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FOTO dI SERGIO LUCA SCANZIOLI (Muggiò - MB) - |
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22 settembre 2018 - SASSO GORDONA, SUI SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA |
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Il Sasso Gordona non è una montagna qualsiasi, è una montagna di confine, il confine italo svizzero.
Oggi, è un posto molto bello, con un rifugio, il Prabello, che invita a sostare ed a godere del paesaggio offerto dalla bella Val d’Intelvi, con le montagne del Lario a farle da cornice.
Ma qui, non è sempre stato così. Quando si arriva in Val d’Intelvi e si scorge questa montagna e se ne osserva la forma, si intuisce subito che è diversa dalle altre, è troppo particolare. Tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900, lo Stato Maggiore del Regio Esercito, stava studiando un sistema difensivo per contrastare un eventuale attacco dalle potenze del centro Europa, attraverso la Svizzera. Ma questo studio si arenò più volte a causa delle diverse vedute degli alti ufficiali. La Frontiera Nord, ritornò in auge poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, La Grande Guerra. Allora, il Generale Luigi Cadorna, visti gli echi di una prossima guerra, riprese in mano il progetto e diede una spinta alle fortificazioni lungo il confine Nord, dal Piemonte al Trentino.Il Sasso Gordona, da montagna rocciosa, fu trasformato in un vero e proprio baluardo difensivo, con trincee, gallerie e postazioni fisse di tiro per mitragliatrici di medio calibro, a protezione del valico verso la Val d’Intelvi ed inserito a tutti gli effetti, nel sistema difensivo lariano. Fortunatamente, queste postazioni non hanno mai dovuto affrontare la guerra e chi ha prestato servizio qui, non ha dovuto affrontare le pallottole nemiche. A circa 200 km da qui, sull’Adamello, la Guerra Bianca fu asprissima. Alpini e fanti non la passarono altrettanto bene.
Un sabato di settembre a distanza di 100 anni dalla fine delle ostilità, Santo ed Io, abbiamo visitato questo luogo incredibile.
Premesso che la Val d’Intelvi è un posto molto bello, la salita al Sasso Gordona presenta più di un aspetto.
Il primo tratto, dal Pian dell’Alpe al Rifugio Predello, è una passeggiata sotto le fronde di un bosco fresco e molto bello.
Dal Rifugio alle prime trincee è una salita facile, mentre il tratto successivo è davvero ripido e sono presenti molte catene per aiutare nella salita. A volte, è meglio attaccarsi alle rocce e lasciare le catene dove sono, ma nel complesso, servono.
Salendo, si incontra una postazione fissa di tiro per mitragliatrice di medio calibro ed una trincea per fucilieri, ancora ben tenuta. Lungo il pendio, si incontrano altre trincee e si intravedono altre feritorie dalle quali uscivano le canne delle mitragliatrici.
Raggiunta la cima, il panorama è davvero spettacolare e si ha la sensazione di essere sopra un fortilizio più che su di una montagna.
Dalla croce poco sotto la vetta, si domina il ramo comasco del lario, la più volte citata Val d’Intelvi , le vallate laterali della Val Muggio (CH), il M.te Bisbino, il Generoso, il Pizzo della Croce ed in lontanza le grandi montagne delle Alpi, con il M.te Rosa in bella mostra. Guardando a Nord, Badile, Disgrazia, Legnone e Grigne offrono un panorama spettacolare, con il M.te San Primo a centro lago che troneggia nel Triangolo Lariano.
L’escursione può essere definita quasi didattica, vista la storia di questi luoghi, sicuramente è appagante.
Se decidete di salire sua questo monte, fate attenzione nel tratto finale, non è impossibile ma merita accortezza. Occhio, se decidete di andarci in inverno, in quel caso può essere molto pericoloso.
Bene, Dal Sasso Gordona, sulle Prealpi Luganesi e dalla Frontiera Nord è tutto. Arrivederci alla prossima escursione. |
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Monte Due Mani dal Culmine di San Pietro –Sabato 20 maggio 2017 |
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Sabato mattina ore 7.30 ritrovo in cortile con Mario e Agostino, destinazione il Monte Due Mani.
Partenza subito particolare, Agostino fa il tassista a Milano e questa volta ha voluto prendere la macchina lui, risultato, si va in taxi!
All’arrivo al Culmine, spartiacque tra la Val Taleggio e la Valsassina, la giornata promette una mattinata fresca e con un cielo ottimo per le fotografie. Divertente vedere le espressioni dei pochi astanti, visibilmente sorpresi nel vedere degli escursionisti così comodi da arrivare in taxi.
Caffettino è via, con un panorama fin da subito spettacolare ed il verde della rigogliosa vegetazione con il contrasto delle dolomitiche e pallide rocce delle Grigne è incredibile.
La carrareccia che conduce nel bosco, è piacevole ed in piano, offrendo sempre spunti per uno scatto.
Dopo circa una mezzoretta si arriva ad un bivio (non molto ben segnalato) dove la sbarra a destra può ingannare l’escursionista inducendolo a proseguire lungo la carrareccia, al posto di svoltare verso i cascinali della Casera Muschiada che sembrerebbero abbandonati.
Qui, un altro cartello un po’ particolare, visto che è girato, indica il sentiero per la bocchetta di Redondello che si raggiunge dopo poco con un primo strappetto in salita.
Giunti alla bocchetta, il Due Mani si para davanti e la via di salita è ben visibile oltre la sella e fa capire che sarà impegnativa, escursionistica ma impegnativa.
Scendendo verso delle stalle diroccate, si attraversa un faggeto molto bello e fresco, poi si sbuca nei prati della sella, per poi infilarsi nuovamente nel bosco sul pendio del Monte Due Mani.
Poco prima della fine del bosco, il sentiero si inerpica severo e prosegue a zig zag per qualche centinaio di metri, fino al un bivio che a sinistra sale con una pendenza leggera, mentra a desta sale ripido verso lo Zucco di Desio.
Noi seguiamo a sinistra ed arriviamo ad una sella che offre uno splendido panorama sui laghi di Lecco, Garlate, Annone e Pusiano e verso le cime del Barro e del basso Triangolo Lariano.
Da qui, alla cima è un attimo e ci troviamo sotto la croce di vetta e davanti al Bivacco Locatelli Scaioli Milani.
Oltre alla soddisfazione per la vetta conquistata, c’è un inaspettato incontro in vetta, a distanza di qualche anno, ritrovo Pietro Pierri, un ex allenatore di pattinaggio in linea, ma soprattutto una persona che ho stimato molto ai tempi in cui mio figlio gareggiava.
Sosta panino con ciciarata, foto di rito, sguardo ai nuvoloni e si scende sperando di evitare l’acquazzone.
Tutto bene, il rientro è asciutto e la pizzoccherata al rifugio corona degnamente una bella escursione su questa bella montagna, che come tutte la montagne, va rispettata.
Qualche indicazione: Andata: ore 2.30 Ritorno: ore 2.00 Dislivello positivo: circa 550 – 600 metri Distanza A+R: circa 10 km |
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Solitaria a San Tomaso – 8 aprile 2017 |
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Ci sono giorni in cui si sente il bisogno di respirare un po’ di “aria fresca”, nel senso che si desidera staccare la spina per qualche ora per ricaricare un po’ le batterie.
Sabato scorso era uno di questi giorni e così, dopo aver svolto una piccola mansione domestica, sono andato a Valmadrera e sono salito alla Piana di San Tomaso, dove si trova l’omonima chiesetta.
Lasciata la macchina in località Belvedere, mi sono incamminato lungo il sentiero n°1, che si sviluppa su un ben tenuto acciottolato fino alla Piana.
La salita è adatta a tutti, è discretamente ripida ma mai esagerata e buona parte del percorso si sviluppa all’ombra della fronde degli alberi.
La primavera, dona al percorso degli scorci dai colori vivissimi e le bianche pareti rocciose del Corno Birone, del Prasanto e del Moregallo, contrastano con il blu del cielo ed il verde di campi e pascoli.
Lungo il percorso ci si imbatte in alcuni fontanini curati dal Gruppo O.S.A. di Valmadrera dove è possibile rinfrescarsi.
Dopo un dislivello di circa 200 metri, si arriva al cospetto della chiesetta e dei casolari dell’agriturismo.
Tutto è molto ben tenuto, compresi i bagni pubblici (cosa rarissima).
Non ho molto tempo, scatto qualche foto e mi siedo su una panca della zona ristoro, davanti al bar O.S.A.. tempo di mangiare un panino, un caffè e si rientra.
Durante la discesa mi fermo a visitare il fontanino di Piott, mi godo qualche istante di solitudine e poi riprendo a scendere.
Mezz’oretta dopo, l’escursione è finita, sono alla macchina, ripongo lo zaino nel baule, un sorso d’acqua fresca dalla bottiglia riempita al fontanino e pian piano riprendo la mia strada per rientrare a casa.
E’ stata un’escursione semplice ma molto bella tra i boschi ed i pascoli della mezza costa. Meritava, ci tornerò sicuramente con un po’ più di tempo da spendere in questo luogo molto bello.
Alla prossima |
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1° Aprile 2017 – Monte Sodadura con Santo Milasi |
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Ci sentiamo in settimana per concordare un’uscita ma le previsioni sono pessime per il w.e., allora rimandiamo tutto al venerdì per vedere cosa fare, se uscire o rinunciare.
L’idea è quella di andare sul Grona, sponda comasca dell’omonimo lago, ma le previsioni della zona inducono a lasciar perdere. Ci sentiamo, controlliamo il meteo in contemporanea e ne esce che forse su ai Piani di Artavaggio si può tentare il Sodadura in mattinata, perché nel pomeriggio è data acqua anche lì.
Inutile invitare altri a venire con noi, si rischia di tirarli giù dal letto per niente, allora si decide: ok si va in due e se piove pace, facciamo un giro in valle, si prende un caffè e si va a casa.
Ritrovo al solito posto a Erba, caffè e si va in Valsassina.
Arrivati alla funivia di Moggio, il tempo sembra reggere, ma si sa, in montagna non è detto.
Saliamo ai Piani e ci incamminiamo verso il Rifugio Nicola.
