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Domenica 19 Settembre 2010. Oggi la brigata del Pieroweb è ridotta al minimo sindacale: io e Piero, comandante e vicecomandante. Doveva essere Zuccone dei Campelli, ma Piero si ritrova come unico compagno il sottoscritto, reduce da un infortunio al ginocchio patito 40 giorni fa. Non dovrei già fare escursioni, però è tutta stradetta fino ai Piani di Bobbio: diventano il mio obbiettivo, sarebbe già tanto per me arrivare fino lì! Non dovrei….Ma l’istinto suggerisce: " Partiamo, siamo sempre in tempo a tornare indietro..." Da Ceresola ci avviamo lentamente sulla mansueta stradina asfaltata che sale ai Piani, sfiorando il laghetto artificiale: prime foto ad effetto sul Tre Signori. La tranquillità regna sovrana, rotta solo dal nostro discreto chiacchiericcio. Sbuchiamo sui pascoli dei Piani scaldati dal pieno sole, erba verde rasata e concimata a dovere dalle mucche che hanno appena abbandonato l'alpeggio. Immortalo l'effimero laghetto nato in un loro ricordino. Abbandonata la stradetta, faccio da guida a Piero risalendo di sbieco i rilassanti pratoni che portano al Rifugio Lecco. La salita è quanto mai piacevole e dolce, i panorami verso la Valsassina ci hanno già entusiasmato: Piero parte con la prima delle sue famose contorsioni "Panoramiche". Ci colpisce la pace assoluta: pensiamo di essere i soli a calpestare questo immenso mare di erba quando appaiono tre "Portatori sani di Mountain Bike". Piero fa pubbliche relazioni con questi escursionisti a pedali cui va tutta la mia stima. Bravi!! Quassù hanno addirittura dei segnavia tutti per loro. Un ultimo piccolo sforzo ed eccoci al Lecco: ancora non mi sembra vero di essere arrivato quassù, che soddisfazione!! Il ginocchio è stato bravissimo, neanche il più piccolo dolorino. Felicissimo della cosa gli chiedo ingenuamente cosa vuole fare: Zucco Barbesino, risponde!! Mi si rizzano i capelli, pia illusione mi dico....Ma accetto la sfida: mi stuzzica l'idea di portare Piero fino in vetta, per lui nuova. Non andremo tanto lontano, penso. E invece…. ( Vi rimando a questo punto, se volete, ad una mia precedente escursione sul Barbesino, per ulteriori dettagli tecnici e considerazioni.) Risaliamo la pista Camosci fino alla casina di arrivo della seggiovia: proprio li di fianco comincia il sentiero che in breve ci porta sull'orlo di una grande dolina. Piero scatta a ripetizione e mi diverto a portarlo nei punti più panoramici. Proprio in fondo alla dolina spunta una pasciuta marmotta. Da qui in avanti il sentiero, mai troppo ripido, si trasforma in una serie di labili tracce da individuare e seguire con attenzione tra prati e rocce. Faccio strada: sullo spallone il sentiero sparisce come al solito nell'erba, ma mi accorgo che è stato ribollato di recente con più evidenti segnavia rosso-bianchi. Ottimo! I panorami si allargano sempre di più e siamo talmente presi dalle foto che la nostra velocità di salita rasenta quella delle lumache. Ciuffi rossi nell’erba parlano di autunno. Piero pensa di essere vicino alla vetta, ma io so che in realtà bisogna superare un paio di lunghi dossi passando tra i pinnacoli rocciosi di una caratteristica valletta. E allora su ancora un pezzettino e poi un altro ancora. Arriviamo sulla cresta sommitale: un paio di passaggi appena appena impegnativi, ma ampiamente fattibili. Riconosco il luogo, pochi metri di prato e siamo sulla cima. Sorpresa: qualcuno ha alzato un omino di sassi! E' minuscolo, ma almeno ora c'è qualcosa che la identifica! La mia felicità è alle stelle: non avrei mai pensato di poter salire quassù oggi....Sono troppo, troppo contento!! Piero mi sentirà ripetere questa frase per tutta la discesa! E anche lui non è affatto deluso dal Barbesino, anzi: sta rimandando la pausa mensa ad oltranza con la scusa di immortalare i bei panorami prima che arrivino le nebbie. Si offre addirittura di fare la Croce di vetta a favore della mia fotocamera! Ancora una volta ci rammarichiamo che gli altri amici abbiano rinunciato. Che peccato! Sarebbe bello averli qui adesso, anche quelli a quattro zampe: questa è una montagna per tutti, basta solo un minimo di attenzione. Siamo, secondo me, sul balcone migliore per ammirare gli imponenti bastioni del più blasonato Zuccone dei Campelli che si staglia davanti a noi. Si avvicinano le nuvole. La giornata prosegue con la lentissima discesa verso il Lecco e col nostro successivo attraversare i Piani, pascolando tra gli splendidi, caldi colori preautunnali del pomeriggio inoltrato. Giornata che si chiude a Ceresola, dove torna in mente quanto suggerito dall’istinto la mattina: partiamo…. Per fortuna siamo partiti, poteva essere una giornata vuota e invece l'abbiamo riempita con una bella escursione: facile ma non banale, di tutto rispetto e appagante! Piero è soddisfatto e io il doppio! Il Barbesino è una bella montagna ingiustamente trascurata, molto più abbordabile di quanto lascerebbero intendere i suoi dirupati fianchi. |
Immagini totali: 47 | Ultimo aggiornamento: 22/09/10 16.51 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |