--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita con ciaspole al Bivacco Clusone in Presolana (28-29 dic. 08) |
|||
Finalmente abbiamo trovato l'occasione di vedere la Presolana da vicino. Ho dovuto guardarla bene nelle poche e brevi schiarite che il tempo ha concesso. Siamo saliti dal passo della Presolana, entrando ben presto in un rado bosco. Sugli abeti ancora qualche residuo delle nevicate dei giorni precedenti. Mentre le nuvole si facevano sempre più minacciose e velavano le imponenti pareti sud della Presolana abbiamo raggiunto la malga Cassinelli poco dopo la quale abbiamo potuto godere delle schiarite di cui sopra che hanno reso nitida la visione sulla regina delle orobie. Ci siamo quindi inoltrati nella valle dell'ombra. Una fitta nebbia ci ha accompagnato. Senza vedere più alcunchè, siamo giunti, seguendo la traccia presente, fino al bivacco Città di Clusone, dove abbiamo pernottato ben coperti e riparati da un freddo pungente. Al mattino il tempo è leggermente migliorato, ma complice la pigrizia e l'esser rimasti per tante ore nello scatolino-bivacco, siam tornati alla macchina senza salire al Corzene come ci eravamo prefissati... sarà per la prossima volta. |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita in Resegone da Fuipiano lungo la Costa del Pallio ammantata di neve nella splendida giornata del 23 dicembre 08 |
|||
E' da tempo che sono deciso a salire il Resegone con la neve ed oggi sembra proprio il giorno giusto. La località di partenza è insolita: Fuipiano. In questo modo posso facilmente raggiungere la dorsale della Costa del Pallio dalla quale la vista spazia su buona parte delle cime orobiche e su quelle della Valsassina. In salita tra il rado bosco mi accompagna un'ampia nuvola che copre esattamente tutta la valle; nemmeno il forte vento sembra in grado di spostarla. Giunto in cima, non mi resta che pazientare solo qualche minuto che, come d'incanto, la nuvola si dissolve e lascia spazio ad un bel sole. Il panorama è ampio ed estremamente limpido: il Monte Rosa sembra a portata di mano! Dinnanzi a me l'inconfondibile sagoma del Resegone, poco dietro il panettone del monte Cucco che salgo in breve tempo. Mi rimetto in cammino attraversando un deserto di bianche dune fino a giungere al passo del Pallio sotto il quale sorge il rifugio-agriturismo Tironi-Consoli. Potrei fermarmi qui e sarebbe già una bellissima gita, invece decido ovviamente di continuare infilandomi nel bosco prima, e sul ripido pendio del Resegone poi. Con fatica raggiungo una sella tra i suoi torrioni e mi si apre la vista sulla pianura. Il tempo di ammirare gli splendidi scenari creati dalla neve e sono poi al rifugio Azzoni e alla croce di Vetta. Resterei qui per ore, ma un forte vento e l'orario mi fanno tornare. La strada del ritorno è la stessa ma stavolta le bianche dune e le cime circostanti sono colorate dal tramonto. |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Ciaspolata al Pizzo Formico da Barzizza di Gandino (4 dicemnbre 08) |
|||
Giovedì sveglia antelucana, si va al Pizzo Formìco (1765 m), cima principale della più estesa conca del Farno posta in posizione estremamente panoramica sull'intera val Seriana. Le condizioni della neve sono perfette, l'ambiente risente ancora delle abbondanti nevicate di inizio settimana, giornata ideale per una bella passeggiata e per scattare foto. Non potevo non approfittarne..
