Camorone - Quarta pagina
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Le contrade di Cavallo, Piana di Murù, Maroncella


Cavallo (Càal) e Piana di Camorone.
La casa rustica del Cavallo (sotto a sinistra) si incontra poco prima di ragggiungere la chiesa, salendo, sulla sinistra. Il nome sembra derivi dalla nutrita schiera di cavalli posseduta dall'antica famiglia Berizzi, proprietaria del grande caseggiato in pietra. La cas
a pare abbia origini settecentesche e mantiene una fisionomia rustica, come si vede in alcune finestre in pietra, nel portone d'ingresso della parte bassa e nell'originale campanello..in ferro battuto. I campi che circondano la casa un tempo erano coltivati a granoturco e frumento. Nel 1830 nella casa abitavano ben 5 famiglie: quelle dei Gregis, Falloni, Rinaldi, Rinaldi, Ghidotti, probabilmente tutti mezzadri della famiglia Berizzi. Nella parte superiore della casa, fino alla metà degli anni Ottanta, era aperta 'L'osteria del vino cattivo'; negli ultimi tempi si sono succedute le famiglie contadine dei Gregis, dei Pesenti (Barbèt) e quella dei Pesenti (Chèco).

L a casa rustica del Cavallo (Caàl) La casa rustica del Cavallo di origini cinquecentesche con caratteristiche settecentesche
L'antica casa dei Pesenti all'ingresso di Camorone L'antica casa dei Pesenti (Barbèt)


Il caseggiato della Piana
(Casa Pesenti-Barbèt, sopra a destra) è situato invece su un cocuzzolo roccioso, dove il piano terra coincide con l'estremità a sud-est della grande piana denominata 'Piana di Murù' che da qualche tempo ha dato spazio ad un campetto di calcio. Fino alle prime decadi del '900, la piana era totalmente coltivata a gelso e la filanda era collocata in località Castello. La rustica casa sembrerebbe di origini cinquecentesche, mentre l'entrata, che guarda a nord-ovest, verso la Piana, presenta caratteristiche settecentesche; nalla parte superiore è collocato un grazioso stemma dei Pesenti 'A 1781 P'. L'ultima famiglia contadina fu quella dei Pesenti (Barbèt).

'Piana di Murù', Chiesa, Cavallo, Castello
La 'Piana di Murù'  in basso, lCavalo  a sinistra, la Chiesa,  Castello in primo piano

Lo stemma dei Pesenti (Barbèt) - 1781
Lo stemma della famiglia Pesenti sul portale d'ingresso  del caseggiato della 'Piana di Murù'

La chiesa domina la 'Piana di Murù'
La chiesa  domina la sottostante 'Piana di Murù'


La rustica contrada di Maroncella (Maronsèla) è situata sulle prime rampe impervie del versante che sale dietro l'abitato di Pamparato, al confine tra il comune di Brembilla e quello di Zogno. Si raggiunge percorrendo prima la strada che porta da Camorone a Carnito (zona di interesse archeologico), poi, all'altezza di Pratonuovo, salendo l'antica e solida mulattiera denominata 'Strada della Taverna', che, partendo dai Ponti di Sedrina, costeggia il pendio in uno scenario raro e quasi irreale per i nostri tempi.
Maroncella costituisce un bellissimo esempio di comunità e di architettura contadina. Ormai poche case resistono al degrado e all'abbandono; tra i ruderi di epoca settecentesca spiccano ancora l'antica taverna, la fontana, la casera, l'arco d'entrata alla piazzetta, un tempo chiuso da un portone, e l'essiccatoio della castagne.
L'origine del nome del luogo potrebbe risalire al cognome della possidente famiglia dei Moroni, ma sembra anche possa derivare dal nome di un tipo di castagno presente in quantità abbondante fino agli anni 1950 nei dintorni della contrada. Ipotesi suffragata anche dal fatto che tuttora esiste una antica struttura muraria adibita all'essiccatura delle castagne.


La strada Taverna costeggia i prati Un tratto della Strada Taverna appena sopra Pratonuovo

La strada Taverna attraversa boschi centenari
La strada Taverna attraversa  splendidi boschi centenari

I primi abitati di Maroncella potrebbero risalire alla seconda metà del Cinquecento, mentre nella prima metà del Settecento il borgo rurale raggiunge la massima espansione; ne portano testimonianza le numerose date incise nelle arcate delle abitazioni '1717, 1725, 1744, 1725, G. 1750 C., P. 1792 V.'.
Il gruppo di case, unite come per proteggersi, ormai versa in uno stato di degrado avanzato, ad eccezione di alcune. La contrada è completamente circondata da prati con numerosi terrazzamenti che, fino agli anni 1950, venivano regolarmente vangati e coltivati a granoturco, segale, frumento, patate, fagioli e perfino a caffè, che all'epoca veniva miscelato con ghianda tostata. Inoltre, nel circondario prativo, meli, peri, castagni, fichi, cachi, noci, prugni erano presenti in buona quantità.

La contrada abbandonata di Maroncella
L'antica contrada abbandonata di Maroncella
La prima casa che si incontra a Maroncella La prima casa di Maroncella, salendo da Pratonuovo. Vi abita l'unico abitante della contrada

Gli approvvigionamenti idrici della popolazione fino al 1960 erano difficoltosi: l'acqua veniva attinta ad una sorgente in località 'Taèrna' a 10 minuti di strada. Nel 1830 la contrada censiva 26 contadini in 6 nuclei familiari. Negli anni 1945-50 nel borgo vivevano circa una quarantina di persone:i Sonzogni (Burì), i Pellegrini (Fich) e i Salvi (Cornèta). Verso gli anni '60 lo sviluppo dell'ndustria nei paesi a valle ha spinto i suoi abitanti ad abbandonare la ormai precaria attività agricola per trasferirsi giù, nei paesi vicini. Oggi a Maroncella vive stabilmente un solo abitante, mentre nella stagione estiva alcuni proprietari di case tornano per le ferie nel tentativo di riparare qua e là l'usura di alcuni stabili.

Scorcio caratteristico della prima casa di Maroncella
Scorcio caratteristico del pianoterra della prima casa di Maroncella

Maroncella attraversata dalla 'Strada Taverna'
La 'Strada Taverna' attraversa l'antica contrada di Maroncella


In estate il vasto prato che circonda la contrada viene ripulito dalla mandria di un alpeggiatore, impresa però ardua per la pericolosità delle strutture adibite al ricovero degli animali.
L'essiccatoio delle castagne è collocato nel primo fabbricato posto sul versante di Camorone e resiste tutt'oggi alle avversità atmosferiche; segue l'antica casera in comune con il silter in tufo. All'interno del piccolo borgo diverse costruzioni sono ormai scoperchiate. gli ultimi piani si sono sgretolati e di alcuni di questi la vegetazione sta prendendo ormai il sopravvento. Ai piani seminterrati resistono ancora alcuni rustici camini con il 'foglà' (luogo dove si teneva caldo il cibo). L'aia è ormai ricoperta dal prato, ma qua e là, si possono intravedere alcune graziose geometrie dell'acciottolato.

Porta di antica stalla a Pratonuovo Porta di antica stalla a Pratonuovo sulla Strada Taverna
Antica stalla-fienile a Pratonuovo
Antica stalla-fienile sulla Strada Taverna  a Pratonuovo
'Camurù öna olta'
('Camorone un tempo', poesia in dialetto di Alessandro Pellegrini)


Continua

Per ulteriori notizie su Camorone si veda:
- “Brembilla-Viaggio nelle 141 contrade”, di Alessandro e Cristian Pellegrini, 1997, Ferrari Editrice, Clusone.

Per approfondire l'argomento sulla 'Strada Taverna' si veda l'opuscolo:
- Valle Brembana 'Percorsi, luoghi, paesaggi - Itinerari tematici, nove proposte per leggere il territorio, GAL Valle Brembana, Giugno 2000

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©2002 - Piero Gritti