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Pier, 25.10.14. Un meraviglioso ottobre mi permette di realizzare questo piccolo sogno che ormai pensavo di rinviare al prossimo anno! Cavalcare la cresta dalla Bocchetta di Scais allo Scais, passando per la Fetta di Polenta e il Torrione Curò. Mi permette anche di rivedere la vetta dello Scais per il terzo anno consecutivo. Con l’amico Sergio pernottiamo all’invernale del Brunone in compagnia di due ragazzi Bresciani che vogliono salire al Redorta dal canale ovest. Sveglia non troppo presto (6.10) perché non vogliamo arrampicare al freddo e via per la normale del Redorta fino alla Bocchetta di Scais, dove possiamo godere lo spettacolo dei Diavoli illuminati dall’alba! L’attacco alla Fetta di Polenta è uno dei passaggi chiave che mi metteva in apprensione, anche perché dovevamo cercare ad occhio la via migliore. I tre metri di vuoto tra la parete e la vedretta ci costringono a scendere di qualche metro e prendere una sottile cengia che ci riporta verso la cresta. Questo sarà il traverso più delicato di tutta la cavalcata! Una volta in cresta le difficoltà saranno molto contenute fino alla vetta. Da qui alla base del Torrione Curò dobbiamo superare un gendarme risalendolo fino alla sommità. Il torrione Curò si presenta imponente e severo, ma quello che più preoccupa è l’inconsistenza della roccia, che qualcuno ha definito “sfogliatella Napoletana”! Definizione appropriata! Il primo tratto è decisamente quello più impegnativo, verticale e di roccia marcia! La via è da cercare, noi siamo saliti partendo dal canalino a sinistra per poi spostarci sulla destra. La seconda parte è meno impegnativa e la roccia è un po’ più sana. Arrivato in cima tiro un grande sospiro di sollievo, da qui allo Scais conosco bene la strada e penso, sbagliando (!), che il più sia fatto. Ci caliamo in doppia dal Torrione sulla bocchetta dove sbocca il Canalino Baroni e qui abbiamo l’amara sorpresa, la corda si è incastrata e non scorre!!! La tiriamo, la spostiamo, la oscilliamo, niente da fare. Non mi rimane che arrampicarmi da questo versante del Torrione, che m’ha sempre fatto impressione per la sua verticalità! Unica consolazione è che da questa parte la roccia è sana! Mi assicuro con un Mashard alla corda doppia e con calma risalgo la parete, senza mai guardare in basso! Superando un paio di punti molto critici, riesco a raggiungere il masso che incastrava la corda e a liberarla. Stavolta, per non rischiare, mi ricalo fino a metà e sfrutto una sosta per sfilare la corda e fare una seconda doppia! Recuperata la corda partiamo di slancio verso la vetta dello Scais. Conosco il percorso a memoria e non ci saranno altre sorprese. Avevo in mente di tentare di scalare la pioda, ma il supplemento di arrampicata mi ha fatto passare la voglia! Sarà per la prossima volta. Salutiamo con grande soddisfazione la bellissima croce che il GAMASS ha messo sullo Scais. Per Sergio è la prima su questa fantastica vetta! Rientriamo dalla normale e stavolta le doppie non ci faranno sorprese! |
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