Descrizione itinerario
Oggi 29 luglio 2016 quarta mia escursione oltre orobica-retica di quest’estate 2016 con l’amico geologo, Gabriele Ravasio, frequentatore di Alpi Retiche, seconda per Prisca e Sara e la cagnolina montagnina Stelina, prima per Riky .
Dal parcheggio raggiungiamo la casa dei guardiani della diga e saliamo per una rampa trasversale, appesa al muraglione della diga, fino ala sommità dello sbarramento.
Seguendo il cartello indicatore per Alpe Gembré e Bivacco Anghileri-Rusconi, proseguiamo a destra dell’invaso sulla stradina in parte scavata nella roccia.
Tralasciando poi a destra il tracciato principale per l’Alpe Val Poschiavina, percorriamo il sentiero che costeggia il lago.
L’aggiramento a destra di un costone roccioso ci comporta una discesa di una sessantina di metri, poi proseguiamo con lieve pendenza fino all’Alpe Gembré ( 2224 m).
Sopra l’alpe il sentiero segnalato volge verso E, supera un ripido pendio con diverse svolte e conduce sul ciglio di un largo pianoro, a circa 2400 m.
Proseguendo sempre verso E, superati alcuni dossi, avendo sul lato nord il ripido versante sud di Cima Fontana, arriviamo al Passo Confinale (2628 m) e al vicino soprastante Bivacco Anghileri-Rusconi (2654 m), dove facciamo breve sosta.
A sinistra del bivacco riprendiamo i segnali (bolli, ometti e paletti-cippi di legno numerati da 1 a 10) che, verso N, portano a superare facilmente una fascia rocciosa, poi proseguiamo fino ad entrare nella parte superiore dell´ampio vallone, dove, partendo da quota 2800, sono presenti diversi laghetti glaciali, nei quali il ghiaccio e la neve sono in fase di disgelo.
Gli specchi d’acqua offrono uno splendido spettacolo cromatico dai colori azzurro-blu intenso dell’acqua e bianco della neve ancora presente.
Raggiunta la sella oltre la quale fino ai primi anni del 2000 era adagiata la Vedretta del Pizzo Varuna, attraversiamo verso W su terreno morenico e su lunghe lingue di neve ancora abbastanza estese.
Seguendo sempre i segnali (ometti) risaliamo su sfasciumi e pietraie la cresta NE fino a raggiungere la vetta di Cima Fontana (3068 m).
Bellissimo il panorama a 360°, ma non pienamente godibile per la presenza di nubi e nebbie che coprono le alte cime circostanti.
Approfittiamo delle brevi aperture per osservare,da un punto molto panoramico poco oltre la vetta,sul ghiacciaio di Fellaria orientale.
Davanti a noi la sua parte terminale, che si presenta in alto in poderosa seraccata posizionata sull’alto di una grande alta parete rocciosa e che in basso, si distende e si allarga formando la fronte terminale e la bocca della vedretta di Fellaria, le cui acque alimentano un vasto lago glaciale.
Abbiamo la fortuna, data la calda giornata, di godere dello spettacolo di grandi blocchi di ghiaccio che cadono fragorosamente dalla parte alta facendo un salto sulla parte più bassa del ghiacciaio.
Ci godiamo per un bel po’ lo spettacolo, gustandoci un buon pranzetto di vetta e sorbendoci anche un goccio dello squisito genepì di Prisca.
Scendiamo poi, ripercorrendo in discesa il percorso di salita, mentre le nubi si diradano un pochino e ci lasciano vedere qualche panorama di più rispetto alla mattina.
Bellissima escursione, impegnativa soprattutto per il viaggio in auto per noi che proveniamo da Bergamo (5 ore tra andata e ritono) ed oltre ( e le ore diventano sei, otto per Prisca!).
Ci siamo goduti una panoramicissima retica Cima Fontana al confine italo-svizzero , tra Valmalenco e Val Poschiavo, con spettacolo di montagne, rocce, laghi, ghiacciai.