Da Barzizza di Gandino imbocco la strada asfaltata che percorro fino a circa 900 m laddove inizia una liscia lingua di ghiaccio. Mi incammino, ciaspole ai piedi, su a caso per i pendii, tenendo d'occhio il sole che comincia a colorare il cielo e i monti circostanti. La visione su Alben e Arera è favolosa. La neve è soffice e ha ricoperto ogni cosa le sia capitato di trovare. Numerose sono le baite e le case sparse qua e là che si godono questa giornata soleggiata. Gli abeti sono qualcosa di eccezionale, tutti ben coperti paiono vivere e accompagnarmi nella mia progressione verso la meta. Talvolta, mediante il fruscio della neve che cade dai loro rami, sembrano parlarmi. Alcuni sono sentinelle solitarie, molti altri sono riuniti in plotoni che perlustrano e sorvegliano i dolci pendii del Pizzo Formìco. Raggiunto il crinale è bellissima la vista sulla sottostante val di Scalve, totalmente imbiancata. I rami degli alberi caduchi con le loro bianche pennellate completano il quadro. Mi godo la vista a fianco dell'enorme croce ghiacciata dalla quale, talvolta, si staccano pezzi di ghiaccio. Completo il giro della conca con vista sulla sottostante pista di sci fondo e sulla solitaria mole del monte Guglielmo, laggiù oltre il lago d'Iseo. Mentre il cielo si fa velato e assume i colori tipici di un pomeriggio invernale, torno a scendere verso l'auto contento di questa bianchissima splendida giornata! |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita al Passo della Manina e Monte Pizzol con freddo, neve, vento! (22 novembre 08) |
|||
Parto da casa ammirando un'alba stupenda, arrivo a Lizzola sotto una fresca nevicata. Un sottile manto di neve avvolge tutto quanto mi circonda, i fiocchi mi cadono dritti dritti negli occhi. Sarà forse per questo che sbaglio strada. Tornato sui miei passi, riprendo a salire per un sentiero secondario che porta al passo della Manina. Il sole non si fa vedere, il freddo è pungente e il vento alza nubi di neve gelida. Il panorama, pur non essendo assolato, è molto caratteristico: la spruzzata di neve anche a quote relativamente basse, rende il paesaggio quantomeno anomalo.
La chiesetta al passo della Manina è in ottima posizione, sovrastata dalle imponenti pareti dei pizzi Coca e Redorta. E' una manna inoltre per chi volesse rifugiarvisi a riparo da vento e neve.
Decido di proseguire almeno alla volta del primo monte che si innalza verso Sud-Est, il Pizzol credo. Salgo in cresta su mezzo metro abbondante di neve e facendo slalom tra i numerosi arbusti. La vista spazia dalla valle di Colere fino alla Presolana.
Resto ad ammirare ancora una volta il curioso panorama e dopo un piccolo spuntino, scendo rapidamente verso il passo della Manina e nuovamente a Lizzola. |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita alla Grigna sett. per la cresta di Piancaformia e discesa dal Rif. Bietti e alla porta di Prada (dom 16/11/08) |
|||
Parto di buon'ora da casa alla volta di Esino Lario, località Cainallo. L'intenzione è quella di salire al mitico Rifugio Brioschi sul Grignone da est per la via normale. Ma si sa, l'appetito vien mangiando e, complice la limpidissima giornata, decido di seguire alcuni signori un po' in là con l'età sulla cresta di Piancaformia. Non sembrando particolarmente attrezzati ho pensato che non ci fossero problemi nemmeno per me.
Mi attardo a scattare qualche foto mentre la compagnia va avanti. Nel frattempo giungono sul sentiero anche due ragazzi ai quali mi accodo. Sembrano sapere il fatto loro. Siamo a quota 1900 circa, la neve è da poco iniziata e il tratto di cresta si fa più aguzzo e assolato. Il panorama è incredibile spaziando dal Monviso, Monte Rosa, Alpi Svizzere, Lago di Lecco, Legnone, Alpi Retiche, Orobie, Pianura Padana e Appennini!
Mentre la compagnia iniziale abbandona la via di cresta, coi due ragazzi procediamo per la cresta con l'intento di compiere integralmente la cresta. Cosa che, scoprirò, comporta di superare alcuni brevi passaggi su roccette ghiacciate. Con qualche patema avanzo arrivando, dopo circa un'ulteriore ora e mezza, in vetta entusiasta della inaspettata salita. Foto ricordo alla croce ghiacciata e alla cresta innevata che porta alla Grignetta. Nonostante sulla sommità non ci sia molto spazio, l'aria che si respira al rifugio Brioschi è sempre unica. E' un rifugio storico per gli alpinisti lecchesi e milanesi che rimane aperto tutti i giorni dell'anno. Anche il ritorno mi riserva un itinerario e un compagno inaspettato: scendiamo con qualche tratto attrezzato il ripido canale che porta al rifugio Bietti (attualmente in ristrutturazione da parte dei volontari di Mandello). Un sentiero con qualche saliscendi di troppo ci porta alla Porta di Prada, fantastica opera di architettura naturale giusto in tempo per ammirare un altro sorprendente tramonto.. |
|||
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita al Monte Muggio (dom 9/11/08) |
|||
Il Monte Muggio è un eccezionale balcone panoramico situato tra la Valsassina ed il lago di Como; a Nord è affacciato sul monte Legnone, mentre a sud è rivolto verso la Grigna Settentrionale. Si capisce pertanto come, pur non essendo molto alto ("solo" 1799 metri) sia un punto d'osservazione privilegiato su gran parte del territorio prealpino. La sua sommità è raggiungibile senza particolari patemi partendo dall'Alpe Giumello posta a 1550 metri circa ed è, tra l'altro, classica meta di coloro che amano il parapendio.
Dall'Alpe Giumello ci scaldiamo con un'iniziale giretto su una piana sterrata prima e su un soffice sentiero poi, tra nuvole girovaghe e squarci di azzurro. Facciamo anche una piccola deviazione nel bel bosco di faggi poco sotto la cima. Cominciamo quindi a salire il dolce pendio del monte Muggio, raggiungendone in breve tempo la vetta che più vetta non si può (vedi foto!). Nonostante il tempo non eccessivamente bello è stato piacevole lasciarsi prendere dall'ampia vista e dimenticare il tempo che passa sdraiati sulla soffice erba del Muggio e della sua anticima orientale dalla quale si gode una vista ancor più mozzafiato a picco sul lago di Como. Colti dal tramonto ci apprestiamo a scendere per gustarci delle squisite castagne con panna al "rifugio" Capanna Vittoria. |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Val Codera, stretta valle incontaminata tra le Alpi Retiche occidentali (12 ottobre 08) |
|||
Faccio fatica a tenere i ritmi che la frenetica vita quotidiana mi propone. Per fortuna ci sono luoghi in cui rifugiarsi, la loro calma è quasi un antidoto. La montagna ne offre parecchi. Uno tra i miei preferiti è senz'altro la Val Codera, stretta valle incontaminata tra le Alpi Retiche occidentali. Nessuna strada l'ha ancora rovinata ed il tempo sembra essersi fermato. Questa domenica, unendo l'utile al dilettevole, mi sono recato lì a prender castagne (ce n'è per tutti, la Val Codera è generosa), passando una bella giornata in famiglia.
Il sentiero si diparte piuttosto ripido dalla parte alta dell'abitato di Novate Mezzola alternando tratti in boschi di robinie e castagni a tratti panoramici con una splendida vista sul lago di Mezzola e la bassa val Chiavenna. E' raro non incontrare nessuno, più spesso ci si inerpica in compagnia di gruppi di amici e famigliole felici. Non è infrequente incontrare qualche scout. Non curandosi della fatica, si giunge alle prime case, quelle di Avedè, che preannunciano quel che più avanti sarà. Ancora qualche passo e la vista si apre sull'abitato di Codera e le montagne che le fanno da cornice: la salita si può considerare terminata. Ci separa dalla meta solo un, seppur non breve, tratto. Per lo più in piano. Si passa sotto a un serpente di gallerie che protegge da sassi instabili.
Dopo quasi due ore di cammino dalla partenza appare la chiesa di Codera e, se la giornata è bella, si odono voci amiche: sono gli escursionisti che si riposano in piazza o si rifocillano all'accogliente Locanda di Codera. La Locanda è gestita in modo spartano ma cortese ed in stile alpino dal gruppo di volontari "Amici della Val Codera". Un esempio? L'acqua è quella della fontana e non la paghi. I prezzi sono molto contenuti.
Potrei scrivere a lungo della bella atmosfera che si respira a Codera, ma mi limiterò a dire che in tutte le cinque occasioni in cui sono venuto c'è sempre stato qualcosa o qualcuno che mi ha stupito per la sua genuinità.
In breve tempo, la gente che affolla il paesino, come è arrivata, silenziosamente si ritira, se si ha il privilegio di poter rimanere più tempo si potrà godere la tranquillità che questo posto sa offrire.
Un'alternativa per il ritorno è il sentiero che passa sull'altra sponda della valle attraversando le case di Cii. A questo punto è possibile continuare fino a Verceia sul "Tracciolino", sentiero panoramicissimo scavato nella roccia, vera opera di ingegneria! Una seconda possibilità è quella di scendere nuovamente a Novate passando da S. Giorgio, un'altra perla della Val Codera. Io ho fatto quest'ultima facendo anche un salto alle case di Cola poste a 1000 m su un balcone panoramico. Se si è fortunati, come sono stato io, si incontrerà una famigliola (nonni, figlio e nipote) che in silenzio sul proprio terrazzino, si gode una vista su lago e valle che lascia a bocca aperta. Nell'aria lo scampanellìo di un gruppetto di pecore; sul tavolo un cesto pieno di castagne... proprio come doveva essere una volta... |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita al Rifugio Curò e in Val Malgina il 7 ottobre 08 |
|||
Martedì, dispiaciuto per essermi perso il tempo splendido del fine settimana, sono partito di buon ora alla volta di Valbondione con l'obiettivo di raggiungere il rifugio Curò, salire la cima più alta della valle, il Diavolo della Malgina, pernottare nel locale invernale e tornare il giorno successivo.
Purtroppo, per vari motivi, sono riuscito a fare solo parte del programma. Niente salita e niente dormita tra i monti silenziosi.
Quando la montagna vuole, riesce perfettamente a difendersi dagli intrusi. Così, è bastato un nonnulla che il sole del mattino venisse coperto da fitte nubi. 20 cm di neve a 2300 metrie la non perfetta conoscenza della zona sono stati ulteriori fattori che mi han fatto desistere dalla salita. Se si aggiunge il fatto che sono riuscito pure a beccare uno dei 360 giorni all'anno in cui le cascate del Serio non sono visibili, la gita potrebbe sembrare una disfatta.. e invece no!
E' stata comunque una bella escursione: il sole del mattino ha permesso di ammirare lo splendido lago di Barbellino e anche il resto della gita non è stato malaccio. Ma veniamo alla descrizione vera e propria.
Lascio l'auto nei pressi del sentiero per Maslana che raggiungo dopo un breve tratto non segnato nel bosco. E' una frazioncina molto carina tra i faggi che cominciano a colorarsi d'autunno; poco distante ho modo di ammirare una curiosa casetta costruita utilizzando un enorme masso come tetto. Attraversato il fiume su un ponte in pietra, svoltando a sinistra, si inizia a salire prima lievemente, poi decisamente con più fatica lungo il "sentiero delle cascate" fino ad arrivare a ridosso di verticali pareti da costeggiare fino a sbucare al rifugio Uleb, poco distante dal più famoso rifugio Curò.
La vista sul lago artificiale del Barbellino è mozzafiato: il suo colore è unico nelle orobie. Molto panoramica è la stradina che lo costeggia. Facendo attenzione ai tratti ghiacciati, tengo lo sguardo fisso all'azzurro zaffiro che ad ogni passo sembra cambiare forma.
Salutato il lago, proseguo ancora qualche centinaia di metri prima di imboccare il sentiero che sale in val Malgina a fianco di un torrente che deriva dall'omonimo lago. Con una discreta andatura riesco a raggiungerlo proprio prima di salutare definitivamente il sole. Dal lago la salita al Diavolo di Malgina prevede che ci si avventuri per un ripido pendio, che, però, abbondantemente innevato e terminante in una fitta nebbia, mi fa desistere e cambiare programma, giungendo al lago Gelt che è ovviamente gelato.
Torno quindi sui miei passi e in meno di un'ora sono al rifugio Barbellino che si affaccia sul lago di Barbellino naturale dove riesco a catturare ancora un pallido sole.
Tutto sommato il mio bel giro me lo sono fatto, sto camminando da sette ore, posso tornare all'auto per la più comoda e panoramica (quando non c'è nebbia) sterrata che dal Curò in un'ora e mezza porta a Valbondione. |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita settembrina da Ca' San Marco al Verrobbio, Colombarolo, Ponteranica e Valletto (28 sett. 08) |
|||
Questa domenica ho deciso di approfondire la conoscenza della zona del gruppo del Ponteranica, avendola visitata in un paio di occasioni solamente di sfuggita. Sono deciso a fare un giro ad anello, concatenando alcuni monti di media difficoltà, scendendo in Valtellina per poi tornare dal versante bergamasco. Mi aiuto prendendo spunto da due itinerari descritti nel libro (consigliato!) di Alessio Pezzotta sui 2000 bergamaschi.
