Sabato 17 dicembre 2016 io, Prisca e la sua cagnolina montagnina Stelina, ritorniamo, dopo soli 16 giorni, in zona Arete-Valegino per salirne e le cime, alle quali avevamo rinunciato il 1 dicembre 2016 per presenza di neve dura con sottostante ghiaccio nel tratto di ripida salita dal valloncello delle baite alla cresta Arete-Valegino.
Nello zaino abbiamo con noi ghette, ramponi e picozza.
Raggiunta in auto Cambremdo di Valleve, oltrepassata la chiesetta, parcheggiamo l’auto sullo slargo all’imbocco della strada sterrata agrosilvopastorale con sbarra per località Forno.
Su strada sterrata pianeggiante, seguendo le indicazioni del sent. 112, ma che poi non seguiremo, raggiungiamo la località Forno (1473 m), dove l’estate scorsa ero salito a trovare dei miei amici qui in vacanza.
Qui, conoscendo bene il percorso, prendiamo il sentiero sulla destra (non il 112 sulla sinistra !) , attraversiamo il ruscello su un ponticello in ferro e cemento con molta cautela, perché ricoperto di brina ghiacciata, e saliamo il primo tratto di ripida sterrata fino a raggiungere una baita da poco costruita.
Proseguiamo quindi per il sentiero-mulattiera, inoltrandoci e salendo nella pineta, camminando accanto al corso del ruscello, facendo attenzione al ghiaccio presente.
In meno di un’oretta, superata Baita Piazzoli (1680 m) , siamo alla bella panoramicissima Baita Nuova (1759 m) dove la vista si allarga ad ovest verso la costiera dei monti sopra la conca degli impianti sciistici di San Simone, Pegherolo, Cavallo, Siltri, Pizzo Rotondo, Cima di Lemma e, a nord-est, verso l’Arete e il Valegino.
Da qui, seguendo varie tracce saliamo anche a vista il ripido costolone erboso soprastante la Baita Nuova fino a raggiungere un grande barèck (recinto di pietre per mandrie) che superiamo.
Seguendo poi una visibile traccia superiamo uno dopo l’altro tre ripidi dossi in parte erbosi, in parte con presenza di larici e sottobosco di ginepro e rododendri fino a giungere a quota circa 2100 dove inizia la neve, che man mano saliamo aumenta di livello, mantenendosi abbastanza dura.
Calziamo quindi i ramponi con i quali affrontiamo il ripido tratto di salita in cresta, dove la pendenza si addolcisce, concedendo un percorso in falsopiano.
Raggiungiamo facilmente la vetta del Monte Arete (2227 m).
Di fronte a noi si staglia il concatenato Monte Valegino, la cui cresta sud di salita si presenta per buona parte innevata, ma con i tratti impervi su roccette sgombri di neve.
Percorsa la lunga ampia innevata facile cresta dell’Arete, discesi alla selletta che la unisce al Valegino, ne affrontiamo la ripida salita, risalendo all’inizio con attenzione alcuni erti dossi anche su roccette sgombre di neve , seguendo la visibile traccia.
Superate le roccette, il percorso di salita, mantenendosi ripido, continua su fondo di neve dura sulla quale i ramponi hanno buona presa.
Sotto di noi sul lato destro la valle di Foppolo con le sue piste di neve ‘sparata’ , i suoi monti, tra i quali, di fronte la dirimpettaia Cima Cadelle.
Il panorama ora mi si apre non solo verso il vallone di salita tra Arete e Valegino e verso la conca di San Simone, ma anche verso la sottostante conca di Foppolo.
Seguendo fedelmente la traccia a tratti ripida e salendo di dosso in dosso , di balza in balza, percorrendo la lunga cresta che prende man mano quota, attraversando a tratti accumuli di neve lievemente rammollita dal sole, raggiungiamo finalmente la cima del MONTE VALEGINO (2415 m) , dove la prima volta che ero salito , c’era una bella piccola croce, ora sparita !
Il panorama a 360° bellissimo spazia dalla lontana pianura alle Alpi Retiche, comprendendo l’ampio arco delle Alpi Orobie! Tra le più evidenti cime il sottostante Monte Arete, concatenato al Valegino da una lunga cresta che risalta biancheggiante di neve, a lato ad est la cima del vicino, dirimpettaio Cadelle (2483 m), salito due anni fa, e via via tantissime cime orobiche.
Consumato il pranzetto al sacco, ci attardiamo a fotografare e a goderci il panorama, cercando di riconoscere per nome il maggior numero di cime possibili !
Poi scendiamo con attenzione seguendo il percorso di salita in cresta e, giunti alla selletta, vista la difficoltà a scendere nel valloncello delle baite per compiere un percorso ad anello, procediamo risalendo brevemente verso il Monte Arete.
Intanto l’ora si fa tarda e avanza il tramonto che possiamo ammirare e godere mentre da cima Arete scendiamo per cresta cespugliosa e pratoni alla Baita Nuova, alla successiva Baita Piazzoli e, infine alla località Forno, da dove raggiungiamo la macchina.
Bellissima escursione, complice la tersa giornata dicembrina, non fredda come quella di 16 giorni prima, del 1 dicembre 2016, quando eravamo saliti alle baite del valloncello tra Arete e Valegino, rinunciando a proseguire in alto per neve ghiacciata e vento freddo in quota.
Allora ci eravamo ripromessi di salire in Arete-Valegino in situazione migliore e l’occasione è arrivata solo 16 giorni dopo, appunto il 17 dicembre 2016 !