L’amico geologo Gabriele vuole ritornare in zona Chiareggio e stavolta, in mia compagnia, salire all’Alpe Ventina con i due rifugi e proseguire fino al ghiacciaio del Ventina..
Approfittiamo della giornata del 20 luglio prevista bellissima, come di fatto sarà !
Raggiunta , con 2.30 di viaggio in auto, Chiareggio, ultimo nucleo abitato raggiunto dalla strada del ramo occidentale della Valmalenco, parcheggiamo l’auto in zona alta dell’abitato e scegliamo di salire al Rif. Ventina passando non sul sentiero normale, ma percorrendo una variante passando dalla località Forbesina.
Attraversiamo prima una abetaia poi , poi un primo ponticello sul torrente Mallero, passiamo dalla località Forbesina, poi su altri ponticelli, attraversiamo di nuovo le acque del Mallero, per quindi proseguire su sentiero nel bosco di pini e larici, che poco lascia vedere.
Solo più in alto, agganciamo l’ampio sentiero normale, quando, usciamo dal bosco per attraversare una vasta pietraia, da cui finalmente abbiamo una vista sulla parte della Valmalenco con il caratteristico intaglio a V del passo del Muretto alle nostre spalle.
Ancora qualche metro e sbuchiamo al rosseggiante Rifugio Gerli-Porro, posto all'estremità settentrionale dell'Alpe Ventina (m1965, h 1.00).
Proseguendo in Alpe Ventina , raggiungiamo in pochi minuti il vicino Rifugio Ventina (1975 m), dove lo sguardo, oltrepassata la piana alluvionale, risale antiche morene per raggiungere infine il corpo glaciale del Ventina, a forma di falce di luna,
Dopo breve sosta al rifugio andiamo a percorrere il Sentiero Glaciologico Vittorio Sella, segnato da bolli blu e attrezzato con targhette riportanti la posizione della fronte del ghiacciaio nei vari momenti del secolo scorso.
Tenendoci sul versante orientale della valle, ignorata la deviazione per il Passo Ventina, ci addentriamo nel vallone semicircolare scavato dal ghiacciaio.
La cresta della morena sulla nostra sinistra, via via che procediamo, si alza sempre più, mostrandoci efficacemente lo spessore che il ghiacciaio aveva raggiunto nel momento di massima espansione della piccola età glaciale,
oggi purtroppo non più voluminoso come qualche decennio fa.
Giunti alla base di un gradino il sentiero glaciologico ci abbandona, costringendoci a proseguire lungo ripide tracce sassose.
Risalito il ripiano, ci troviamo davanti agli occhi la fronte del Ventina in tutta la sua imponenza.
Sostiamo per il pranzetto al sacco ed un po’ di relax a poca distanza della bocca del ghiacciaio, posizionandoci al centro della valle e della fronte glaciale per stare lontani dalle pareti laterali dalle quali potrebbero staccarsi massi .
Sopra di noi al centro il Pizzo Cassandra.
Ci raggiungono alcuni ragazzi belgi con i quali andiamo ad osservare da vicino la bocca del ghiacciaio dalla quale fuoriesce dai ghiacci scrosciante il torrente glaciale.
I ragazzi rientrano al rifugio, invece noi risaliamo la fronte glaciale, percorrendo un buon tratto di lingua , portandoci dai 2235 m della bocca a quota 2350, dove possiamo osservare meglio la lingua glaciale che risale con ampia curva in forte pendenza alla base delle pareti terminali del Pizzo Cassandra da un lato e del Disgrazia dall’altro.
Emozionante camminare sulla lingua del ghiacciaio, sugli sfasciumi pietrosi che ricoprono il ghiaccio sulla cui superficie scorre l’acqua disciolta dal caldo sole di luglio.
A tratti senti il gorgogliare di ruscelletti che scorrono poco sotto uno spessore più o meno alto di ghiaccio.
Giunti alla bocca del fronte glaciale coinvolgente lo spettacolo del torrente glaciale che fuoriesce tumultuoso da masse enormi di ghiaccio vivo dove si è fatto strada per uscire dal buio, godersi la luce del sole, ripulirsi dei detriti , discendere valli, percorrere pianure e sfociare nel mare.
Goduto con intensa emozione lo spettacolo della fronte glaciale, scendiamo , ripercorrendo il percorso di salita al Rif. Ventina, dove ci ristoriamo un pochino per poi proseguire nel cammino di rientro al parcheggio di partenza a Chiareggio.
Per una migliore comprensione del testo invito a osservare bene le fotografie.