Giovedì 1 dicembre 2016 in compagnia di Prisca e della sua cagnolina montagnina Stelina, vorrei ritornare in Arete Valegino, che ho salito già tre volte ma sempre in solitaria.
So che c’è neve in quota, e non sono sicuro se ce la faremo, salendo dal valloncello delle baite, visto che per poi salire in cresta di vetta si deve affrontare una ripida impegnativa salita.
Raggiunta in auto Cambremdo di Valleve e , oltrepassata la chiesetta, parcheggiamo l’auto sulla destra all’inizio della strada sterrata agrosilvopastorale con sbarra.
Su strada sterrata pianeggiante, seguendo le indicazioni del sent. 112, ma che poi non seguiremo, raggiungiamo la località Forno (1473 m), dove l’estate scorsa sono salito a trovare dei miei amici qui in vacanza.
Qui, conoscendo bene io il percorso, prendiamo il sentiero sulla destra (non il 112 sulla sinistra !) , attraversiamo il ruscello su un ponticello in ferro e cemento con molta cautela, perché ricoperto di neve ghiacciata, e saliamo il primo tratto di ripida sterrata fino a raggiungere una baita da poco costruita.
Proseguiamo quindi per il sentiero-mulattiera, inoltrandoci e salendo nella pineta, camminando accanto al corso del ruscello, facendo attenzione al ghiaccio presente.
In meno di un’oretta, superata Baita Piazzoli (1680 m) , siamo alla bella panoramicissima Baita Nuova (1759 m) dove la vista si allarga ad ovest verso la costiera dei monti sopra la conca degli impianti sciistici di San Simone, Pegherolo, Cavallo, Siltri, Pizzo Rotondo, Cima di Lemma e, a sud, verso l’Arete e il Valegino.
Da qui, in falsopiano, raggiungiamo in 10’ , seguendo il sentiero 201, la piccola graziosa Baita a quota 1792 m, dove, con piacere, incontro un mio amico, Dario, che ci accoglie calorosamente, sospendendo per un momento i lavori di ristrutturazione in corso ed offrendoci un buon thé caldo.
Da qui seguiamo la labile traccia per il ripido pratone sopra la baita in direzione del Valegino che vediamo di fronte a noi.
Seguendo il sentierino saliamo per il pascolo cosparso di larici fino a scorgere in alto e raggiungere la Baita del Buco (1936 m).
Dopo breve sosta proseguiamo ora su traccia di sentiero più visibile prendendo quota fino a raggiungere ed attraversare una radura pascoliva con recinti di pietre, mentre la neve inizia a ricoprire il terreno, fino ad un’altezza di circa 20 cm.
Proseguendo in decisa salita ad un certo punto deviamo a destra risalendo alla Baita Pianadei (2095 m).
Da lì proseguiamo ora su neve vergine, senza alcun segno di precedente passaggio, per risalire a vista su distesa di neve verso la sella in cresta tra Arete e Valegino.
In impegnativo traverso su neve dura con sottostante ghiaccio con attenzione ci portiamo alla base della ripida salita
alla selletta di cresta tra Arete e Valegino.
Calziamo ghette e soprattutto ramponi indispensabili per risalire a vista alla selletta, dato che la labile traccia di sentiero con la neve non è per nulla visibile.
La salita si presenta molto difficile, servirebbe la picozza che non abbiamo e Stelina, senza ramponcini, non ce la fa!
Oltretutto in cresta vediamo e sentiamo soffiare un forte freddo vento che solleva la neve, che a tratti soffia anche su di noi.
Non ce la sentiamo di proseguire, rinunciamo senza rincrescimento all’intenzione di salire in Valegino per poi scendere ad anello dal Monte Arete.
Decidiamo di ritornare sui nostri passi, ripassando dalle belle baite viste con breve variante ad anello.
Scendiamo quindi alla Baita Pianadei non dalla traccia di salita ma seguendo i dossi pascolivi tondeggianti ben innevati, calpestando la neve vergine ora ammorbidita dal sole alto del meriggio, godendo di un eccezionale spettacolo e panorama!
Alla Baita Pianadei che non offre spazio per sedersi, non sostiamo, preferiamo abbassarci alla Baita del Buco, dove possiamo sederci su una comoda panchina di legno, esposti al sole e al riparo dal vento freddo, a goderci un buon pranzetto al sacco.
Dopo prolungata sosta scendiamo ripercorrendo in senso inverso il percorso di salita.
Mentre il sole si abbassa dietro le montagne della conca di San Simone rientrati alla località Forno, attraversando facilmente il torrente sul ponticello, ora sgombro di beve, rientriamo al punto di partenza a Cambremdo di Valleve.
Contenti della bella escursione, ci riproponiamo di salire in Arete-Valegino in situazione migliore.