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Vista la bellezza della zona, domenica sono tornato a concludere il giretto che il maltempo mi aveva obbligato a interrompere venerdi! Stavolta sono partito dal passo del Vivione e ho percorso il sentero 416 fino al passo del Gatto. Devo segnalare che il sentiero, credo una mulattiera militare della prima guerra mondiale, in alcuni punti risulta danneggiato dall'abbondante neve dell'inverno passato. Dopo il passo del Gatto il sentiero svolta bruscamente a destra e poi compie un'ampio semicerchio verso sinistra; a metà del semicerchio ho abbandonato il sentiero, puntando un passo verso nord (passo senza nome con piccola croce in ferro). Da questo passo si raggiunge verso destra, senza troppa fatica, la cima del Monte Sellerino. Il panorama era stupendo, ma già si stavano formando le prime nubi in cielo... Da li sono ridisceso fino al passo senza nome e tenendo la facile cresta, senza sentiero obbligato, ho raggiunto prima una quota senza nome e poi, da li,
il Passo del Sellerino. Proseguendo sulla cresta, che ora diviene più impegnativa con qualche passaggio che richiede l'uso delle mani, si perviene alla cima del Monte Venerocolo. Qui il sentiero è tracciato, ma bisogna fare attenzione alla posizione degli ometti in pietra per evitare alcuni punti un po' esposti! Dalla cima del Venerocolo, percorrendo a ritroso il sentiero dell'andata, si ritorna al passo del Sellerino e da li si scende a incrociare il ben visibile sentiero 416. Le fioriture lungo questo sentiero sono impressionanti e quante stelle apline!!! Ho quindi proseguito lungo il sentiero transitando dai passi del Venerocolo e del Demignone. Tra i due passi c'è una placca liscia con dei gradini di metallo, due passerelle di metallo e diversi punti attrezzati con catene di sicurezza; la placca liscia è aggirabile abbandonando il sentiero, per abbassarsi sul fondo della valletta, una trentina di metri prima del punto incriminato e riprendendo il sentiero una trentina di
metri dopo. Dopo il passo del Demignone il sentiero sale leggermente in quota: nel punto di massima elevazione ho preso l'ampia cresta, una spalla del monte Demignone, e l'ho seguita compiendo un semicerchio fino alla cima della montagna. Quindi sono ritornato sul sentiero 416 e mi sono diretto al rifugio Tagliaferri. Da li sono sceso con una variante veloce del sentiero 413 lungo la valle del Vò (bellissime le cascate del Vò) fino a Ronco, poi sono tornato a Schilpario e sono risalito al passo del Vivione lungo il sentiero che passa dalla bella (e visitabile) miniera del Gaffione.
Giro bellissimo, anche se da metà mattina il cielo si è fatto brutto. Bellissimi i fiori che ho visto e che difficilmente dimenticherò!!! Un saluto alle due simpatiche e gentilissime signorine che mi hanno dato un passaggio da Ronco fino al ristorante Il Capriolo, risparmiandomi i 4 Km d'asfalto su un giro che comunque in totale conta 35 Km!!! |
Immagini totali: 25 | Ultimo aggiornamento: 2009.07.14 20:16:40 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |