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Dopo diversi tentativi ecco che il meteo ci concede un fine settimana buono per compiere la gita finale della stagione scialpinistica del CAI Alta Valle Brembana in Svizzera.
Il programma prevede una due giorni nella conca di Saas-Fee con sabato la salita all’Allalinhorn (grazie alla funivia Felskinn che arriva a 3000m), pernottamento al Britanniahutte e poi domenica salita allo Strahlhorn.
Il gruppo questa volta è ristretto e siamo io, Andrea, Muro, Luciano e Roby.
Partenza alle 3.00 del mattino da Villa per essere puntuali alle 7.30 alla partenza dell’unica corsa della costosa funivia (40 Chf) sotto un cielo azzurro cobalto!
Arrivati alla stazione di arrivo di Felskinn imbocchiamo erroneamente la strada che porta al Britanniahutte, ma molto presto ci rendiamo conto dello sbaglio e torniamo sui nostri passi andando ad imboccare il tunnel che passa sotto il ghiaccio e ci porta sulla neve. Una breve, ma eccezionale discesa ci porta alla base delle piste che portano alla zona dello sci estivo. La neve del giorno prima non è molta (25-30 cm) ed è di ottima qualità, ma ha cancellato le vecchie tracce e quindi dobbiamo farne una nuova. Sull’itinerario ci sono altri due gruppi, ma il nostro passo è decisamente superiore e quindi il compito di tracciatori ci tocca.
Mentre risaliamo arriva l’elicottero della REGA che sgancia alcune cariche nella neve sui pendii più ripidi per bonificarli da possibili slavine. Assistiamo così ad uno spettacolo raro e impressionante, ma che ci dà fiducia perché le slavine provocate non hanno grosse dimensioni.
Arrivati a circa 3600, dove le piste dello sci estivo finiscono cerchiamo l’itinerario migliore per superare la grande seraccata, ma ci troviamo a superare un traverso davvero poco rassicurante dove la nuova neve appoggia sul fondo duro e ghiacciato. Dopo una veloce valutazione delle condizioni decidiamo di togliere le pelli e scendiamo verso le piste su neve perfetta fino a quando non incontriamo le nebbie che salgono dal basso. Qui seguiamo, a fatica, la strada fatta dal gatto delle nevi fino a quando la visibilità migliora e raggiungiamo Felskinn.
Da qui inizia il tratto che, con qualche su e giù, ci porta in circa 40 minuti al rifugio Britanniahutte dove passeremo la notte.
Il tempo rimane brutto e ventoso e noi ci sistemiamo nella camera e ci riposiamo un po’.
La sera passa veloce e poco dopo cena (strana, ma buona ed equilibrata) si va a nanna speranzosi per il secondo giorno.
La sveglia ci è data poco prima delle 5.00 dagli autoparlanti del rifugio mediante una canzone dei Cranberries. Una ricca colazione, preparazione di materiali e vestiario e via, si parte mentre una splendida giornata nasce.
Il primo tratto per raggiungere il ghiacciaio è una discesa dove la neve si presenta molto più buona del previsto poi, dopo un pianoro, è tempo di mettere le pelli ed iniziare la salita.
Davanti ci sono già alcune cordate quindi procediamo tranquillamente sfruttando le loro tracce. Poco prima del colletto siamo con i primi ed affrontiamo con cautele un breve tratto di cresta esposta e ghiacciata.
Si apre poi l’ampio plateau che culmina con la vetta dove è posta una bella croce metallica.
Il panorama della cima lascia senza parole, si vedono tutte le Alpi, la pianura, i laghi e persino le Orobie che si scorgono in lontananza. Ci godiamo questa meraviglia per qualche decina di minuto e poi è tempo di intraprendere la discesa anche perché soggiungono altri scialpinisti e lo spazio in vetta è molto poco.
La discesa fino al pianoro del ghiacciaio è tutta in neve eccezionale, scendiamo veloci disegnando bellissime virgole sulla neve polverosa e ci divertiamo come bambini.
Il tratto pianeggiate del ghiacciaio lo passiamo veloce sfruttando le tracce di salita e poi è tempo di risalire i 150 m che portano al rifugio. Il Sole ormai alto ed il caldo ci mettono alla prova, ma in breve arriviamo a destinazione dove ci concediamo una breve pausa e recuperiamo il materiale lasciato.
È ormai tempo di proseguire verso Felkinn, ma poco prima della stazione togliamo le pelli e ci buttiamo, seguendo alcune tracce in un vallone che, con neve ancora perfetta, ci deposita sulle piste da sci. Non ci resta che seguire queste autostrade dove il firn primaverile la fa da padrone e volare veloci verso Saas-Fee. Riusciamo a sciare fino a 1900m di quota poi, un quarto d’ora scarso a piedi e raggiungiamo il parcheggio dove possiamo cambiarci, magiare qualcosa visto che sono le 13 passate da poco e poi metterci in viaggio verso casa. Questa strana stagione scialpinistica probabilmente si chiude qui (vediamo il prossimo fine settimana se salta fuori qualcosa magari al Gavia) con tante esperienze, soddisfazioni ed insegnamenti… nonostante la totale carenza di neve in inverno e le condizioni strane di queste ultime settimane siamo riusciti a “portare a casa” alcune belle cime e belle gite. Speriamo che la prossima stagione sia più ricca di neve e che ci permetta di toglierci qualche “sassolino” dalle scarpe, anzi, dagli scarponi!
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