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Oggi decido per una gita tranquilla al rifugio Calvi ma non sarà così.
Parcheggio la macchina davanti agli ultimi condomini di Carona e inizio a camminare alle 8.
Tutto tranquillo sino all’imbocco della strada per Pagliari dove mi sbarra la strada una grossa slavina di fondo e li vicino un povero capriolo vittima della slavina infatti percorrendola si notano parecchi peli strappati alla povera bestia.
Attraverso con cautela le slavine visto che non ho portato i ramponi (errore da non ripetere in inverno tenerli sempre nello zaino anche per gite ritenute semplici le sorprese sono sempre dietro l’angolo) e le temperature sono rigide alla macchina -6.
Per giungere ai Dossi impiego circa un'ora di tribolazioni, ma non è finita perché c’è un alto pezzo slavinato da superare poi il cammino si fa più agevole e posso mettere le ciaspole.
Il percorso è tracciato e si prosegue bene Arrivato al lago del Prato altra sorpresa il pendio sopra la strada non ha ancora scaricato infatti non c’è passato nessuno.
Vedo davanti a me alcuni escursionisti che si dirigono vera la valle d’Armentarga decido di seguirli ma di lì a poco li raggiungo e supero trovandomi senza nessuno davanti ma con la traccia di due ciaspolatori che sfrutto sino al Rif. Baita Armentarga dell’ANA di Bergamo.
Qui per mia sfortuna le tracce proseguono lungo la valle ma dove andranno?
Decido di proseguire per la mia meta la curiosità di vedere quanta neve c’è al Calvi è troppo forte.
Questo mi costerà parecchio in termini di fatica e tempo in quanto il pezzo da tracciare nel bosco è a nord e la neve è farinosa la ciaspola affonda anche 30 cm. Arrivato sotto la diga la situazione migliora leggermente ma è sempre dura. Il paletto per la misurazione della neve vicino alla casa dei guardiani è sparito sarà per il prossimo quello è alto 5 metri di sicuro emerge. Arrivato sulla diga non seguo il solito sentiero ma mi porto dritto sopra cresta e alla casetta dell’ Enel con fuori il paletto misura neve 280 cm. Scendo un pezzetto per prendere quella che sarebbe la strada per il Calvi ma vedo che qui si sprofonda parecchio e il pendio non ha ancora scaricato, decido allora di fare tutta la cresta sperando nella neve ventata che è più dura compensando così il maggior dislivello da compiere e così sarà. Dalla cresta vedo anche un gruppo di escursionisti fermi in mezzo alla valle dell’ Armentarga, hanno seguito le tracce più comode ma non sono arrivati da nessuna parte. Finalmente sono al rifugio Calvi dopo ben 4h15’ di cammino. Impressionante la neve che c’è in giro, il paletto misura 280 cm, la baita nella piana del Calvi e praticamente sparita, spunta solo la parte finale del tetto. Mentre sto mangiando arriva un escursionista di S. Brigida che ha seguito la mia traccia (se mi raggiungeva prima avremmo diviso la fatica, pazienza). Quattro chiacchiere la foto di rito e prendo la via del ritorno dove in cresta incontrerò altri due escursionisti che mi ringraziano per aver loro tracciato il percorso. Bella gita in un ambiente favoloso che mi ha ripagato della fatica non prevista. |
Immagini totali: 30 | Ultimo aggiornamento: 2009.02.17 21:11:04 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |