Un coordinamento permanente, che tuteli le Orobie, e vigili costantemente sullo sviluppo sostenibile dell'ambiente. Così, a livello provinciale, le associazioni ambientaliste Wwf, Fab-Flora alpina bergamasca, Legambiente, Mountain Wilderness e Seriana Ambiente, si sono unite in «Orobievive» e come primo atto hanno ribadito la bocciatura per il «Piano strategico di potenziamento e collegamento dei demani sciabili dell'alta Valle Seriana e della Valle di Scalve». Una mobilitazione mai avvenuta in precedenza, che tradisce grande preoccupazione per il progetto, i cui cantieri potrebbero aprire già nella prima metà del 2009, con uno stanziamento di circa 60 milioni di euro, finanziati in parte da Regione Lombardia, Unione europea ed altre istituzioni locali.
«Ragioni di buon senso»
Le ragioni, spiegano gli esponenti del coordinamento, «sono semplici e di buon senso: si tratta di un progetto vago e lacunoso. In quest'area sono presenti fattori di sensibilità ecologica floristici, faunistici e idrogeologici tali da sconsigliare interventi di grave impatto ambientale». Le perplessità, secondo «Orobievive» investono peraltro anche il fattore socio economico: «Nessuno studio concreto di sostenibilità economica è stato mai realizzato».
«Proteggiamo il territorio»
Secondo gli ambientalisti sarebbe meglio utilizzare quei soldi per proteggere il territorio e costruire nuovi alberghi: «In alcuni paesi della valle - ha spiegato Mario Zamboni, responsabile del Wwf orobico - il rapporto tra hotel e seconde case è addirittura di uno a duecento. È ora di cambiare rotta: noi diciamo basta alla prolificazione delle seconde case, che danno guadagni immediati ai costruttori senza poi contribuire alla crescita dell'economia locale, e invitiamo a destinare quei fondi per la costruzione di alberghi che, oltre ad offrire alloggi ai turisti, garantiscono un posto di lavoro a centinaia di persone per generazioni».
«Dubbie ricadute»
Anche per quanto riguarda le ricadute favorevoli che comporterebbe il progetto, le associazioni ambientaliste manifestano perplessità: «Le presunte ricadute favorevoli economiche ed occupazionali - spiega in un comunicato Orobievive - promesse con roboanti dichiarazioni di politici e amministratori, in realtà sono tutte da dimostrare, anche poste a raffronto con la realtà di altri comprensori più famosi, collaudati e organizzati (come ad esempio il comprensorio della Val di Fassa in Trentino). Molto meglio sarebbe perseguire una politica di rilancio turistico ed economico non legata a strategie ormai superate e a criteri che non reggono l'impatto con la realtà».
Il «No» del Parco delle Orobie
I Comuni dell'alta Valle Seriana interessati dalla costruzione dei nuovi impianti sono Oltressenda, Colere, Gromo, Valbondione e Vilminore. Nel frattempo, contro il progetto, che aspetta ancora il parere di impatto ambientale, si è già espresso recentemente anche il Parco delle Orobie bergamasche