Un' affascinante escursione per buone gambe e non |
Un'escursione impegnativa, ma affascinante per la ricchezza di elementi naturalistici di cui è costellato il percorso, é quella che da Ornica (m. 980) porta ai 2554 metri di quota del Pizzo dei Tre Signori, seguendo la Val d'Inferno, superando un dislivello di ben 1574 metri in circa 4 ore. |
|
La Val d'inferno e il Pizzo Tre Signori visti dai Piani dell'Avaro (vedi in grande le immagini) |
|
Un tempo la Val d'Inferno non aveva questo nome ma si chiamava Val Fornasicchio. Osservando ed analizzando una mappa del 1.800, scopriamo che il territorio di Ornica è una fucina unica e possiede numerose chiodarole con maglio (si contano almeno 1 maglio da ferro, 7 fucine da ferro, 8 mulini da grano, 1 pila da orzo), alimentate dalle Valli d'Inferno e Ciusur, che significa "chiuso" a differenza della parte superiore chiamata "ciara". Nei secoli passati, tra la bocchetta del Monte Trona e il lago Nero esistevano diverse miniere di ferro; parte del minerale estratto veniva trasportato a Ornica, a dorso di mulo, per alimentare il forno di fusione. La presenza considerevole di forni e fucine con l'utilizzo del carbone prodotto sul posto per la lavorazione del ferro, poteva aver alimentato nella fantasia popolare l'accostamento all'Inferno, luogo del fuoco per eccellenza . |
|
Ornica, sullo sfondo il Pizzo Tre Signori |
Nel fondovalle il Santuario di Ornica da dove si parte |
Qui inizia la mulattiera segnavia n. 106 CAI |
Pittoreschi angoli sulla mulattiera costeggiata dal torrente |
L'itinerario segue inizialmente la bella mulattiera contraddistinta dal segnavia n. 106 del C.A.I. e si snoda tra fitti boschi e ripidi prati ancora ben curati, costeggiando un minuscolo ruscello. Vecchie baite e caselli per il deposito del latte e dei formaggi si susseguono lungo la mulattiera a testimonianza della secolare presenza dell'uomo e dell'attività da sempre praticata. Il percorso, dapprima abbastanza comodo, si fa via via più impegnativo e di tanto in tanto presenta tratti di ripida ascesa, finchè, dopo un'ora e mezza di cammino porta al piede dell'alpeggio Val d'Inferno, uno dei più estesi dell'alta Valle Brembana con i suoi 280 ettari di superficie totale, di cui 150 adatti al pascolo e il resto cespugliati, incolti o improduttivi. |
|
La mulattiera col fondo in solide pietre |
Case contadine ristrutturate a modo |
In località Casera inizia l'alpeggio della Val d'Inferno |
La Casera, oggi adibita ad azienda agrituristica |
Nella parte bassa dell'alpeggio era situata la Casera, locale adibito alla produzione e alla conservazione del formaggio. L'edificio attuale venne costruito nel 1864 (ne fa fede la data posta sopra l'ingresso) sullo stesso luogo di quello distrutto da un incendio l'anno precedente. Oggi la vecchia casera, ristrutturata nel rispetto dell'ambiente all'esterno ed all'interno, è adibita ad agriturismo d'Alpe. Un'altra casera, più antica sorgeva più a monte, presso la baita Gaos, ma fu travolta da una slavina nel corso del Settecento. |
|
Gli estesi pascoli dell'alpeggio agrituristico |
Numerosi bei cavalli per cavalcare nell'alpeggio |
Una cappelletta nei pascoli della Casera |
Angoli pittoreschi per sostare e rilassarsi |
I testi sono tratti, per gentile concessione (con poche aggiunte di Piero Gritti) dalla pubblicazione "ORNICA, LA VALLE DEL SILENZIO", Tarcisio Bottani, Comune di Ornica , 1999. |
©2003 - Piero Gritti -