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Pier 27.09.14 Traversata Dente di Coca, Cime di Arigna, Pizzo Coca, in giornata. Mi sono sempre detto che questa impegnativa traversata l’avrei potuta fare solo con qualcuno che conosceva il percorso e che mi avrebbe aiutato a superare i passaggi più difficili, poi ho capito che se volevo farla era meglio che mi arrangiassi! Mi sono studiato a fondo le relazioni e le foto ed ho chiesto all’amico Sergio di accompagnarmi. La giornata di sabato era semplicemente perfetta per questa impresa ed anche la forma fisica mi consentiva di rischiarla in giornata senza pernottamento al rif. Coca. Partiamo da Valbondione alle 5.00 e ci facciamo la salita al rifugio al buio sotto una meravigliosa stellata. Due chiacchiere con il rifugista, una tazza di the e via verso il passo di Coca. Dal passo scegliamo di percorrere integralmente la cresta fino al Dente di Coca, senza fare faticosi traversi su sfasciumi e passando per la Punta Isabella. Mentre mi avvicino lo studio e lo “zoommo”, cercando di individuare i passaggi delicati e capirne la difficoltà. L’impressione è positiva, intuisco subito la linea di salita e mi sembra abbordabile. Affrontiamo la prima parte della via Castelnuovo, fino alla placca, senza legarci. Sono roccette di I e II dove l’unica accortezza è stare attenti che non si stacchino. Giunti davanti alla placca la roccia diventa solida, ma gli appigli si riducono drasticamente. Da qui fino alla cengia finale siamo sul terzo grado. Ci leghiamo e affronto prima la placca di sei/sette metri e successivamente il piccolo diedro che porta fino alla cengia (30 metri). Troviamo un chiodo all’inizio del diedro e un chiodo con cordino circa sei metri sopra, poi più nulla fino in cima. Salutiamo la croce di vetta con enorme soddisfazione. Per la discesa verso la breccia del Dente ci affidiamo alle due soste con cordini descritte nelle relazioni. La prima si vede già dalla vetta su uno spuntone poco più sotto verso sud-est. Ci caliamo 15 metri fino ad una larga cengia, poi riprendiamo lo spigolo verso destra e scendiamo una ventina di metri seguendo una corda metallica. Finita la corda scendiamo ancora qualche metro e verso sinistra troviamo la seconda sosta. Stavolta la calata è di 30 metri esatti e ci deposita direttamente alla base della breccia. Sono contento perché so che il grosso è fatto, ora ci attende una lunga ed entusiasmante cavalcata sul filo di una cresta aerea e spettacolare. Superiamo le due cime di Arigna, lo spallone prima dell’anticima Nord del Coca e arriviamo sotto questo secondo torrione scuro. Qui ci attendono le ultime difficoltà. Prima dobbiamo abbassarci un po’ verso sinistra e superare una liscia ed esposta placca spiovente, fidandoci dell’aderenza delle suole dei nostri scarponi, poi dobbiamo risalire un caminetto piuttosto verticale e a metà uscire in parete verso destra e guadagnare la cima nord del Coca. E’ fatta, anche se dobbiamo ancora percorrere la cresta articolata che ci porta alla vetta principale, ma a questo punto ci sembra un “gioco da ragazzi”! Sul Coca ad aspettarci Ares e Marco che sono saliti dalla cresta Est. Seduti vicino alla croce del Tetto delle Orobie ci scambiamo le nostre impressioni e assaporiamo fino in fondo la soddisfazione di una giornata memorabile! La discesa dalla normale diventa stranamente “leggera” e il pensiero viaggia continuamente sulle rocce nere del Dente! Un immenso grazie al grande amico Sergio |
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