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PAGLIARO
Pagliaro,
borgo antico della media Valle Serina, conserva, nell'antico presbiterio
della chiesa Parrocchiale del Corpus Domini, un vasto e multiforme
ciclo di affreschi quattrocenteschi, il più interessante
e originale tra i tanti che si possono ammirare in Valle Brembana
e uno dei più significativi in provincia di Bergamo.
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Pagliaro
fa parte, insieme ad Algua, Rigosa e Frerola, del Comune di
Algua; come parrocchia è agggregato a Bracca. Il borgo
sorge sul declivio soleggiato, lungo i pendii delle montagne
sulla destra orografica della Valle Serina, ad una altezza media
di circa 600 mt. sul livello del mare. Dista da Bergamo circa
27 km. Lo si
raggiunge percorrendo, da Bergamo, la strada della Valle Brembana,
deviando per la Val Serina; superato l'orrido, si prosegue fino
al bivio per Bracca (celebre per la sua fonte) e poi per una
breve salita vi si giunge, dopo aver superato Bracca. In alternativa
si può salire
da Ambria, passando per Spino e Bracca. In
una limpida giornata si può ammirare un bel panorama
sulla vallata.
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La
chiesa del Corpus Domini
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Zoom sul borgo di Pagliaro
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Il borgo sorge su radure, pianori, strappati un tempo alla montagna
con muretti a secco, nel bel mezzo di costoni scoscesi ('costa
dè spigol', ovvero spigolo roccioso e difficile, 'costa
del rat', liscia e ripida come il dorso di un topo), con ripidi
e folti boschi ai lati che scendono in impervie vallette, ('la
macla' o macchia di bosco) ed una grande pineta che scende fino
al laghetto di Algua, creata per la protezione delle sorgenti
dagli Acquedotti Civici di Bergamo, proprietari dagli anni '20
di tutta la zona delle sorgenti.
Il nome Pagliaro significherebbe, secondo una prima più
rigorosa interpretazione etimologica, antico borgo, castello,
fortificazione, tempio; secondo un'altra interpretazione, invece,
che si fonda su testi più recenti di Curia, deriverebbe
dal latino Palearum o Palearium, in dialetto 'Paer', significando
pagliaio o meglio luogo di foraggiamento degli animali da trasporto.
Entrambi i significati comunque sono legati alle caratteristiche
del borgo, costruito in pietra sugli speroni rocciosi della
montagna e borgo contadino, luogo di raccolta della paglia o
del foraggio per cavalli o muli da trasporto sulle mulattiere
che a Pagliaro si incrociavano.
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Presbiterio e cappelle laterali
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Ambone, mensa, coro e adside
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Pagliaro, borgo costruito sulle pietre con le pietre. Tante case
di rilevanza storica sono oggi scomparse sotto la calce, il cemento,
il colore.
Rimane, a testimoniare il passato, costruita in alto come a proteggere
il borgo, l'antica chiesa del Corpus Domini,
verso cui convergono le due contrade che compongono il paesello.
Qui arte e fede rimangono a testimoniare la storia di
una comunità, accentrata nell'edificio simbolo. E gli abitanti
vanno orgogliosi della loro chiesa.
La prima chiesetta originaria risale agli inizi del 1400 e rimase
fino al 1470 aggregata a Bracca, quando divenne autonoma.
Da allora la fabbrica della chiesa subì notevoli ridimensionamenti.
Nel 1494 la chiesa venne ampliata e quasi completamente
rifatta: l’asse dell’edificio fu ruotato di 180 gradi,
la piccola navata della chiesa originaria venne inglobata in quella
nuova e il vecchio presbiterio, completamente affrescato, divenne
una cappella laterale della nuova chiesa. In seguito la cappella
fu chiusa da un tavolato e divisa in due da un soppalco: il vano
inferiore fu adibito a ripostiglio e quello superiore divenne
l’anticamera del campanile.
Gli affreschi furono coperti da uno strato di intonaco e col tempo
si andò perdendo la memoria della loro presenza. Tornarono
alla luce dopo la visita pastorale del vescovo Bernareggi del
1946, a seguito di una serie di lavori che riportarono l’antico
presbiterio allo stato originario. Il ciclo, restaurato nel 1948
da Giovanni Frana, tornò così, malgrado la parziale
mutilazione dovuta alle aperture praticate in precedenza nel muro,
nelle condizioni iniziali.
Successivi restauri, finanziati dalla Provincia e dalla Parrocchia
ed eseguiti nel 1997 da Cristina Modina e Maria Laura Morelli,
sotto la direzione di Deanna Vernetti della Soprintendenza, hanno
ulteriormente consolidato e definito il ciclo che è ora
fruibile nel suo pieno splendore.
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Presbiterio attuale
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L'antico presbiterio tutto affrescato
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Gli affreschi della chiesa del Corpus Domini di Pagliaro
appartengono a due gruppi distinti: quelli che ricoprono la prima
cappella laterale destra, già presbiterio della chiesetta
originaria, e quelli, realizzati dopo l’ampliamento dell’edificio,
avvenuto alla fine del Quattrocento.
Affreschi
dell’antico presbiterio:
La
parete di destra è ricoperta da 14 riquadri di diversa
grandezza, raffiguranti scene della Vita di Cristo fino alla vigilia
della Passione.
La parete di sinistra illustra in 22 pannelli, alcuni dei quali
semicancellati, le scene della Vita di Cristo che vanno dalla
Passione all’Ascensione.
La parete centrale era decorata da un grande polittico danneggiato
dall’apertura di una finestra e dalla collocazione del battistero.
Rimangono i riquadri raffiguranti i Santi che facevano corona
al soggetto centrale (una Crocifissione): a destra, San Bernardino
e San Giovanni Battista; a sinistra, San Lorenzo e un Santo Vescovo.
Ai lati delle pareti sono situate una quindicina di figure e medaglioni
con i volti dei profeti.
Assai ricca e complessa la decorazione della volta, divisa in
otto vele da fregi iridati, raccordati all’apice dalla figura
di Cristo Pantocratore.
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Riquadro della natività
nell'antico presbiterio
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Riquadro del Battesimo di Gesù
nell'antico presbiterio
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L’insieme dei dipinti, comunemente attribuiti a Maffiolo
da Cazzano, che li dipinse attorno alla metà del Quattrocento,
lascia stupefatto il visitatore: la miriade di personaggi, ambienti
e atteggiamenti che si susseguono senza sosta, scena dopo scena,
con plastico realismo, costituisce un vero e proprio catechismo
per immagini, concepito a edificazione e monito per la piccola
comunità locale. Un catechismo semplice ed essenziale,
ma straordinario per l’immediatezza del messaggio e la ricchezza
degli spunti di riflessione che sapeva offrire ai fedeli di Pagliaro.
Occhi
che scrutano, occhi che parlano, occhi che invocano. E poi le
mani, aperte all'abbraccio, tese dall'ira, giunte nella preghiera.
È una pittura fatta di sguardi e di gesti, quella che ritroviamo
negli affreschi dell'antica chiesa del Corpus Domini a Pagliaro.
Una
pittura che affascina e commuove, per la sua freschezza, per la
sua semplicità. Ma soprattutto per quel gusto del narrare
che emerge ad ogni tratto, svelando il Mistero, raccontando il
divino agli uomini con il linguaggio degli uomini.
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Riquadro della Crocifissione
nell'antico presbiterio
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Riquadro della Resurrezione nell'antico
presbiterio
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Per ulteriori notizie sul borgo di Pagliaro: 'Pagliaro, una storia
raccontata nelle pietre', di Luigi Fagioli, Parrocchia di Pagliaro,
Carminati Stampatore, Almé (BG), 1990
- Per approfondire la conoscenza degli affreschi della Chiesa di Pagliaro
vedi la scheda informativa e valutativa di Luca Frigerio 'Pagliaro,
La chiesa del Corpus Domini' - Itinerario pubblicato su "Il
Segno" di gennaio 2000, visibile anche all'indirizzo
http://www.diocesi.milano.it/itinerari/pagliaro
- Di recentissima pubblicazione uno studio di Giancarlo Pugliese 'Elementi
di demografia storica relativi a una comunità rurale di montagna
nell'ultimo secolo della dominazione veneta (1698-1797): il caso Pagliaro',
su 'Quaderni Brembani', anno 2002, a cura del centro Culturale Valle
Brembana, dicembre 2002
- 'Pagliaro,
arte, fede e storia',
conseguente ad una ricerca pluridisciplinare (coordinata dal prof. Tarcisio
Bottani), realizzata dalle classi quarte dell'Istituto Turoldo di Zogno-Bg
e pubblicata nel giugno 2003.
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Si ringraziano, per il materiale e l'aiuto forniti, il prof Tarcisio
Bottani (http://www.culturabrembana.com/)
ed il restauratore Gritti Giambattista (http://www.ilrestauratore.info/)
- Per
visitare la chiesa del Corpus Domini e la cappella con gli affreschi
quattrocenteschi è bene accordarsi con il parroco, don Francesco,
telefonando al numero 0345.97029.
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