colle da dove rientriamo nei pressi del rifugio. Da qui inizia una discesa incredibile, la neve ha smollato al punto giusto e, in men che non si dica, ci ritroviamo in fondo al canalone urlando di gioia come bambini. Temiamo che in basso la neve sia cotta ed invece rimane ottima fino a poco prima della macchina! Ci si complimenta per la gita memorabile portata a casa e poi via, altre tre ore di auto per rientrare alle proprie abitazioni, ma che spettacolo!!

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Sabato 18 Marzo 2017 – C.ma Vallocci

Gran sciata alla Vallocci! Itinerario consueto da Foppolo al Dordona dalle vecchie piste del Toro (quanta nostalgia), poi giù fin nei pressi del Rifugio Dordona (neve dura di primo mattino), traverso e ingresso nel bel vallone, con neve perfettamente rigelata e progressione agevole fino al passo. Di lì di riffa o di raffa su per la costa spelacchiata, fino al deposito sci prima delle agevoli roccette finali, selfie di vetta e torniamo al deposito sci. Addocchiamo subito il ripido e continuo canale sud-est, appena sceso da due valtellinesi, e non ce lo facciamo scappare! Ingresso da brividi o saltando la cornice o con un ripido traverso su cengetta nevosa, prime curve a 45 almeno e poi degrada... neve trasformata al punto giusto, una sciata da urlo e inaspettata. Wow! Tornati nei pressi del Dordona ripelliamo fino al Dordona e poi ancora su fin dentro il teatro glaciale est del Toro, per farci una discesina su neve ancora buona prima di tornare alla macchina e alla meritata birra. Wow Vallocci davvero stupendo da questo canale!

Testo by Andrea Carminati

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Giovedì 16 Marzo 2017 – P.zi Scalino e Cancian

Visto che il mercoledì è il giorno dei pensionati noi ci siamo presi il giovedì, ol dé di màcc, per spendere una feria in alta quota. Con Muro, Lucio, Nicola e Danilo trasferta in Valmalenco per salire al Pizzo Scalino e, se il tempo e le condizioni lo permettono, il Piz Cancian. Dal parcheggio poco sotto la diga di Campo Moro saliamo per la comoda strada ben innevata fino al rifugio Ca' Runcasch (aperto) e poi proseguiamo fino ai piedi del cornetto che risaliamo con una lunga serie di inversioni visto la notevole pendenza. Da qui entriamo nel mondo del ghiacciaio dello Scalino che domina la visuale. Con passo costante risaliamo in direzione della cresta finale dove, dopo aver salito un ripido tratto a piedi, depositiamo gli sci. Cambio assetto e via, con picca e ramponi per la breve e non difficile cresta che ci deposita sulla meravigliosa vetta da dove il panorama è incredibile. Temperatura ideale e assenza di vento ci permettono di rimanere un bel po’ quassù a godere di questa meraviglia. Poi ripercorriamo con attenzione la cresta e, ripresi gli sci, iniziamo un’ottima discesa sulla parte alta del ghiacciaio. Visto che il timing e le condizioni sono buone decidiamo di proseguire al Piz Cancian. Nicola ha problemi con le pelli e quindi ci aspetterà qui. Saliamo spediti fin dove si può tenere gli sci e poi riprendiamo picca e ramponi per percorrere l’estetica, ma non difficile cresta, che ci porta sul secondo tremila di giornata! Che spettacolo!!!! Torniamo al deposito sci dove, seduti comodamente su alcuni grossi sassi, facciamo la pausa pranzo e studiamo l’itinerario di discesa. Addocciamo un toboga che ci dovrebbe portare ai piedi del passo di Campagneda dal quale si dovrebbe rientrare al rifugio e quindi alla macchina. Non ne siamo certi, ma alcune vecchie tracce ci incutono fiducia e decidiamo di provare. Discesa su neve molto buona anche se un po’ variabile fino a raggiungere i piedi del passo da dove, rimesse le pelli, saliamo fino alla sua massima quota. Da qui non ci rimane che scendere fino al rifugio dove una meritata pausa birra e relax al Sole aggiunge la ciliegina sulla torta di questa fantastica giornata. Dopo la pausa rientriamo dalla comoda strada fino alla macchina e da lì a casa chiudendo una giornata di ferie spesa in modo eccezionale in posti meravigliosi ed in ottima compagnia!

