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Martedì 29 Novembre 2011. Questa escursione l'avevo studiata pochi giorni fà in vetta al Mincucco, ripromettendomi di tentarla a breve. Eccomi perciò lasciare la macchina nel piccolo parcheggio sotto la chiesina di Caprile Alto, la cartina escursionistica di Santa Brigida dice che il sentiero 15 parte proprio da quì, mi basta girare dietro il piccolo edificio sacro per trovarlo. Arrivo subito al bivio che separa i sentieri 13 e 15, mi avvio su quest'ultimo: resto colpito dalla pulizia di quella che si rivela una mulattiera dolce e ben tracciata. Non mancano tratti pianeggianti e questo dovrebbe insospettirmi, in teoria dovrei salire piuttosto deciso alla Baita Marenda: se ad un certo punto ho sbagliato sentiero non lo so, fatto stà che la baita l'ho proprio mancata in pieno, neanche l'ombra! Però in compenso mi sono ritrovato a sorpresa catapultato nella Valle Serrada, un bel vallone boscoso percorso da un corso d'acqua generoso di cascate e cascatelle. Figurarsi se mi tiravo indietro: il sentiero si tiene a debita distanza dal torrente, ma io con prudenza e solo là dove era possibile mi sono avvicinato ai salti, alcuni davvero belli. Intanto il sentiero comincia a propormi tornanti dalla pendenza più decisa, quì e là il tracciato diventa un po' meno evidente: dopo tanto bosco riacchiappo finalmente il sole sbucando sulle radure della Casera Serada e poco oltre posso ammirare alcuni dei tanti camosci che popolano la zona. Ora il sentiero attraversa alcune vallette e sale abbastanza ripido con frequenti tornanti: nella parte più alta del vallone la traccia sparisce un po' nell'erba, ma ormai la Baita Mincucco è ad un passo. Un salutino alla baitella e per bel sentierino mi porto al vicino Stallone del Mincucco con suo perfetto recinto circolare, appena oltre eccomi in un pratone dove spiccano un piccolo altare con simboli religiosi ed un altrettanto piccola croce: luogo molto particolare che precede il cocuzzolo dove è ubicata la Croce del Mincucco. Sembra lì a portata di mano ed invece raggiungerla si rivela più frizzante del previsto, il sentierino si infila su una crestina che consiglia l'uso delle mani: poca cosa, ma si viaggia sull'orlo di burroni e scarpate inaspettate, per qualche secondo i capelli si rizzano.... Poi il cocuzzolo prende vita e in un minuto sono in vetta: che panorama..!! Bellissimo..!! L'intera Valle di Averara ai miei piedi con fette estese di Orobie a coronare il resto dell'orizzonte: che sorpresa questo posto..!! Già così l'escursione risulta bella ed appagante, ma saluto l'originale croce e proseguo il giro, torno allo Stallone e risalgo un po' a caso il pendio alle sue spalle: giungo ad un'ampia sella dove, nell'erba bassa e nel panorama che si apre sulla zona di Cà San Marco e sul sottostante Lago di Valmora trovo un nuovo sentierino, il 16. Poco dopo diventa sentiero a tutti gli effetti, ben tracciato e ben percorribile: ecco che il versante nord del Mincucco mi regala il momento più bello di tutta l'escursione..!! Sarà stata la luce del primo pomeriggio, non sò, ma mi sono ritrovato dentro ambienti assolutamente inaspettati e dalla bellezza quasi commovente: non ero mai stato in questi posti, stò scendendo verso l'Alpe Parissolo e mi ritrovo a pronunciare più volte l'esclamazione "che bello". Accarezzo grandi recinti di muri a secco ed un paio di baitelle un po' malconce, dentro un ambiente maestoso e dolce allo stesso tempo: sfioro una grande, bella cascata e poco dopo mi innesto su di un altro sentiero, l'Alta Via Mercatorum. Quì finisce il sentiero 16: in un paio di occasioni è un po' sparito alla mia vista e sono dovuto ricorrere alla cartina per riacciuffarlo, ma nel suo insieme lo considero uno dei più belli che abbia mai percorso. Ora seguo la sterrata a servizio della diga e la raggiungo, accorgendomi così che il Lago di Valmora non è poi cosi piccolo come potrebbe sembrare osservandolo dall'alto della Cà San Marco. Ecco che il segnavia CAI 110 mi accompagna alla base dello sbarramento, dove mi infilo nella galleria artificiale che sbuca alle spalle della casa dei guardiani. Attraversato il cortile ritrovo il tracciato dell'ampia mulattiera, scende nel ripido vallone che sulla destra dipinge una stupenda, alta cascata: poco sotto altre cascatelle minori reclamano inesorabilmente la mia presenza sul greto del torrente. La mulattiera scende con innumerevoli tornanti fino ad un nuovissimo ponte in ferro che traghetta sull'altro versante del vallone: poco oltre entro definitivamente nel fitto del bosco. La mulattiera è larga, ma a sorpresa il tracciato si affaccia su alte scarpate, non ci si può rilassare troppo: rifletto che su questo tracciato un tempo passavano carovane di merci, guardo giù e mi vengono i brividi..!! Si scende molto a lungo, sembra che il vallone non finisca più, poi ecco che il bosco si fà meno fitto e compare in basso una sterrata che poco dopo raggiungo, ma solo per poco: sono ormai in vista della località Losco che però non raggiungo, perchè alla mia destra un ponticello mi instrada sul sentiero 13, che in un quarto d'ora di lieve salita mi deposita alla chiesina di Caprile Alto. La mente freddamente proclama: fine dell'anello. Ma tutto il resto del corpo esclama: alla faccia, che bello questo giro..!! Nonostante la scarsità di bolli, l'itinerario non presenta vere difficoltà di orientamento: utile avere una buona cartina in mano, ma anche senza si può procedere tutto sommato con una certa tranquillità. Ho scoperto che il Mincucco, tanto facile da raggiungere dai Piani dell'Avaro, nasconde nelle pieghe dei suoi versanti sud, nord e est un itinerario alquanto suggestivo: questa montagna poco considerata è capace di regalare ambienti di una bellezza selvaggia e bucolica allo stesso tempo. Segnatevi questi numeri, fateli scorrere sotto i vostri piedi: 15, 16 e 110. Non servono per vincere al lotto, ma vi faranno un bellissimo regalo lo stesso.... |
Immagini totali: 58 | Ultimo aggiornamento: 04/03/12 17.02 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |