Salgo per la quarta volta sul Pizzo Zerna, percorrendo la Val Sambuzza.
Sono in solitaria.
Da Carona (curvone-parcheggio con tiket ‘gratta’ di 2 € , 1222 m) percorro la strada ENEL, passando per Pagliari e, poco sopra, imbocco sulla sx il segnalato sentiero 209, variante ripida rispetto al normale che prende avvio al Dosso.
Lo percorro e lo sperimento per la prima volta.
Il sentiero sale subito ripido nel bosco, segnalato da bolli bianco-rossi, per poi attraversare , divenuto sentierino stretto, alcuni prati scoscesi, verdeggianti e fioriti.
Superate alcune belle baite in pietra, raggiunge in piano il torrente di Valsambuzza, poco sopra le famose cascate.
Attraversato il torrente su un ponticello aggancio il sentiero normale 209 proveniente dal Dosso.
Proseguendo passo alle Baite della Forcella (1570 m) , da dove proseguo attraverso un bosco di larici fino ad una penzana.
Qui incontro Marco col figlio Paolo che si uniscono a me e saliamo insieme.
Passiamo alla Baita Vecchia (1862 m) e alla successiva Baita Arale (1985 m), che segnano il graduale passaggio dall'incassato fondovalle agli ampi circhi di origine glaciale dell'alta valle con caratteristico profilo a gradinata.
Raggiunto il Lago di Val Sambuzza (2085 m) gli amici Marco e il figlio Paolo si fermano, io invece proseguo.
Immerso in una bellissima conca pascoliva, cui dona un tocco di intenso colore blu, il Lago di Val Sambuzza (2085 m) è alimentato dai ruscelletti che scendono dai soprastanti quattro Laghetti di Caldirolo (2257 m) a sx , dal laghetto di Varobbio (2282 m) a dx e dai monti Pes Gerna, Masoni e Pizzo Zerna.
Ora il sentiero, divenuto bella mulattiera (un tempo importante via di comunicazione tra la Val Brembana e la Valtellina-Valle del Livrio) porta alla Baita del Lago (2092 m) poco sopra il Lago di Val Sambuzza.
Uscendo dal sentiero-mulattiera, faccio poi una puntatina al grazioso Laghetto di Varobbio (2272 m) costellato da belle fioriture di bianchi eriofori.
Raggiungo poco sopra l'ospitale ed accogliente Bivacco Pedrinelli (2353 m) , costruito sui resti di una piccola caserma militare della Prima Guerra Mondiale.
Proseguendo poi per il Passo di Publino, poco prima del valico osserviamo ancora ben visibili i resti di un’altra casermetta militare costruita durante la prima guerra mondiale a difesa del passo.
Si tratta di uno dei tanti manufatti realizzati a presidio del 'fronte 'orobico' della ‘Linea Cadorna’ , predisposto per contrastare eventuali attacchi delle truppe austriache dalla Valtellina.
Al Passo di Publino (2368 m) il panorama si apre a nord sulla Valle del Livrio, sulla Valtellina e sulle Alpi Retiche con i gruppi del Disgrazia e del Bernina che dominano il profilo delle Alpi Retiche.
Percorro l’ultimo tratto del sentiero 209, che termina più in alto rispetto al Passo di Publino (2368 m), svalicando in discesa verso il Lago di Publino nella Valle del Livrio.
Seguendo verso levante il crinale di cresta , che nella parte più alta diviene più affilato e ripido, in circa mezz’ora raggiungo la vetta del Pizzo Zerna (2572 m), chiamato anche Corno di Publino per la sue linee ardite specie sui versanti orientale e settentrionale.
Bellissimo il panorama a 360° verso la Val Sambuzza e i dirimpettai Monte Masoni e Venina da un lato e Corno Stella dall’altro, e, a nord, verso la Valle del Livrio , Valtellina e le Alpi Retiche con il sottostante a picco Lago di Publino.
Raggiunta la vetta del Pizzo Zerna (2572 m) me la godo per un bel po', consumanado un buon pranzetto al sacco.
Scendo quindi al Passo di Publino e al Bivacco Pedrinelli (2353 m).
Poco più sotto, lasciata la mulattiera sent. 209, devio a dx sul sentiero variante 209A , che mi conduce in lieve salita su pietraie e radi pascoli, verso ovest /sud-ovest, alla conca glaciale dei Laghetti di Caldirolo a quota media di 2250 m circa.
Sono quattro bei piccoli specchi d'acqua, parzialmente acquitrinosi, con estese fioriture di bianchi eriofori, che in passato dovevano probabilmente costituire un unico grande bacino.
Dai Laghi di Caldirolo scendo a riprendere , seguendo il sentiero 209A , a tratti ripido, la mulattiera-sentiero 209.
Sosto per un momento di relax in riva al lago.
Dalla Baita Lago (2904 m) ripercorro poi a ritroso il percorso di salita, sentiero 209, fino a raggiungere Pagliari e rientrare sulla strada ENEL al curvone-parcheggio di Carona.
Stanco, ma soddisfatto di essere riuscito a godermi , oltre alla Val Sambuzza e ai Laghetti di Caldirolo, anche il Pizzo Zerna.
Contento anche di avere per la prima volta percorso in salita ed in discesa il sentiero variante ripido da Pagliari alle Baite della Forcella., meno comodo rispetto al sentiero normale, ma forse più breve, ti permette di evitare di camminare sulla noiosa strada ENEL.
Puoi consultare questo itinerario sul mio libro ‘I più bei sentieri della Lombardia Centrale ‘ – 55 itinerari in montagna- . di Piero Gritti e Sergio Papucci, Ed. BLU –Torino –giugno 2014 - alle pag. 162-164 -