Le
immagini parlano da sole |
Un
angolo di casa e il giardino trascinati a valle
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La
frana ha mutilato irreparabilmente la casa
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Brandelli
di casa e della sua storia
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Grande casa minata dalle crepe:
da abbattere
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Alcune case
ai bordi della frana sono ancora chiuse
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Un
sentiero sulla frana... per raggiungere Caballino
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Cabbalino
(Cabbalì), ferita su un lato dalla frana,
scesa al fianco e nella valletta antistante. Ora la contrada
si raggiunge solo a piedi, attraverso un sentiero provvisorio,
tracciato con 'pic e pala' sull'ammasso della frana dai residenti.
L'antico
borgo di Cabbalino è situato sulla prima altura sopra
la Contrada di Camorone. E' stata la contrada più popolata
della zona, basti pensare che nel 1830 censiva 77 abitanti
suddivisi in 8 nuclei familiari: formavano 4 nuclei i Gregis,
due dei quali di 12 componenti, e 4 i Gervasoni (Pirèt),
di cui una famiglia era costituita da 17 componenti. Considerando
il numero di abitazioni e residenti, è facile immaginare
come risultassero affollate quelle abitazioni, ma è
ancora più difficile pensare come quei modesti terrazzamenti
coltivati nella zona dei caseggiati abbiano potuto sfamare
un così alto numero di abitanti. Gli approvvigionamenti
idrici della contrada, fino alle prime decadi del Novecento,
venivano effettuati alla sorgente che sgorgava a poca distanza
sul sentiero che scendeva nella parte bassa della contrada.
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Cabbalino
(Cabbalì) in parte ferito dalla frana.
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La frana ha reso isolato e
inabitabile Cabbalino
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La
Chiesa della Presentazione di Maria Santissima al Tempio,
sfiorata e risparmiata
dalla frana. I Carabinieri, quando la frana minacciava anche
la chiesa, si sono prodigati a mettere in salvo cose preziose.
Fin
dalle sue origini la chiesa apparteneva sia al Comune che
alla Parrocchia di Sedrina ed era dedicata alla Madonna della
Salute. Fu ampliata nel 1905. Nel 1937 si rese parrocchia
autonoma da Sedrina. Il vescovo Bernareggi la consacrò
nel 1950 con il titolo attuale sigillando nella mensa dell'altare
maggiore le reliquie della Madonna, di S. Alessandro e S.
Adriano. L'altare maggiore fu progettato dall'arch. Mario
Marenghi e realizzato dalla ditta Giovanni Arnoldi nel 1940.
Il paliotto in bronzo dorato è di Pietro Bolis. L'altare
della Madonna fu realizzato da Francesco Arnoldi nel 1956.
Nell'ancona centrale sono collocati una bella tela di Francesco
Cappella (m.1784) raffigurante la Madonna della Salute e un
affresco del 1700, attribuito al Galiari, con S. Antonio Abate
come soggetto. Le statue del Sacro Cuore e della Madonna furono
scolpite rispettivamente nel 1940 e 1956 da Angelo Gritti.
Tra il 1960 e il 1964 furono fatti importanti restauri all'esterno
della Chiesa.
Il campanile fu costruito nel 1913 ad opera di Omobono Gervasoni.
Il concerto di 5 campane in 'fa maggiore' venne fuso nel 1915
a Grosio. Con decreto vescovile del luglio 1986 la Parrocchia
perde di personalità giuridica e viene accorpata a
quella di Brembilla. Sulle pareti esterne della chiesa sono
affissi gli stemmi delle due antiche famiglie più influenti,
'Moroni' e 'Berizzi'.
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La chiesa di Camorone vista
da sud-ovest
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La Chiesa di Camorone vista
da sud-est
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Grialezzo (Grèaless), sfiorata dalla frana,
della quale da qui si può osservare il più alto
pundo d'origine.
La piccola contrada è situata sul cocuzzolo più
alto della frazione di Camorone a sud della contrada del Tiglio.
Per raggiungerla, prima della frana, ci si incamminava su un
sentriero che iniziava al termine della strada carrozzabile.
Oggi, dopo la frana che ha distrutto la carrozzabile e gran
parte della mulattiera, bisogna raggiungere il tratto di mulattiera
rimasto, salendo attraverso prati scoscesi sopra la chiesa e
inerpicarsi per il fitto bosco per circa un quarto d'ora. Le
case, poste su un lieve pendio, sono precedute da una chiazza
prativa che fino agli annni '40 era la più coltivata
a granoturco, frumento, patate e fagioli. Nel 1830 era abitata
da due nuclei familiari, i Pesenti (Stèca) e i Pellegrini
(Cirimbo?). Uno dei due fabbricati è disabitato ormai
da diversi decenni. I proprietari dell'altro hanno abbandonato
l'abitazione verso gli anni '80 per trasferirsi nella bassa
Camorone e saltuariamente ritornano per ripulire il prato circostante
e per arginare l'avanzata dei rovi e del bosco. L'ultima famiglia
contadina della località è stata quella dei Gervasoni
(Cinco).
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La piccola contrada di Grialezzo
(Grèaless)
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Stalle e fienili a Grialezzo
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'Camurù
öna olta'
('Camorone un tempo', poesia in dialetto di Alessandro Pellegrini)
Per
ulteriori notizie su Camorone si veda:
- “Brembilla-Viaggio nelle 141 contrade”, di Alessandro e Cristian
Pellegrini, 1997, Ferrari Editrice, Clusone.
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