In questa escursione seguiamo il percorso da Vedeseta.
In compagnia di Susi, della figlia Noelle, che per la prima volta viene con noi, e dell’immancabile amica montagnina a quattro zampe Nika, ritorno , dopo 14 anni, a rivedere le spettacolari ‘Sorgenti dell’Enna’ in Val Taleggio, partendo da Vedeseta.
Raggiunta in auto Vedeseta, parcheggiata l’auto nella piazza del Comune vicino alla chiesa, imbocchiamo in discesa la storica ‘Scala di Vedeseta’ , seguendo le indicazioni per la ‘Sorgente Enna ‘, con indicata un’ora e mezza di cammino.
La ‘Scalinata’-mulattiera , acciottolata, stretta tra le abitazioni, scende nei prati da sfalcio, dove incontriamo, ad una cascina, simpatici asinelli.
Curvando a destra, entrati nel bosco, guadiamo facilmente il torrente Casere con accanto pendii terrazzati con muri a secco, diffusi un tempo per la coltivazione del grano.
Poco oltre una tipica baita valtaleggina con tetto a ‘piode’ in disuso si trova una antica fontana alimentata da fresca acqua sorgiva, che Nika beve per dissetarsi.
Superate poi altre due baite-stalle tipiche valtaleggine, attraversiamo il bosco , noto col nome di Passione, dove si vedono affioramenti di rocce dalle caratteristiche stratificazioni geologiche inclinate.
Prima in saliscendi , poi in discesa ci abbassiamo di quota, nel bosco di prevalente carpine nero e faggio, verso il Torrente Enna fino ad immetterci nel tracciato che proviene dal Ponte della Lavina.
Proseguiamo a fianco del torrente che possiamo ammirare in un susseguirsi di salti, pozze e cascatelle e il cui fluire a tratti fragoroso ci accompagna per il resto del cammino.
La valle, oltre che di acque è ricca anche di boschi, dove prosperano carpini, olmi, ciliegi selvatici, qualche raro castagno, tigli, frassini, faggi, aceri, sorbi degli uccellatori, noccioli, abeti rossi e tante varietà di fiori di bosco.
Questa selva lussureggiante è l'habitat naturale ideale per animali di bosco come scoiattoli, ghiri, faine, lepri, caprioli, tassi, volpi e molte varietà di uccelli.
Un tratto in leggera salita ci conduce ad uno dei vari ponti in ferro e cemento costruiti dalla Società Orobia (ora Enel) per agevolare il lavoro dei guardialinee.
Continuando in salita raggiungiamo un altro ponticello, poco oltre il quale, in una radura sulla nostra destra, una freccia indicatrice invita ad abbassarci sul greto del fiume, nei cui pressi ci possiamo dissetare con l'acqua ferruginosa di una piccola sorgente.
Dopo questa sosta, accompagnati dal rumore del torrente, attraversiamo altri due ponti poco prima che il sentiero, finora altalenante, inizi a salire fino a giungere nell'area dove, sul versante di fronte, vi sono le sorgenti del torrente Enna.
Intanto osserviamo la spumeggiante bianca cascata del 'Fiume Latte' ( bianco come il latte per l'acqua bianca delle cascate) in una profonda marmitta fluviale.
Per poter vedere da vicino le sorgenti dell'Enna, dobbiamo guadare con attenzione il torrente Remola carico d’acqua dopo le recenti piogge che hanno ingrossato il torrente.
Dobbiamo affidarci a massi un poco instabili e scivolosi ...con attenzione riusciamo ad andare sull’altra sponda, raggiunta la quale , risaliamo per qualche minuto il ripido pendio lungo un sentierino abbastanza impegnativo anche dall’umidità che lo rende scivoloso.
Ci godiamo da vari punti di vista l’affascinante ed emozionante spettacolo delle cascate, formate dall'abbondante acqua appena fuoruscita dalla caverna sotterranea e subito precipitante a valle a salti e cascate che tagliano la scoscesa roccia.
Ad oggi non si conosce ancora quale sia il bacino di carico della sorgente, se circoscritto solo alla Val Taleggio o se raccolga invece anche acque provenienti dalla Valle Imagna.
Tutta la zona è immersa in una elevata umidità, provocata dai perenni spruzzi dell'acqua scrosciante e saltellante di roccia in roccia, di balza in balza.
Alla fine ci sentiamo abbastanza ‘inzuppati’ dagli spruzzi ‘goduti’ alle cascate.
Ai piedi della salita alle sorgenti vi è un'area attrezzata per una sosta ed eventuale pic-nic nel bel mezzo della natura, ma purtroppo la nostra sosta è di breve durata perché comincia a gocciolare...stavolta dal cielo fattosi nero e minaccioso.
Siamo costretti a ripartire subito per rientrare a Vedeseta, compiendo il percorso di rientro per gran parte sotto la pioggia battente .
Giunti all’incrocio, scegliamo di non risalire dal sentiero dell’andata, ma di proseguire sulla sterrata in direzione del Ponte della Lavina fino al punto in cui, presso una valletta, imbocchiamo a sinistra il sentiero che, in decisa salita, ci riporta a Vedeseta, ben inzuppati degli spruzzi delle cascate delle sorgenti , ma soprattutto della pioggia battente.
Comunque ‘missione compiuta’ !
Contenti di esserci goduto lo spettacolo delle Sorgenti dell’Enna, del ‘Fiume Latte’ e della Valle del neonato torrente Enna nel suo primo tratto di percorrenza in un habitat naturale di tutto rispetto.