Siamo in quattro: Gabriele, Prisca Raffaella ed io.
Mercoledì 11 giugno 2014, prevista bella giornata fino al pomeriggio, raggiunto in auto il Passo-Rif. Del Vivione (1828 m), percorriamo un breve tratto del sentiero 416-415 , antica strada militare, per 10’ fino ad incrociare, sulla sinistra, il sentiero 415 che si abbassa nella valletta e passa sotto la Malga Gaffione (1825 m).
Il sentiero si snoda all’inizio in saliscendi in un ambiente di torbiere (‘moie’ ‘moiàt’ in dialetto bergamasco) , alimentate dal torrente Gaffione , che si attraversa tramite due ponticelli.
Passiamo accanto ai ruderi della vecchia stalla Gaffione, da dove il segnavia 415 continua in leggera salita in un ambiente pascolivo ricco di rododendri e arbusti nani intervallati da roccette con zone ancora coperte da neve in fase di scioglimento, le cui acque scorrono anche sul sentiero.
Dopo meno di un’oretta circa dalla partenza giungiamo su an’ampia sella erbosa, in parte ricoperta ancora di neve, dove si stende il primo, il più alto (1990 m) dei cinque Laghetti delle Valli con vista verso il Monte Gaffione e lontano il gruppo Ferrante –Pizzo di Petto.
Qui, lasciato il segnavia 415 , saliamo su tracce di sentiero al Monte Busma (2135 m) , percorrendo un’ampia costiera erbosa in parte ricoperta da neve, prima in decisa salita, poi in leggera pendenza.
Raggiunta la cresta del lungo crinale occidentale del Busma , il panorama si apre sulle valli ed i monti circostanti, ad est la Valle di Scalve con lo spettacolo delle Piccole Dolomiti Scalvine e del gruppo Sossino-Camino, a sud verso la Presolana e il gruppo Ferrante-Pizzo di Petto, ad ovest vicino verso la Valle Asinina e lontano verso le alte cime del Tornone-Tornello, dei Tre Confini, del Gleno, del Venerocolo, a nord verso le cime della Valcamonica con l’Adamello.
Sostiamo un momento sulla vetta caratterizzata da un grande omino di sassi, imbrigliati con rete metallica (2135 m).
Osserviamo i laghetti sottostanti e e il percorso fatto e quello che ci rimane da percorrere verso il Gaffione a sud e la testata della Val Asinina ad ovest.
Dal Busma scendiamo per crinale , seguendo labili tracce o a vista, alla sottostante sella dove è spettacolarmente incastonato il più basso dei Laghetti delle Valli.
Da laghetto tramite un tracciolino che si snoda fra macchie di pini mughi saliamo alla cima del Monte Gaffione (2035 m) panoramica sulla Val di Scalve ed i suoi monti, dove sostiamo per il pranzo al sacco, rallegrato dal buon vino e grappa al mirtillo di Prisca e dalla torta di Raffaella.
Poi, scesi ai sottostanti laghetti, risaliamo all’altezza del più alto, dove, sulla selletta, imbocchiamo il sentiero segnato con bolli CAI rosso-bianchi, 145A, che taglia il pendio in diagonale e si dirige verso la Val Asinina e risale procedendo lungo il fianco occidentale della valle fino a raggiungere la conca della testata dove sono incastonati i due laghetti di cui uno, il più alto abbastanza ampio (2139 m, quasi un’ora al Gaffione).
Questa conca è circondata da strette insenature , tra cui il Passo di Val Asinina (2250 m) che comunica con il Lago di Valbona.
Raggiunto il maggiore dei laghetti, lo aggiriamo sul lato sud per risalire, con alcuni zig-zag il ripido fianco orientale della conca, attraversando con prudenza tratti innevati fino a raggiungere il Passo di Val Asinina (2250 m), mentre nuvoloni in cielo e brontolio di tuoni ci consigliano di affrettare il passo.
Dal passo la discesa al sentiero 416 in Valbona si presenta difficile per accumuli di neve che coprono tratti del ripido sentiero e ci costringono a uscirne per passare su sfasciumi tra rododendri ed erba.
Con grande attenzione, superati i tratti difficili, scendiamo a vista sulla neve in traverso fino a raggiungere finalmente il sentiero-mulattiera 416, divenuto in alcuni tratti ruscello alimentato dall’acqua della neve in disgelo.
Passando dalle Baite di Val Asinina e dalla Malga Gaffione, dove poco sopra buona parte del sentiero è franato, chiudiamo il nostro bel giro ad anello ristorandoci al Rifugio del Vivione, contenti della bella escursione scalvina.