Il sentiero iniziale si snoda leggero sul filo di cresta (per lo più facile) fino alla dolce sommità del monte Verrobbio. Da qui c'è una buona visuale sulla meta successiva: il Colombarolo. Visibili dall'alto sono anche i resti delle trincee della Grande Guerra al passo di Verrobbio. Mi concedo una breve sosta al laghetto omonimo per poi risalire un costone roccioso costellato da piccoli laghetti naturali fino alla vetta del Colombarolo. Il tempo, fino a qui bello, si fa d'improvviso nuvoloso, non permettendomi di godere nemmeno della vista sui sottostanti laghi di Ponteranica. Il versante valtellinese è invece più libero. Con attenzione, continuo in cresta tra fresco e nebbia fino al Ponteranica orientale e un po' oltre. Inutile procedere fino alla vetta centrale, meglio scendere al vicino lago di Pescegallo che col suo blu intenso risalta al sole. Inizia quindi una rapida e divertente discesa tra neve prima e sassi e arbusti in veste pre-autunnale poi. L'alta valle Bomina (credo) si presenta molto colorata e ricca di acqua e pini che si ergono solitari nell'azzurro cielo. Ricarico le pile con una breve sosta al lago. Mi incammino quindi alla volta del passo di Salmurano tra erbe rossicce, pietraie e neve. Giunto nuovamente in cresta e salutato definitivamente il sole, mi dirigo verso la severa costa del Valletto, che vinco, però, con meno difficoltà del previsto. Non è il panorama (nebbioso) che mi ha spinto a salire fino a qui, ma semplicemente la voglia di concludere l'itinerario programmato. Scendo quindi per il pendio erboso deciso a tornare all'auto nel minor tempo possibile. C'è ancora il tempo per un incontro con un camoscio fischiante e per una breve sosta nel pianoro delle Acque Nere prima che i 200 metri di salita finale mettano a dura prova le mie gambe già provate dal discreto giro effettuato. |
|||
Panoramica dal Colombarolo (2309 m.) - 28 settembre 08 |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Ascensione al Breithorn (4166 m.) sopra Cervinia il 20-21 sett. 2008 |
|||
E' finalmente arrivato il momento di affrontare il mio secondo 4000 (il primo in totale autonomia). L'obiettivo è la vetta del Breithorn occidentale, cima non tecnicamente difficile, ma pur sempre impegnativa per la quota. Partiamo dalla rinomata e rovinata vallata di Cervinia, costellata dalle stazioni di arrivo della funivia. Per fortuna in questo periodo è chiusa, quindi non incontreremo molta gente. L'iniziale salita si svolge su una lunga e quasi noiosa carrareccia. Davanti a noi si erge imponente sua maestà, il Cervino. A 3000 m compare anche la prima neve. Lo sforzo per arrivare allo scollinamento viene ripagato da una vista mozzafiato sulle Alpi e i ghiacciai svizzeri. Peccato solo per le piste di Zermatt che solcano gran parte del ghiacciaio davanti a noi. Ben presto siamo ai 3450 m del rifugio Guide del Cervino dove pernotteremo.
Dopo una notte quasi insonne per via della quota, ma anche del consueto pensare all'indomani, partiamo all'alba per "attaccare" la vetta. Il freddo è pungente, siamo coperti a puntino. Legati procediamo, evitando qualche sciatore particolarmente mattiniero, fino al colle del Breithorn dove finalmente possiamo gustarci del tutto la neve immacolata. Siamo gli unici in giro. Davanti a noi si para il grande panettone del Breithorn e la traccia si fa ripida. Con non poca fatica ma anche con un discreto ritmo giungiamo in vetta. Il panorama è indescrivibile: nuvole allagano le valli, i ghiacciai distendono le loro vaste lingue. La vista va dal monte Bianco, al vicino Cervino, fino al massiccio del monte Rosa.
