FOTO dI SERGIO SANTINI
(Almè - Bergamo) - |
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il 26 dicembre 2009 |
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Sgambata post mangiata natalizia e preparatoria al proseguo di S. Stefano. Per non accumulare troppe calorie decido di andare sulle Torcole. Parto presto per poter tornare all’ora di pranzo, la neve non è eccesiva ma è già consolidata visto che è stata lavata dal finale dell’ultima perturbazione per poi prendere la gelata di questa notte. Il torrente che scende è gonfio di acqua modello primavera. Parto dalla zona palazzetto del ghiaccio e seguendo la stradina passo per il rifugio Gremei per poi portarmi sul Torcola Soliva. Abbandonato le piste metto le ciaspole, la neve è abbastanza dura e le ciaspole non lasciano quasi traccia. Ora rimanendo sullo spartiacque mi porto sul Torcola Vaga godendomi lo splendido panorama. In discesa sui tratti ripidi la ciaspole non mi danno sicurezza, preferisco allora toglierle e per fortuna lo scarpone riesce a lasciare un' impronta sufficiente a rendere il passo sicuro. Rimetto le ciaspole solo più in basso quando inizio a bucare la crosta gelata. Alle 12 sono di nuovo alla macchina pronto per il rientro per il pranzo con conseguente nuovo accumulo non di neve ma di grasso |
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Oggi bellissima gita in Val di Scalve. Sono con Giovanni e Claudio con il suo cane Lady. Parcheggiato la macchina in località iniziamo a camminare subito su neve buona poiché compattata dalle motoslitte, calzeremo le ciaspole solo sotto il M. Campioncino. Raggiunto il M. Campioncino visto che è presto e la giornata è splendida saliamo anche al M. Campione scendiamo nella conca verso la val Camonica per poi tagliare a mezza costa per prendere la cresta est (c’è un solo punto un po’ affilato e ripido che richiede un po’ di attenzione se affrontato con le ciaspole specialmente in discesa). Si scende ora nella conca dove c’è una baita per mangiare appoggiati al muro riscaldati dal bel sole. Si torna ora passando dal passo dei Campelli. Ci fermeremo poi all’accogliente rifugio Cimon della Bagozza per berci una birretta |
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il 5 Dicembre 2009
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Prima escursione nel triangolo lariano da parte mia. Oggi siamo in sei altre ai soliti Dario e Giovanni ci sono i Comaschi Milo e Camillo e il Milanese Giuseppe. Pur essendo poco il dislivello sulla carta la gita non sarà brevissima poiché il giorno prima ha fatto una bella nevicata di circa 20 cm e poi per i vari su e giù della cresta che io e Giovanni abbiamo seguito interamente all’andata tralasciando la stradina che ci impediva una più completa visuale sul bel lago di Como. |
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il 28 novembre 2009
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Oggi bella gita in Val Camonica con Dario Giovanni e Claudio. Partenza da Monte Campione località Bassinale a quota 1760, sviluppo notevole con circa 22 Km e 1150 m di dislivello fatto di su e giù. Stupenda la giornata e i panorami con il contrasto del bianco dei versanti nord e i colori caldi dell’autunno allego la descrizione fatta da Giovanni Da Plan seguiamo le piste da sci per raggiungere il Passo Bassinale, prendiamo una sterrata che passando nei pressi della Malga Bassinale raggiunge il centro regionale faunistico di Malga Rossello,proseguiamo ora su sentiero in un bel bosco di larici seguendo il segnavia biancazzurro del sentiero 3 V.B, dopo avere lungamente attraversato in piano finalmente iniziamo a salire raggiungiamo la Malga Rosellino,qui siamo in vista del Monte Crestoso, puntiamo verso il suo versante nord tutto innevato lo risaliamo facendo attenzione ai tratti con neve molto dura, raggiunta la cresta sud ovest, raggiungiamo la vetta con la piccola croce,grande panorama ,ora scendiamo per la cresta est, poco prima di raggiungere il Passo delle sette crocette ci caliamo in un vallone ,prendiamo il sentiero che con alcuni saliscendi ci porta alla nicchia di San Glisete, scendiamo al Bivacco Bassi sempre aperto,ci abbassiamo fino a trovare il sentiero che con diversi saliscendi ci riporta a Plan accompagnati da uno splendido tramonto,ottima gita sicuramente da ripetere ,magari con i larici in veste autunnale. |
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del 25 novembre 2009
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Bel giro ad anello nelle nostre Orobie in una magnifica giornata autunnale, notevole lo sviluppo 22 km , dislivello di 2050 m e circa 7 ore di cammino. Partenza dal Ponte del Becco passando da Cartiglio, arrivo al Cancervo passando tra pinnacoli torrioni e belle conche, spuntino e poi scendo al passo Grialeggio dove trovo Francesco mio compaesano. Saliamo assieme al Venturosa dove assistiamo alla posa del traliccio con antenne per le trasmissioni radio del Soccorso Alpino. Dopo aver mangiato saluto Francesco e proseguo per il Passo Baciamorti, da lì risalgo al Pizzo Baciamorti, Bocchetta Regadur e poi finalmente solo discesa sino al Ponte del Becco passando dal Rif. Gherardi e le frazioni Grasso e Ca' Corviglio. |
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Bella escursione ai M. Grona e Bregagno con di fronte lo splendido lago di Como con i suoi riflessi circondato da innumerevoli monti e valli. Partenza da Monti di Breglia seguendo il sentiero che porta al rifugio Menaggio, per poi abbandonarlo per puntare al Bregagno, prima di S. Amate io e Giovanni puntiamo al M. Grona allungando l’escursione di un oretta ma avendo il piacere di vedere vari camosci. Raggiungiamo Dario solo in vetta ma in tempo per pranzare appena sotto la vetta riscaldati dal sole |
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PASSO DI COCA domenica 4 ottobre 2009
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Valbondione - Rifugio Coca - Pizzo Coca - Rif. Curò il 3 ottobre 2009 |
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Sabato sono con Marco in Valbondione per salire al Pizzo Coca passando dall’omonimo rifugio. Partiamo di buon ora per cercare di arrivare in vetta presto per evitare le solite nebbie che arrivano a nasconderci la visuale. La cosa ci riuscirà a metà poiché nonostante siamo in vetta alle 10.45 il versante bergamasco ci lascia vedere solo le cime più alte mentre a nord il cielo è limpido. Arrivati alla Bocchetta dei Camosci decidiamo di scendere in Valmorta seguendo l’infido sentiero che ci porterà al lago di Valmorta. Da li poi comodamente al Rif. Curò e alla macchina. Bello e lungo giro ad anello. |
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Valbondione - Rifugio Coca - Passo di Coca il 4 ottobre 2009 |
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Domenica sono con mia moglie di nuovo a Valbondione. Per impossibilità a partire assieme agli altri “Pierini” cioè amici del PieroWeb il sentiero sino al rifugio lo facciamo soli. Qui ci ricongiungiamo col gruppo, dopo i saluti e le presentazioni con chi non avevo ancora conosciuto si parte per il Lago di Coca dove facciamo la sosta mangereccia. Io ed Erica dopo lo spuntino facciamo una puntatina veloce al Passo di Coca per poi ricongiungerci col resto del gruppo al rifugio. Bella giornata in ottima compagnia. Un caloroso saluto a tutti i partecipanti |
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al Pizzo di Petto, Vigna Vaga e Passo di Fontanamora il 30 settembre 2009 |
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Bella escursione ad anello in compagnia di Dario Giovanni e il PieroWeb fotografo incallito.
Partenza da Tezzi Alto passiamo per la val Sedornia, il Lago di Spigorel , puntiamo al Passo di Petto e poi al vicino Pizzo, qui Piero si sbizzarrisce sparando foto a raffica propiziato dalla splendida giornata.
Proseguiamo ora per il Passo di Fontana Mora dove lasciati gli zaini facciamo una scappata al vicino M. Vigna Vaga.
Dopo la pausa mangereccia prendiamo il sentiero 314 per il passo degli Omini , abbandonato per prendere il sentiero che và verso il L. Spigorel passiamo per la baita Zuccotto per poi chiudere l’anello alla baita di mezzo Vigna Vaga
Lunghezza percorso 20,84 Km
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Cima Lemma – Pizzo Scala il 27 settembre 2009
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Cavalcata sullo spartiacque tra Valle Brembana e Valtellina toccando quattro cime: Cima dei Siltri, Pizzo Rotondo, Cima di Lemma, Pizzo Scala e quattro passi: S. Simone, Forcella Rossa, Lemma, Tartano.
Sono con Marco e partiamo presto per impegni pomeridiani.
Alle 7 partiamo da S. Simone il tempo non è dei migliori con nubi che si stanno allontanando sostituite da nebbie che salgono.
Il terreno è particolarmente fradicio visto che questa notte ha piovuto e come iniziamo a camminare nell’erba siamo subito inzuppati d’acqua specialmente io che sono con le pedule.
Il terreno bagnato ci porta a percorrere con particolare prudenza i pochi passaggi esposti che si incontrano prima di raggiungere il P. Rotondo e la parte finale della cresta per il P. Scala.
Si passa poi al Passo Tartano e scappata sino al L. Alto del Porcile.
Sopra Il Passo Lemma scorgiamo sotto di noi il gruppo del PieroWeb diretti al L. del Porcile e M. Cadelle un urlo per farci riconoscere ma poi non ci incontreremo più.
Bel giro peccato per le nebbie che ci hanno limitato la visuale.
Prima delle tredici siamo alla macchina con il tempo che ora sembra migliorare, pazienza.
Percorso di 16,75 Km
tempo di solo cammino impiegato 5°2’
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Ferrantino, Ferrante, Vigna Vaga, Benfit, Timogno il 20 settembre 2009
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Bella Cavalcata nelle nostre Orobie toccando ben 5 vette.
Oggi sono con Marco per una lunga ma tranquilla escursione le previsioni meteo non erano delle migliori anche se alla fine la giornata si è rilevata buona.
Partenza alle 7.15 da Spinelli e percorriamo la bella Valzurio arrivati alla Baita Alta Pagherola abbandoniamo il sentiero per il Passo Scagliello e prendiamo quello che porta sotto il Ferrantino.
Per un tratto abbandoniamo il sentiero per passare sopra il “Mare in burrasca” caratteristiche rocce scavate dall’acqua tanto da sembrare un ghiacciaio con tanto di crepacci.
Giunti nei pressi del Rifugio Nido d’aquila in poco tempo raggiungiamo prima il Ferrantino e poi il Ferrante.
Scendiamo a prendere il Sentiero delle Orobie che và verso la Manina e toccando anche le due quote che si incontrano prima del Vigna Vaga raggiungiamo anche quest’ultimo.
Sulla seconda quota ci fermiamo richiamati dal suono delle sirene ad aspettare le 11 per lo spettacolo delle cascate del Serio, anche se viste da lontano hanno sempre il loro fascino.
Dal Vigna Vaga seguiamo il sentiero che ci porta al Passo degli Omini passando dalla Baita Foppane.
Qui si abbandona il sentiero segnato e rimanendo in cresta su traccia nell’erba si raggiunge la Cima Bemfit
Sono quasi le 13 un veloce spuntino terminiamo le ultime riserve idriche e poi proseguiamo per il Timogno, ultima vetta odierna.
Discesa dal fianco sud passiamo dalla Baita alta Remescler , Baita Campello, Colle Palazzo, da li prendendo una stradina in costruzione ci dirigiamo a Pizzoli ed infine a Spinelli dopo 6° 27’ di puro cammino, otto ore da quando siamo partiti, 23,78 Km e circa 2000 m di dislivello
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ritorno passando dal M. Avaro il 13 settembre 2009
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Tranquilla escursione con moglie ed amici del PieroWeb al rifugio Benigni, siamo in nove.
Partiamo alle 8.50 dalla curva degli Scocc, raggiungiamo il rifugio circa alle 11.
Qui incontriamo il Marco che nel frattempo aveva già fatto il Valletto e la Cima di Val Pianella.
Piacevole sorpresa fuori dal rifugio c’è una degustazione di prodotti tipici.
Dopo aver mangiato raggiungiamo la vicina Cima di Val Pianella da dove si ha una bella vista sul Pizzo Trona e i sottostanti laghi.
Il ritorno lo effettuiamo passando dai Piani dell’Avaro.
Al Passo di Salmurano lascio il gruppo ed allungo per raggiungere la macchina che porto poi ai Piani dell’Avaro evitando così agli altri il tratto di asfalto.
Bella giornata passata in ottima compagnia, un grazie a tutti i partecipanti
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Cima Giovanni Paolo II - Pizzo Farno – Monte Pradella il 12 settembre 2009
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Giornata dalle previsioni meteo incerte, alla fine la mia scelta cade sulla zona dei L. Gemelli cn partenza dalle Baite di Mezzeno salendo al Passo della Marogella e raggiungendo per cresta la Cima Papa Giovanni Paolo II poi si vedrà se il tempo regge voglio raggiungere il M. Pradella passando dal P.zo Farno.
Il Tratto di percorso fino alla Cima Papa Giovanni Paolo II è uno dei pochi sentieri che non ho mai fatto e con mio stupore vedo che la traccia dal passo alla cima è addirittura segnata con bolli gialli ed alcuni ometti.
Sin qui il tempo ha retto anche se iniziano a formarsi le prime nubi e nebbie scendo al P. laghi Gemelli e costeggiando i fianchi del M. Corte cercando di perdere poca quota mi porto sul sentiero che và al P.so di Val Sanguigno est. La scelta non so se è azzeccata poiché si cammina su parecchia pietraia forse conveniva perdere più quota ma stare sul sentiero.
Dal passo raggiungo la cima del P.zo Farno, scendo poi al P.so di Val Sanguigno Ovest. Seguo i bolli bianchi e gli ometti tra nebbie e qualche goccia d’acqua sino al M. Pradella.
Ridiscendo senza perdere tempo per mia fortuna inizia a piovere quando sono uscito al canalino ripido che porta sopra il L. Gelato, qui posso prendere l’ombrello che prudentemente mi ero portato evitando di sudare sotto mantelle o altro materiale antipioggia.
Ora mi dirigo al P. Aviasco e da li al Rif. L. Gemelli, breve sosta e ritorno alla macchina passando dal P. Mezzeno.
Considerazione L’importanza di un nome.
La Cima Papa Giovanni Paolo II prima di essere chiamata così era snobbata penso che in pochi ci fossero saliti ora ha tanto di croce e sentiero segnato
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salita al Pizzo del Diavolo di Tenda dal Diavolino il 6 settembre 2009
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Di ritorno da una settimana di ferie in Slovenia smanio per una bella gita in montagna.
La scelta cade sul Diavolino e Diavolo confidando poi di trovare gli amici del PieroWeb al Calvi.
Parto alle 7.15 circa da Carona con destinazione Rif. Longo breve sosta per un caffè e poi via per il P. Selletta, perdo circa 120 m di quota per raggiungere poi il P. di Valsecca e da li per cresta arrampicando un po’ (mi dicono ci siano passaggi di II grado) raggiungo prima il Diavolino con 3°12’ di cammino.
Perdendo circa 50 m di quota, proseguo per il Diavolo che raggiungo in 43’.
La giornata è stupenda, aria fresca, cielo limpido, mi fermo poco in vetta per raggiungere il Calvi.
Incontro anche gli amici Brianzoli che avevano condiviso con me Matù e Marco la salita al Weissmies (a volte il mondo è piccolo) li saluto calorosamente e poi mi fermo al Calvi in compagnia degli amici del Pieroweb
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il 22 agosto 2009
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Oggi sono con Giovanni e partiti da Valcanale prendiamo la strada che ci porta alle ormai dismesse piste da sci sino alla Baita bassa di Vaghetto , qui dopo aver preso per un attimo il sentiero per il P. del Re ( sent. 243), decidiamo di tornare sui nostri passi per poi tagliare per vie traverse sino a prender il sentiero 244 che compie il periplo del P. Arera e ci porterà sino alla Forcella di Valmora prima su ghiaioni e poi in un ripido canale attrezzato con alcuni cordini metallici.
Dalla forcella abbandoniamo il sentiero e proseguiamo lungo la cresta est che di li a poco sarà anche segnata con bolli rossi sino alla vetta dove arrivo in contemporanea con tre escursionisti di Clusone che avevamo incontrato alla partenza loro hanno fatto il sentiero sul versante nord.
Foto di gruppo e poi si riparte loro scenderanno da dove siamo saliti, noi più semplicemente dalla normale per il Rif. Capanna 2000.
Sosta per lo spuntino poi ritorno per il sentiero dei fiori sino al Passo di Corna Piana, puntatina all’omonima cima e ritorno a Valcanale seguendo prima il sentiero 218 e poi le ex piste di sci.
Bella gita considerando poi che le previsioni meteo davano possibili temporali, vale sempre il detto chi non risica non rosica
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Salita al Timogno partendo da Boario e passando dalla Val Sedornia il 21 agosto 2009 |
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Oggi sono con moglie figlio e parenti vari per un picnic agli Spiazzi di Gromo, loro sono professionisti in queste cose si son portati pure il fornello per i ravioli del pranzo, io ne approfitto per fare una sgambata ripromettendomi di essere in orario per il pranzo.
Inizio a camminare alle 9.43 da Boario e seguendo la carrareccia quasi piana in 40 minuti sono in Val Sedornia, ora si comincia a salire con decisione verso il Passo degli Omini passando nei pressi della Baita bassa di Fontana Mora e Foppane.
Arrivato al Passo degli Omini bella la vista sulla Valzurio e la Presolana, si prosegue ora in cresta ed in Breve sono sulla Cima Benfit, sono passati circa 2 ore e 15.
Breve spuntino e veloce ritorno passando dal Timogno e poi giù al Rif. Vodala e lungo le piste sino agli spiazzi dove stanno giusto scolando i ravioli.
Proseguo la giornata in compagnia tra partite a scopa e chiacchiere.
Tempo di cammino 3°13’
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TRE GIORNI NELLE ALPI MARITIME il 16-17-18 agosto 2009 |
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1° giorno: |
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3° giorno: Rif. Questa 2388 m – L. di Valscura inf. 2274 m – Testa Malìnver 2939 m - Terme di Valdieri 1368 m Altra splendida alba con le cime illuminate e le valli ancora in ombra dopo la colazione e una sfilza di foto ci incamminiamo e subito incontriamo il bel L. di Claus diverso dagli altri perché ha degli isolotti nel suo interno e rispecchia solo montagne e mai il cielo. Proseguiamo su una caratteristica stradetta ben sistemata con le pietre del macereto con tanto di bordo che fa pensare a tutti l’immane lavoro svolto in passato. Giunti ora al L. inferiore di Valscura parte del gruppo si ferma a riposare mentre i cinque, che sono saliti alla C. Fremamorta , salgono al Malìnver godendo della vista di altri bei laghi. Attilio si fermerà alla Bocca di Druos, mentre Ubaldo Ivan Lori e io raggiungeremo la vetta con una colomba stilizzata segno di pace invece della classica croce. Scattate le foto di rito, si ritorna in riva al lago dove ci aspetta il resto del gruppo. Prima di rifocillarci alcuni di noi fanno un breve e rinfrescante bagno nelle limpide acque del lago. Ritorniamo ora alle Terme di Valdieri passando per la Casa Reale di caccia ora adibita a rifugio caratteristica costruzione con corte interna. Abbiamo passato tre giorni splendidi in un ambiente favoloso impreziosito dalla presenza di innumerevoli laghi che hanno appagato tutti i partecipanti. Ottime anche le varianti sul percorso base con le tre vette per soddisfare i più esigenti ed allenati del gruppo senza pesare sul resto della comitiva. |
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Salita da Lizzola al P. Strinato 2836 m per la ferrata il 5 agosto 2009 |
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Bella gita divisa in due parti.
Una parte tranquilla in compagnia di un vecchio compagno di scuola che a ripreso ad andare in montagna in quanto ora in cassa integrazione. L’altra da solo con ritti sostenuti per non fare aspettare troppo l’amico.
Partiamo alle 7.50 da Lizzola e percorriamo il sentiero 306 nel bosco meno monotono della strada che sale da Valbondione che ci porta al Rif. Curò, alle 10. 30 siamo al rifugio.
Proseguiamo tranquillamente sino al Rif. Barbellino, l’amico continua a fotografare gli splendidi paesaggi.
Alle 12.10 siamo sulle sponde del lago naturale a mangiare, io mi affretto e alle 12.40 sono in cammino verso il Pizzo Strinato, percorro la bella ferrata che direi si possa dividere in due una prima parte con catena su terreno un po’ marcio prestare attenzione ai sassi che possono cadere sarebbe meglio non aver nessuno ne sopra ne sotto. La seconda parte attrezzata con canapone proprio sullo spigolo nord più ripida ed esposta ma su roccia sana.
Alle 15.10 sono di nuovo al lago.
Tranquillamente scendiamo e prendendo il sentiero 304 delle Orobie e poi per la piana di Lizzola giungiamo alla macchina alle 19.30.
L’amico è stanco a causa dello scarso allenamento ma felice per la bella escursione
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ritorno dalla Valle del Vo il 26 luglio 2009
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Parcheggiamo la macchina all’inizio della strada che entra nella valle del Venerocolo qui seguiamo la strada che porta a delle sorgenti e poi diventa una bella mulattiera di tipo militare che con pendenze regolari ed ampi tornati ci porta in circa tre ore al Passo del Venerocolo con i suoi bei laghi. Breve sosta con sguardo sul bel versante Valtellinese e riprendiamo sul sentiero che ci porta al rifugio Tagliaferri rimanendo sempre sotto il filo di cresta sul versante Orobico a volte un po’ esposto ma ben tenuto e con delle catene nei punti più pericolosi comunque sconsigliato a chi soffre di vertigini. In circa 1.30 ore dal P. Venerocolo siamo al rifugio dove ci fermiamo a mangiare un ottimo piatto di agnello con polenta Tranquilla e interminabile discesa nella valle del Vo lungo la mulattiera con tappa alla bella cascata poco distante dalla macchina |
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Bella escursione in un bell'ambiente impreziosito dalla presenza dei laghi. Sono contento soprattutto per Dario che nonostante i suoi 76 anni è riuscito a farsi ancora questa lunga escursione con circa 2000 m di dislivello in un giorno |
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Due giorni in Svizzera Sass Grund Rifugio Hohsaas– Weissmies 4026 m il 18 e 19 luglio 2009 |
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Oggi sono con Mattia e Marco per salire al Weissmies. Partenza da Almè alle 6.30 parcheggiamo al parcheggio della cabinovia per Hohsaas Huttte verso le 10.15. Io visto l’orario decido di salire a piedi anche se il tempo non è dei migliori, Mattia e Marco optano per la cabinovia ma potranno sfruttarla solo sino a 2400 m l’ultimo troncone e fermo a causa del forte vento. Dopo circa 2.20 ore sono al Weissmis Hutte dove entro per cambiarmi (ero partito in pantaloncini)i e qui effettivamente tira un vento niente male, si inizia a pestare neve fresca e c’è nebbia Con altre 1.10 ore di cammino sono finalmente al caldo e moderno Hohsaas Hutte a bere un tè caldo con gli amici. Il vento si è calmato la cabinovia a ripreso a funzionare e le nebbie si stanno alzando consentendoci di vedere la nostra meta di domani . Dopo cena giretto in zona per digerire e scattare le foto di un bel tramonto in quota L’indomani colazione alle 5.00 alle 5.45 siamo pronti a partire ma purtroppo il tempo non è buono tutte le cime sono coperte speriamo che siano solo nebbie e che si alzino. Breve tratto in discesa per prendere i l ghiacciaio, qui calziamo i ramponi e iniziamo a salire di buona lena davanti a noi 3 cordate che però si dividono noi seguiamo le due più veloci che hanno preso una traccia per lo più coperta da neve fresca che sta più a destra mentre gli altri sono stati più centralmente proprio sotto la seraccata. Si prosegue spediti senza soste soprattutto quando siamo giunti in cresta a causa di un forte vento che ci gela addosso la nebbia tanto da sembrare neve Dopo 2.20 dalla sosta per mettere i ramponi siamo in vetta ancora avvolti dalla nebbia e dal vento, scattiamo le foto di vetta e si ritorna sui nostri passi velocemente. Mentre si scende si commenta sul andare in montagna senza godere del panorama quando siamo a 3700 m ecco che magicamente la nebbia si dissolve, ormai troppo tardi per noi oggi è andata bene a chi è partito più tardi o l’ha presa più comodamente, peccato. Ritorniamo dalla via che passa tra i seracchi, spettacolare il passaggio tra queste masse di ghiaccio che sembrano volersi staccare da un momento all’altro. Qui facciamo conoscenza con i due ragazzi della cordata che ha condiviso con noi la salita scoprendo che sono Brianzoli e sono iscritti ad un forum di comune conoscenza (il mondo è proprio piccolo) . Birretta al rifugio e comoda discesa in cabinovia |
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Escursione in Val Codera al Rifugio Brasca 1304 m il 12 Luglio 2009 |
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Tranquilla gita con moglie e figlio nella bella Va Ccodera inpiegando circa 3 ore e 15 min per la salita Con l'auto si raggiunge Novate Mezzola m. 208 dove si prende verso destra la strada asfaltata che conduce alla frazione di Mezzolpiano (m. 316), proprio all'imbocco della Val Codera. Qui si abbandona l'auto e si prosegue a piedi lungo una bellissima mulattiera, lastricata di granito, che si fa subito molta ripida, risalendo il fianco destro idrografico della valle. Si giunge così in un'ora alla località di Avedè (m.791), da dove si possono ammirare, per l'ultima volta durante questo percorso, il Lago di Como e il Lago di Novate, alla fresca ombra di qualche castagno. Il tracciato permette ora di riprendere fiato, grazie ad un tratto in discesa, ma la pausa dura poco, perchè è soltanto con una risalita che si accede alla località di Codera (m.825), dove sorgono il rifugio Locanda Risorgimento e, più avanti, il rifugio Osteria Alpina. Qui il sentiero procede finalmente quasi in piano per attraversare la valle e condurci ai casolari di Tiune, Saline, Stoppadura e Bresciadega, dove si trova l'omonimo rifugio e da dove, seguendo un falsopiano in mezzo a prati e larici, si giunge alla nostra meta. Il Rifugio Brasca sorge in mezzo a pascoli, al limite del boschetto che circonda l'alpe. Da questa pittoresca posizione si ha una vista interessante sulle Cime d'Averta e soprattutto sulle lisce pareti di granito della Sfinge e del Ligoncio peccato che siano state parzialmente nascoste dalle nebbie. Complimenti alla signora che si è fatta una bella camminata anche se poi ha sofferto il mal di gambe per alcuni giorni a causa di quella interminabile scalinata che porta a Codera |
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Salita al M. Cabianca da Bortolotti di Valgoglio e facendo il giro dei Laghi l’ 11 luglio 2009 |
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Oggi escursione tranquilla ma molto bella per l’ambiente ricco di laghi per di più tutti pieni come non mi era mai capitato di vedere. Parto con Dario da Bortolotti frazione di Valgoglio alle 6.54 percorrendo il sentiero che segue la condotta Enel raggiungiamo il rif. L. Nero, prendiamo qualcosa di caldo (il termometro stanotte è sceso a 4 gradi) e poi proseguiamo per il Lago d’Aviasco che è colmo e sfiora dal troppo pieno. Costeggiamo per poco il lago verso il passo e subito prendiamo il bel sentiero ottimamente segnato con ometti e bolli bianchi verso la cima del Cabianca scopriamo altri 2 laghetti e la visuale sui laghi sottostanti è magnifica. Il sentiero si fa più ripido a volte su sfasciumi sino a congiungersi in cresta col sentiero che viene dal Passo d’Aviasco ed alle 11.40 si raggiunge la vetta (ottima performance per il non più giovane Dario che pure diceva di non sentirsi in forma). Qui la visuale si allarga sulla conca del Calvi e le montagne circostanti. Discesa sino al lago d’Aviasco e poi giro intorno ai vari laghi passando dal Rif. Cernello dove ci fermiamo a pranzare, purtroppo il sole è sparito e quindi sosta breve alle 14.30 siamo già alla macchina |
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Splendida tripletta P. Recastello 2886 m P. Tre Confini 2824 m M. Gleno 2882 m il 4 luglio 2009 |
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Oggi grande giorno con il ritrovo del 1° Pieroweb – Amici Orobie Day a Valbondione. Facendo un po’ gli asociali io, Marco e Mattia la prima parte della giornata la passiamo in modo diverso ricongiungendoci al gruppo più tardi. Bellissima galoppata sulle Orobie con percorso lungo ma appagante. Si inizia a Camminare alle 6.05 da Grumetti con l’intenzione di fare il canale Nord del Recastello poi si vedrà. Alla partenza incontriamo altra gente intenzionata a fare il canale tra cui Beppe e Battista miei compagni di gita al Pegherolo. La cosa ci spaventa un po’ l’idea che nel canale ci siano delle persone davanti a noi non ci piace decidiamo di allungare il passo e alle 7.20 siamo già al Curò, proseguiamo diritti sino all’ inizio del vallone ancora innevato sotto i Corni Neri, li vediamo che davanti a noi c’è una sola persona ma ha un vantaggio tale che quando noi inizieremo il vero canale lui sarà già fuori. La neve è molle quel tanto da consentirci di arrivare sino alla fine del vallone dove si piega a destra per prendere il canalino senza ramponi. Qui calziamo i ramponi, superiamo i pochi metri di roccia senza difficoltà e prendiamo il canale ancora in buone condizioni, neve continua gradinato da sembrare una scale così che la neve un po’ molliccia non crea problemi (quota inizio canale circa 2600 m). Prima delle 10 siamo in vetta in una giornata stupenda ancora priva delle solite nuvole, si decide allora di proseguire per il Tre confini, discesa dal sentiero attrezzato che porta in val Cerviera, attraversiamo alti sotto la cresta rocciosa per prendere la traccia di sentiero ancora innevato che ci porta in vetta al Tre Confini accumulando altri 200 m di dislivello in salita. La stanchezza inizia a farsi sentire dopo un breve spuntino io propongo di salire anche il Gleno visto che una giornata estiva così bella non è poi così facile trovarla sulle Orobie. Matù è il più restio a proseguire ma alla fine si fa convincere, si perdendo circa 60 m di dislivello e rimanendo sempre in cresta o appena sotto sul versante sud in meno di un ora siamo in vetta al Gleno, sono circa le 12.30. Discesa tranquilla sulle nevi della valle del Trobbio lungo la via normale di salita al Gleno alle 14.30 siamo al Curò a berci una meritata birra felici della riuscita stupenda gita. Ora si scende dal sentiero invernale per ricongiungerci al gruppo del PierWeb che ha programmato una proiezione di diapositive all’osservatorio naturalistico di Maslana e una cena (penso proprio che ce la siamo meritata) all’agriturismo Stala del Mustacc allietata da musiche e canti. Percorso alpinistico con sviluppo totale di quasi 22 Km e 2163 m di dislivello Giornata da ricordare in tutti i sensi |
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Carona-Calvi-Pizzo Poris-Biv. Frattini-Brunone-Pizzo Redorta il 13-14 giugno 2009
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il 10 giugno 2009
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Salita al Piz Grevasalvas 2932 m il 30 maggio 2009 Oggi con Dario e Giovanni siamo in Engadina per un’ escursione che ripetiamo annualmente. Partiamo dal Plaun da Lej alle 8 con cielo terso e temperatura di più 3 gradi. Passiamo dal bel villaggio di Grevasalvas, proseguiamo su comodo sentiero quasi totalmente privo di neve sino al Lago Nair per lo più ghiacciato. Ora si prosegue su neve buona, dura, ma non da ramponi fino alla vetta. Spettacolare la veduta sui laghi engadinesi e le innumerevoli montagne che ci circondano. Fantastico anche lo spettacolo del cielo che andava coprendosi da ovest ad est di una leggera velatura. |
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il 27 maggio 2009
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Oggi giornata buona con cielo terso e aria fresca grazie alla veloce perturbazione passata ieri, un unico rammarico non aver scelto una meta più ambiziosa. Sono con Mattia e partiamo da Scilpario seguendo il sentiero 423 una strada nel bosco sino alla malga Voia poi diventa sentiero e passando dal Passo Corna Busa ci porta nel vallone innevato dove si mettono i ramponi. La neve e buona, si sale l'ampio vallone sino alla base della parete dove si prende il canale di destra, li la pendenza aumenta ma l'abbondante innevamento ci permette di salire senza problemi sino alla Forcella del Camino. Tolti i ramponi si percorre l'ultimo tratto di sentiero sino in vetta senza problemi. Ritorno seguendo il sentiero 424 passando da malga Epolo e seguendo la strada della pista Difficoltà EE Indispensabili piccozza e ramponi e ghette, sviluppo percorso circa 11 Km dislivello 1380 m |
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Salita da Noceno al Monte Croce di Muggio 1798 m il 23 maggio 2009
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Oggi, per accontentare gli amici Milanesi, che non gradiscono le escursioni troppo impegnative ed i lunghi trasferimenti con la vettura al contrario di noi Bergamaschi optiamo per la modesta cima del Monte Croce di Muggio, montagna a cavallo tra Valsassina e Val Varrone con bella vista sul Lario. Partenza da Noceno poco sopra Vendrogno, si sale su una bella mulattiera lastricata in boschi di castagno fino a raggiungere l'abitato di Camaggiore, da cui si gode una gran bella vista sul Lago di Como. Proseguedo su ampi pascoli con macchie di rododendri in fiore si abbandona sulla destra il sentiero per L'Alpe Giumello per salire diritti sulla cresta, prima toccando un'anticima, con tanto di ricovero in muratura per le pecore, ormai siamo in vista della grande croce del Muggio che raggiungiamo in breve. Sarà pure una modesta cima ma il panorama è grandioso e unico, tanto che ci ripromettiamo di ripeterlo in inverno con la neve, quando le giornate sono più luminose. |
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Salita al M. Pietra Quadra 2356 e M. Spondone 2445 m il 24 maggio 2009
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Parcheggio prima delle Baite di Mezzeno a causa delle piante rotte dalle slavine che la ostruiscono ancora.
Seguo il sentiero per i Tre Pizzi sino al bel pianoro della Baita Campo coperto da una incredibile fioritura di crocus.
Visto che si cominciano a vedere alcune chiazze ci neve, invece di entrare nel vallone tra i Tre Pizzi e il Pietra Quadra sicuramente pieno di neve salgo direttamente il pratone che mi porterà in cresta e sulla prima cima del gruppo del Pietra Quadra.
Da qui, restando o in cresta o seguendo un sentierino di capre sempre sul versante sud che dà sulla valle che sale al Passo di Mezzeno, facendo un po’ di su e giù toccherò prima il Pietra Quadra con la sua Madonnina e i ripetitori del Soccorso Alpino, proseguo poi per il M. Spondone, bella montagna precipite sulla conca dei Laghi Gemelli.
Discendo con cautela il ripido fianco erboso che porta al Passo di Mezzeno e da lì col comodo sentiero con ancora qualche chiazza di neve alla macchina. |
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Salita al M. Aga 2720 m il 22 maggio 2009
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Oggi sono solo e voglio andare al M. Aga. Decido di salire il versante sud cercando di pestare meno neve possibile in salita, la cosa mi riuscirà ma con mia gran fatica non so se per una mia giornata no o per il caldo e quei prati ripidi e con erba scivolosa che a volte richiedevano l'appoggio delle mani. Arrivato nei pressi del Rif. Baita Armentarga inizio a salire i prati che si fanno via via sempre più irti sino alla cima a ovest del Passo Selletta, percorro l'esile cresta quasi piana sino al passo, qui, invece di seguire il sentiero, rimango sempre in cresta toccando la quota 2480 per poi perdere circa 50 m di dislivello e proseguire sino alla cima dell'Aga uscendo a volte dal sentiero per non pestare neve. Ammiro il panorama con i versanti nord ancora con parecchia neve. Discesa su neve marcia nel vallone che porta al passo Cigola e al Rif. Longo. Trovo neve sino alle pozze sotto la diga del lago poi solo qualche chiazza. |
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Verso Piz Cam in Val Bregaglia il 13 maggio 2009
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Oggi con Dario e Giovanni parto alle 6 con destinazione Colico, lì decideremo dove andare visto che le previsioni sono incerte. Arrivati a Chiavenna si decide per il Piz Cam in Val Bregaglia, quindi ci dirigiamo verso il Maloia. Arrivati alla seconda indicazione per Vicosoprano abbandoniamo la statale e prendiamo la strada per la frazione Roticcio. Parcheggiata la macchina si segue il sentiero segnato che percorre la Val Furcela, ma da circa 2000 m siamo immersi in una nebbia fitta che ci disorienta specialmente quando siamo sulla neve. Arrivati a 2300 metri nei pressi di una piccola baita ci si ferma per mangiare qualcosa nella speranza che il tempo migliori. Dario decide di desistere preoccupato per il tempo e la sensazione di non saper dove siamo, io e Giovanni proseguiamo sino ad un passo per orientarci un po’ di più visto che l’idea di dove siamo sono discordanti. Solo dopo essere arrivati al passo durante uno dei pochi momenti di visuale concordiamo nell’affermare di essere al passo che porta in val di Cam ad una quota di 2400 m. Non mancherebbe molto ma visto che la neve è sempre più marcia, la visuale è ben poca cosa e Dario è li solo si decide di rinunciare alla vetta per ricongiungerci ed abbassarci a mangiare fuori da una baita usciti dalle nebbie in presenza dei versanti nord delle montagne della Val Bregaglia ancora innevati che continuano a scaricare neve sembrando che tuoni in continuazione. |
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Salita al Rif. Calvi e M. Madonnino
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Con mia moglie Angela decidiamo di salire al rifugio Calvi per assistere alla Gara sci alpinistica Trofeo Parravicini. Strada sgombera da neve sino al L. del Prato poi è quasi tutta su neve ma anche se marcia portante perché super battuta. Parecchia neve nella conca i paletti indicano più di 1,7 metri. Dopo aver mangiato lascio la moglie a riposare e faccio una scappata in vetta al Madonnino su neve marcia. Tengo le ciaspole sino alla base della cresta poi seguendo il filo di cresta senza neve o le orme di chi mi ha preceduto arrivando in vetta senza difficoltà evitando utilizzo di piccozza e ramponi. Parecchia neve anche nella conca dei laghi di Valgoglio nonostante l’esposizione più soliva. |
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Salita semi invernale al Piz Olda (2516 m.) in Val Camonica il 9 maggio 2009 |
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Pensavamo di fare una ciaspolata ma giunti ai fienili di Musna dove parcheggiamo si è visto che la cresta ovest era per lo più sgombra da neve come la sud, si lasciano allora le ciaspole in macchina e la scelta sarà azzeccata anche perché la poca neve incontrata ci faceva sprofondare solo 10-15 cm Sono con Dario e Giovanni e proseguiamo lungo la sterrata per Malga Corti, dopo 300 metri prendiamo a sinistra per Malga Aret. Sulla destra parte un sentiero segnalato bianco rosso che si inoltra nel bosco di abeti, sale ripido fino a raggiungere una conca innevata, la si attraversa in direzione est fino a raggiungere la cresta ovest, la si rimonta su erba con qualche chiazza di neve, dai 2300mt la neve diventa continua, quindi si raggiunge la cima del Pizzo Olda, ottimo il panorama a 360 gradi, dal gruppo del Bernina , Baitone, Adamello , Orobie. Noto che qui la neve è meno rispetto alle Orobie, la discesa la effettuiamo dalla cresta sud ormai sgombra dalla neve,passando per malga Corti raggiungiamo la macchina |
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Salita da Carona in Valsambuzza al Passo di Publino e ascensione al Pizzo Zerna 2572 m ancora con tanta neve il 3 maggio 2009 |
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Terza uscita consecutiva, la più soddisfacente, soprattutto per le condizioni della neve veramente ottime almeno per la salita
Partenza da Carona alle 6.40, sino alla Baita Vecchia in Val Sambuzza.…non si pesta neve se non per piccole chiazze e alcuni resti di slavina.
Da qui la neve diventa continua visto che si prende il versante nord. |
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Oggi con Dario e Giovanni sono in Engadina. Parcheggiamo a Resgia, frazione di Zuoz, e prendiamo la strada per l’alpe Arpiglia. Usciti dal bosco prendiamo il costone tra radi e caratteristici larici secolari e pini cembri. La neve è marcia e si sprofonda nonostante le ciaspole, migliorerà solo dopo i 2350 m di quota. Raggiungiamo il P. Arpiglia e, dopo aver perso 50 m di quota, il P. Uter. Ritorniamo subito indietro a causa di un fastidioso vento e il sole che va e viene; ci fermiamo in un posto riparato per la pausa pranzo godendo del bel paesaggio. |
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Salita con neve fresca al Rif. Benigni 2222 m |
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Partenza dalla strada per il M. Avaro dalla curva degli Scioc, si inizia a trovare neve con una certa continuità dalla casera Valletto sia fresca che vecchia.
Quando si entra nel pianoro sotto il passo di Salmurano la neve fresca aumenta e si comincia a sprofondare, per fortuna davanti a me ho trovato Mauro di Bruntino che ha battuto la traccia sino al Benigni.
Il canale sotto al Benigni è ancora pieno di neve addolcendo la pendenza ma però si sprofonda sino a metà polpaccio.
All'uscita del canale metto le ciaspole sino in vetta (neve fresca circa 30 cm).
Panorama e giornata stupende.
Al ritorno neve marcia
Dislivello 815 m
Tempo di cammino impiegato circa 4 ore e 30
Km percorsi 9,716. |
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Salita con ciaspole alla Cima di Val Loga 3003 m il 25 aprile 2009 |
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Cima di ripiego poiché con Marco e Matu eravamo partiti per il P. Ferrè ma visto che siamo stati nella nebbia fitta sino alla cresta per la cima è già tanto che siamo arrivati sino a questa vetta.
Partenza con tempo incerto ma per un momento si vede il Tambò e questo ci fa ben sperare per il proseguo ma poi la nebbia avrà il sopravvento, neve fresca 15 - 30 cm si procede con le ciaspole facendo parecchia fatica ed incerti sul percorso, siamo i primi a batterla e la zona è nuova per tutti e tre.
Sosta prolungata in zona bivacco Cecchini(uscito un attimo e poi sparito) ci raggiungono alcuni sci alpinisti ma nessuno prosegue in un attimo di apertura si nota la cresta si punta a quella arrivati a quota 2900 le nebbie vanno e vengono, siamo troppo alti per il Ferrè, l'ora è tarda per proseguire si punta allora alla vicina cima.
Nel ritorno incontriamo altri escursionisti ma nessuno è andato oltre il bivacco.
Tempo percorrenza 6.41 circa lunghezza 11,74 Km Vedi il servizio di Marco Caccia |
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Escursione ad anello |
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Partenza per Carona e bella sorpresa durante il viaggio al’altezza del Bivio per Roncobello vedo che scende acqua dallo scolmatore del canale di gronda che collega il lago di Carona alla Centrale Enel di Bordogna formando una bella e fragorosa cascata, mi fermo e scatto alcune foto.
Oggi è la giornata di collaudo del regalo che mi sono fatto per il compleanno l’orologio GPS, sono curioso di vedere come và.
Il primo tratto di sentiero è privo di neve se non per l’attraversamento di una grossa slavina che è arrivata a circa 100 metri dal lago, quindi cammino con i soli scarponi sino a circa 1550 m dove la neve è diventata continua e la tenuta è parziale Qui calzo le ciaspole e proseguo nel bosco sino al lago Marcio ancora ricoperto di neve ma con qualche pozza di acqua in superficie, decido di attraversarlo ugualmente, visto che la neve si è fatta più compatta e spira un vento freddo che aiuta a tener dura la neve.
Arrivato al rifugio tolgo le ciaspole e proseguo verso il Farno, la neve tiene e quando inizia la parte ripida metto addirittura i ramponi che terrò sino in vetta.
Sono solo ho visto solo un guardiano delle dighe e in lontananza al Passo Laghi Gemelli due persone, la pace è assoluta ed il paesaggio e la giornata stupende.
Decido di tornare per la Val dei Frati facendo un bel giro ad anello.
Quasi subito metto le ciaspole visto che si comincia a sprofondare e passando sotto la bella cresta che divide il Farno dal Pradella giungo sino al Passo d’Aviasco dove scendo sino al lago dei Frati prima di rifocillarmi.
Riprendo il cammino ma la neve si fa sempre più marcia e pesante sia per l’ora sia per la perdita di quota, seguo le tracce degli sci alpinisti intenzionato di arrivare a Pagliari seguendo il sentiero estivo per il Calvi ma ad un certo punto mi trovo in difficoltà le tracce sono sparite di segni neanche l’ombra.
Dopo aver girovagato un po’ nel bosco quando ero quasi deciso di risalire per prendere un altro sentiero intravedo un segno del sentiero su di un albero che mi ha permesso di giungere a Pagliari senza grossi problemi e da li a Carona.
Bella gita tempo di cammino impiegato circa ore 6.30 distanza 19,6 Km |
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Oggi sono stato al M. Farno sopra i Gemelli. Sul tragitto in macchina poco prima dell'abitato di Fondra bella sorpresa poco sopra il bivio per Roncobello e poco prima dell'abitato di Fondra ho visto le cascate che si formano quando per servizio scaricano l'acqua dallo scolmatore ( in zona Porta delle Cornacchie) del canale di gronda che collega il lago di Carona alla Centrale Enel di Bordogna formando una bella e fragorosa cascata, mi fermo e scatto alcune foto... emozionante vedere l'acqua precipitare e sentirla scrosciare fin nel Brembo nella lunga ripidissima e spumeggiante discesa per un dislivello di circa 500 mt. con salti spettacolari! Peccato non riuscire ad inquadrarle nel loro insieme in tutta la loro altezza.
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Salita con ciaspole al M. Sasna 2229 m partendo da Nona |
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Oggi con Dario e Giovanni vogliamo salire al M. Sasna partendo da Nona frazione di Vilminore di Scalve.
Prendiamo la strada che porta verso le costruzioni a servizio delle miniere ora in uso ai GAC di Celadina.
La strada è attraversata da tre grosse slavine.
Giunto al rifugio mettiamo le ciaspole e saliamo sul pendio ripido sino a prendere la cresta che ci porterà sino alla due croci di vetta. La visuale su Tremila delle Orobie è stupenda , molta ancora la neve che si vede sui monti anche se i versanti ripidi ed esposti a sud si stanno pulendo. Scendiamo nel vallone sino all’alpeggi sottostante per poi rientrare con il sentiero 409 a Nona chiudendo una bella escursione ad anello
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Salita alla Corna dei Trenta Passi 1248 m partendo da Vello sulla sponda orientale del Lago d'Iseo il 4 aprile 09 |
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Approfitto della bella relazione trovata su internet sui sentieri del CAI di Marone nel sito |
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Salita al M. Triomen 2251 m. dai Piani dell'Avaro con ciaspole ramponi e picozza nell'ultimo tratto il 4 aprile 2009 |
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Cartina da Google |
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Partenza dai Piani dell’Avaro con le ciaspole ai piedi, la neve non è delle migliori si vede che questa notte il cielo è stato coperto come adesso.
Saliamo senza problemi sino alla bocchetta dove spogliamo le ciaspole e preso piccozza e ramponi saliamo la breve ma non banale cresta sino alla cima del Triomen.
Il Cielo si è un po’ aperto, vediamo in vetta al Ponteranica Occidentale alcuni sci alpinisti, una mezza intenzione di raggiungerli ci sarebbe ma desisto visto che la neve non è l’ideale. Scendiamo per il canale ovest per poi toccare anche la cima del M. Avaro prima di tornare a casa per l’ora di pranzo.
