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Lunedì 4 Marzo 2013. I miei scarponi sono moderni ed hanno il passo curioso: le strade che percorro oggi profumano di antico, Priula e Mercatorum si fondono in un felice connubio percorribile in ogni stagione. Da San Giovanni Bianco salgo ad Oneta, pochi minuti di bella mulattiera che si stacca dalla ciclabile appena a monte del paese: doveroso saluto a quella sagoma di Arlecchino, nato in questo minuscolo paesello adagiato su un prativo terrazzo del Cancervo. La quieta vita non è stata intaccata dall'arrivo delle auto, la Priula scorre in una stretta viuzza e si dirige a nord: oltrepasso la chiesetta di Sant'Anna ed una bellissima sorgente annuncia l'arrivo a Cornello dei Tasso, splendido microcosmo da visitare in punta di piedi, altre parole ben più intonate delle mie hanno saputo sapientemente descrivere questo gioiello brembano. La Priula cede il passo, la Via Mercatorum mi conduce sul fondovalle, attraverso la passerella sul Brembo: non ho mai percorso questo tracciato, sale con andamento un tantino ardito e sfiora pareti di roccia, mentre si aprono vedute sulla dirimpettaia Camerata Cornello. Una prima radura con baite porta ad una santella malmessa, ecco una seconda radura al termine della quale compare una sterrata che curva a sinistra portando a Portiera, il pendio coperto di neve e senza tracce mi inganna come pure la mancanza di indicazioni: solo dopo aver sbagliato strada due volte mi rendo conto che non devo fare quella curva ma tirare dritto nel prato verso la valletta che mi sta di fronte, la mulattiera ricompare lì. Risalgo la valletta e dopo aver superato una pineta di rimboschimento ecco apparire le case di Grumo, un nome che racchiude ogni spiegazione: anche qui emergono testimonianze di un passato più glorioso. Risalgo la strada asfaltata per qualche centinaio di metri fino a trovare le indicazioni della Mercatorum: giro a destra e la mulattiera sale ripida infilandosi poi in una specie di breve canyon, fuoriesco nei prati che precedono la bella chiesa di San Rocco. Appena girato l'angolo scendo alla prima casa di Bosco Entro, su cui appaiono numerosi affreschi a soggetto religioso, potrebbe essere una casa di proprietà vescovile: attraverso il piccolissimo abitato dove scorgo una sola casa con le finestre aperte, scendo ad attraversare un valloncello e in pochi minuti raggiungo Bosco Fuori. Questa frazione è più grande della precedente e anche qui noto poche case abitate, quassù sembra di essere lontani anni luce dai vicini e grossi paesi di fondovalle: la strada asfaltata ufficiale termina qui, e qui termina il mio viaggio sulla Mercatorum, una passeggiata nella storia che mi ha pienamente soddisfatto. Comincia il mio viaggio di ritorno, l'intenzione era quella di ripercorrere i miei passi fino a Camerata per poi tornare a San Giovanni Bianco utilizzando la ciclabile ( scelta che suggerisco...): il timore che le gallerie della ciclabile siano ancora al buio, nonchè le tre ore scarse di luce che mi rimangono prima del tramonto portano ad un cambio di programma. Ecco perciò che a parte una deviazione su mulattiera tra Zappello e San Pietro d'Orzio, tutto il resto del tragitto si svolge sulla normale strada asfaltata fino a San Giovanni Bianco: è il tratto meno piacevole dell'escursione, purtroppo non ho incrociato nessuno per chiedere di eventuali altre mulattiere che portassero a valle. E infine eccomi a San Giovanni, paesone che meriterebbe un servizio tutto suo: è la chiusura di un anello intriso di storia e cultura, i miei scarponi sono moderni ma oggi hanno ricalcato passi antichi che è valso la pena ripercorrere. |
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