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Martedì 19 Giugno 2012. Parcheggio della Madonna delle Nevi, nessun'altro all'orizzonte, neanche il tempo di allacciarmi gli scarponi e girarmi, il mitico Spike si avvicina festante e scodinzolante: per la mia escursione verso il Bivacco Zamboni posso contare su una guida d'eccezione..!! Avevo debuttato quassù solo pochi giorni fa in una giornata di nuvole impietose, ho voluto fortissimamente tornare per godermi questa bellissima zona col sole pieno: attraverso il ponticello e mi inoltro nell'ampio vallone, dopo aver guadato il torrente giro a sinistra, abbandono la sterrata per addentrarmi nella Foresta Azzaredo - Casù grazie al sentiero 124. (Attenzione: il guado del torrente può risultare difficoltoso, in caso di piena prendere la deviazione prima del ponticello...) L'Ersaf ha trasformato il sentiero in una mulattiera molto bella e curata, con ripide serpentine si alza nel bosco fino a transitare davanti la Baita Casù: il rudere è stato recuperato a deposito e rustico ricovero d'emergenza. Nuove serpentine, ora meno faticose, portano ad una valletta e con bel traversone sbuco dirimpetto alla stazione superiore di una moderna teleferica, di colpo esco dal bosco ed in breve raggiungo la Casera Azzaredo: incrocio il primo dei tanti pannelli esplicativi presenti sul sentiero, davvero molto chiari e interessanti, mi alzo nel pascolo e oltrepasso la Baita Arletto, portandomi nel vallone che poco sopra si trasforma nella bella conca di origine glaciale che ospita il Bivacco Zamboni. Tutte le baite fin quì incontrate mi hanno accolto con una targhetta indicante nome e quota, il bivacco mi accoglie con un sasso poliglotta: Spike mi ha accolto tra le sue montagne precedendomi lungo tutto il sentiero che sicuramente conosce a memoria e mi fa compagnia quando mi siedo per ammirare il panorama baciato dal sole. Che bello..!! Mi segue fedele quando prendo il sentierino che sale appena a sinistra del bivacco, ho deciso di puntare alla sovrastante Bocchetta di Budria: la traccia si sposta verso sinistra e vado a raggiungere la piccola costruzione di una acquedotto, poi giro a destra in direzione dell'evidente canale che porta al valico. La pendenza dapprima è docile, cerco di scovare qualche traccia che mi possa guidare, Spike si mette dietro, mi da l'impressione di non conoscere la strada: ecco che a metà canale spunta un sentiero vero e proprio, con secchi tornantini in breve raggiungo la Bocchetta, si apre il panorama valtellinese, vicinissimo si staglia nel cielo l'elegante e aguzzo Pizzo del Vento. Non ci penso due volte, un bel sentiero scende alla vicina selletta da cui parte la ripida crestina per la vetta, dapprima salgo tenendo un pelino la sinistra, poi in corrispondenza di una bella roccia bianca mi porto un po' a destra: la salita non è difficile, prendo in braccio Spike giusto per fargli superare un piccolo saltino, 5 minuti e sono in cima. Dopo aver doverosamente ammirato il bel panorama ripercorro fedelmente i miei passi fino alla Bocchetta di Budria, prendo la lunga cresta che mi porterà al Monte Tartano: anche lei non è particolarmente difficile, alterna tratti tranquilli ad altri dove la natura del terreno si fà un po' più impegnativa. L'ultimo strappo è decisamente più ripido e roccioso, seguo fedelmente le tracce e Spike segue me, arriviamo felici e senza troppi problemi in vetta: ci meritiamo un po' di riposo e il simpatico cagnolino mi si accuccia tra le gambe, mette le sue zampette tra i miei piedi e mi strappa un sorriso pieno di tenerezza. Il Monte Tartano è indubbiamente una cima poco frequentata, ma la salita è di sicura soddisfazione ed il panorama non disdegna ottimi scorci, perciò comincia la trafila degli autoscatto: Spike mi segue fedele nelle numerose corse avanti e indietro per stare nei tempi della fotocamera, poverino, alla fine nei suoi occhi spunta un rassegnato stupore..."Ma che razza di strano escursionista sono andato a cercarmi oggi..??!!" Non potevo immaginare che l'avrei avuto al mio fianco, divido a metà con lui il mio unico panino e gli regalo tutti i biscotti che mi ero portato, se li merita proprio..!! Dopo una mezzoretta ci incamminiamo lungo la cresta sud per raggiungere il sottostante Monte Azzaredo, che di fatto si rivela una banale gobba dove la cresta si sdoppia: prendo quella est, e con lungo percorso, non privo di punti in cui prestare attenzione, arrivo a quello che dovrebbe essere il Passo di Piedivalle, di fatto orfano di qualsiasi indicazione. Devo scendere a destra verso la Baita Piedivalle, ma il canale che diparte dal passo non mi ispira fiducia, perciò proseguo oltre in leggera salita: dopo circa duecento metri riesco ad intercettare un canale nettamente più ampio e senza troppi patemi mi abbasso a raggiungere un paio di baitelle, dove trovo un sentiero che scende al lago verde di Romice. Un sentierino costeggia tutto il sinuoso ruscelletto che ricama la parte sinistra della spianata: molto suggestivo questo tratto, in poco tempo raggiungo la Baita Piedivalle e quì riaggancio il sentiero 101, che seguo fino a raggiungere il vicino e piccolissimo Laghetto di Cavizzola: ora prendo il Sentiero delle Casere e mi abbasso fino alla Casera dei Siltri, la aggiro e proseguo nello stupendo lariceto, uno dei boschi più belli che abbia mai visto in vita mia! Passano solo pochi minuti e fuoriesco alla spianata della Costa Piana di Terzera, tutta la camminata era finalizzata a questo momento: il sole esalta la bellezza sfolgorante di questo luogo, me lo gusto in silenziosa compagnia di un omino di legno, mentre Spike si muove con disinvoltura, dimostrando un'evidente e profonda conoscenza della zona. Spero di averlo ancora con me quando tornerò quassù, voglio vedere i larici dorati e lasciare i miei passi nella neve, passi che adesso divallano verso la sottostante Casera comunale, ora raggiunta dalla nuova sterrata che provvedo a seguire fino a quando attraverso il torrente su un ponticello: la mia attenzione viene immediatamente catturata da belle cascatelle, che non esito un istante ad esplorare. Riprendo la sterrata e la percorro fino a trovare la deviazione per la Madonna delle Nevi, penso che la mia lunga escursione abbia già detto tutto, invece la Val Terzera mi riserva un'ultima sorpresa: il sentiero scende a lambire un profondo e selvaggio vallone, caratterizzato da altri salti del torrente, belli ma inavvicinabili. Dieci minuti dopo sbuco al ponticello della Madonna delle Nevi, la bellissima escursione è davvero terminata: Spike è sfinito, si accovaccia sotto la Pandina, sente odore di casa ma resta al mio fianco. Lo faccio salire a bordo e lo riaccompagno alla sua cuccia, l'Hotel Genzianella, glielo devo proprio: mi ha seguito ovunque senza lasciarsi scappare un lamento, una presenza costante e assolutamente discreta, non ha mai abbaiato, ha giocato con la neve, ha infilato la testa qualche volta nelle tane delle marmotte...Troppo forte Spike..!! Ciao mitico cagnolino: sei stato il compagno eccezionale di un'escursione indimenticabile..!! |
Immagini totali: 80 | Ultimo aggiornamento: 13/07/12 21.21 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |