FOTO
DI MARCO CACCIA |
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Inverno- Prim. 06 - Estate 06 - Autunno 06 - Inverno 07 - Primavera 07 - Estate 07 - Autunno 07 |
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Classica salita al Sodadura in una giornata bellissima e limpidissima il 18 ottobre 09 |
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La giornata era bellissima e limpidissima fino a circa metà mattina e si vedevano le cime delle Retiche imbiancate e anche la conca del Calvi…
Salita classica in una zona tra le più belle della Valbrembana.
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Dal Passo di Mezzeno > Spondone > Tonale > Pizzo Orobie >Pizzo dell'Orto > Laghetto della Paura > Laghi Gemelli il 17 ottobre 2009 |
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Sabato, con Claudia, abbiamo effettuato un bel giro in una zona che non conoscevo per nulla nei pressi del rifugio Laghi Gemelli e ho toccato le cime dei m.ti Spondone, Tonale, Pizzo orobie e Pizzo dell’Orto.
Partenza dalle Baite di Mezzeno in direzione del Passo di Mezzeno, da qui siamo saliti a sinistra lungo la cresta est del m.te Spondone. Il sentiero praticamente non esiste e quindi si sale tra labili tracce e a naso tenendo d’occhio l’evidente cima. L’ultimo tratto risulta ripido e bisogna stare attenti all’erba umida e si sale aiutandosi con alcune roccette.
Arrivati in vetta, godiamo del bellissimo panorama un po’ rovinato dalla giornata un po’ grigia e con nuvole a nord, poi proseguiamo per la cresta scendendo ad un intaglio da dove si rimase la cresta est del m.te Tonale, la cui vetta si raggiunge in pochi minuti. La cresta non presenta particolari difficoltà a parte un paio di punti esposti in cui bisogna stare molto attenti.
Poi tornati all’intaglio abbiamo proseguito per un tracciolino fino a raggiungere il Passo Tonale da dove si sale in breve al Pizzo Orobie.
Dal Passo si prende poi l’evidente traccia che a mezza costa porta in breve al Passo di Val Vegia dove, poco sotto il passo, è posto un bellissimo laghetto. Dal Passo salgo velocemente al Pizzo dell’Orto. La salita a tale montagna non è difficile, ma bisogna prestare attenzione a non perdere il tracciolino che sale in cresta!
Ritornato al Passo, dove Claudia mi aspetta, proseguiamo l’escursione scendendo verso i Laghi Gemelli. Il sentiero non esiste e noi abbiamo trovato la via di discesa con qualche difficoltà sulle grandi pietraie fino al laghetto della Paura da dove in breve si arriva ai Gemelli. Nel frattempo inizia a nevicare e così ci dirigiamo di nuovo al Passo di Mezzeno e quindi alle Baite.
Un bellissimo giro in una zona veramente poco conosciuta (anche perché non ci sono sentieri segnati) e selvaggia con panorami veramente unici e mozzafiato!!
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Per la prima volta in vetta al 'gigante' Pizzo Coca (3050 m.), la più alta montagna orobica, il 3 ottobre 2009 |
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Partiti al buio da Valbondione ci siamo inerpicati velocemente verso il rifugio Coca da dove abbiamo visto il Sole sorgere tra i banchi nuvolosi presenti in abbondanza.
Verso l'alto e la nostra meta il cielo si mantiene limpido e continuiamo la salita pieni di speranza di trovare bello.
Man mano saliamo verso la bocchetta dei Camosci la nebbie si alzano precludendo il panorama...peccato!
Affrontiamo così la parte più impegnativa del percorso tra roccette e cresta e verso le 10.45 raggiungiamo la croce di vetta che è nel sereno appena sopra le nuvole!
Lo spettacolo è grandioso e la gioia per aver salito per la prima volta la montagna più alta delle Orobie è tanta...peccato che la nebbia sotto non ci faccia vedere tutto il bellissimo panorama! Va beh ritornerò!
Dopo una bella pausa scendiamo, ma arrivati alla Bocchetta prendiamo il sentiero "difficile" verso il rifugio Curò che raggiungiamo dopo una lunga discesa su ripidi sfasciumi.
Da qui poi comoda discesa alla macchina....Insomma una bellissima escursione anche se lunga.
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Passo S. Simone > Siltri > Forcella Rossa > Pizzo Rotondo >Cima Lemma > Pizzo Scala > Passo Tartan il 27 settembre 2009 |
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Io e Sergio abbiamo fatto una bella cavalcata in cresta sulla conca di San Simone. Lasciata l'auto a San Simone siamo saliti alla Baita del Camoscio, da qui al Passo San Simone e poi su alla cima dei Siltri. Da qui si segue fedelemente la cresta fino alla Forcella Rossa poi al Pizzo Rotondo. Da qui poi via al passo Lemma, Cima di Lemma e, giusto per finire, salita al vicino Pizzo Scala prima di ritornare al Passo di Tartano e quindi a San Simone.
La cresta non è particolarmente affilata a parte alcuni passaggi abbastanza esposti in cui bisogna stare attenti, soprattutto se il terreno è bagnato e scivoloso come ieri!
Peccato per la gironata nebbiosa e con nuvoloni che ci ha un po' impedito il panorama sicuramente spettacolare
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Dalla Valzurio 5 vette: Ferrantino, Ferrante, Vigna Vaga, Timogno (Benfit), Vodala (Timogno) 20 settembre 2009 |
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Io con Sergio ho fatto un giro molto bello ed altrettanto lungo!
Partenza da Valzurio alle 7.15 siamo saliti al ferrantino, poi Ferrante, preso il sentiero delle orobie verso il Passo della manina, salita una cimetta senza nome da dove abbiamo ammirato le cascate del Serio.
Da qui abbiamo proceduto alla vetta del Vigna Vaga, discesa poi fino ad una baita e risalita al Passo degli Omini e da qui per facile cresta fino al Monte Benfit. In vetta spuntino e poi su ancora fino al Timogno. Da questa quinta vetta della giornata discesa fino alla macchina tra prati e strade...Arriviamo alla macchina alle 15:15 mentre inizia a piovere.
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Dal Passo S. Marco al Segade e in vetta al Fioraro per il 18° compleanno dell'amico Luca il 6 settembre 2009 |
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Domenica 6 settembre 2009 con Luca e jacopo siamo stati in vetta al Segade ed al Fioraro. L'escursione di oggi ha però un motivo particolare, infatti è il 18esimo compleanno di Luca e quindi in vetta festeggieremo con torta, candeline e spumante. Un'iniziativa alternativa e simpatica per festeggiare il compleanno di un amico nell'ambiente che più amiamo! Inoltre panorami da cartolina! Giornata indimaneticabile!!
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Ennesima salita, ma sempre bella, in Canto Alto in una splendida giornata il 5 settembre 2009 |
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Io sabato pomeriggio giretto rapido al Canto Alto. Sono salito infinite volte, ma cn un meteo come quello di sabato è una cosa spettacolare!! Panorama grandioso e temperatura fresca...veramente bellissimo!!
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Panoramica dal Canto Alto verso la pianura |
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Panoramica dal Canto Alto verso la Valle Brembana e le Orobie |
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Salita difficoltosa al Monte Corte...ci fermiamo sull'anticima il 30 agosto 2009 |
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Alla partenza da Almè piove e, con Matu, si decide di ritardare la paternza alle 7.30 e di fare un giretto tranquillo al posto del programmato Monte Corte. Alle Baite di Mezzeno però non piove e, salendo verso il passo di Mezzeno, il cielo si apre dando la speranza che schiairsca. Decidiamo allora di provare comunque lòa salita al monte Corte.
Dalle relazioni che abbiamo letto sappiamo che la salita non è facile in quanto si svolge per gran parte su cresta affilata e su roccette esposte, ma proviamo a vedere come è!
Il cielo si richiude e restiamo immersi nella nebbia mentre superiamo i primi tratti di rocce e di cresta. Incrontriamo alcune difficoltà a capire da dove si passa ed alcuni passaggi sono davvero esposti, ma la cima la vediamo ancora lontana.
Arrivati alla base dell'antecima dobbiamo risalire una paretina di roccia; cerchiamo il passaggio più seplice e dopo un po' di ricerca lo vediamo sull'affilata cresta. L'ora però ormai è tarda e siamo già in ritardo per il pranzo, il tempo è pessimo, e così decidiamo di rinunciare alla cima anche se, teoricamente, manca poco. Se dovesse iniziare a piovere la discesa da questa rocce bagnate sarebbe complicata...così ci incamminiamo veloci sulla via di ritorno. Qualche goccia rende un po' difficoltosa la discesa dell'ultimo tratto di rocce, ma una volta al Passo laghi Gemelli possiamo scendere a saltoni verso il pranzo.
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Nuova cima! Salita al Pradella (2626 m.) dai Laghi Gemelli-Passo d'Aviasco il 24 agosto 2009 |
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Lunedì 24, approffittando dell'ultimo giorno di ferie, io e Luca decidiamo di fare una bella escursione nuova per entrambi. Così, parcheggiata l'auto alle Baite di Mezzeno, ci dirigiamo verso i Laghi Gemelli, da lì al Passo d'Aviasco e poi su fino alla vetta del Pradella.
Alla partenza e per buona parte del cammino il tempo è pessimo e la nebbia non da tregua, ma, arrivati poco sotto l'Aviasco, il cielo si apre e risusciamo a seguire il sentiero (su roccette e cresta in alcuni tratti un po' esposta) fino alla vetta del Pradella. Bellissima gita e montagna che mi mancava....
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Panoramica dai pressi del Passo d'Aviasco verso il Lago Colombo |
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In bella compagnia da S. Simone ai Laghi di Porcile e Cima Lemma il giorno di Ferragosto 15 agosto 2009 |
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Il 15 agosto decidiamo, con un gruppo di amici, di andare a fare una passeggiata tranquilla sulle nostre Orobie. Così andiamo a San Simone con meta Laghi di Porcile. La giornata purtroppo non è delle più belle, ma non demordiamo e arriviamo ai laghi con un timido sole che ogni tanto sbuca dalle nubi.
Dopo una breve pausa ci rimettiamo in cammino per ammirare le trincee al Passo di Tartano e da lì convinciamo gli altri a proseguire fino alla Cima Lemma da dove poi raggiungeremo il Passo Lemma e quindi San Simone.
Peccato per il tempo non troppo bello, ma l'escursione è riusita perfettamente e abbiamo potuto ammirare ancora una volta la bellezza delle montagna e dei sui animali.
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Entusiasmante esperienza: ascensione in vetta al Monte Bianco (4808 m.) da Chamonix il 6-7 agosto 2009 |
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Mercoledì sera ritorno dall'Abruzzo alle ore 20.00, all'aereoporto c'è don Mauro che mi "preleva" e via si parte per Chamonix dove jacopo e Mauro Soregaroli (amici di Don Mauro e guida alpina) ci stanno aspettando per iniziare questa magnifica esperienza.
Arrivati su verso le 23.00 ci beviamo una birra con gli amici e poi ci corichiamo al B&B prenotato. La mattina la sveglia suona presto e dopo una bella colazione ci dirigiamo verso gli impianti di risalita (funivia più treno) che ci porteranno a Nid d'Aigle alla quota di 2372 m. Di qui inizia il percorso a piedi della salita al monte Bianco.
Oggi dobbiamo raggiungere il rifugio del Goûter a quota 3817 m passando dal Rifugio di Tête Rousse (3167 m) e dal famigerato Couloir du Goûter famoso per la caduta di sassi ed i numerosi incidenti conseguenti.
Il sentiero si svolge tutto su sfasciumi che in discesa sono devastanti...il Couloir è da attraversare per circa 150 m alla base e questo tratto va fatto velocemente per poi attaccare la cresta che con passaggi di primo e secondo ci porta al rifugio.
Arriviamo al rifugio per un pranzetto e poi ci godiamo il panorama limpido e spettacolare mixato con una bella dose di riposo...domani ci aspetta la salita vera e propria!
Dopo una magra e non troppo appetibile cena e visto lo spettacolare tramonto ci corichiamo in attesa del 1.40 quando la sveglia suonerà.
Partiamo a camminare verso le 3.00 mentre in cielo spende una bellissima luna piena che illumina la traccia di salita e rende molto suggestivo il faticoso cammino; la montagna è costellata da tante lucine (le frontali) che in fila procedono verso la vetta.
Il tempo sembra peggiorare e la cima viene nascosta dalle nebbie, ma non demordiamo e verso le 6.30 raggiungiamo la spalla terminale mentre ad Est esplode l'alba...un'alba bellissima ed indimenticabile! La fatica e la quota si sentono, ma l'adrenalina e la perfetta forma fisica ci permettono di arrivare in vetta "freschi" e possiamo godere del panorama, della gioia e delle emozioni forti che solo una salita del genere con un tempo che ora è bello possono dare. Indescrivibile a parole!!
Restiamo sul tetto d'Europa mezz'ora buona e poi via perchè ci aspettano ben 2400 m di dislivello in discesa prima di poter sederci tranquilli sul trenino!
Discesa lunga e devastante, ma il pensiero ed i ricordi di questa splendida esperienza concellano ogni fatica e ogni sacrifico!!
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Panoramica dal Guter |
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Panoramica dalla vetta del Monte Bianco |
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Ascensione al Pizzo del Diavolo di Tenda il 1 agosto 2009 |
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Sabato mattina, con mio papà, decidiamo di salire al Diavolo di Tenda passando dal Rifugio Longo e scendendo poi dal Calvi. Alla partenza il tempo non è dei migliori, ma riponiamo la nostra fiducia nelle previsioni meteo che danno bello.
Arriviamo al Longo che l'ora è ancora presta e così facciamo quattro chiacchere con Enzo e beviamo un caffè. Intanto il tempo sembra migliorare ma non troppo; proseguiamo così al Selletta e da lì via verso il podavit e quindi il Diavolo. Mio papà decide di fermarsi al passo e così proseguo da solo fino alla vetta da dove godo di un panorama purtroppo piuttosto magro. La foschia oscura infatti praticamente tutta la visuale. così fatta la foto di rito ridiscendo la cresta e proseguo con mio papà fino al Calvi e di lì alla macchina.
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Salita sul Monte Aga dal Rifugio Longo, dove , al ritorno, incontro gli amici che scendono dal Pizzo del Diavolo |
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Domenica mattina, nonostante la sgroppata di ieri allo Strahlhorn, decido di salire in zona Longo per raggiungere gli amici che, partendo dal rifugio, dove hanno pernottato, salgono in vetta al Diavolo.
Arrivato al Longo però il mio ritardo nei confronti degli amici è troppo alto e le gambe sono un po' stanche, così decido di riposare un po' al rifugio e di proseguire poi verso il Selletta e nel tratto pianeggiante verso il Diavolo per andare incontro agli amici.
Arrivato al passo però le gambe hanno ricominciato a girare bene e allora decido si salire un po' in direzione dell'Aga...così piano piano arrivo in vetta contornato dalle nebbie che poi un soffio di ventio dirada e posso ammirare un po' di panorama.
Così ridiscendo verso il Longo dove arrivano gli amici di ritorno dal Diavolo e con loro mi godo un buonissimo pranzo!
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Strahlhorn (4190 m) altro quattromila nelle Alpi Svizzere il 24-25 luglio 2009 |
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Dopo la bellissima esperienza della settimana scorsa sul Weissmeiss decidiamo questa settimana di dedicarci ad un altro quattromila. L'idea iniziale è di andare al Lyskamm, ma poi per problemi logistici optiamo per tornare in Svizzera per salire il Stralhorn.
Arriviamo a Sass Fee e andiamo a prendere la funivia per il Britanniahutte, ama arriviamo all'entrata alle 16.03 e la cassa a chiuso da un minuto...Inutile pregare la commessa cercando di spiegare che la salita ai 3030 m del rifugio a quest'ora è impossibile. Che fare? Chiamiamo il rifugio per sentire un loro consiglio e infatti ci indicano un'altra funivia che ci porterà fino a 2500 m da dove poi proseguiremo a piedi.
Così partiamo per la salita al rifugio sotto un cielo sempre più scuro e, infatti, appena arrivati al rifugio inizia a piovere!
Dopo cena guardiamo con ansia le nuvole che sembrano diradarsi, ma la speranza che domani sia bello non è molta.
la sveglia suona alle 2.40 del mattino...un trauma! Però ci alziamo e guardiamo fuori dalla finestra, lo Strahlhorn ci appare nella sua bellezza contornato da stelle...Così via a fare colazione e a prepararci.
Alle 3.30 siamo in marcia sotto le stelle e al chiarore delle frontali...purtroppo nessuno conosce bene la via di salita e le tracce che vediamo ci portano nel bel mezzo di due crepacciate da dove iusciamo con un po' di fatica e grazie all'aiuto reciproco tra cordate. Superati tali tratti insidiosi proseguiamo sul ghiacciaio mentre ad est si prepara un'alba spettacolare e si alza il vento.
Alle 8.30 siamo in vetta dove arriviamo stanchi morti per le 5 ore di cammino, per il vento impetuoso ed il freddo glaciale che non mollano un momento. A malapena scatto qualche foto (troppo freddo e mani gelate) e poi giù di nuovo fino alla sella dove il vento cala ed il Sole ci scalda.
Con attenzione torniamo lungo il ghiacciaio al rifugio seguendo la traccia giusta che ci evita le crepacciate. Arrivati qui un bel brindisi alla vetta raggiunta e poi via verso casa con in corpo un'altra splendida esperienza vissuta in montagna! |
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Sui 4027 del Weissmeiss nelle Alpi Svizzere il 20-21 luglio 2009 |
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Sabato 18 e domenica 19 luiglio 2009, con Matu e Sergio, decidiamo di andare in trasferta sui monti Svizzeri.
Così raggiungiamo la località di Sass Grund nel cuore del Vallese dove lasciamo l'auto e prendiamo il primo troncone della funivia per raggiungere il Weissmieshutte e successivamente il rifugio Hohsaas.
Sergio decide invece di salire a piedi visto che l'ora non è tarda. Mentre saliamo il tempo peggiora, nevica, c'è vento e fa un freddo cane, ma per fortuna il caldo rifugio non è lontano e ci ripariamo all'interno.
Dopo cena alcuni sprazzi di azzurro appaiono in cielo e la speranza che domeni splenda il Sole è tanta e così andiamo a letto pensando alla salita di domani al Weissmies.
Purtroppo quando ci alziamo il cielo non è limpido, ma coperto da nuvole medio-basse. Si parte lo stesso insieme ad altre cordate e percorriamo tutto il ghiacciaio che ripido ci porterà in vetta.
Il meteo non è dei migliori e siamo nella nebbia fitta e seguiamo le tracce di chi ci sta davanti. Dopo un po' di passaggi su ponti di neve su crepacci e qualche passaggino un po' ripido arriviamo ai 4027 m della vetta dove però la visibilità è zero! così ritorniamo subito sui nostri passi per non congelare. Ridiscesi di circa 300 m incontriamo le altre cordate impegnate nella salita e subito dopo il cielo si apre ed in pochi minuti la nebbia lascia spazio ad una giornata magnifica...che sfortuna! Un po' delusi per il brutto scherzo del meteo torniamo al rifugio passando sotto immensi seracchi e ci godiamo la vista del percorso della salita dal rifugio.
Nonostante il meteo è stata davvero una bella esperienza che ci ha permesso di cpnoscere posti nuovi e veramente belli... |
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Splendida tripletta P. Recastello 2886 m P. Tre Confini 2824 m M. Gleno 2882 m |
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Oggi grande giorno con il ritrovo del 1° Pieroweb – Amici Orobie Day a Valbondione.
Facendo un po’ gli asociali io, Marco e Mattia la prima parte della giornata la passiamo in modo diverso ricongiungendoci al gruppo più tardi.
Bellissima galoppata sulle Orobie con percorso lungo ma appagante.
Si inizia a camminare alle 6.05 da Grumetti con l’intenzione di fare il canale Nord del Recastello poi si vedrà.
Alla partenza incontriamo altra gente intenzionata a fare il canale tra cui Beppe e Battista miei compagni di gita al Pegherolo.
La cosa ci spaventa un po’ ...l’idea che nel canale ci siano delle persone davanti a noi non ci piace decidiamo di allungare il passo e alle 7.20 siamo già al Curò, proseguiamo diritti sino all’ inizio del vallone ancora innevato sotto i Corni Neri, lì vediamo che davanti a noi c’è una sola persona ma ha un vantaggio tale che quando noi inizieremo il vero canale lui sarà già fuori.
La neve è molle quel tanto da consentirci di arrivare sino alla fine del vallone dove si piega a destra per prendere il canalino senza ramponi.
Qui calziamo i ramponi, superiamo i pochi metri di roccia senza difficoltà e prendiamo il canale ancora in buone condizioni, neve continua gradinata da sembrare una scala così che la neve un po’ molliccia non crea problemi (quota inizio canale circa 2600 m).
Prima delle 10 siamo in vetta al Recastello in una giornata stupenda ancora priva delle solite nuvole, si decide allora di proseguire per il Tre Confini, discesa dal sentiero attrezzato che porta in Val Cerviera, attraversiamo alti sotto la cresta rocciosa per prendere la traccia di sentiero ancora innevato che ci porta in vetta al Tre Confini accumulando altri 200 m di dislivello in salita.
La stanchezza inizia a farsi sentire dopo un breve spuntino io propongo di salire anche il Gleno visto che una giornata estiva così bella non è poi così facile trovarla sulle Orobie.
Matù è il più restio a proseguire ma alla fine si fa convincere, sì perdendo circa 60 m di dislivello e rimanendo sempre in cresta o appena sotto sul versante sud in meno di un'ora siamo in vetta al Gleno, sono circa le 12.30.
Discesa tranquilla sulle nevi della valle del Trobbio lungo la via normale di salita al Gleno alle 14.30 siamo al Curò a berci una meritata birra felici della riuscita stupenda gita.
Ora si scende dal sentiero invernale per ricongiungerci al gruppo del PierWeb che ha programmato una proiezione di diapositive all’Osservatorio naturalistico di Maslana e una cena (penso proprio che ce la siamo meritata) all’agriturismo Stala di Mustacc a Fiumenero di Valbondione allietata da musiche e canti con Luciano Ravasio, Cate, Sergio e Gianni.- (Testo di Sergio Santini) |
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Domenica 28 con Matu e Luca decidiamo di salire in zona Calvi per salire il Pizzo Poris. Arrivati alla diga del Fregabolgia vediamo il canalino del Cabianca e subito ci viene il pensiero di salire lì, ma dopo poco decidiamo di proseguire per la Val camisana.
La giornata è stupenda e quando arrivuiamo al Calvi i primi escursionisti che hanno pernottato si stanno alzando. Senza perdere tempo prendiamo il sentiero che porta al Brunone e ci portiamo ai piedi del Diavolo.
Qui nasce l'idea di abbandonare il Poris per salire al Diavolo (è troppo bello oggi), ma poi torniamo sulle nostre idee e ci dirigiamo decisi al canale nord del Poris.
Così, messi ramponi e presa la picca, risaliamo il canale e poi le rocce poste sull acresta che ci porta in vetta accompagnati dalle prime nuvole che sconfinano dalla Valseriana.
Dopo una piccola pausa deciciamo di rientrare prima che le nuvole si trasformino in un temporale e così giù veloci fino al Calvi e da lì fino a casa.... |
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Giro dei Laghi Gemelli con salita al Pizzo Farno e Cima Giov. Paolo II e passaggio ai Passi Laghi Gemelli e Mezzeno |
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Domenica con Claudia decidiamo di salire da Mezzeno al Pizzo Farno.
Il tempo non è dei migliori, ma decidiamo di partire lo stesso dalle Baite di Mezzeno al rifugio laghi Gemelli, arrivati al passo di Mezzeno notiamo che verso nord il cielo è limpido e così riprendiamo fiducia.
Ariviamo al rifugio dove, come da accordi, Ivan ed Elena ci aspettano.
Unito il gruppo partiamo per il Farno che raggiungiamo senza problemi anche se il sentiero tra i prati è bello ripido.
Dalla vetta io e Claudia decidiamo di scendere dal versante opposto toccando il Passo di Valsanguinio e poi il Passo Gemelli passando sotto i torriori del Monte Corte. Questo tratto si svolge su traversi di sfaciumi e lingue di neve e bisogna prestare un po' di attenzione a non scivolare!
Arrivati al Passo dei Gemelli saliamo alla cima Papa Gioovanni Paolo II da cui prendiamo il sentierio che porta al Passo Marogella e quindi alle Baite di Mezzeno.
Un bellissimo giro ad anello che permette di passare in luoghi veramente unici e selvaggi. |
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Panoramica dal Pizzo Farno sulle Orobie |
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