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Domenica 12 Marzo 2017 – P.zo Baciamorti

Con Luciano decidiamo di non lasciarci scappare le condizioni a dir poco eccellenti della neve sui versanti sud e, visto gli impegni di pranzo, optiamo per una gita “fuori casa”, ma di grande soddisfazione. Dal parcheggio da Capo Foppa saliamo in direzione del Passo di Baciamorti con alcuni togli metti (nelle zone baciate dal Sole la neve è ormai sparita), ma al primo canalone che incrociamo decidiamo di deviare e di seguirlo. L’anno scorso avevo visto alcune tracce di discesa da qui, quindi la speranza è di riuscire a trovare un percorso alternativo e divertente. La valle sale incuneata nelle alte pareti rocciose in un ambiente selvaggio e maestoso. Al termine del canalone (dove la neve è ben presente e di ottima qualità) adocchiamo una ripida lingua di neve che, speriamo, ci porti nei pressi della cima. Messi i rampanti risaliamo il ripido canale e sbuchiamo poco ad ovest della Baita Regina. Purtroppo a metà del canale ci sono molti sassi ed alcuni cespuglui quindi dovremo lasciare questa bella discesa per quando la quantità di neve ce lo permetterà. Preso il sentiero normale lo seguiamo e senza problemi raggiungiamo la vetta giusto mentre il Sole, un po’ oscurato da lievi velature, cuoce a puntino la neve della pala. Aspettiamo qualche minuto il giusto grado di cottura e poi giù lungo la parete ed il canale che avevo sceso l’anno scorso. La neve è perfetta ed in pochi minuti “bruciamo” tutto il dislivello trovandoci sul sentiero del passo Baciamorti. Da qui è tutta pianura con qualche piccolo su e giù quindi decidiamo di non tribolare e mettiamo gli sci nello zaino. Dopo una breve camminata eccoci in perfetto orario alla macchina davvero soddisfatti per la salita “alternativa” e per la fantastica discesa!

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Sabato 11 Marzo 2017 – P.zo Farno

Gita CAI che, causa condizioni della neve poco sicure, viene deviata dal Nord Orobie ad una classica delle nostre valli. Partenza da Roncobello e salita dalla strada ancora ben innevata fino alle Baite di Mezzeno da dove proseguiamo al Passo dei gemelli. Da qui bella discesa fino al lago da dove si ripella verso il passo di Valsanguinio ed alla vetta. Discesa a nord fino al Lago Colombo su neve buona, ma non ottima come speravamo! Traversone verso il rifugio Laghi Gemelli (chiuso) e quindi risalita al Passo di Mezzeno. Da qui, in teoria, non rimane che scendere verso le Baite di Mezzeno, ma troviamo una via “alternativa” che ci porta sui pendii a nord del Passo Marogella e ci permette una discesa da urlo! Adesso non resta che seguire la strada fino a Capovalle dove non può mancare il brindisi con prosecco e la tappa birra in compagnia. Meravigliosa gita con un ottima compagnia in una giornata davvero fantasmagorica!!

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Sabato 18 Febbraio 2017 – M.te Segade e anello del Fioraro

Testo by Andrea Carminati
L’anello completo intorno al Fioraro era un sogno skialp da anni, studiando le mappe e aspettando pazienti il periodo giusto (non troppa neve, né troppo poca, tempo stabile, visibilità perfetta). Sabato l'abbiamo realizzato, è un itinerario d'altri tempi in zone remote, si sente il sapore di maglioni pesanti, pantaloni di flanella, sci di legno da due metri, attacchi da fabbro su scarponi pesanti ingrassati... come ristoro un po' di polenta fredda e un cicchetto di grappa per scaldarsi. È un timido omaggio a Sugliani, ai pionieri dello scialpinismo orobico, al CAI esploratore di cent'anni fa. Partiamo da Madonna delle Nevi, saliamo in Pigolotta e da lì su per Arale, Arletto e il costolone che corre sopra il Rif. Balicco fino al grande “omone” vicino al Passo Porta dal quale con lungo traverso ci arrampichiamo alla Bocchetta di Budria tra mille inversioni nello stretto finale. Da qui si apre il fantastico mondo nord-orobico; togliamo le pelli, degradiamo alla sella che separa il Pizzo del Vento dallo spartiacque principale e ci buttiamo alla sua sinistra su pendii vergini e farinosi. Dopo un breve pianoro ci si apre davanti ancora uno strepitoso pendio vergine sempre di farina zuccherina, scendiamo urlando come bimbi fino a che la Val Budria non diventa dirupante, ripelliamo, raggiungiamo le Baite Saroden, quindi la Baita Pradelli di Pedena e poi, faticosamente su pendio assolato e ripido, il Passo Pedena, che divide la Val Budria da quella del Bitto di Albaredo ed è incuneato tra i monti Fioraro e Pedena. Ci attende un meraviglioso pendio di quasi 700 metri di dislivello (avete capito bene) con neve sempre commovente fin circa a tre/quarti della discesa, dove bisogna aggirare un dirupo con cascata di ghiaccio (attenzione, passaggio chiave) tenendosi sulla destra, un po’ di “ravanaggio”, ultime curvette ed eccoci sulla provinciale Albaredo – Passo San Marco, naturalmente innevata e battuta. Ripelliamo, ma nessuno di noi si immagina che sia così lunga arrivare all’omino del San Marco: quasi 7 kilometri di strada, per fortuna qualche variante per i prati nella valletta d’Orta accorcia leggermente il percorso! In vista del Segade il gruppo si divide: chi ha tempo e voglia va in vetta e scende la mitica parete Sud, gli altri tirano dritti al Passo San Marco “a riveder la bergamasca” e scendono dalla strada “toboga” innevata. Di riffa o di raffa ci si ritrova a Madonna delle Nevi, dopo un fantastico anello completo, per l’ormai classico brindisi di spumante e torte. Un giorno che ricorderemo, è stata la giornata skialp perfetta.

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Domenica 12 Febbraio 2017 – Torcola Vaga

Notti di Luna Piena e Orobie innevate, un connubio che lascia sempre a bocca aperta e che regala un atmosfera magica ed imperdibile. Così, con Don Mauro, si decide di andare a fare una sgambata con le pelli in Torcola. Stradina ben innevata e salita tranquilla e ben tracciata. In Vaga la Luna gioca con le Nuvole, le Stelle e le luci della pianura... a noi non resta che ammirare e fotografare. Discesa al Gremei dove, seduti comodi sulle panchine ci gustiamo una veloce cenetta conclusa con ottimo Vin Santo e Cantucci... Torniamo a valle percorrendo la sempre bella pista del Bosco stando attenti a qualche sasso e godendoci lo spettacolo del cielo che, ora, è diventato limpido e stellato!

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Sabato 11 Febbraio 2017 – M.te Rotondo – Antecima Lemma

Finalmente Orobie! Anche se giornata coperta che ha minato la visibilità soprattutto sui super farinosi versanti nord (peccato!). Partiamo da San Simone, raggiungiamo Baita del Camoscio e poi su per il consueto itinerario verso Cima Lemma, a metà però della rampa deviano a sinistra e, su terreno vergine, raggiungiamo il Passo di Lemma seguendo grosso modo il sentiero estivo. Dal passo si degrada leggermente sul versante nord, si punta a nord ovest fino a raggiungere la Bocchetta Piedivalle, e da lì in breve in cresta in vetta, sci ai piedi. Il bello di scendere e arriva la nebbia, sciamo a vista corta su ottima farina, poi con visibilità migliore ma sempre terno al lotto raggiungiamo la Baita Lemma Alta (1950 m). Ripelliamo fino al costolone finale del Monte Lemma, inutile proseguire vista la nebbia, e scendiamo verso San Simone su ottimi 20 centimetri di polvere su fondo duro! Nel complesso bella gita su neve quasi sempre ottima, ma con maggiore visibilità i piani erano ben più ambiziosi. Pazienza, aspettiamo! Gita Cai Alta Val Brembana con Caccia, Muro, Tino, Giamma, Nik, Grio, Andrea

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Sabato 21 Gennaio 2017 – Pizzet

Oggi con Andrea, Tino, Luciano, Muro e Gianmaria proviamo a portare gli sci in Engadina sperando in una bella gita nevosa. Arriviamo nel paesino di Zuoz con una calda temperatura di -21° e la situazione neve non è entusiasmante. Optiamo per gli assolati versanti sud e quindi puntiamo ad una cima posta tra il Belvair ed il Griatschouls che poi scopriremo essere il Pizzet. Risaliamo ai bordi della pista fino all'arrivo della seggiovia (circa quota 2400) con neve scarsa (15 cm), poi aumenta tranne nella cuspide sommitale spazzata dai venti. La discesa inizialmente con molta attenzione per non prendere i sassi, poi visto che la neve si è accumulata nei canali ed è ben assestata iniziamo una discesa veramente entusiasmante su farina 00! I più temerari sciano su identica farina ma meno spessore fino a Zuoz (tanto il fondo è prativo), gli altri si fanno anche la metà inferiore della pista, ottimamente battuta e zero gente. Insomma, come ricavare lo straordinario da condizioni in partenza non scontate! Bello bello bello!

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Sabato 07 Gennaio 2017 – P.zo Tre Signori

Visto che la neve continua a non farsi vedere e la voglia di lunghe trasferte non è molta, con Andrea, Tino, Luciano e Nicola decidiamo di andare a fare quattro passi sulle Orobie salendo al Pizzo dei Tre Signori. Visto che il freddo è intenso e la poca neve presente ormai è bella dura, propongo di salire dal canale nord-est per variare un po’ il “solito” itinerario e renderlo un po’ più pepato. Fino alla sfinge poca/nulla neve e salita con scarpette, poi inizia a tirare un freddissimo vento ed il terreno diventa più invernale e quindi si cambia assetto. Qui, io e Nicola, avendo le due piccozze ed il casco, decidiamo di provare il canale dove ci precedono già altre tre persone, mentre il resto della combriccola salirà in vetta dalla normale. Il canale presenta neve dura al punto giusto, i due grossi massi posti poco dopo l’inizio si passano tranquillamente ed il vento, qui dentro, non si fa sentire. Saliamo abbastanza rapidi con pendenze attorno ai 40° fino alla deviazione a destra dove, poco dopo, si presenta il saltino più impegnativo con pendenza 50°. Lo troviamo molto secco, con qualche colatina di ghiaccio ed erba. Quindi con la massima attenzione lo risaliamo cercando gli appigli migliori per picche e mani ed in breve eccoci fuori dove ci accoglie il vento freddo. Da qui decidiamo di percorrere la cresta Sud che, con qualche passaggio stretto e una paretina di roccia molto bella (II grado) ci porta in vetta. Qualche minuto per le foto di rito e poi giù rapidi fino alla baita Ciarèi dove ci ricongiungiamo ai soci e dove l’inverno ha lasciato ancora una volta spazio all’autunno… non ci resta che indossare le scarpette e scendere a grandi passi verso Ornica ammirando la bella Valle d’Inferno che, seppure secca e spoglia, è sempre bella e maestosa.

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