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Rifugio Benigni, la stragrande maggioranza degli escursionisti sale dalla strada dell'Avaro, pochi quelli che si sobbarcano la lunga scarpinata da Ornica, ancor meno quelli che scelgono di inoltrarsi su per la Val Pianella: l'escursione, seppur lunghetta, rende al massimo se le si lascia la libertà di mescolare tutti i suoi ottimi ingredienti. Ecco perciò che all'inizio non mi faccio mancare un bel giretto tra i vicoli e le scalette del paesino, mi lascio poi condurre sulla docile mulattiera militare 107 che inoltrandosi nella Valle Chiassuro porta fino al Cesur, bellissimo borgo rurale che permette di accedere alla sovrastante Valle Salmurano: un tratturo porta ad uno spiazzo poco oltre le baite Bregagnol, la mulattiera scompare dentro un disboscamento e devo fare attenzione alla segnaletica, il tracciato riprende quasi subito vita e con una serie infinita di tornantini finisce con lo sbucare nella conca dell'Alpe Valletto. Con breve deviazione a sinistra in pochi minuti raggiungo la costa dove parte il sentiero della Val Pianella, nel primo tratto alcuni alberi schiantati obbligano a facili aggiramenti, con bella pendenza il sentierino esce dal bosco e attraversato il torrentello mi porto alla Baita Nicola: il meglio della Val Pianella comincia ora, dirimpetto si alzano le bastionate del Pizzo di Giacomo, col Torrione a svettare solitario, perfetto contraltare al pascolo della crollata Baita Pastrengo, mi guardo bene intorno e non posso fare a meno di notare il meticoloso lavoro di spietramento fatto per creare il pascolo. Il sentierino è minimale e ben tracciato, in questo tratto della valle vado a sfiorare il bordo di cordoni morenici che in successione caratterizzano la parte sinistra della valle, testimoni di antichi nevai scomparsi: neve che però ha lasciato "impronte" recenti, nella parte alta il sentierino presenta alcuni piccoli smottamenti, regalo delle incredibii nevicate dello scorso inverno. Un dosso spalanca le porte della conca sommitale della valle, davanti si presenta la Cima di Val Pianella, passando accanto ad una folta colonia di stambecchi raggiungo dapprima a destra la Bocchetta dei Piazzotti, poi con facile traverso ecco raggiunta anche la Bocchetta di Val Pianella: prendo la ripida dorsale, uno strappo bello tosto mi porta ad un passo dalla vetta, scollino sul filo e fatti pochi passi tocco la croce della Cima di Val Pianella. E' stata una gran bella scarpinata, da Ornica sono più di 1400 metri di dislivello: che soddisfazione però, molti salgono a questa cima come naturale proseguimento della classica salita al Benigni fatta dalla curva degli Scioc, ma arrivarci dalla Val Pianella è tutta un'altra cosa, valle ancora intatta e di bellezza selvaggia ma non aggressiva. Prima di scendere a valle ho fatto un giretto dalle parti del Pizzo di Mezzaluna, scoprendo balconi mozzafiato sulla conca del Piazzotti: lago che ho poi raggiunto per rendere omaggio al Rifugio Benigni, compie trent'anni, auguri..!!! Sceso dal Canalino e lasciata alle spalle la grande conca dell'Alpe Salmurano ecco che i resti di una poderosa valanga creano un suggestivo tunnel di neve nei pressi della sorgente San Carlo, incredibile passaggio che in tanti anni di salite al Benigni mai mi era capitato di vedere..!! Poco sotto prendo il sentiero per Ornica, torno sulla mulattiera 107 e pian piano scendo tra i luoghi attraversati il mattino, poi al Cesur proseguo sulla strada asfaltata che girando la costa immette nella Valle d'Inferno, con tranquilla discesa arrivo a Ornica: gironzolando qui e là finisco per portarmi alla chiesa e ne visito il bell'interno, mentre sul sagrato mi imbatto in un antico Ossario ora riconvertito come chiesetta invernale, penso a quante volte sono passato da Ornica e solo ora scopro questo gioiellino, penso ai tanti escursionisti che si sparano direttamente una A/R "Macchina - Tre Signori - Macchina" senza accorgersi di quante cose belle adornano il paesino. Ultimo regalo di un'escursione
che mescola bellezze a profusione: un grande grazie ad Ornica, paesello dove è d'obbligo lasciarsi portare a spasso tra viuzze e scalette che non hanno mai conosciuto l'affronto di scempi edilizi. |
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