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Dopo tantissimo tempo, finalmente Mario ed io riusciamo ad effettuare una bella uscita in montagna, destinazione: l’amato San Primo, nel Triangolo Lariano.
Ci troviamo a Muggiò alle 7.30, tempo di caricare gli zaini in macchina, breve check e alle 7.45 partiamo.
La giornata si presenta uggiosa e questo significa trovarsi poi sopra le nuvole, cosa che ci aggrada molto.
Alle 8.30 siamo arrivati al parcheggio della Colma di Sormano (1140 m/slm).
Fatto il caro biglietto del park, 6 Euro, cambiamo scarpe-scarponi e partiamo a camminare, sono le 8.45.
C’è poca gente, quasi nessuno, noi andiamo ad andatura sostenuta e in breve tempo arriviamo all’Alpe Spessola, dove facciamo le prime foto. Mario non è mai venuto qui e più volte gli avevo decantato la bellezza dei luoghi lungo la strada, cosa che lui riscontra.
Ripartiamo e affrontiamo lo strappo prima dell’Alpe di Terrabiotta, posto già estremamente panoramico, dove però tira un’arietta fredda che ci fa propendere per proseguire lungo la strada militare e non per le creste, che sono solitamente esposte al soffio del Tivano.
Anche il panorama verso l’interno del Triangolo Lariano è sempre bello ed il mio compagno di escursione gradisce molto.
Arriviamo sotto la vetta del San Primo, sono le 10.30, facciamo la ripida salita finale e siamo davanti al punto panoramico più elevato di tutto il Triangolo Lariano, siamo a quota 1682 m/slm, non certo una quota proibitiva, ma essendo in mezzo al Lago di Como ed avendo le montagne circostanti abbastanza lontane, la vista spazia dagli Appennini alle Alpi Pennine, alle Retiche e alle Orobie, che si distendono dietro le Grigne.
Il Monte Rosa è avvolto dalle nuvole, anche se di tanto in tanto si mostra illuminato dal sole in tutta la sua bellezza.
In Vetta facciamo le foto di rito, lasciamo un pensiero sul “libro di vetta”, due chiacchiere con chi nel frattempo ci ha raggiunto, cambio maglietta e si riparte per la stessa strada in senso inverso.
Mentre noi scendiamo, cominciano ad arrivare altri escursionisti e non sono poi così pochi.
Due ore e siamo di nuovo al parcheggio, stanchi ma soddisfatti.
La soddisfazione si tramuta poi in euforia davanti ad un piatto di ottimi pizzoccheri al rifugio.
La nostra uscita finisce quindi in gloria promettendoci che, compatibilmente con i turni di lavoro di Mario, faremo altre uscite insieme, magari con qualche amico in più.
Come ogni volta non posso che riconfermare che “il Triangolo Lariano paga sempre”.
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