Ai piani la temperatura è abbondantemente sopra lo zero e la poca neve rimasta è marcia, ma rende molto suggestivo il panorama, che ricorda un po’ i paesaggi islandesi.
Ci incamminiamo con calma in direzione del Nicola, scambiando quattro piacevoli chiacchiere.
Al Nicola, sosta thè (a temperatura di fusione), si guardano le nuvole e concordiamo di salire subito onde evitare di prendere l’acqua.
La salita è sporcata da accumoli di neve marcia, ma le roccette, unico tratto dove è bene fare attenzione, sono pulite e asciutte, quindi si passano agevolmente ma facendo ballare sempre l’occhio.
Passate le roccette, si arriva praticamente in vetta.
Dopo un saluto alla Madonnina che protegge i Piani, ci si guarda intorno, il panorama è suggestivo anche con il brutto tempo.
Sulla base della Madonnina le targhe ricordano chi non c’è più e a loro va il nostro pensiero.
C’è la targa di un ragazzi di 28 anni, Paolo Sonzogni, che leggerò in seguito essere deceduto in un incidente stradale, a lui vada il mio Adeste Fideles cantato in vetta.
Tornati alla realtà montana, si riprende con le cretinate tra di noi e quindi si scende.
Un altro escursionista in vetta è solo, visto che non è più un ragazzino, lo invitiamo ad aggregarsi a noi in discesa.
Il suo socio non se la sentiva di salire e lo aspetta ai piedi della piramide sommitale del Sodadura.
Discesi ai Piani e ritornati al Nicola, noi decidiamo di mangiare un panino e scendere per non incorrere in una lavata di pioggia, loro invece si accomoderanno per un pranzo come si deve.
Li salutiamo e riprendiamo il nostro cammino.
Arrivati al Sassi Castelli, Rifugio molto bello della Società Escursionisti Lecchesi, il cielo in alcuni punti si apre, allora decidiamo per una breve sosta sulla terrazza, con bibita e caffè.
Ci godiamo la giornata, davvero bella e piacevole.
Verso le 13.30, riprendiamo la Funivia e scendiamo.
Dovremmo andare a casa, ma la sosta alla ALVA a Balisio è d’obbligo ed il panino con il magrello è sempre uno spettacolo, come tutti i loro prodotti del resto.
Pausa fatta, possiamo tornare a casa.
Alla prossima.
Foto: Sergio Scanzioli – Santo Milasi |
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Monte Palanzone – Triangolo Lariano 21 gennaio 2017 |
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Giornata spettacolare e priva di vento, ottima per effettuare un’uscita sui monti del Triangolo Lariano.
Le temperature basse di questi giorni e la vicinanza della meta, ci hanno suggerito di trovarci a Erba in un orario “umano”, le 8,30.
Lasciata una macchina, siamo saliti alla Colma di Sormano, punto di partenza della nostra escursione.
La temperatura rigida lungo il versante esposto a nord, ha evitato alla neve presente di sciogliersi e diventare una fastidiosa poltiglia, quindi di poter procedere senza problemi.
Quella del Palanzone è un’escursione facile ma molto appagante
Man mano che il sentiero raggiunge i punti panoramici, lo splendore del Triangolo Lariano e delle montagne intorno al lago diventa maestoso.
Ad est, dal Legnone al Resegone, passando dalle Grigne e dai vari pizzi delle Orobie. In primo piano i Corni di Canzo, il Moregallo, Il Cornizzolo.
A Nord, il San Primo, che con la sua mole impalla le Alpi Retiche. Purtroppo ieri mostrava le cicatrici di un incendio che ne ha annerito i pendii interni.
A Ovest, lungo la costa comasca del lago, Il Monte Generoso, il Grona, il Bregagno e dietro le grandi vette delle Alpi, dal Rosa al Cervino, alle vette della “Corona dell’Imperatore” e l’incredibile Weisshorn.
Purtroppo, sabato la vista del Monviso era compromessa dalla foschia o smog della bassa piemontese.
Ci sono diversi punti panoramici, dove la voglia di fermarsi e restare seduti in contemplazione della bellezza del luogo tende a prendere il sopravvento e per chi, come noi, è già stato diverse volte sulla vetta, la sosta panoramica dura qualche minuto di più.
Dal segnavia della fotografia 28, nei pressi della Bocchetta di Caglio, la vista sulla dorsale Lecchese è davvero incredibile.
Anche la cappella in vetta al Palanzone è molto particolare e per chi non la conosce, anche ingannatrice, infatti, da lontano può essere scambiata per un cippo segnaletico. Solo avvicinandosi, ci si accorge che invece è decisamente una piramide con una cuspide notevole.
L’escursione nel complesso e per chi solitamente cammina in montagna, è molto semplice, ma ricordatevi che è pur sempre una montagna e come tutte le montagne merita rispetto.
Per il resto, cosa vi posso dire? “Il Triangolo Lariano paga sempre!”
Buona camminata.
Foto: Santo Milasi e Sergio Scanzioli |
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2 luglio 2016 – Muggioresi sul Muggio |
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Sabato mattina, BAllabio - Valsassina:
“Andiamo sul Due Mani”?
“Direi che non è il caso, piove”.
“Allora, il Resegone”.
“Ma non vedi che stato”?
“In Grigna lascerei perdere, non ci resta che andare a prendere un caffè a Barzio e fare dietro front”. “Aspetta, aspetta, il Muggio è libero, andiamo all’Alpe Giumello dai”.
“ Ok, si va”.
Ecco il dialogo che ci ha portato su questa panoramica e facile cima.
Il Muggio è una montagna particolare, semplice, facile, molto panoramica e con un percorso ad anello che riserva nel secondo tratto delle insidie da non sottovalutare assolutamente. Il sentiero è molto esposto, si incontrano numerose roccette da superare con molta attenzione, in quanto sono sempre in ombra e scivolose, inoltre, il sentiero spesso è composto da sfasciume e non da terra e può cedere.
Conoscendo le insidie del luogo e rispettando la natura, decidiamo che con una giornata del genere è stupido infilarsi in qualche casino, pertanto, decidiamo di andare verso il belvedere e poi puntare direttamente alla vetta, che si trova solo 300 m. più sopra.
Arrivati al punto panoramico però il tempo è decisamente peggiorato ed abbiamo preferito rientrare alla Capanna Vittoria in attesa che il tempo migliorasse.
Nel fondovalle il temporale è stato pesante e tutt’intorno le montagne erano interessate dal fenomeno. Verso le 11.00 sul Muggio c’è stata una squarcio di bel tempo e noi ne abbiamo approfittato per salire in vetta alla montagna. Spettacolare la vista dalla cima, soprattutto verso i laghi di Como e Lugano.
Fatte le foto di rito, siamo ridiscesi all’Alpe Giumello e dopo un panino spettacolare con formaggio dell’Alpe e salame, siamo rientrati in Brianza. |
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26 giugno 2016 Escursione bagnata in Val Ravella |
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Dopo un lungo periodo di inattività dovuto, al maltempo, decidiamo di fare un’escursione.
Previsioni meteo? Ovviamente scoraggianti. Possibilità di temporali, quale occasione migliore per fare una bella escursione nel Triangolo Lariano?
Detto fatto, si parte un po’ tardi, ma del resto qualche tentennamento era più che lecito, visto le previsioni.
Direzione nord, Canzo fonte Gajum, si va in Val Ravella a fare il sentiero dello Spirito del Bosco con sosta pranzo alla Terz’Alpe.
In mattinata il tempo è coperto e tutto sommato ci rende piacevole la salita verso la Prim’alpe, punto di inizio del sentiero prescelto.
Breve sosta per ammirare nuovamente il museo della ERSAV e via verso nuove avventure.
Lo Spirito del Bosco è sempre un sentiero divertente, anche se nel periodo appena passato, dev’essere stato massacrato ben, bene dal maltempo.
Molti alberi risultavano divelti o spezzati, alcuni ancora pericolanti non davano molta fiducia nel transito in loro prossimità.
Usciti dal sentiero, la Terz’Alpe ci ha accolto con un menù all’altezza della sua fama e noi non abbiamo potuto fare altro che assaporare le leccornie del luogo.
Verso le 14.30, il tempo ha decisamente svoltato verso il brutto ed il rientro lungo la carrareccia lo abbiamo fatto sotto un temporale come si deve, compreso di fulmine caduto a qualche centinaio di metri di distanza, fortunatamente sull’altro versante della stretta Valle. Il botto comunque lo abbiamo sentito proprio bene sopra le nostre teste.
Ottima funzionalità delle mantelle e rientro al parcheggio alla fonte Gajum, dove ovviamente ha smesso di piovere giusto al nostro arrivo.
Comunque, la gita bagnata è stata condita come sempre da una miriade di risate e sarà annoverata tra le escursioni divertenti fatte in compagnia.
Foto: Sergio Scanzioli e Stefano Orisio. |
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Anello dei Corni di Canzo – sabato 12 marzo 2016 |
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Sabato mattina, Mario ed io, abbiamo fatto una bellissima escursione intorno ai Corni di Canzo, con salita sul Corno Orientale.
Siamo partiti dalla fonte Gajum a Canzo (483 m.), risalendo il sentiero n°8 fino alla Terz’Alpe, attraversando tutta la Val Ravella, in compagnia di un tiepido e piacevole sole di fine inverno.
Giunti alla Terz’alpe, abbiamo proseguito sul sentiero n°4 fino all’Acqua del Fò (1000 m.), crocevia di molti sentieri provenienti da Valmadrera, da Canzo e Sambrosera.
Questo luogo è dominato da un faggio monumentale molto bello, che in estate regala un’ombreggiatura deliziosa alla fonte dove è sistemata una panca per pic-nic.
Dopo una breve sosta per cambio maglietta e bevuta, siamo ripartiti la Bocchetta di Luera (1209 m.), una ripida salita su terreno non perfetto a causa di alcuni punti fangosi dovuti allo sciolglimento della neve su questo versante.
Giunti alla Bocchetta, il Corno Orientale sulla desta, risulta poco distante e facilmente raggiungibile, così ne abbiamo raggiunta la vetta (1239 m.).
In Vetta, abbiamo conosciuto Maurizio, un ragazzo monzese molto simpatico che aveva fatto la ferrata. Due parole e quattro risate e via verso il rifugio SEV.
il versante verso la Valbrona è però in ombra e la neve era piuttosto consistente lungo il sentiero che conduce al rifugio.
Pausa pranzo con spaghetti al ragù e formaggi vari in compagnia, con aneddoti simpatici di situazioni ridicole lungo i sentieri della Lombardia e siamo ripartiti.
Salutato il nostro compagno occasionale ed aver fatto due parole con i rifugisti, siamo ripartiti seguendo il sentiero n°5, che ci ha portato dopo una lunga camminata nella neve ad un punto il cui il sentiero piega a 90° e ci siamo trovati davanti ad uno spettacolo unico, cose che solo la natura può offrire: alla nostra sinistra, il sentiero da cui provenivamo era completamente innevato, era invernale al 100%, mentre alla nostra destra, dove il sentiero proseguiva ed era illuminato dal sole, non c’era un filo di neve e facevano bella mostra i fiori di queste quote, con colori splendidi. Il classico paesaggio primaverile montano.
Ritornati quindi sul sentiero n°8 in località S. Girolamo, siamo ripassati dalla Prim’Alpe, sede della ERSAV che si prende cura in maniera impeccabile della valle, per poi fare ritorno a Gajum.
Fotografie: Mario Tentolini – Sergio Scanzioli Alcuni dati: Partenza Fonte Gajum : 483 m/slm - Prim’Alpe: 699 m/slm - Secon’Alpe: 799 m/slm - Terz’Aple: 792 m/slm Acqua del Fò: 1000 m/slm - Bocchetta di Luera: 1209 m/slm - Corno Orientale: 1239 m/slm Rifugio SEV: 1250 m/slm -Dislivello: 767 m - Lunghezza percorso: 13,00 Km. Circa |
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29 dicembre 2015 – Ultima uscita dell’anno – Monte Palanzone con Mario |
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Ultima uscita del 2015, destinazione, la panoramica vetta del Monte Palanzone nel Triangolo Lariano.
Incredibile, non avrei mai immaginato di salire sul Palanzone a fine dicembre e trovarmi ad ammirare un panorama totalmente privo di neve se non sulle maestose e lontane cime di massicci alpini di 4000 m.
Sembrava di essere più in periodo pasquale che natalizio, comunque, il cielo terso ci ha regalato un panorama strepitoso dalla vetta di questa bella montagna dell'amato Triangolo Lariano.
Il mio compagno di escursione, sta cominciando adesso a conoscere questo gioiello montano incastonato tra i due rami del Lario e come accaduto per il San Primo, anche questa modesta ma panoramica vetta, lo ha affascinato.
Per me questa era la terza volta in un anno su questa montagna ed è sempre un piacere.
La temperatura era pazzesca per il periodo: +14°
Peccato non essere stati dotati di una macchina fotografica con un buono zoom, perché le cime dei massicci alpini erano spettacolari ed avrebbero meritato uno scatto migliore di quello che potevamo fare noi.
Fotografie: Sergio Scanzioli – Samsung Galaxy note II e Mario Tentolini – Nikon Colpix |
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Monte San Primo dalla Colma di Sormano – sabato 21 novembre 2015 |
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Dopo tantissimo tempo, finalmente Mario ed io riusciamo ad effettuare una bella uscita in montagna, destinazione: l’amato San Primo, nel Triangolo Lariano.
Ci troviamo a Muggiò alle 7.30, tempo di caricare gli zaini in macchina, breve check e alle 7.45 partiamo.
La giornata si presenta uggiosa e questo significa trovarsi poi sopra le nuvole, cosa che ci aggrada molto.
Alle 8.30 siamo arrivati al parcheggio della Colma di Sormano (1140 m/slm).
Fatto il caro biglietto del park, 6 Euro, cambiamo scarpe-scarponi e partiamo a camminare, sono le 8.45.
C’è poca gente, quasi nessuno, noi andiamo ad andatura sostenuta e in breve tempo arriviamo all’Alpe Spessola, dove facciamo le prime foto. Mario non è mai venuto qui e più volte gli avevo decantato la bellezza dei luoghi lungo la strada, cosa che lui riscontra.
Ripartiamo e affrontiamo lo strappo prima dell’Alpe di Terrabiotta, posto già estremamente panoramico, dove però tira un’arietta fredda che ci fa propendere per proseguire lungo la strada militare e non per le creste, che sono solitamente esposte al soffio del Tivano.
Anche il panorama verso l’interno del Triangolo Lariano è sempre bello ed il mio compagno di escursione gradisce molto.
Arriviamo sotto la vetta del San Primo, sono le 10.30, facciamo la ripida salita finale e siamo davanti al punto panoramico più elevato di tutto il Triangolo Lariano, siamo a quota 1682 m/slm, non certo una quota proibitiva, ma essendo in mezzo al Lago di Como ed avendo le montagne circostanti abbastanza lontane, la vista spazia dagli Appennini alle Alpi Pennine, alle Retiche e alle Orobie, che si distendono dietro le Grigne.
Il Monte Rosa è avvolto dalle nuvole, anche se di tanto in tanto si mostra illuminato dal sole in tutta la sua bellezza.
In Vetta facciamo le foto di rito, lasciamo un pensiero sul “libro di vetta”, due chiacchiere con chi nel frattempo ci ha raggiunto, cambio maglietta e si riparte per la stessa strada in senso inverso.
Mentre noi scendiamo, cominciano ad arrivare altri escursionisti e non sono poi così pochi.
Due ore e siamo di nuovo al parcheggio, stanchi ma soddisfatti.
La soddisfazione si tramuta poi in euforia davanti ad un piatto di ottimi pizzoccheri al rifugio.
La nostra uscita finisce quindi in gloria promettendoci che, compatibilmente con i turni di lavoro di Mario, faremo altre uscite insieme, magari con qualche amico in più.
Come ogni volta non posso che riconfermare che “il Triangolo Lariano paga sempre”. |
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MONTE LEGNONCINO 1714 m./slm – domenica 08 novembre 2015 |
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Domenica mattina, approfittando della splendida e calda giornata, io e Leo abbiamo pensato di fare un'uscita in montagna.
Il primo obiettivo era il Monte San Primo dal versante nord, poi però abbiamo optato per il Legnoncino, uno splendido balcone panoramico sul Lario.La ex strada militare che conduce dal parcheggio del Rifugio Roccoli Lorla fino alla chiesetta di S. Sfirio e sottostanti postazioni di tiro per mitragliatrici della Linea Cadorna, è semplicissima e non "tira" mai.
Il bosco dentro il quale si sviluppa è molto bello e pulito, e si arriva alla piazzola attrezzata con due panche per pic-nic senza nessun problema.Giunti a questo punto, ci siamo concessi un thè caldo di fronte ad un panorama spettacolare.
A poche decine di metri sorge la chiesetta di S. Sfirio, una delle sette chiesette della leggenda, sotto la quale, scavate nella roccia, si trovano le postazioni fortificate per mitragliatrici.
Fino a pochi anni fa queste postazioni erano chiuse poichè l'interno era in condizioni pericolante, ma adesso, dopo il lavoro di recupero e messa in sicurezza, questa fortificazione e visitabile ed è stata una piacevole sorpresa.
A breve distanza c'è la vetta di questa montagna e lo spettacolo si fa davvero grandioso.
Il bacino del Lario sottostante e le montagne offrono un panorama davvero incredibile che spazia dalle Grigne, Resegone e Monte Generoso verso sud, al Monte Rosa, Pizzo di Gino, Grona, Bregagno, gran parte delle Alpi Lepontine, verso ovest.
Delle Retiche con Badile, Cengalo, Disgzaria e Bernina, a Nord e Nord-est giusto per citare i più famosi picchi visibili da qui.
A est, il fratello maggiore, sua Maestà il Monte Legnone, con i suoi 2610 m., occlude la vista sulle Orobie, anche se riesce comunque a farsi vedere un'altra montagna famosa qui dalle nostre parti: il Pizzo dei Tre Signori.
Il mio compagno di escursione e grande amico, "Leo" era in estasi e onestamente, anche io.
Avevamo programmato un rientro a casa per l'ora di pranzo o poco dopo (e così è stato), ma al momento di iniziare a scendere, la voglia di prorogare il rientro e restare su questa cima così panoramica nonostante la quota modesta, era fortissima. Va beh, il Legnoncino sarà oggetto di una prossima nuova escursione, intanto archiviamo nel cassetto del ricordi piacevoli questa bellissima domenica mattina passate tra una ciaccolata ed una esclamazione di stupore e piacere. |
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Rifugio SEV ai Corni di Canzo – Domenica 25 ottobre 2015 |
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Uscita solitaria al Rifugio SEV ai Corni di Canzo partendo dall’Alpe Oneda, sopra Valbrona, Comune che prende nome dall’omonima valle nel Triangolo Lariano.
Si tratta di un’uscita senza nessun pericolo, che parte dalla sbarra all’Alpe Oneda a 719 m./slm e si svolge su strada fino a ¾ della salita, poi l’asfalto lascia spazio ad un battuto di cemento che consente ai mezzi fuoristrada del rifugio.
La salita è decisa sul tratto asfaltato, per poi diventare un po’ più severa nel tratto finale, ma resta comunque accessibile a tutti.
Il rifugio è situato a 1276 m./slm. in una posizione spettacolare e dal suo terrazzo si gode di una vista magnifica sul ramo lecchese del Lario e dei suoi monti.
Le Grigne ad ovest, le Alpi Lepontine ed in fondo le retiche offrono un panorama unico, inoltra alle spalle del rifugio fanno bella mostra i tre Corni di Canzo.
Lungo tutto il percorso di salita, si presentano punti panoramici verso il lago o verso l’interno del Triangolo Lariano, il tutto in un bosco fiammeggiante di colori.
E’ una bella e facile escursione, priva di pericoli, a meno di andarseli a cercare, con un punto di appoggio anche alla partenza, dove c’è un bar/trattoria ed all’arrivo.
Naturalmente, la mia uscita si è limitata a raggiungere il SEV ma i Corni sono proprio dietro il rifugio e si può proseguire l’uscita salendo in cima. In questo caso, raccomando la massima attenzione e vi invito a visionare l’escursione dell’amico Piero e della sua combriccola nella pagina delle escursioni. |
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Val Ravella – Agosto 2015 |
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Bella e facile escursione in Val Ravella, con percorso che possiamo quasi definire ad anello.
Il percorso è adatto a tutti, non ci sono pericoli, a meno di andarseli a cercare e tutto è ben segnalato.
Dislivello: 315 m.
Difficoltà: T (turistico)
Siamo partiti dalla fonte Gajum (483 m/slm) a Canzo e dopo aver percorso il primo tratto di strada acciottolata, siamo arrivati alla Prim’alpe (718 m/slm), un posto bellissimo dove una radura consente di vedere spuntare le cime dei Corni di Canzo sopra la fitta boscaglia.
Qui, abbiamo avuto modi di apprezzare al Centro Visitatori, la splendida sala tematica che raccoglie le tipologie di legno presente in valle, alcuni reperti fossili, una teca con un cinghiale abbattuto nel quadro di controllo del numero di presenze ed un pannello interattivo dei volatili presenti nel Parco.
Un complimento ai volontari ERSAV per il loro impegno.
Dopo la sosta, ci siamo addentrati nel bosco lungo il percorso dello “Spirito del Bosco”, un sentiero costellato di sculture lignee disseminate qua e là lungo il sentiero.
Ci sono delle vere e proprie opere d’arte tra queste figure che non possono non scatenare la fantasia del visitatore.
Il sentiero termina alla Terz’Alpe (798 m/slm), un Agriturismo dotato di camere, dove si mangia veramente bene spendendo una cifra più che ragionevole.
Dopo una bella sosta post-polenta uncia, ci siamo incamminati lungo la carrareccia per tornare verso Gajum.
A poca distanza dalla Terz’Alpe, ci si imbatte nei resti della Second’Alpe (795 m/slm), un antico villaggio rurale di cui restano parte dei muri e le fondamenta di questo sito, abitato fino agli anni ’50 del secolo scorso.
Lungo il percorso di ritorno ci sono sufficienti fonti per abbeverarsi, e comunque la distanza da coprire dalla Terz’Alpe a Gajum non è eccessiva ed in un’oretta si arriva al punto di partenza dove è presente un fontanile dove la sgorga l’acqua della fonte Gajum, appunto.
Concludo con la solita frase: Il Triangolo Lariano paga sempre. |
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27 giugno 2015 Monte Palanzone dalla Colma di Sormano |
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Escursione organizzata a tempo record venerdì sera. In realtà sarebbe più corretto dire: all'ultimo momento.
Comunque, ritrovo al Mc Donald’s di Erba alle 7.30 e salita alla Colma di Sormano. Cambio scarpe - scarponi, caffettino pro-moneta per il parchimetro e via.
Per la salita, abbiamo seguito la via delle creste e chiacchierando di cose serie e cose decisamente meno serie, siamo arrivati in vetta (1463 m/slm) senza mai forzare l’andatura.
Purtroppo la giornata era afosa sotto le piante e tutt’altro che limpida, pertanto il panorama è risultato così, così, ma quello che a noi interessava veramente, era passare una giornata tra amici, contarcela un po’ su e fare qualche risata spensierata e così è stato.
Dalla vetta siamo scesi, fuori sentiero, al rifugio Riella, dove una ottima polenta uncia piena di salamelle ha allietato la nostra pausa.
Ritorno per il sentiero normale fino alla forcella di Caglio, poi discesa rapida nuovamente dalla dorsale ed arrivo alla Colma.
Due note assolutamente positive:
1) Aver finalmente rivisto un Amico a cui sono legatissimo.
2) La gentilezza, la cordialità e disponibilità del gestore del Rifugio Riella. Ottima la polenta uncia con le salsicce. Andateci, ne vale la pena. |
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21 giugno 2015 - MONTE BOLLETTONE DALL’ALPE DEL VICERE’ |
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Solstizio d’estate, decidiamo di fare una bella escursione, a pochi passi da casa nostra.
Il Bollettone è appena fuori porta e rappresenta una facile vetta posta ad una quota relativamente bassa ma con panorami decisamente appaganti sulla Brianza, sul Triangolo Lariano e ramo comasco dell’omonimo lago.
Dopo esserci ritrovati ad un’ora vergognosa, rispetto ai crismi delle uscite montane, raggiungiamo il Parco dell’Alpe del Vicerè, sopra Albavilla (CO), dove parcheggiamo comodamente la macchina.
Dopo il consueto rito del “caffettino prima di partire”, ci incamminiamo in direzione della Capanna Mara.
La comoda ed ombreggiata carrareccia (T) che sale con tratti di leggera pendenza alternandosi a tratti piani, è una passeggiata adatta a tutti, totalmente priva di pericoli, con panche disseminate lungo il percorso.
Raggiunta la Capanna Mara, si può scegliere una varietà di percorsi e nel nostro caso, la meta è la cima del Monte Bollettone.
Due parole sulla Capanna Mara: Questo è un rifugio rustico con gestori simpatici e molto cordiali.
Il Rifugio ha mantenuto le caratteristiche tipiche di un rifugio di montagna, non si è trasformato in un finto agriturismo/ristorante come purtroppo accaduto a molti altri. Una sosta qui è davvero piacevole.
Tornando alla nostra escursione, il sentiero (E) che porta al Bollettone è splendido, si sviluppa in un bel bosco pulito all’ombra delle fronde degli alberi, un sentiero “di lusso”, che offre degli scorci molto belli sulla Brianza e sull’interno del Triangolo Lariano, dove le vette del Palanzone e del San Primo ci osservano.
Dopo circa un’oretta di cammino raggiungiamo la vetta del Bollettone.
Qui, una bella croce, illuminata la sera e posta sopra un basamento rustico, domina il panorama sull’intera Brianza.
Sosta panino in vetta, foto di rito e quindi rientro per la stessa via della salita con nuova sosta alla Capanna Mara e relax pennichella poi all’Alpe del Vicerè, in mezzo alle grigliate domenicali di chi cerca un po’ di sapore vacanziero oltre a quello delle costine.
Alcuni dati:
Alpe del Vicerè: Parcheggio a pagamento – €. 6.00 per tutta la giornata – quota di partenza circa 900 m/slm.
Capanna Mara: quota 1150 m/slm
Vetta Bollettone: 1320 m/slm
Dislivello: 400 m. circa |
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Sasso Malascarpa e Campi Solcati |
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Cari Amici del Pieroweb, finalmente, dopo un lungo periodo di astinenza, ho la possibilità di invitarvi a fare una bellissima e facilissima escursione nel Triangolo Lariano.
La destinazione è la Riserva Naturale del Sasso Malascarpa, che si trova sul Monte Prasanto, la cui cima è posta a 1245 m./s.l.m.
Il Sasso Malascarpa è una formazione geologica naturale e spettacolare così descritta:”Le formazioni rocciose sono costituite da rocce sedimentarie di natura carbonatica, formatesi in ambienti continentali e poi lagunari del Mesozoico, che, in seguito ai movimenti orogenetici che hanno portato al sollevamento delle Alpi, sono state qui deformate da vistose pieghe con andamento est-ovest.”.
Lo spettacolo e completato da un’altra formazione geologica stupefacente:i ”Campi Solcati”. Una placca rocciosa carsica la cui superficie evidenzia solchi dovuti all’erosione dell’acqua.
La nostra escursione è partita dall’Alpe Carella, punto a noi comodo e raggiungibile in soli 30 minuti da casa.
Siamo saliti lungo la strada carrabile e raggiunto il Rifugio Marisa Consiglieri, passando sotto la vetta dei monti Pesora e Cornizzolo, quindi, abbiamo proseguito sulla carrareccia sterrata in direzione della Torre Sip, lasciando sulla nostra destra il Monte Rai, e dirigerci verso il Sasso Malascarpa ed i Campi Solcati.
Spesso abusiamo con il termine mozzafiato, ma in questo caso, credo che lo spettacolo offerto dalla natura superi, anzi surclassi decisamente l’immaginazione.
Nell’obiettivo della macchina fotografica compaiono in uno scatto non grandangolare, i tre Corni di Canzo, le Grigne ed il Pizzo dei Tre Signori. In un altro si imprimo le vette delle Orobie comandate dal Resegone e dal Monte Barro in primo piano, con ai loro piedi la Valle dell’Adda.
Puntando a sinistra, compaiono il Monviso, il Monte Rosa, le Alpi Lepontine, le Alpi Retiche e le vicine cime del San Primo e del Palanzone.
Uno spettacolo che lascia veramente a bocca aperta, come solo la natura sa fare.
Fotografie: Sergio Scanzioli e Antonio Saia |
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Salita con la prima neve sul Monte Cornizzolo 24 novembre 2013 |
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Saltati i programmi del sabato, ci siamo trovati domenica mattina, Stefano ed io ad Eupilio per salire sul monte Cornizzolo sul quale lui non era mai stato.
Lasciata una macchina al parcheggio siamo arrivati con l’altra fino all’Alpe Carella, dove c’è un agriturismo con prodotti speciali e dove al ritorno mi hanno fatto soffrire con il profumo della Cassöla.
Tornando alla nostra salita, il percorso da noi scelto è stato quello classico lungo la strada utilizzata dai temerari del volo a vela.
Più o meno in prossimità del faggio secolare il ghiaccio era piuttosto spesso e formava una patina “vigliacca” sulle parti asfaltate.
Arrivati al rifugio Marisa Consiglieri, abbiamo fatto una sosta thè caldo nel locale invernale e poco dopo abbiamo affrontato la salita alla croce su terreno innevato e ghiacciato.
Avendo i ramponi nello zaino, ho pensato bene di calzarli e non è stata affatto una cattiva idea, del resto, anche l’orso Baloo ha gli artigli no? Perché mai non dovevo tirare fuori i miei? Una volta in cima la vista è stata incredibile e a 360°.
Scattate le foto di rito, siamo scesi e senza indugio siamo rientrati.
Lungo la strada asfaltata, il sole della tarda mattinata aveva sciolto parte del ghiaccio lasciandoci un “sentiero” pulito per la nostra camminata in discesa.
Alcuni dati: Alpe Carella 660 m./slm
Rifugio Marisa Consiglieri 1110 m./slm
Vetta Monte Cornizzolo 1240 m./slm
Dislivello totale 580 m.
Tempo di salita 1h 30min
Tempo di discesa 55 minuti circa |
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MONTE BREGAGNO - 24 novembre 2012 |
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Una montagna desiderata, una montagna che abbiamo pensato e ripensato, una montagna conquistata.
Sabato 24 novembre 2012, Santo ed io ci siamo trovati a Plesio con Rossella, Claudia e Lara, per salire insieme su questa bellissima montagna.
La giornata è stata favorevole e addirittura calda, la compagnia ottima ed i posti incantevoli. Raggiunta la chiesetta cinquecentesca di San Amate, abbiamo fatto una breve sosta con thè caldo per poi ripartire verso la nostra meta.
Già dal Bregagnino, l'anticima del Bregagno, il panorama era stupendo, ma l'ampia dorsale che unisce questa cima con quella del fratello maggiore era a dir poco meravigliosa.
Poco prima della vetta del Bregagno, un omino di pietra segnala la svolta a sinistra per l'ultimo pendio prima della Vetta vera e propria.
Cosa posso dire d’altro? Si, c'è una cosa che posso dire, anzi che devo dire a proposito di Santo Milasi, un Grande Amico, un compagno d’avventura a cui non si può rinunciare, un compare, come diciamo tra noi.
Non voglio ripetere quello che ho scritto su FB, ma vi posso assicurare che un compagno d’avventura così è rarissimo da trovare, auguro davvero a tutti voi di trovarne uno simile. |
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Divertentissima e delirante escursione sulla GRIGNETTA – sabato 06/10/2012 |
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Sabato 6 ottobre ci siamo trovati a Lecco (Rossella a Ballabio) con l’intenzione di salire sulla Grigna Meridionale. La giornata prometteva benissimo, alle 7.45 il cielo era terso e la Grignetta davanti a noi era uno spettacolo. Una volta arrivati Marco e Mauro, siamo saliti a Ballabio, dove Rossella ci aspettava per unirsi a noi. Raggiunto il Piano dei Resinelli, punto di partenza per la salita in Grignetta, abbiamo assistito allo spettacolo dell’elisoccorso di Como che veniva a recuperare un posteggiatore insolito, che non trovando abbastanza grande l’immenso parcheggio al piano, ha pensato bene di ribaltarsi giù da una scarpatina. Fortunatamente non ci sono stati feriti gravi e noi, abbiamo ripreso la nostra salita lungo la via Cermenati. Io e Marco ci siamo conosciuti in questa occasione, ma devo dire che è stato un piacere conoscerlo e spero proprio di uscire presto ancora insieme, anche perché la simpatia è stata immediata e le cretinate che abbiamo cominciato a dire, sono diventata piano, piano un fiume in piena. Tutta la salita è stata costellata di risate ed anche in vetta alla Grignetta non ci siamo spenti, anzi qui abbiamo dato sfogo al meglio del meglio. Ripercorsa l’avventura della Apollo 11 e lo sbarco degli astronauti sulla Luna, abbiamo conosciuto un gruppo numeroso di escursionisti, tra cui un mio compaesano, Samuele ed il fratello di Don Marco Tenderlini, che conosceva Rossella. Anche in questo caso, si è passati dal “ciao, che piacere” al delirio. Purtroppo la visibilità dalla cima è stata nulla, nuvole basse e nebbia non ci hanno permesso di vedere niente. Abbiamo aspettato parecchio, ma non c’è stato niente da fare, il tempo non è migliorato e quindi siamo scesi. Durante la discesa si è intavolato un discorso anche troppo serio, ma dopo circa un’oretta, è scappata una barzelletta ed il delirio ha ripreso il sopravvento fino al bar alla partenza. Bene, questo è quanto. Insomma la Grignetta di sabato misurava 2177 m. di risate sopra il livello del mare…. Dove si gioca a bocce… Diemnticavo una cosa, i tormentoni della giornata sono stati nell'ordine: 1) I vecchietti che guadano gli operai nei cantieri edili e danno consigli - 2) I campi da bocce - 3) Lo sbarco sulla Luna con il Bivacco Ferrario - 4 ) La Tusa dell'Invernizzi e il bagaj del Pozzoni. |
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Corno Orientale di Canzo dalla Fonte Gajum – 8 settembre 2012 |
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Dopo le vacanze estive finalmente ci siamo ritrovati con Santo Milasi per fare una bella uscita sulle montagne del Triangolo Lariano.
Meta della nostra escursione è stato il Corno Orientale di Canzo partendo dalla fonte Gajum a Canzo.
Lasciata la macchina proprio in prossimità della fonte a quota 483 m s.l.m., ci siamo incamminati lungo la carrozzabile che sale verso la Prim’Alpe, un punto di ristoro molto bello ed attrezzato, con tanto di prato antistante l’agriturismo con giochi lignei.
Superato questo punto, ci siamo imbattuti nei resti di un alpeggio tenuto come dovrebbero essere tenuti tutti i luoghi degni di nota. Impossibile non fare qualche foto e leggere le varie locandine davanti ai resti dell’alpeggio.
Lasciato anche questo luogo, si prosegue nel bosco e dopo un tratto pianeggiante si raggiunge la Terz’Alpe (793 m./s.l.m.) e qui è dura non fermarsi. Il posto è bellissimo ed invitante, il rifugio/ristorante/agriturismo è fantastico e con un pergolato totalmente ricoperto di grappoli d’uva ed i profumi che arrivano dalla cucina invogliano a sedersi.
Lasciata a malincuore le Terz’Alpe si prosegue nel bosco in direzione dell’Acqua del Foo a quota 1000 m./s.l.m. dove un fontanino da cui sgorga un’acqua freschissima offre refrigerio sotto un faggio monumentale.
Breve sosta, e via, si affronta l’ultimo strappo, questo bello secco che porta direttamente in cima al Corno Orientale a quota 1239m./s.l.m..
Da qui i panorami sono strepitosi ma purtroppo noi abbiamo trovato molta foschia e le foto hanno fatto fatica a catturare quel poco che si vedeva, ma la gioia è sempre stata tanta.
Come sempre, la compagnia di Santo ed oggi anche di Luca è stata la cosa più bella.
Non posso non ringraziare Santo, che è veramente un Grande compagno di avventura e soprattutto un caro AMICO.
Una cosa ancora: Il Triangolo Lariano paga sempre, è un posto incredibilmente bello. |
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THREE SUMMIT JUNIOR TOUR – PIEROWEB FRIENDS FROM MUGGIO’ - 22 luglio 2012 |
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Ringraziando Piero Gritti per avermi concesso di usare il logo OBIETTIVOROBIE, pubblico la bellissima escursione di domenica 22 luglio 2012.
La giornata sulle Prealpi Comasche è stata splendida e ci ha concesso di portare i ragazzi a cavalcare sulle cime dei monti Tramezzo-Crocione- Caliga.
Purtroppo non si è potuto aggregare alla comitiva Santo Milasi con la famiglia, ma contiamo di organizzare qualche cosa quanto prima.
La giornata è stata divertente anche per i soliti episodi non previsti, che come al solito hanno strappato risate alla grande.
I panorami che queste montagne lariane offrono sono indimenticabili e con una giornata come quella di domenica, i colori della natura regalavano spettacoli grandiosi.
Siamo partiti dallo splendido Rifugio Venini, raggiungibile con la macchina grazie alla carrareccia costruiti ai tempi della fortificazione della montagna, la quale fa parte del sistema difensivo della Linea Cadorna. Qui infatti erano posizionati i pezzi di artiglieria da 149/35 mm, degli obici spaventosi che avrebbero riversato una pioggia di proiettili sulle truppe nemiche provenienti dalla Valtellina, qualora avesse ceduto il fronte sull’Adamello o fossero discesi attraverso lo Spluga o il Maloja.
Ringraziando il Signore, questo non è avvenuto e questa linea resta come monito contro tutte le guerre.
Ma veniamo all’escursione: Il rifugio Venini si raggiunge passando da Argegno e svoltando quindi per la bellissima Val d’Intelvi. Raggiunto San Fedele si seguono le indicazioni per Pigra e qui, prima di entrare nell’abitato si incontra un bivio dove bisogna seguire a sinistra. Nota importante: NON ENTRATE IN PIGRA, LE VIE SONO STRETTISSIME!!!
Passata pigra si segue la strada per una decina di Km e si raggiunge il Rif. Venini. Mantre si sale il panorama è meraviglioso.
Raggiunto il Venini, che si trova proprio sotto il Caliga, abbiamo proseguito a piedi sulla carrareccia che conduce alle postazioni fisse si tiro sopra descritte.
Dopo una visita a queste batterie, si sale sulla cima del Tramezzo da dove si gode di un panorama incantevole. Salutata la madonnina di vetta, siamo ripartiti in direzione del M.te Crocione attraversando un alpeggio diroccato. La vista dal Crocione è unica, uno vero e proprio spettacolo. Sotto di noi si estendeva in tutta la sua bellezza, il Lago di Como. Il panorama qui è veramente a 360°, si passa dal massiccio del Rosa alle Alpi Pennine ed alle Retiche, dalle Orobie al Triangolo Lariano e vista la giornata anche agli appennini in lontananza.
Dopo la “sosta panino” siamo ritornati al Venini passando dall’alpeggio con vendita formaggi che si trova sul Tramezzo e nuovamente dalle postazioni della Linea Cadorna.
Sosta merenda e via, sul Calbiga.
Sulla cima di questo monte è stata realizzata una vera e propria chiesa all’aperto con alle spalle il Lago di Lugano, le Alpi Pennine e le alte cime del massiccio centrale della Svizzera.
E’ stata una giornata speciale, i ragazzi sono stati splendidi, come sempre ed il tutto si è concluso con una pizzata muggiorese alla quale ha partecipato anche Pier che ci aveva raggiunto con la famiglia in tarda mattinata. |
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ANELLO DERL MONTE MUCGGIO 1550-1600 m./s.l.m. – Domenica 24 giugno 2012 |
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A causa del maltempo di sabato, abbiamo rinviato l'uscita con i ragazzi ad oggi. Le condizioni meteo non erano delle migliori così, abbiamo deciso di cambiare meta ed al posto del Tremezzo siamo andati sul Monte Muggio, a cavallo tra la Valsassina e la Val Varrone.
I ragazzi sono stati tutti bravissimi ed attenti durante i quasi 8 Km del percorso ad anello, che è facile per 2/3 del percorso, ma che presenta alcuni passaggi piuttosto esposti nel secondo tratto dove occorre prestare la massima attenzione. Sto parlando del tratto che va dal belvedere alla Chiesetta di San Ulderico.
Luca e Marco sono stati fenomenali, questi due ragazzini di 15 anni, si sono presi cura di Giorgia e Lara, due ragazzine più piccole di loro e non gli hanno fatto correre nessun pericolo. Bravissimi!
Renzo ed io ci siamo presi cura dell’altra ragazzina, Giulia e dell’amico Leo, non tanto perché quest’ultimo non se la sarebbe cavata da solo, ma per il fatto che portava sulle spalle uno zaino pesantuccio che rischiava di sbilanciarlo nei passaggi sulle roccette che ostacolano il sentiero.
Il tempo ha retto e la giornata è stata piacevolissima.
Un video-saluto va all'amico Piero che oggi cavalcava sulle Orobie nel 4° Pieroweb Day. |
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MONTE CORNIZZOLO 1240m/slm – (il ritorno) sabato 2 giugno 2012 |
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“Ogni promessa è debito” recita un antico proverbio e quindi la promessa è stata onorata.
Nonostante il tempo incerto, Santo ed io ci siamo trovati ad Erba alle 8,00 per andare sul Monte Cornizzolo partendo dall’Alpe Carella (658 m/slm). Come l’altra volta, quando sono venuto da solo, abbiamo seguito il sentiero nel bosco fino ad incrociare il pendio di lancio dei parapendii.
Qui siamo saliti secchi sino alla strada di servizio e quindi abbiamo preso per il rifugio Marisa Consiglieri. Pausa Lemonsoda e via sul crinale che porta in vetta al Cornizzolo (1240 m/slm). Purtroppo il maltempo non consente di godere degli splendidi panorami che questa montagna vanta. Uno sguardo verso il Monte Rai ci fa capire che una volta scesi da qui sarebbe stato inutile andare su quella vetta visto che la stessa è completamente avvolta dalle nebbie.
Scesi sul pratone antistante il rifugio ci siamo fatti una breve pennichella e quindi ci siamo incamminati lungo la strada di servizio per tornare alla macchina.
L’uscita è stata condita (come sempre) da risate in serie. Santo poi, ha dato sfoggio della sua immensa conoscenza floreale alla quale ho abboccato come un babbeo ed ovviamente da questo episodio è scaturita la risata più fragorosa della giornata. Bene, questo è tutto, alla prossima. |
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MONTE CORNIZZOLO 1240 m/s.l.m. – sabato 28 aprile 2012 |
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Viste le previsioni del tempo per i prossimi giorni, ho deciso di sfruttare la mattinata per fare una scappata in solitaria ed a razzo sul M.te Cornizzolo.
Portato Luca a scuola a Monza, sono partito per Eupilio e quindi sono salito fino all’Alpe Carella, dove ho lasciato la macchina per proseguire a piedi.
Potevo seguire la strada asfaltata che fanno i pulmini che portano alla zona di lancio dei parapendii o infilarmi nel bosco e seguire il sentiero….. Bosco 100 volte!!!
Il sentiero è bello anche se non molto segnalato ma consente di arrivare alla base del pendio di lancio stando all’ombra. Qui però non si può più tergiversare e bisogna salire secchi, dritto per dritto verso la strada soprastante e decidere se proseguire in linea retta verso la cima o girare verso il rifugio Marisa Consiglieri del S.E.C. (Società Escursionisti Civatesi) e da qui andare in vetta.
Prendo per il rifugio.
Dal pratone davanti al rifugio i panorami sono incredibili, verso nord l’Alto Lario e le cime delle Alpi Retiche danno spettacolo, verso sud l’immensa pianura, intorno si scorgono le cime del Resegone, del Monte Rai, del San Primo, ecc.
A mezza costa là in basso c’è una meraviglia che vedo per la prima volta dall’alto: Il complesso con la Basilica San Pietro al Monte e l’Oratorio di San Benedetto (consiglio per tutti: andate a vedere questo gioiello medioevale).
Sono sul prato antistante il rifugio e sono le 10.20, Luca esce da scuola alle 12.20, devo scendere ed anche di buona lena se voglio arrivare a Monza in tempo per non farmi insultare.
Faccio due calcoli, 15 min per salire, 5 in vetta, 10 per tornare al rifugio…. Non ci siamo, farei tardi, tornerò con gli amici di sempre: Santo, Maurone e Pier.
Breve sosta al rifugio, giusto per un panino con il salame ed una coca e via, giù a passo spedito, seguendo la strada questa volta.
11.30 sono alla macchina, scendo senza correre ed alle 12.15 sono davanti al Mosè Bianchi a Monza.
Racconto a Luca della mia escursione lampo, lui li guarda e….. mi insulta (ovviamente scherzando) perché sarebbe voluto venire con me!!!!
Alla fine gli insulti arrivano sempre, che sia Luca, che sia Santo o qualcun altro finisco sempre nei premi.
Bene, questa uscita solitaria mi ha molto soddisfatto, anche se in compagnia è molto meglio, i posti sono veramente belli ed i panorami stupendi.
Come diciamo sempre Santo ed io: < < Il Triangolo Lariano paga sempre>> |
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A spasso sulle Alpi Lepontine, tra M.te Grona e M.te Bregagno. 03-03-2012 |
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Dopo tanto tempo, Santo ed io siamo riusciti ad organizzare una escursione sulle Alpi Lepontine. L'intenzione era quella di andare sul M.te Grona per la direttissima ma ad un bivio, la tentazione di andare a vedere la chiesetta cinquecentesca di S.Amate ha prevalso ed abbiamo fatto una deviazione.
Arrivati alla chiesetta (che merita proprio una visita), ci siamo diretti verso la parete nord del Grona.
Un escursionista incontrato a S.Amate ci aveva messo in guardia dal rischio ghiaccio ma la tentazione, anche in questo caso, era troppa e siamo andati a vedere.
Purtroppo, arrivati all'attacco dello strappo finale abbiamo dovuto constatare che le indicazioni ricevute a S.Amate erano più che veritiere ed in effetti, la salita da questo versante si presentava decisamente pericolosa, molto esposta e piena di neve ghiacciata, quindi abbiamo optato per un nuovo cambio di direzione che ci ha portato al Rifugio Menaggio.
Pausa caffè / Coca cola e siamo scesi verso la macchina.
Come prima uscita dell'anno è stata divertente, soporifera (bella pennica a S.Amate) ed appagante. Prossimo giro da queste parti tra qualche mese per salire sulla vetta dalla direttissima che è esposta a sud. Foto di Santo Milasi e Sergio Scanzioli |
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Monte Palanzone dalla Colma di Sormano – Triangolo Lariano il 26 novembre 2011 |
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Sabato 26 novembre ci siamo trovati alla Colma di Sormano in 6 ed abbiamo raggiunto la vetta del Monte Palanzone, seconda cima del Triangolo Lariano, posta ad una quota di 1434 m./s.l.m. Nonostante la quota non elevata, si gode comunque di un panorama invidiabile, sia verso le Orobie, sia verso le Alpi Lepontine ed il massiccio del Monte Rosa. La temperatura più primaverile che autunnale ci ha permesso di sostare sul prato antistante la costruzione in vetta alla montagna. La compagnia è stata delle migliori e le risate hanno accompagnato la nostra uscita dall’inizio alla fine. | |||
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Salita al RIF. BIETTI in GRIGNA SETTENTRIONALE (Grignone), passando dalla Porta Prada il 29 ottobre 2011 |
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Oggi, approfittando della bella giornata, Io, Santo Milasi e Mauro Pozzoni, abbiamo fatto una bella e divertente escursione sul versante lariano del Grignone fino al Rif. Bietti-Buzzi, passando per la straordinaria formazione rocciosa della Porta di Prada.
Al rifugio abbiamo fatto onore alla cuoca e "tirata matta" la figlia del rifugista che è stata al gioco e simpaticamente ci ha assecondati.
Dopo il delizioso pranzetto a base di polenta e Rusticiana e fantastici formaggi, abbiamo goduto del pallido sole ottobrino sul prato antistante il rifugio, prima di incamminarci sulla via del ritorno.
E' stata una escursione appagante per i panorami e la natura, ma soprattutto è stata una uscita di tre amici che se la sono goduta tra risate e qualche raro discorso serio, verso sera, davanti ad una fresca birretta a casa di Mauro.
Non posso che ringraziare i miei Amici e compagni di escursione, i quali mi hanno permesso di trascorrere una splendida giornata in totale allegria di cui avevo assolutamente bisogno.
Un grazie va anche ai rifugisti del Bietti-Buzzi, tutti simpatici e ottimi cuochi. Foto di Sergio Luca Scanzioli, Santo Milasi e Mauro Pozzoni. . |
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MONTE SODADURA – 24 Agosto 2011 |
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Approfittando delle belle giornate di questo periodo, abbiamo portato i ragazzi sul Sodatura.
I ragazzi sono stati bravissimi e sono saliti in vetta senza problemi.
Io credo che le montagne abbiamo un’anima e questa montagna ha accolto 8 ragazzi sulla sua cresta, li ha coccolati e li ha fatti sognare.
Questa cima è facilissima in estate, ma molti dei partecipanti all’escursione non erano mai stati su una vetta vera ed erano tutti entusiasti intorno alla Madonnina.
Il panorama in vetta era ottimo, ma il sorriso dei ragazzi, beh, quello resterà scolpito nella mia memoria. |
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Salita sulla GRIGNA SETTENTRIONALE dal sentiero estivo 25 sul versante valsassinese - sabato 23 luglio 2011 |
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Sabato 23 Luglio 2011 siamo saliti sulla vetta del Grignone partendo dal Vo di Moncodeno. L'intenzione era di seguire il sentiero 24, e passare dalla Porta di Prada, ma poche ore prima c'era stato un temporale e sentendo anche alcuni escursionisti che scendevano e sconsigliavano quella via, abbiamo optato per il sentiero n°25 (la sicurezza innanzi tutto), passare dalla Capanna Monza o Rifugio Bogani e risalire quindi il ghiaione sul versante valsassinese.
Impressionanti le innumerevoli cavità che si incontrano, alcune di notevoli dimensioni e purtroppo con troppe targhe ricordo.
La nostra uscita è stata comunque appagante e piacevolissima, con punte di "delirio sommitale"... |
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VAL MONASTERO CASCATA CENGHEN - domenica 26 giugno 2011 |
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Traendo spunto da un bel servizio su Orobie di maggio 2011 e seguendo le indicazioni tratte dal sito www.passolento.it siamo andati a vedere la cascata Cenghen in Val Monastero, una piccola e selvaggia valle che si trova dietro Abbadia Lariana, alle pendici della Grigna Meridionale.
Il sentiero che conduce alla cascata attraverso un percorso boschivo, non è ben segnalato ma in compenso non è pericoloso, ovviamente, essendo comunque in montagna è bene prestare la solita attenzione.
Lungo il cammino si incontrano spesso delle deviazioni e conviene avere con se almeno la mappa di passolento che consente di non sbagliare. Solo il tratto finale può creare qualche problema, in quanto il bivio a cui si giunge presenta ha tre uscite e nessuna segnala il percorso corretto. Nessun problema, ve lo suggerisco io, il sentiero giusto è quello di mezzo.
Arrivati alla base della parete, lo spettacolo della cascata è notevole, il salto dell’acqua (50m) attraverso pareti verticali che si chiudono come in una nicchia, ricordano vagamente quelle della cascata del Varone dietro Riva del Garda.
E’ una bella escursione che vale la pena fare. |
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PIZZO TRE SIGNORI ancora con neve in quota da Ornica – sabato 29 maggio 2011 |
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Approfittando della spettacolare giornata di sabato, siamo saliti sul Pizzo dei tre Signori partendo da Ornica, percorrendo la bellissima Valle dell’Inferno.
L’azzurro del cielo e il verde delle piante primaverili hanno lasciato pian piano il palcoscenico alle ultime nevi invernali in quota, rendendo i panorami strepitosi.
Il grande nevaio prima della bocchetta ci ha indotto ad indossare i ramponi, senza i quali non sarei mai riuscito ad arrivare in vetta a questa bellissima ed affascinante montagna.
La vetta, “la mia vetta” la devo in ogni caso a Pier, un compagno d’escursioni insostituibile, uno che non corre ma che non molla mai, che ti incita e ti dà la carica quando sei in difficoltà. GRAZIE PIER! |
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CONCATENAMENTO M.TE TREMEZZO, M.TE CROCIONE, M.TE CALBIGA il 16 aprile 2011 |
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Escursione sulle montagne della sponda comasca del Lario partendo dal Rifugio Venini, a mezza via tra il Monte Tremezzo ed il Monte Calbiga. L’escursione porta a camminare lungo le carrabili della Linea difensiva Cadorna, che su questa montagna è ancora in buono stato e presenta numerose postazioni di tiro per cannoni da 149 mm che puntavano verso le Alpi Lepontine e l’alto Lario.
Il Monte Tramezzo ed il Monte Crocione si affacciano sul Lago di Como ed offrono una panorama spettacolare sulle Orobie, sul Triangolo Lariano e la punta di Bellagio.
Il Monte Calbiga invece, si affaccia sul Lago di Lugano, il Monte Brè, ed il piano di Porlezza.
Posti strepitosi e panorami incredibili, ma la compagnia è da sempre la cosa migliore. |
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Escursione al Monte San Primo dalla Colma di Sormano il 26 febbraio 2011 |
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Sabato 26 febbraio 2011 abbiamo fatto una bella e lunga escursione nel bel mezzo del Triangolo Lariano. Partendo dall’Osservatorio Astronomico alla Colma di Sormano, abbiamo camminato su neve battuta fino all’Alpe di Terrabiotta, sul Monte San Primo, dove, alcuni di noi si sono fermati, mentre altri hanno proseguito fino alla croce.
Come sempre, quando la compagnia è buona ed i posti sono favolosi, la stanchezza di una lunga camminata è ampiamente ripagata. |
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Salita al Rifugio Gherardi su un percorso già ben innevato il 27 novembre 2010 |
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Onde evitare di infilarci stupidamente in qualche casino, vista la nevicata novembrina, abbiamo contattato il CAI di Bergamo, il mitico Piero Gritti e Katia, per avere qualche informazione sui sentieri brembani, abbiamo quindi optato per una sicura salita al Rifugio Gherardi.
L’escursione è riuscita in pieno, con momenti davvero comici, come quando il Sergione (io) non riusciva a salire un pendio causa sprofondamenti fino all’inguine.
E’ stato davvero piacevolissimo uscire con nuovi amici che condividono la stessa passione per la montagna.
Alla prossima… |
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Però il MONTE BARRO... (sabato 21 agosto 2010) |
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Nonostante la quota non elevata (992 m), il Monte Barro riserva panorami notevoli sui laghi di Annone, Pusiano e Montorfano, sulla Brianza, Lecco ed il suo lago, il lago di Garlate e la valle dell'Adda e naturalmente le cime più prossime, Resegone, Grignetta, Corni di Canzo, ecc.
La nostra escursione è avvenuta nel pomeriggio, dopo una gustosa grigliata nel Parco del Barro e pensavamo dovesse essere poco più di una passeggiata, invece, il tratto terminale, che è segnalato per escursionisti esperti ha presentato effettivamente delle difficoltà che non ci aspettavamo.
Come tutte le montagne, anche il Barro merita rispetto. |
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Panoramica escursione sul Monte San Primo – Triangolo Lariano (Domenica 29 agosto 2010) |
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Domenica mattina, approfittando della bella giornata siamo saliti sul Monte San Primo nel bel mezzo del Triangolo Lariano.
Essendo la cima più alta della zona, ed avendo il lago a “farle spazio” intorno, la cima del San Primo è a dir poco spettacolare ed offre un panorama a 360°.
La salita è facile ed i quasi 600 m di dislivello si superano senza difficoltà su sentieri e vecchie strade militari praticamente fino alla cima, da cui si gode dello splendore del Lario e delle cime circostanti.
Bellissimi anche i boschi verso l’interno del Triangolo, il Piano del Tivano e la vista sulla Pianura Padana.
E’ una di quelle escursioni che meritano di essere fatte perché sono panoramiche dall’inizio alla fine e man mano che si sale, compare una cima, uno scorcio sul lago, un pianoro, insomma, andate a vedere con i vostri occhi cosa offre questa meravigliosa montagna. |
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Però il MONTE BARRO... (sabato 21 agosto 2010) |
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Nonostante la quota non elevata (992 m), il Monte Barro riserva panorami notevoli sui laghi di Annone, Pusiano e Montorfano, sulla Brianza, Lecco ed il suo lago, il lago di Garlate e la valle dell'Adda e naturalmente le cime più prossime, Resegone, Grignetta, Corni di Canzo, ecc.
La nostra escursione è avvenuta nel pomeriggio, dopo una gustosa grigliata nel Parco del Barro e pensavamo dovesse essere poco più di una passeggiata, invece, il tratto terminale, che è segnalato per escursionisti esperti ha presentato effettivamente delle difficoltà che non ci aspettavamo.
Come tutte le montagne, anche il Barro merita rispetto. |
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SALITA SUL MONTE SODADURA DA MOGGIO VALSASSINA il 19 agosto 2010 |
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Oggi, io e mio figlio Luca, siamo saliti sul Monte Sodadura, partendo da Moggio Valsassina.
La salita è facilissima, anche se lunga e si svolge praticamente fino al Rifugio Nicola su strade bianche prima e carrabili poi.
Giunti al rifugio, abbiamo preso la Highway delle Orobie, il mitico sentiero 101, che però abbiamo lasciato poco dopo per prendere il sentiero sommatale del Sodatura.
Non ci sono pericoli ed infatti io ci sono andato con mio figlio di 13 anni e non ci sono mai stati passaggi critici.
Certo, il tratto sommitale del Sodadura merita attenzione per via delle roccette ma definirlo pericoloso credo sia troppo.
Il tempo non è stato dei migliori, ma visto che il nostro obiettivo era arrivare in cima insieme, direi che abbiamo raggiunto il nostro scopo e siamo tornati felicissimi a casa in Brianza. |
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Bella, incompiuta, ventosa salita al Monte Legnone (2609 m.) sabato 24 luglio 2010 |
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Sabato 24 luglio con il solito compagno d’avventura (Pier) e Angelo, siamo andati sul Legnone con l’intento di andare fino in cima.
Purtroppo abbiamo trovato un vento fortissimo che aumentava man mano che salivamo, così, giunti la bivacco Cà de Legn, abbiamo saggiamente deciso che la nostra ascensione si sarebbe fermata lì.
Ad onor di cronaca, ci siamo fermati io e Pierluigi, mentre Angelo ha voluto proseguire lo stesso, riuscendo ad arrivare fino in vetta con la difficoltà di un vento ormai fortissimo ed una temperatura prossima allo zero.
Chiaramente, dopo i complimenti per la riuscita, sono seguiti gli insulti per averci fatto stare in ansia ad aspettare la discesa.
I panorami del Legnone sono davvero stupendi, ed i colori dei laghi di Como, Lugano e di Mezzola visti dai 2146m del bivacco meritavano da soli quella ascensione.
Per quanto mi riguarda, questo è stato un “fallimento di grande successo”. |
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Valsassina - Salita al Cimone di Margno dall’Alpe Paglio via Pian delle Betulle sabato 10 luglio 2010 |
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Sabato 10 Luglio siamo andati sul Cimone di Margno (1801 m) partendo dal parcheggio dell’Alpe Paglio in Alta Valsassina, passando dal Pian delle Betulle (una passeggiata nel bosco) prima di salire alla Cima del Laghetto, quindi al Cimone.
Nonostante fosse relativamente presto, il caldo non ha esitato a farsi sentire e l’umidità era piuttosto elevata.
Nel pomeriggio però abbiamo goduto di una sosta all’ombra di un piantone al Pian delle Betulle che ci ha ampiamente ripagato della fatica. |
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Bella escursione boschiva ai piedi del Monte Rosa in Val Quarazza, il 4 luglio 2010 |
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A pochissimi Km da Macugnaga ed ai piedi del M.te Rosa, si trova la Val Quarazza, una valle molto bella che offre escursioni di vari gradi di difficoltà, dalle semplici passeggiate boschive (tipo la nostra), ad altre più impegnative che portano sulle nevi della montagna.
Noi siamo andati a vedere ciò che resta del sito minerario di Crocette, dove, fino al 1947 si estraeva dell’oro.
La gita è piacevolissima e fresca, sempre all’ombra delle conifere, non presenta alcuna difficoltà e permette di fare una sgambata a chi non cammina abitualmente in montagna in un ambiente davvero molto bello.
Parcheggio - Lago delle Fate = 30 min
Lago delle Fate – Crocette = 30 min |
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Bella salita in RESEGONE da Brumano sabato 22 maggio 2010 |
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Finalmente, dopo un lungo periodo di inattività, siamo riusciti ad organizzare una uscita degna di tale nome.
La salita al Rifugio Azzoni e quindi alla Vetta del Resegone, è sicuramente una classica per chi abita nelle nostre zone e sabato mattina, visto il bel tempo, l’abbiamo fatta.
Fortunatamente, siamo partiti relativamente presto (7.45 inizio camminata) ed abbiamo anticipato i numerosi escursionisti che sono saliti dopo di noi.
La giornata non era limpidissima verso la pianura ma le cime delle Orobie e delle Alpi Retiche si vedevano benissimo e pertanto possiamo dirci soddisfatti della nostra uscita. |
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ZUC DE VALBONA - 16 gennaio 2010 |
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Sabato 16 Gennaio, ha fatto un’uscita con amici che non vogliono comparire nelle foto, allo Zuc de Valbona, si tratta di una uscita semplice, ma resa faticosa dalla abbondante neve.
Non sembrava dovesse essere una di quelle uscite indimenticabili, invece, la natura ci ha offerto uno spettacolo unico, con panorami da cartolina, cose viste solo sui giornali, quando ti mostrano posti dove sei stato mille volte ma che loro hanno visto in condizioni che te le puoi solo sognare.
Ebbene, sabato è toccato a noi vedere che spettacoli grandiosi può offrire la natura e un’uscita a solo 1546 m/slm è diventata meravigliosa.
Le foto mostrano solo parte di ciò che avevamo intorno a noi, ma vi assicuro che gli occhi sono ancora stupiti di tanto splendore. |
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MONTE MUGGIO - Giro ad anello ( Valsassina) ottobre 2009 |
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Approfittando delle splendide e fredde giornate di ottobre 2009, abbiamo fatto il giro ad anello del Monte Muggio (quasi un omonimo del nostro paese, noi siamo di Muggiò), giro pianeggiante a 1550 m/slm, che porta a metà del suo percorso alla chiesetta di San Ulderico, una delle sette citate dalla leggenda valsassinese.
Il percorso si divide in tre tratti ben definiti: Il primo è spettacolare per i panorami verso i laghi di Como e Lugano e per le cime del Rosa e del Cervino. Il secondo è nel bosco, sempre al cospetto del Legnone e del suo fratello minore, il Legnoncino. Fate molta attenzione, questo tratto è sempre in ombra, è molto esposto ed è segnato da due croci! Troppe per un tratto di sentiero pianeggiante che si percorre in 40 minuti, noi i bambini NON li abbiamo portati su questo tratto. Ci sono roccette da superare ed il sentiero sembra elastico, lo scarpone affonda 2-3 cm , poi ritorna in piano subito e non offre un appoggio sicuro dello scarpone. NON SOTTOVALUTATELO.
Il terzo tratto invece offre delle belle vedute sulle cime del Pizzo Alto, del Monte Rotondo e del Pizzo dei Tre Signori.
Finito il giro ci si può accomodare alla Capanna Vittoria e lasciarsi andare ai piatti del cuoco che è un pluripremiato chef. Io, Pier e Leo, abbiamo completato la nostra escursione raggiungendo la cima del Muggio a quota 1800 m in balìa del Tivano ( un vento del lago ).
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Salita 'bagnata' in GRIGNA MERIDIONALE – GRIGNETTA – CRESTA CERMENATI il 26 settembre 2009 |
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La salita sulla cima della Grignetta è una classicissima per gli escursionisti della Valsassina. Si tratta di un sentiero che per quasi sua totalità è composto da pietre che rendono più faticoso di quanto non sia un dislivello di circa 900 m. La vista dalla cima è notoriamente mozzafiato e spazia sulla pianura padana, sui laghi della Brianza, sul Grignone, sul Resegone, sul Monte Rosa ed altre cime. Il 26 settembre 2009 però tutto questo era nascosto dalle nuvole che scaricavano sui nostri K-way acqua in quantità, ma non tanta da farci desistere, così verso le 9 del mattino, dopo aver aspettato il momento giusto, siamo partiti da soli per la vetta lungo la Cresta Cermenati.
Il timore era dato dalla possibilità che potessero cadere fulmini, le creste li attirano sempre e la Cermenati non è da meno. E’ andato tutto bene ed alla fine abbiamo potuto “giocare” con una montagna non certo impossibile, ma sicuramente famosa, come se fosse un giocattolo solo nostro. |
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VAL VERZASCA (Canton Ticino - Svizzera) -agosto 2009 |
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Situata nella zona del Locarnese, nella vicina Svizzera, la Val Verzasca è considerata una perla e tantissimi escursionisti vi si recano per ammirare il colore verdissimo dell’acqua, da cui nasce il suo nome e per ammirare a Sonogno un paesino incantato, dove si può circolare solo a piedi, con case in pietra e tipici tetti di beole. Lasciato il paesino ed addentrandosi nel fondo valle si arriva alla cascata della Verzasca, bella ma non così unica come invece è il suo torrente. Sulla via del ritorno ci si imbatte nel Ponte dei Salti in località Lavertezzo e qui la Verzasca da il meglio di se. Pietre erose dall’acqua appaiono modellate nelle forme più strane formando un paesaggio lunare.
La gita è facilissima, adatta a chi vuol portare bambini ed anziani al cospetto di una natura straordinaria senza obbligarli ad impegnative e lunghe escursioni. Vi segnalo fuori dalla valle il Santuario della Madonna del Sasso sopra Locarno, dove potete ammirare e quasi sfiorare un celebre dipinto del Bramantino ed i castelli di Bellinzona inseriti nel patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. |
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Siete mai stati in un luogo dove si respira la storia dei secoli? Andate a San Pietro al Monte e la respirerete.
La Basilica ed il suo complesso, si trovano a mezza costa del monte Cornizzolo, dove si lanciano gli amanti del parapendio e dove hanno svolto i mondiali di specialità nel 2009.
Essendo una Basilica medievale, non poteva che trovarsi in un punto inaccessibile e percorrendo il ripido sentiero di accesso, si intuisce la difficoltà di accedervi nei secoli passati.
Una volta raggiunta il complesso, ci sono delle guide che spiegano molto bene la storia di San Pietro al Monte e la fatica è ripagata dallo splendore delle architetture romaniche e dalla simbologia presente in ogni pietra, in ogni affresco, in ogni particolare.
Un’ultima cosa, sconsiglierei la salita invernale perché il sentiero è costantemente in ombra e fuori stagione si rischia di incontrare qualche cinghiale con i cuccioli. Meglio evitare. |
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La Val di Mello è una piccola valle laterale della Val Masino, a sua volta laterale della Valtellina, facilmente raggiungibile, offre una delle più belle e semplici passeggiate sul fondovalle della Lombardia.
In estate ci sono troppe persone lungo il torrente a prendere il sole ed i costumi da bagno stridono un po’ con il paesaggio circostante, ma nelle altre stagioni la Val di Mello torna ad essere una valle frequentata da escursionisti che si dirigono verso il Disgrazia.
Durante la nostra gita, la maggior parte di noi si sono fermati all’ultimo ristorante/rifugio della valle, mentre io e Leo siamo saliti verso il disgrazia ma purtroppo ci siamo dovuti fermare prudentemente prima di andare incontro a situazioni meteo infelici.
La passeggiata è stata comunque più che apprezzata da tutti. |
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ROBIEI in Val Bavona, una delle due valli laterali della Val Maggia, sopra Locarno - Canton Ticino – CH - giugno 2009 |
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Robiei si trova in Svizzera e più precisamente in Val Bavona che è una delle due valli laterali della Val Maggia, sopra Locarno.
Per arrivarci occorre prendere l’autostrada del laghi (A9) in Italia, passare il confine e proseguire fino a Bellinzona sud, qui si esce e si prosegue per Locarno e quindi in Val Maggia. In fondo alla valle, c’è la diramazione, che a sinistra conduce in Val Bavona e quindi a Robiei, mentre a desta conduce in Val Lavizzara quindi al lago Sambuco.
Giunti a San Carlo, la salita a Robiei si effettua con una cabinovia molto capiente e si sbarca a 1900 m nel pianoro di Ribiei.
A questo punto le escursioni sono molteplici e per tutte le gambe.
Noi abbiamo scelto di andare al lago Zott di fronte al ghiacciaio del Basodino e l’intenzione era quella di proseguire poi per il Pizzo Pecora, ma viste le condizioni di innevamento precario abbiamo preferito fermarci al lago.
Robiei è aperto da maggio a settembre, poi la neve blocca tutto ed il pianoro resta isolato dal fondo valle, noi a giugno abbiamo trovato ancora tanta neve, ma neve ormai marcia con possibilità di cadere in un crepaccio, come al solito invito tutti a prestare attenzione. |
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