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Da Ornica-Val d'inferno salita al Pizzo Tre Signori (2554 m.) ancora con molta neve il 22 marzo 2009 |
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Oggi voglio salire al Tre Signori da Ornica una classica invernale, infatti alla partenza trovo il parcheggio quasi pieno ed una decina di sci alpinisti.
La temperatura è sotto zero e questo è buono per la neve che per ora è dura al punto giusto infatti userò le ciaspole solo dopo quel cucuzzolo in mezzo alla valle poco sotto la sfinge.
La valle è piena di neve e con parecchie slavine scese dai fianchi alcune imponenti.
Arrivato alla bocchetta d’inferno il vento è più intenso e da un po’ fastidio, arrivo con le ciaspole poco distante dalla vetta li le spoglio per calzare i ramponi e proseguire in sicurezza l’ultimo tratto.
Arrivo in vetta e nonostante la molta gente che sta per salire ora siamo solo in due in cima a goderci il panorama e scattare le foto ricordo, il vento gelido ci fa battere in ritirata penso sia una fortuna poiché non so come possa starci tutte le persone che stanno salendo.
Tempi di percorrenza dalle 5 alle 7 ore a secondo delle condizioni della neve difficoltà relative sino alla bocchetta per la vetta indispensabili picozza e ramponi. |
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Salita impegnativa al Pizzo Arera il 18 marzo 09 |
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Oggi sono con Mattia per salire all’Arera.
Parcheggiamo la macchina prima della slavina che ancora ostruisce la strada e da li proseguiamo il percorso su neve buona tanto che decidiamo di non portarci le ciaspole, decisione che rimpiangeremo in seguito.
Tutto tranquillo sino all’anticima, la giornata è splendida, qui togliamo dallo zaino piccozza e ramponi per percorrere il tratto delicato della salita e con calma percorro l’ultimo tratto visto che le gite di sabato e domenica hanno lasciato il segno nei miei muscoli le gambe sono indolenzite (il recupero non è più quello di un ventenne ormai).
Arrivato in cima siamo in compagnia di due sci alpinisti saliti dallo spallone sud, scambio di saluti foto di rito e sono subito di partenza.
Dopo un ulteriore sguardo verso le montagne che ci circondano abbiamo la malsana idea di scendere lungo il tracciato seguito dagli sci alpinisti, tutto bene sino nel vallone quando la neve ha cominciato a cedere sotto il nostro peso facendoci sprofondare sino a quando non abbiamo raggiunto il rifugio SABA e da li la traccia pestata. |
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Salita con ciaspole al Motto della Scala 2333 m in Valle Camonica il 28 febb. 09 |
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Il Motto della Scala è una delle nostre classiche gite invernali ideale per le ciaspole visto che i pendii non sono mai troppo ripidi, è privo di pericoli e si gode di un bel panorama sull’alta Valle Camonica e le Alpi Retiche.
Arrivati a Edolo si prosegue per il passo dell’Aprica, ma subito fuori l’abitato si prende una strada sulla destra con indicazione Baite Mola percorrendola sin dove l’innevamento lo consente, oggi ci fermiamo presto a quota 1050 m, solitamente si raggiunge il pianoro di Restone 1420 m, accorciando di circa un' ora il percorso.
Percorriamo la strada nel bosco sino al bello ed ampio piano delle Baite Mola.
La montagna è popolata anche da cervi , ma oggi non si vedono, penso per la grande quantità di neve presente.
Con un'ora di cammino lungo lo spallone si giunge tranquillamente sull’ampia cima a cavallo tra Valle Camonica e Valtellina.
Tempo di percorrenza con neve circa 3 ore e 30. |
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Apprendiamo una tragica notizia, che pubblichiamo perché possa servire a quanti salgono il Motto della Scala con la neve in modo che tengano presente il grave pericolo che nasconde sotto l'apparente assenza di pericolo valanghe e slavine.
http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/170605_il_superstite_mi_sono_salvato_nuotando_nella_neve_della_valanga/http://archiviostorico.corriere.it/2010/novembre/29/visti_sparire_sotto_valanga__co_7_101129029.shtml Un saluto, Grazie, sig. Alessandro, della preziosa comunicazione, esprimendole i nostri sentimenti di cordoglio per quanto accaduto a suo padre ed ai suoi due amici. |
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Salita con ciaspole e con...slavine!!! alla Cima Menna 2300 m il 22 febbraio 2009 |
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Oggi sono con Marco Caccia, amico e bravo fotografo, per salire Cima Menna passando non per Valle Carnera che si imbocca alla Grotta dell’orso, ma passando dal Chignolo d’Arale.
Attraversata la slavina scesa dalla Valle Carnera, proseguiamo lungo la strada che porta ad alcune baite con dei bei faggi secolari nelle vicinanze.
Raggiunta la cresta la seguiamo integralmente passando per il passo dell’Orso sino al Chignolo d’Arale cima con una grossa croce in prossimità del Bivacco MAGA.
Scesi al bivacco prendiamo lo spallone che ci porta in cresta e da li in vetta (l’ultimo tratto percorso senza ciaspole)
Tempo di percorrenza circa 3 ore. |
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Salita con ciaspole al M. Visolo 2369 m il 18 febbraio 2009 |
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Oggi sono con Dario, partenza da Bergamo con alcune nuvole in cielo nonostante le previsioni diano bel tempo.
Salendo in valle la situazione peggiora ma visto che sono basse confidiamo che siano nebbie e di riuscire ad arrivare sopra le nuvole.
Partiamo immersi nelle nebbie con neve buona e tracciata sino alla quota malga Cassinelli , li si comincia a sprofondare quindi calziamo le ciaspole e seguiamo le tracce degli sci alpinisti per sprofondare meno sino a quando il pendio diventa parecchio ripido allora preferisco abbandonare la traccia e bloccato le ciaspole le uso per gradinare la neve salendo dritto sino allo spallone alla base della piramide finale dove finalmente sbuchiamo fuori dalla nebbia.
In circa mezzora percorro la piramide finale, ammiro il panorama sempre superbo in presenza della Presolana e poi mi ricongiungo con Dario per immergermi nuovamente nella fitta nebbia che ci accompagnerà sino alla macchina |
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Faticosa salita con ciaspole al Rif Calvi passando dalla Baita Armentarga per troppa neve il 15 febbraio 2009 |
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Oggi decido per una gita tranquilla al rifugio Calvi ma non sarà così. Parcheggio la macchina davanti agli ultimi condomini di Carona e inizio a camminare alle 8. Tutto tranquillo sino all’imbocco della strada per Pagliari dove mi sbarra la strada una grossa slavina di fondo e li vicino un povero capriolo vittima della slavina infatti percorrendola si notano parecchi peli strappati alla povera bestia. Attraverso con cautela le slavine visto che non ho portato i ramponi (errore da non ripetere in inverno tenerli sempre nello zaino anche per gite ritenute semplici le sorprese sono sempre dietro l’angolo) e le temperature sono rigide alla macchina -6. Per giungere ai Dossi impiego circa un'ora di tribolazioni, ma non è finita perché c’è un alto pezzo slavinato da superare poi il cammino si fa più agevole e posso mettere le ciaspole. Il percorso è tracciato e si prosegue bene. Arrivato al lago del Prato altra sorpresa... il pendio sopra la strada non ha ancora scaricato infatti non c’è passato nessuno. Vedo davanti a me alcuni escursionisti che si dirigono verso la valle d’Armentarga, decido di seguirli ma di lì a poco li raggiungo e supero trovandomi senza nessuno davanti ma con la traccia di due ciaspolatori che sfrutto sino al Rif. Baita Armentarga dell’ANA di Bergamo. Qui per mia sfortuna le tracce proseguono lungo la valle ma dove andranno? Decido di proseguire per la mia meta la curiosità di vedere quanta neve c’è al Calvi è troppo forte. Questo mi costerà parecchio in termini di fatica e tempo in quanto il pezzo da tracciare nel bosco è a nord e la neve è farinosa la ciaspola affonda anche 30 cm. Arrivato sotto la diga la situazione migliora leggermente ma è sempre dura. Il paletto per la misurazione della neve vicino alla casa dei guardiani è sparito sarà per il prossimo quello è alto 5 metri di sicuro emerge. Arrivato sulla diga non seguo il solito sentiero ma mi porto dritto sopra cresta e alla casetta dell’ Enel con fuori il paletto misura neve 280 cm. |
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Scendo un pezzetto per prendere quella che sarebbe la strada per il Calvi ma vedo che qui si sprofonda parecchio e il pendio non ha ancora scaricato, decido allora di fare tutta la cresta sperando nella neve ventata che è più dura compensando così il maggior dislivello da compiere e così sarà.
Dalla cresta vedo anche un gruppo di escursionisti fermi in mezzo alla valle dell’ Armentarga, hanno seguito le tracce più comode ma non sono arrivati da nessuna parte.
Finalmente sono al rifugio Calvi dopo ben 4h15’ di cammino.
Impressionante la neve che c’è in giro, il paletto misura 280 cm, la baita nella piana del Calvi e praticamente sparita, spunta solo la parte finale del tetto. Mentre sto mangiando arriva un escursionista di S. Brigida che ha seguito la mia traccia (se mi raggiungeva prima avremmo diviso la fatica, pazienza). Quattro chiacchiere la foto di rito e prendo la via del ritorno dove in cresta incontrerò altri due escursionisti che mi ringraziano per aver loro tracciato il percorso. Bella gita in un ambiente favoloso che mi ha ripagato della fatica non prevista. |
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il 14 febbraio 2009
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Oggi escursione di tutto relax per festeggiare il ritorno alla montagna di Milo dopo aver avuto problemi fisici.
Partenza da Pasturo con destinazione il rifugio Pialleral sotto il Grignone con relativo pranzo. Visto che la salita è abbastanza breve dopo un primo tratto percorso insieme decido di allungare il passo per salire oltre ma promettendo di essere al rifugio per l’ora di pranzo.
Il percorso per il rifugio si svolge sulla strada quasi tutta innevata ma battuta con pendenze dolci.
Arrivato al rifugio proseguo lungo la traccia per il Grignone sino alla baita Comolli quasi completamente sommersa dalla neve.
Non posso fare a meno di guardare l’imponenza e la forza dalla valanga scesa domenica scorsa, per fortuna sfiorando solo la traccia di salita ed incanalandosi nel vallone sino nel bosco oltre 1000 metri più sotto.
Salgo ancora un poco ma poi visto l’orario rientro per stare in compagnia e festeggiare Dario che ieri aveva compiuto gli anni. |
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Ciaspolata al Piz Tri in Val Camonica 2308 m il 31 gennaio 09 |
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Oggi escursione in Valle Camonica al Piz Tri montagna sopra Malonno classica meta di sci alpinistii e ciaspolatori.
Arrivati a Malonno abbandoniamo la statale per salire in paese e poi seguendo i cartelli al la frazione Landò.
Proseguiamo lungo la strada sin dove la neve ce lo permette, li parcheggiamo la macchina e calziamo subito le ciaspole.
Quota di partenza circa 1080 m dopo poco incontriamo la frazione Lezza con chiesetta .
Proseguiamo sempre lungo la strada nel bosco prima di latifoglie e poi abeti che con pendenza regolare ci porterà sino alle baite Vent posizionate su un bel poggio con bella vista sulla Valle Camonica.
Qui ci immergiamo in una scura nebbia che per nostra fortuna ci abbandonerà di li a poco lasciando posto ad un bel sole caldo.
Attraversato un ampio pianoro prendiamo lo spallone finale che ci porterà in vetta senza difficoltà. |
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Ciaspolata al Torcola Vaga e dintorni il 25 gennaio 2009 |
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Oggi escursione veloce causa impegni pomeridiani, opto per la salita con ciaspole al Monte Torcola Vaga.
Parcheggio presso il pattinaggio di Piazzatorre e li prendo la strada che sale verso gli impianti di sci, il percorso è ben battuto visto che ci passano anche con le motoslitte.
Arrivato fuori dal bosco all’altezza della prima baita abbandono la strada e salgo sulla sinistra su pascoli coperti dall’abbondante neve sino al colle che mette in comunicazione col sentiero per Valleve.
Sul passo vi è un caratteristico capanno di caccia con vicino baitello in legno.
Seguo la ripida cresta con un punto abbastanza impegnativo e con parecchia fatica causa la neve ancora farinosa che mi fa sprofondare molto raggiungo la base della piramide del Pizzo Badile Brembano.
Qui desisto e ritorno sui miei passi non senza aver toccato la cima del M. Torcola Vaga. |
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Ciaspolata al Pizzo Baciamorti 2009 m e M. Sodadura 2010 m il 17 gennaio 2009 |
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Partenza da Quindicina con le ciaspole ai piedi, prendiamo il sentiero per il passo Baciamorti. Raggiunta una baita invece di puntare al passo saliamo il ripido pendio che ci porta a circa metà della cresta tra il pizzo e il passo Baciamorti (qui la neve è l’ideale per le ciaspole) e poi seguiamo l’ampia cresta sino alla vetta.
Foto di rito con la Madonnina e poi si scende alla Baita Cabretondo riparati dall’aria per rifocillarci.
Terminato lo spuntino visto che Dario (NB 76 anni) oggi è in forma si decide di salire anche al M. Sodadura.
Discesa dal pianoro della baita per un ripido costone togliendo le ciaspole per poi rimetterle sino alla base della cresta est del Sodadura che saliremo e scenderemo chi con ramponi e chi senza.
Peccato che le batterie della fotocamera mi hanno abbandonato proprio in vetta al Sodadura.
Ritorniamo sui nostri passi sino a sopra la bocchetta di Regadur, qui prendiamo il sentiero in cresta dei mughi che ci porterà prima al rifugio Gherardi e poi alla macchina. |
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Salita con ciaspole al M. Campioncino 2100 m e M. Campione 2174 m da Schilpario in Val di Scalve (10 genn. 09) |
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Oggi siamo tornati nella zona dei Campelli a Schilpario (è recente la salita al M. Gardena) per salire al M. Campioncino ma visto che l’appetito vien mangiando abbiamo fatto una scappatina anche al M. Campione. |
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Passeggiata sotto la neve sulla Ciclabile della Quisa e i colli tra Bergamo e Sombreno il 6 gennaio 2009 |
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Oggi non ho resistito al richiamo della neve e ho fatto una passeggiata fuori casa che avevo già fatto molte volte ma il fascino della neve che ricopre il bosco ha reso tutto incantato.
Molti altri hanno avuto la mia stessa idea visto che ho trovato parecchia gente, ragazzini con i bob, tre fondisti e persino una motoslitta.
Spero che le foto possano rendere l’idea del paesaggio da favola, la neve rende incantevole anche un bosco di pianura. |
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Salita con ciaspole al M. Timogno 2172 m il 3 gennaio 2009 |
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Oggi con Giovanni vogliamo salire al M.Timogno partendo dagli Spiazzi di Gromo.
Il cielo è grigio ma il meteo parla di nuvole basse speriamo solo di riuscire ad emergere sopra il mare di nuvole.
Partiamo con le ciaspole ai piedi e stiamo ai bordi delle pista di sci sino a quando la pista si divide in due rami.
Qui seguiamo sulla sinistra la traccia degli sci alpinisti che segue un sentiero nel bosco portandoci sopra il rifugio Vodala arrivo della seggiovia.
Bello il tratto nella pineta con gli alberi ancora ricoperti di neve.
Ora si prosegue nella nebbia e la visibilità è alquanto limitata per nostra fortuna la traccia degli sci è evidente.
Arrivati sulla cresta finale iniziano a filtrare i primi raggi di sole, per nostra fortuna le nuvole sono ad una quota di circa 2000 m
Bellissime le sensazioni che si provano in questi momenti , le montagne sembrano isole che emergono da un mare di nuvole, il sole e sempre caldo nonostante il termometro di Giovanni segni -2°C.
Veloce salita sulla cima principale a 2172m (qualcuno chiama Benfit sulla cartina sono segnati tutti e due come C. Timogno) e poi sosta con spuntino sulla prima cima 2099 m a goderci questo splendido spettacolo della natura. |
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