Siamo in quattro, Susi con la montagnina a quattro zampe Nika, Piero e a noi, al punto di partenza si unisce spontaneamente Jek, il bravo cane montagnino del Ristorante Culmine S. Pietro che ci seguirà, come è solito fare con tanti escursionisti, per tutto il percorso.
Il cielo è parzialmente sereno, ma le previsioni danno possibili rovesci nel pomeriggio..
Raggiungiamo in auto, salendo dalla provinciale di Valle Brembana e successiva Val Taleggio, il passo della Culmine S. Pietro (1265-1300 m), tra Val Taleggio in provincia di Bergamo e Valsassina in provincia di Lecco.
La nostra escursione a piedi si svolge tutta in territorio lecchese.
Alle 12, parcheggiata l’auto accanto al ristorante Passo Culmine S. Pietro, imbocchiamo il ben segnalato sentiero 32 che indica per il Due Mani ore 2.45 di percorso.
Il primo tratto si sviluppa per un’ora circa di cammino in piano su comoda strada sterrata pianeggiante.
Passiamo prima accanto all’agriturismo ‘Stella Alpina’ , poi di fianco a recenti villette (ex colonia Broglio) e ci inoltriamo nel bosco di faggeta fino a giungere, dopo aver imboccato ad un bivio la strada chiusa da una sbarra, alla località Casera di Muschiada (1309 m) con alcune baite parzialmente diroccate.
Qui inizia il sentiero vero e proprio 32 (per Bocchette di Redondello e di Desio e Monte Due Mani = ore 1.40) , che in pochi minuti ci porta alla bocchetta di Redondello (1363 m)...
Da qui in avanti il sentiero si snoda in saliscendi tra boschi di faggio fino ad aprirsi su prati aperti con stalle diroccate e mostrarci di fronte il Due Mani.
Si può a questo punto seguire il sentiero che procede in piano verso la Bocchetta di Desio oppure portarsi sulla variante di cresta molto panoramica, come facciamo noi.
I prati sono in fiore ed incontriamo lungo gran parte del percorso estese fioriture, specie di botton d’oro.
Dal sentiero di cresta passiamo alla Bocchetta di Desio (1335 m), caratterizzato dalla grande cascina Pranura diroccata.
Da qui imbocchiamo il sentiero segnalato per cima Due Mani , che indica in un’ora e 5 minuti il tempo di salita.
Saliamo un tratto di circa 15 ‘ nel bosco tra faggi e alcune roccette , seguendo i bolli rossi per poi proseguire in ripida salita a zig-zag fino ad un bivio dove è possibile salire alla cima del Due Mani prendendo la variante di destra breve ma molto ripida e faticosa oppure il sentiero di sinistra che porta in vetta seguendo un lungo tornante a sinistra.
Noi optiamo per il sentiero di destra che si inerpica dritto verso la cresta di vetta, anche perché il cielo si è fatto scuro e nuvoloni minacciosi già stanno scaricando in alta Valle Brembana con tuoni in lontananza.
Eccoci sulla cresta della cima che percorriamo raggiungendo la croce di vetta con accanto il Bivacco Locatelli Scaioli Milani (1656 m), argentea cupola in fibra di vetro, ricovero voluto dal CAI di Ballabio e dedicato ai due ballabiesi Enrico Scaioli e Marco Locatelli oltre che a Plinio Milani di Olginate, periti tutti a vent'anni sulla vicina Cresta Segantini in Grignetta il 21 settembre 1980.
Dalla vetta lo splendido panorama a 360° che oltre al Resegone e alle Grigne, spazia verso Lecco e l'Alta Brianza con i suoi laghi e le vette del Triangolo Lariano, e verso la Valsassina, con il Tre Signori e lo Zuccone Campelli, oltre ai Piani di Artavaggio; verso nord la mole del Legnone è inconfondibile.
Ma oggi, con temporalone in arrivo intravediamo solo qualcosa, panorami a noi negati, intravvediamo solo le cime più vicine.
Sbrighiamo frettolosamente le foto di vetta, appena in tempo prima che si scateni un forte temporalone. Ci rifugiamo all’interno del Bivacco Locatelli Scaioli Milani (1656 m), al sicuro e al riparo da fulmini, tuoni, vento, grandine, ‘godendoci’ dagli oblò lo spettacolo della bufera fuori.
Consumiamo il nostro pranzetto al sacco in compagnia degli amici a quattro zampe, parecchio impauriti soprattutto per i fulmini con fragorosi tuoni e grandine martellante la copertura del bivacco.
Entrati in tenuta estiva, ci copriamo in tenuta antifreddo e antipioggia per bene.
Dopo un’ora circa, cessato il temporale, anche se piove, ma debolmente, prendiamo la via del ritorno.
Ben imbacuccati rifacciamo a ritroso il percorso dell’andata, inzuppandoci per bene scarponi e non solo.
Ci fermiamo, pur sotto la pioggia, a raccogliere del buon ‘paruc’ (Buon Enrico, spinacio selvatico) !
Alla Culmine S. Pietro sosta all’accogliente Ristorante-Bar Passo Culmine S. Pietro, dove rientra a casa sua Jek, il nostro accompagnatore a quattro zampe, accolto dai suoi padroni orgogliosi di questo cane che fa da ‘guida’ a tanti escursionisti !.
(Giovanni e Rosa Rusconi – tel 0341 998108 - cell 3484211157)