|
Sabato 24 Luglio 2010.
Spettacolare traversatona molto più lunga di quello che potrebbe sembrare sulla carta, ma da fare almeno una volta nella vita. Piero la propone e il sottoscritto, Claudio e Elena rispondono all'appello.
Partiamo belli pimpanti, accompagnati da un vento freschino...Molto vento...Moltissimo vento: al passo di Mezzeno sembriamo panni stesi, sbattiamo da tutte le parti!!
Ci tuffiamo precipitosamente verso i Laghi Gemelli che ci ripagano con stupendi e irreali colori, forse opera del ventaccio che man mano scendiamo cala di intensità.
Compare all'orizzonte una freccia nuvolosa che sembra proprio indicarci la strada da seguire....E noi la seguiamo!
Superato il rifugio, saliamo tranquilli su per la valle di Gorno: i lavori in corso alla diga trasformano il Lago Colombo in una miniatura.
Arriviamo al passo di Aviasco e prendiamo una traccia a destra segnalata da omini e bolli bianchi: saliamo ampi e lunghi dossi che lentamente ci innalzano al Laghetto del Monte Aviasco.
Siamo su una specie di altopiano sassoso, impreziosito da questo bellissimo laghetto che in realtà non ha nome e nemmeno è segnato sulle cartine topografiche.
Un vero e proprio delitto: il posto è meraviglioso e il panorama non è certo da meno! Già da solo questo piccolo angolo lacustre varrebbe la camminata, fin qui accessibile a tutti.
Ma adesso si volta totalmente pagina: arrivati al vicino bivio per il Pizzo Farno, prendiamo a sinistra per attraversare un macereto che offre già alcune difficoltà. Attenzione a seguire bene bolli e omini.
Il peggio però lo troviamo nel risalire il canalino successivo. Non è lunghissimo, ma bisogna prestare la massima attenzione: non è per niente facile, ci ingarbugliamo un po'.
L'avevo già risalito due anni fa: non era così, ora è molto più franoso. Forse colpa degli ultimi inverni particolarmente nevosi. Con molta cautela riusciamo a scollinare.
E appare la visione mozzafiato della conca del Lago Gelato: ghiaccio che lotta col sole, ma ormai è battaglia persa. Si svela il panorama della val Seriana su cui domina il vicino Arera. Pausa mensa seduta stante!
Siamo un po' in ritardo sulla tabella di marcia, ma decidiamo di tentare la vetta del Pradella. E' vicina, ma raggiungerla non è una passeggiata!
Risaliamo il costolone alla nostra sinistra, sempre seguendo bolli e omini che per fortuna non mancano.
In alcuni punti ci si avvicina alla cresta e possiamo ammirare l'insolito colore rosato di queste pareti rocciose. Poi cominciamo la traversata a destra per raggiungere la traccia che sale dal Lago Gelato.
L'ambiente è severo, non è un tratto da sottovalutare: piccoli passaggi su roccette e pendii ripidi richiedono concentrazione.
Che viene elevata ancor di più per l'ultimissimo tratto di cresta, quando ormai appare vicinissima la croce di vetta.
Parte praticamente pianeggiante e lineare, non particolarmente impegnativa, ma poi sono necessari piede fermo e abitudine ai percorsi un po' esposti.
La crestina si assottiglia e presenta passaggi obbligati su roccette: per chi soffre il vuoto superare questo breve tratto è una sfida, tenendo conto che non esistono catene o funi lungo tutto il tragitto.
Ma che si tocchi la vetta o ci si fermi all'anticima è una grande soddisfazione comunque: il panorama del Pradella è di quelli che non si scordano! Oggi poi la giornata è da urlo!! Ma è solo silenzio e stupore.
Non possiamo però fermarci troppo, sono già le tre del pomeriggio e la macchina è bella lontana!
La discesa, non priva di imprevisti, si colora dei toni caldi del pomeriggio inoltrato. Ci aiutano e sostengono nel raggiungere Mezzeno: ci arriviamo che ormai è sera.
Siamo stanchissimi, è stata una mazzata: mettendo insieme tutte le salite sono circa 1400 metri di dislivello coperti! I chilometri percorsi....Boh!
Ma siamo anche felicissimi: i fantastici colori e gli ambienti di questa splendida escursione non capitano tutti i giorni! Parola di quattro ragazzi leggermente scoppiati! |
Immagini totali: 62 | Ultimo aggiornamento: 28/07/10 22.09 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |