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Il Sasso Gordona non è una montagna qualsiasi, è una montagna di confine, il confine italo svizzero.
Oggi, è un posto molto bello, con un rifugio, il Prabello, che invita a sostare ed a godere del paesaggio offerto dalla bella Val d’Intelvi, con le montagne del Lario a farle da cornice.
Ma qui, non è sempre stato così. Quando si arriva in Val d’Intelvi e si scorge questa montagna e se ne osserva la forma, si intuisce subito che è diversa dalle altre, è troppo particolare. Tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900, lo Stato Maggiore del Regio Esercito, stava studiando un sistema difensivo per contrastare un eventuale attacco dalle potenze del centro Europa, attraverso la Svizzera. Ma questo studio si arenò più volte a causa delle diverse vedute degli alti ufficiali. La Frontiera Nord, ritornò in auge poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, La Grande Guerra. Allora, il Generale Luigi Cadorna, visti gli echi di una prossima guerra, riprese in mano il progetto e diede una spinta alle fortificazioni lungo il confine Nord, dal Piemonte al Trentino.Il Sasso Gordona, da montagna rocciosa, fu trasformato in un vero e proprio baluardo difensivo, con trincee, gallerie e postazioni fisse di tiro per mitragliatrici di medio calibro, a protezione del valico verso la Val d’Intelvi ed inserito a tutti gli effetti, nel sistema difensivo lariano. Fortunatamente, queste postazioni non hanno mai dovuto affrontare la guerra e chi ha prestato servizio qui, non ha dovuto affrontare le pallottole nemiche. A circa 200 km da qui, sull’Adamello, la Guerra Bianca fu asprissima. Alpini e fanti non la passarono altrettanto bene.
Un sabato di settembre a distanza di 100 anni dalla fine delle ostilità, Santo ed Io, abbiamo visitato questo luogo incredibile.
Premesso che la Val d’Intelvi è un posto molto bello, la salita al Sasso Gordona presenta più di un aspetto.
Il primo tratto, dal Pian dell’Alpe al Rifugio Predello, è una passeggiata sotto le fronde di un bosco fresco e molto bello.
Dal Rifugio alle prime trincee è una salita facile, mentre il tratto successivo è davvero ripido e sono presenti molte catene per aiutare nella salita. A volte, è meglio attaccarsi alle rocce e lasciare le catene dove sono, ma nel complesso, servono.
Salendo, si incontra una postazione fissa di tiro per mitragliatrice di medio calibro ed una trincea per fucilieri, ancora ben tenuta. Lungo il pendio, si incontrano altre trincee e si intravedono altre feritorie dalle quali uscivano le canne delle mitragliatrici.
Raggiunta la cima, il panorama è davvero spettacolare e si ha la sensazione di essere sopra un fortilizio più che su di una montagna.
Dalla croce poco sotto la vetta, si domina il ramo comasco del lario, la più volte citata Val d’Intelvi , le vallate laterali della Val Muggio (CH), il M.te Bisbino, il Generoso, il Pizzo della Croce ed in lontanza le grandi montagne delle Alpi, con il M.te Rosa in bella mostra. Guardando a Nord, Badile, Disgrazia, Legnone e Grigne offrono un panorama spettacolare, con il M.te San Primo a centro lago che troneggia nel Triangolo Lariano.
L’escursione può essere definita quasi didattica, vista la storia di questi luoghi, sicuramente è appagante.
Se decidete di salire sua questo monte, fate attenzione nel tratto finale, non è impossibile ma merita accortezza. Occhio, se decidete di andarci in inverno, in quel caso può essere molto pericoloso.
Bene, Dal Sasso Gordona, sulle Prealpi Luganesi e dalla Frontiera Nord è tutto. Arrivederci alla prossima escursione.
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