IL TEMA DELLA VERGINE CHE ALLATTA

A partire dal XII secolo l’Europa fu invasa da un’ondata di devozione verso la Madonna. Tanti monasteri furono posti sotto la protezione di Maria, e tante chiese vennero a Lei consacrate. La Vergine cominciò a campeggiare in ogni ambiente della Chiesa, dalla facciata esterna all’abside, per evidenziare soprattutto i toni della tenerezza materna.

Le raffigurazioni si ispirarono agli scritti biblici e dei padri della Chiesa ma anche alle leggende, agli inni liturgici. 

La Vergine, trono della divina Sapienza (nella cattedrale di Chartres, per esempio), Maria regina con la corona sul capo, Cristo che incorona la Madre (mosaico di S. Maria Maggiore a Roma), la Madonna col Bambino, la Madonna tra angeli e santi, le Maestà di famosi pittori, testimoniano i tanti  sentimenti che ella suscitava nei fedeli.

 

 

In particolare, il tema della Vergine che nutre il Bambino è il tipo più antico di Madonna col Bambino. Il soggetto si trova raffigurato nei mosaici antichi e nelle sculture delle chiese medievali, ma anche sulle facciate di alcuni edifici civili (per esempio la Loggia dei Lanzi a Firenze). Nel XIV secolo pare che molte chiese pretendevano di possedere un poco del latte della Madonna che conservavano come sacra reliquia.


La storia dell’arte ci mostra, nel periodo tra la fine del 1400 e i primi anni del 1500, una produzione numerosa di immagini della Madonna raffigurata secondo il gusto rinascimentale degli artisti che ne esaltarono la giovinezza, l’eleganza, ma anche il messaggio interiore. Maria si presenta con il suo Bambino in un atteggiamento umano: si comprende che Dio si è fatto come uno di noi, è venuto in mezzo a noi con sua Madre, la quale è bellissima. Seguendo la sua bellezza si può giungere all’autore stesso della Bellezza (Sapienza 13,5).

 

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Nel territorio di Bergamo sono numerosi gli affreschi con questo soggetto: è facile scoprirli se entrando in una chiesa si guarda con attenzione. 

A Bergamo Alta, per esempio, la Chiesa di S. Michele al Pozzo  Bianco conserva un vero tesoro di affreschi dal 1200 al 1500, e ben quattro hanno il medesimo tema della Madonna che allatta il bambino: due nella chiesa principale e due nella cripta.


Nella chiesa di S. Maria Maggiore lo stesso soggetto è presente in un affresco sulla cappella laterale sinistra. E ancora in diverse altre chiese delle Valli bergamasche è possibile ritrovare affreschi che mostrano la Vergine, una donna piena di grazia, in primo piano, che allatta il Bambino, da sola o mentre si intrattiene con santi e fedeli.

Il Concilio di Trento, nel clima della Controriforma, emanò nel 1563 un decreto sulle immagini sacre che orientò per i secoli successivi le raffigurazioni religiose. Tra le nuove regole, la proibizione di esporre immagini che potessero ingannare i semplici, suscitare pensieri impuri.

Così vennero fornite direttive agli artisti che eseguivano opere destinate al culto, e tantissimi scritti vennero diffusi per far conoscere le regole e i princìpi. Per esempio il cardinale Federico Borromeo faceva rilevare “la sconvenienza di quelli che effigiano il divino infante poppante in modo da mostrare denudati il seno e la gola della beata Vergine, mentre quelle membra non si devono dipingere che con molta cautela e modestia”.

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E lo stesso cardinale dava ai pittori il modello suggerito dal patriarca di Costantinopoli Niceforo (IX secolo) il quale allora aveva scritto vari trattati contro coloro che volevano distruggere le immagini sacre: ”… per colorito tendeva a quello del frumento, capigliatura bionda, occhi penetranti con pupille chiare e quasi del colore dell’oliva. Le sopracciglia incurvate e di un bel nero, il naso lunghetto, le labbra tonde e soffuse della soavità delle parole; la faccia non rotonda né acuta, ma alquanto allungata, parimenti le mani e le dita piuttosto lunghe…”


Gli artisti seguirono in genere quei dettami attenendosi alle richieste dei diversi ordini religiosi , i gesuiti, i carmelitani, gli agostiniani, i francescani, i servi di Maria, i trinitari, i certosini.

Si affermarono nuovi temi ma la Madonna continuò ad occupare un posto di primaria importanza.