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Dopo la chiusura della stagione scialpinistica ed i vari impegni أ¨ tempo di tornare sulle "nostre" belle Orobie e, visto la giornata che si prevede eccezionale, puntiamo alto. L'idea أ¨ di salire al Pizzo del Diavolo dalla cresta Baroni, classica via alpinistica che permette di raggiungere la vetta piأ¹ alta della Valle mettendo mano alla roccia orobica, e poi vedremo cosa le gambe ci consentiranno di fare! Con Paolo partiamo con le prime luci dal paese di Carona e raggiungiamo il rifugio Longo proprio mentre arrivano anche i rifugisti. Una breve pausa e via verso il Passo Selletta dove la bellezza dei Diavoli si manifesta in tutto il suo splendore e da dove iniziamo il bagno di Sole. Procediamo seguendo il labile sentiero che ci permette di mantenere la quota fino ad incrociare il classico sentiero della normale al Diavolo. Qui deviamo a destra e ci portiamo sotto i bastioni ovest dove أ¨ posta la targa in memoria del Baroni e dove parte la via di salita. Messo l'imbrago e preparata la ferramenta, cerchiamo il canalino di attacco, ma non vediamo chiare tracce di salita e cosأ¬, dopo un po' di ravanaggio, saliamo da quello che ci pare meno ingaggioso. La via segue il filo di cresta e, seppur sia la terza volta che la percorro, bisogna cercare la strada migliore. La roccia non أ¨ delle migliori, ma cercando si trovano buoni appigli. Arrivati a circa metأ salita si presenta il canalino dove le difficoltأ sono maggiori, ma anche qui saliamo senza grossi problemi facendo una sicura veloce visto che abbiamo la corda!
Il secondo tratto, pur presentando ancora passaggi aerei, ci porta in vetta senza alcun problema. L'orario أ¨ ottimo (circa 10.30), in vetta ci sono solo due persone e ci godiamo un panorama tra i piأ¹ belli che si possano ammirare in piena tranquillitأ . Dopo la doverosa pausa, scendiamo dalla normale studiando la cresta che dal Podavit porta al Rondenino e decidiamo che oggi sa da fa! Questa cresta risulta impressionante (specialmente sul lato nord) per il primo tratto dove il baratro che si apre verso la Valtellina lascia senza fiato. Poi أ¨ un susseguirsi di cenge erbose e roccia marcia. In questo tratto non ci si puأ² distrarre e bisogna controllare costantemente cosa si pende in mano, perchأ¨ tutto si sfalda! Ad un certo punto, dopo un profondo canale, iniziamo a salire per pareti quasi verticali verso quella che crediamo (e speriamo) sia la vetta. L'attenzione أ¨ massima e la tensione sale perchأ¨ qui tutto sembra uguale e, evidentemente, la via di salita non أ¨ segnata e ben individuabile. Superato ancora un ripido e sfasciuminoso canalino eccoci che sbuchiamo all'omino posto sulla vetta del Rondenino! La tensione si smorza in urla di gioia e diventa soddisfazione! Oltre ad aver raggiunto con successo la vetta abbiamo anche concluso tutte le creste della zona Calvi/Longo, infatti questo era l'unico tratto che ci mancava! Ci godiamo la pausa pranzo su questa cima tra le piأ¹ selvagge delle Orobie e poi أ¨ tempo di riprendere il viaggio! La cresta che porta all'Aga أ¨ tutt'altro che semplice e banale e richiederأ ancora due ore di attenzione e concentrazione! Un pochino la conosciamo quindi ce la caviamo bene raggiungendo senza particolari problemi l'Aga. Adesso sأ¬ che possiamo davvero rilassarci e goderci la soddisfazione della cavalcata! Nel vallone ci divertiamo "sciando" sulla (poca) neve rimasta fino al Passo Cigola, rimettiamo le scarpette e giأ¹ veloci al Longo dove una bella birra fresca con l'ottima torta e due parole con Enzo e Rossella non possono mancare. Non ci resta che rientrare a Carona, che raggiungeremo circa 13 ore dopo la partenza... che giornata incredibile ed indimenticabile!! E pensare che أ¨ la prima escursione sulle Orobie di quest'estate.... chi ben comincia...
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