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Sabato mattina ore 7.30 ritrovo in cortile con Mario e Agostino, destinazione il Monte Due Mani.
Partenza subito particolare, Agostino fa il tassista a Milano e questa volta ha voluto prendere la macchina lui, risultato, si va in taxi!
All’arrivo al Culmine, spartiacque tra la Val Taleggio e la Valsassina, la giornata promette una mattinata fresca e con un cielo ottimo per le fotografie. Divertente vedere le espressioni dei pochi astanti, visibilmente sorpresi nel vedere degli escursionisti così comodi da arrivare in taxi.
Caffettino è via, con un panorama fin da subito spettacolare ed il verde della rigogliosa vegetazione con il contrasto delle dolomitiche e pallide rocce delle Grigne è incredibile.
La carrareccia che conduce nel bosco, è piacevole ed in piano, offrendo sempre spunti per uno scatto.
Dopo circa una mezzoretta si arriva ad un bivio (non molto ben segnalato) dove la sbarra a destra può ingannare l’escursionista inducendolo a proseguire lungo la carrareccia, al posto di svoltare verso i cascinali della Casera Muschiada che sembrerebbero abbandonati.
Qui, un altro cartello un po’ particolare, visto che è girato, indica il sentiero per la bocchetta di Redondello che si raggiunge dopo poco con un primo strappetto in salita.
Giunti alla bocchetta, il Due Mani si para davanti e la via di salita è ben visibile oltre la sella e fa capire che sarà impegnativa, escursionistica ma impegnativa.
Scendendo verso delle stalle diroccate, si attraversa un faggeto molto bello e fresco, poi si sbuca nei prati della sella, per poi infilarsi nuovamente nel bosco sul pendio del Monte Due Mani.
Poco prima della fine del bosco, il sentiero si inerpica severo e prosegue a zig zag per qualche centinaio di metri, fino al un bivio che a sinistra sale con una pendenza leggera, mentra a desta sale ripido verso lo Zucco di Desio.
Noi seguiamo a sinistra ed arriviamo ad una sella che offre uno splendido panorama sui laghi di Lecco, Garlate, Annone e Pusiano e verso le cime del Barro e del basso Triangolo Lariano.
Da qui, alla cima è un attimo e ci troviamo sotto la croce di vetta e davanti al Bivacco Locatelli Scaioli Milani.
Oltre alla soddisfazione per la vetta conquistata, c’è un inaspettato incontro in vetta, a distanza di qualche anno, ritrovo Pietro Pierri, un ex allenatore di pattinaggio in linea, ma soprattutto una persona che ho stimato molto ai tempi in cui mio figlio gareggiava.
Sosta panino con ciciarata, foto di rito, sguardo ai nuvoloni e si scende sperando di evitare l’acquazzone.
Tutto bene, il rientro è asciutto e la pizzoccherata al rifugio corona degnamente una bella escursione su questa bella montagna, che come tutte la montagne, va rispettata.
Qualche indicazione:
Andata: ore 2.30
Ritorno: ore 2.00
Dislivello positivo: circa 550 – 600 metri
Distanza A+R: circa 10 km
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