LA PITTURA ROMANICA, GOTICA, RINASCIMENTALE

La pittura romanica

Nella pittura romanica sono rappresentati soggetti quasi esclusivamente di carattere sacro. In questo periodo la pittura di soggetto religioso ha come funzione fondamentale quella di insegnare la storia sacra al popolo, nella quasi totalità analfabeta, trasmettendo i messaggi religiosi con immagini semplici e suggestive.

Le figure sono delineate in modo piuttosto schematico e prive di corporeità, come era tipico dell’arte bizantina, ma cominciano a liberarsi dalla rigidità e i gesti si fanno più accentuati.

I volti cominciano a lasciar intravedere i sentimenti. Nella rappresentazione si deformano alcune parti del corpo e si alterano le proporzioni dei personaggi affinché la “narrazione” sia più efficace.

La pittura romanica valorizza la funzione della linea, utilizzata non solo come contorno, ma anche come elemento decorativo e descrittivo per suggerire il movimento ed esprimere drammaticità.

Le tecniche più utilizzate sono il mosaico, l’affresco e la pittura a tempera su tavola.

La pittura gotica

Nella pittura gotica i personaggi acquistano atteggiamenti più realistici, più “umani” in modo che l’osservatore li senta più vicini a sé.

Nelle composizioni la linea assume grande importanza (“linearismo”), diventa elaborata ed elegante e viene utilizzata sia come mezzo espressivo, sia come elemento decorativo..

Le dimensioni delle figure diventano più equilibrate. Ma il vero cambiamento nella pittura italiana di questo periodo si realizza con l’opera di Giotto che diventerà fonte di ispirazione per gli artisti del Rinascimento. Le sue opere si differenziano dalla pittura gotica tradizionale, gli sfondi non sono più piatti e dorati, ma vengono resi realistici dalla presenza di strade, campagne, architetture, di figure disposte su diversi piani spaziali, nonché dall’uso di linee oblique e di contrasti tra luci e ombre.

Le tecniche più utilizzate sono: l’affresco, il mosaico, la vetrata, la pittura a tempera su tavola.

Il Quattrocento

Gli artisti del Quattrocento studiano attentamente sia l’uomo, sia l’ambiente che lo circonda: contrariamente a quanto accadeva nei dipinti del periodo precedente, caratterizzati da fondi dorati, ora le figure sono inserite in paesaggi e ambienti naturali.

Si avvia la ricerca di regole che permettano di rappresentare, in base a precisi rapporti matematici, la realtà tridimensionale su un piano bidimensionale, creando l’illusione della profondità: nasce la prospettiva.

Nei dipinti di questo periodo le figure sono ben costruite, perfettamente proporzionate e realistiche.

Nei ritratti l’analisi dei particolari è minuta. Le tecniche più usate sono: la tempera, l’affresco e l’olio su tela.

Il Cinquecento

Nella pittura continua la ricerca intrapresa nel periodo precedente per rendere la rappresentazione sempre più equilibrata e armoniosa, vicina al concetto di bello ideale caratteristico dell’arte classica antica.

Nei dipinti la figura umana acquista sempre più importanza, tanto che generalmente occupa la maggior parte dello spazio rappresentato, mettendo in secondo ordine gli altri elementi e il paesaggio.

Nei ritratti l’uomo costituisce addirittura l’unico soggetto del dipinto; si vogliono far risaltare le caratteristiche anche spirituali delle persone rappresentate.