Più in basso una marea di cordate (per lo più svizzere e francesi) sono puntini che vengono in nostra direzione. Sembra che sia arrivato l'autobus e in effetti è quasi così: la funivia svizzera arriva quasi a 3900 m. Soddisfatti e un pizzico stanchi, non ci resta che affrontare i 2200 m di dislivello che ci separano dall'auto. |
|||
Panoramica dalla vetta del Breithorn (4166 m.) - 21 settembre 08 |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Domenica, non recandomi in montagna da ormai quasi tre mesi, abbiam deciso di fare una tranquilla ma piacevole escursione nella zona della val d'Intelvi (Co), tra lago di Como e lago di Lugano. Nonostante le previsioni fossero pessime e impegni cestistici incombevano in serata, non ci siamo scoraggiati e siam partiti ugualmente.
La zona è molto verde e a vasti boschi di faggi si accompagnano immensi paascoli erbosi. Il monte di Tremezzo (1700 m) e il monte Crocione (1641), nostre mete, sono le cime più alte, per nulla impegnative ma molto panoramiche (se solo ci fosse stato un minimo di bel tempo!).
Lungo il percorso, oltre a tanta sana acqua, e nebbie girovaghe, abbiamo incontrato numerose mucche libere di vagabondare per il territorio.
Interessante è inoltre il tratto della "Linea Cadorna" che passa di qui, attraversando a mezza costa il monte di Tremezzo |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salita al Rif. Casati (2362 m.) e al Cevedale (3769 m.) - 21-22 giugno 08 - ...lasciamo parlare le immagini! |
|||
Panoramica dal ghiacciaio del Cevedale - 22 giugno 08 |
|||
Dalla vetta del Cevedale - 22 giugno08 |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Splendida salita al Rif. Gherardi e all'Aralalta-Baciamorti (2 marzo 08) |
|||
Abitando in pianura e programmando prima le gite, non posso spesso permettermi di decidere di partire in base al tempo. Capita quindi di imbattersi nel brutto tempo. Ma questa volta non è stato così: non potevamo scegliere giornata migliore per salire al rifugio Gherardi prima, all'Aralalta e Baciamorti poi. Temperature estive, neve quanto basta hanno reso l'escursione ancora più piacevole.
Lasciata l'auto a lato della strada ci siamo incamminati verso l'affollato rifugio Gherardi, raggiunto piuttosto in fretta. Abbiamo proseguito in direzione della bocchetta di Regadur laddove il panorama ci si è presentato a 360°. Ben visibili molte cime orobiche: dai più vicini Sodadura, Zuccone Campelli, Cancervo, Pizzo dei Tre Signori, fino ai più lontani Diavolo e Diavolino, Arera, Alben, Presolana. Abbiamo scorto ben nitidi anche Disgrazia, Bernina, Badile, Grigne, Resegone, Alpi svizzere ed Appennini! Siamo giunti in vetta al Baciamorti inisieme a parecchi altri escursionisti. Una piacevole sosta abbondante e poi giù verso il passo di Baciamorti e poi a recuperare l'auto.. |
|||
Dal Pizzo Baciamorti panoramica su vallate e montagne |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Invernale al Rif. Laghi Gemelli (10 febbraio 08) |
|||
...alla fine sono andato ai Laghi Gemelli, ma solo in giornata. Giornata fin troppo bella, senza nemmeno una nuvola (che qualche volta fa comodo per le foto). Neve molto alta (1 m.) ma traccia già ben presente. Ho ugualmente dato un'occhiata al locale invernale (che si trova dall'altra parte della diga) e devo dire che è molto attrezzato... ha addirittura la luce e il riscaldamento, un lusso per un bivacco di montagna!
|
|||
Passaggio sul Lago Marcio ghiacciato |
|||
Panoramica invernale al Rif. Laghi Gemelli |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Panoramica verso il monte Due Mani in primo piano e le Grigne oltre (gennaio 08) |
|||
Le Grigne e il monte Due Mani |
|||
Dal Monte Barrro panoramica verso Lecco e i suoi monti |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
Salendo da Carona a Pagliari con la neve...emozioni! (gennaio 2008) |
|||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- | |||