Raggiungiamo in auto da Valgoglio la frazione Bortolotti (1146 m), dove lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento (€ 5 la giornata intera),del ‘Ristoro dei Cinque Laghi), essendo i pochi posti gratuiti già occupati.
Imbocchiamo il segnavia 228-268 che, dopo ripida salita su strada asfaltata, costeggiando la linea della condotta idraulica, supera su due passerelle metalliche il torrente Goglio conducendoci nel bosco, prima prevalente faggeta, poi bellissima abetaia, la famosa ‘Selva d’Agnone’.
Per abbreviare il percorso stavolta risaliamo un buon tratto del ripido ma ben gradinato sentiero-variante che sale a filo del grosso tubo verde,condotta d’acqua discendente dai laghi di Valgoglio.
Usciti dal bosco, dopo un tratto si strada sterrata, si passa ai pascoli soleggiati delle Baite d’Agnone.
All’altezza di un grosso masso con una piccola croce in ferro, proseguiamo diritti mentre la sterrata si restringe divenendo mulattiera e poi sentiero vero e pr0prio che con ampi tornanti sale rapidamente lungo il pendio , facendo guadagnare quota e giungendo poco sopra la casa di guardia presso la artificiale del Resentino (1815 m, 2 h dalla partenza).
Pieghiamo a sinistra e risaliamo il ripido sentiero che, con stretti zig zag, arriva al bivio per
Capanna Giulia Maria (a sx).
Risaliamo brevemente a destra e poi su tratto pianeggiante, sempre in compagnia del grosso tubo verde, che seguiamo da più di due ore, giungiamo al Rif. Capanna Lago Nero (1970 m), dove sostiamo brevemente e ci ristoriamo.
Proseguiamo poco oltre e con breve salita, raggiunta la soprastante diga del Lago Nero, in corrispondenza del pannello descrittivo, anziché proseguire diritti verso il Lago di Aviasco, pieghiamo a sinistra e seguendo il sentiero con bolli bianchi percorriamo il lungo traverso pianeggiante su pannelli in cemento che ricoprono il sottostante canale.
Giunti al suo termine, in zona ricoperta di sfasciumi, risaliamo a destra la stretta valletta, dove il sentiero si snoda fra pietraie e sfasciumi.
Ad un certo punto, i bolli bianchi e gli omini ci indirizzano su un’ampia lingua di neve, da dove non è possibile salire, siamo quindi obbligati a seguire il sentiero della valletta che piegando poi a dx ci porta alla bocchetta da dove si discende al Lago d’Aviasco.
Ci accorgiamo che, seguendo il sentiero che porta al Lago d’Aviasco, abbiamo sbagliato strada, quindi, dietro front , e, discesi un pezzo, recuperiamo, oltre la lingua di neve, sul lato opposto della valletta, il giusto sentiero con bolli bianchi ed evidenti omini di salita al Pizzo Pradella, la cui sagoma piramidale diviene man mano sempre più visibile e invitante.
Il sentiero di salita, ora sempre facilmente individuabile da numerosi omini di pietra e rari bolli bianchi, alterna a tratti ripidi tratti morbidi, sino a portarci ad un ampio pianoro dal quale la vista spazia sul dirimpettaio possente Pizzo Salina, col sottostate Lago Zelt, ancora in parte ricoperto dal ghiaccio, mentre alle nostre spalle iniziamo ad avere una visione completa dei Laghi che costellano la Valgoglio, in lontananza cominciano a farsi vedere Diavolo e Diavolino.
Spettacolo di fiori d’alta quota , tra cui alcuni di specie rara.
Sostiamo più volte per scatti fotografici anche alla macro!
Mentre saliamo il terreno si fa sempre più ricco di rocce rossastre del Verucano che hanno sostituito le più chiare e scistoseroccette della Formazione di Collio incontrate poco sotto.
Dal pianoro pieghiamo a destra e con qualche zig zag risaliamo un tratto ripido, a tratti
sdrucciolevole, che dopo un breve traversino ci porta alle prime funi metalliche che ci aiutano a raggiungere la base dell’ultimo tratto roccioso di salita al Pizzo Pradella.
Sempre con la massima attenzione percorriamo con l'aiuto delle funi un intaglio roccioso, che, partito in esposto traverso pianeggiante, si alza poi obliquamente e ripidamente su roccette fino ad un finale salto roccioso che ci permette di guadagnare la vetta del Pizzo Pradella, a quota 2626 m.
In vetta ci attende l’amico Davide che ci ha riconosciuto mentre salivamo.
Con lui scattiamo numerose foto di vetta!
Panorama grandioso davanti ai nostro occhi, incantevoli i laghi della sottostante conca di Valgoglio mentre a sinistra spiccano le cime della conca dei Laghi Gemelli: Pizzo del Becco e Pizzo Farno, ancora più a sinistra il Monte Corte e quindi ancora la mole del Pizzo Salina col sottostante Lago Zelt e oltre si intravedono i Laghi Alti di Salina, saliti due anni fa.
L’amico Davide scende, noi sostiamo un bel po’ a goderci lo spettacolo di vetta e a ristorarci con un buon pranzetto al sacco con brindisi di vetta a base di genepi di Prisca.
E’ ora di rientrare, abbiam fatto tardi in salita, quindi lasciamo perdere la discesa dalla Valsanguigno e dai Laghi delal Valgoglio, già percorsa in altre occasioni ed inoltre nebbie e nuvole ricoprono in parte le montagne.
Rientriamo rifacendo a ritroso il percorso di salita, prestando la massima attenzione nei tratti attrezzati. |