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Giovedì 21 Giugno 2012. San Simone e Baita Camoscio, patria di Pegherolo e Monte Cavallo: con Piero e Vito mi incammino sul sentiero 116, si va dalla parte opposta, alla scoperta di montagne valtellinesi. La lunga e tranquilla mulattiera militare ci scollina al Passo di Lemma dove il nostro cammino si divide, aggancio un sentierino pianeggiante a sinistra e con bel percorso palinato e per nulla faticoso attraverso la conca sotto la Cima occidentale di Lemma: arrivo ad una sella dove abbandono il sentierino che scende, prendo direttamente una traccia che a destra percorre la dorsale verso il vicino Pizzo del Vallone, prima meta della giornata. L'ampia cresta corre via con diverse ondulazioni, non è per nulla difficile e senza patemi arrivo alla base dello strappo finale: la cresta si restringe e s'impenna, abbandono i bastoncini, ma a ragion veduta le difficoltà sono minime, non ricorro quasi mai all'appoggio delle mani. In breve arrivo sulla vetta sud del valtellinese Pizzo del Vallone, l'aguzza vetta nord è poco più in là ma non la raggiungo: il panorama è bello anche da quì, ho un'altra cima che mi attende, torno sui miei passi. Ecco che in discesa il ripido strappettino finale si rivela un po' esposto, non me ne ero accorto in salita, presto la dovuta attenzione: ripercorro tutta la bella traversata fino al Passo di Lemma e attacco subito la dorsale, che con lungo percorso mi porta fino alla Cima di Lemma, dove per un attimo riaggancio i miei compagni. Davanti a noi ecco il Pizzo Scala, scendiamo la dorsale per qualche metro, ci separiamo: loro si abbassano ulteriormente per tentare la salita dal versante est, io tiro dritto verso la cresta sud, pare sia un tantino pepata. In realtà si rivela lunga e divertente, i tanto temuti passaggini impegnativi non mi sono apparsi tali, anche quì ho appoggiato poco le mani e seguendo le tracce ho aggirato senza troppi problemi i saltini rocciosi: vero è che mi sono inerpicato su scoscese balze erbose più adatte a stambecchi e camosci, ma qualsiasi escursionista esperto può salire quassù con relativa facilità. Ed ecco così che metto in carniere anche il Pizzo Scala, ampia vetta erbosa custodita da un piccolo Crocifisso, una marmotta ha messo sù casa a pochi metri, condivido a lungo con lei i bei panorami: arriva il momento di scendere, il prato dove ha scavato la tana sembra offrire una via di discesa alternativa. Perciò dalla vetta mi abbasso nel pratone est, nemmeno troppo ripido e appena trovo la possibilità di farlo mi sposto nel canalone a sinistra, scendo a caso dentro questo ripidissimo imbuto spacca ginocchia che si allarga man mano perdo quota: a metà della discesa incrocio i miei compagni che dopo qualche tribolazione hanno finalmente trovato la strada giusta e li ragguaglio sulla via da seguire, io proseguo la discesa puntando verso una baitella ancora piuttosto lontana, da lì dovrei trovare una traccia verso il Passo di Tartano. E infatti così avviene, raggiunta e oltrepassata la baita mi rendo conto di attraversare conche di origine glaciale ed è grande la mia sorpresa quando mi imbatto in una vera e propria morena: la risalgo, scoprendo quella che sicuramente tanti anni fa era la culla di un ghiacciaio, ora resta solo una effimera colata di neve che basta però a scatenare la mia anima sciatrice. Riprendo il sentierino, in pochi minuti raggiungo una baitella malmessa, il Passo di Tartano è appena lì sopra, una salitella e sono di nuovo affacciato sui panorami bergamaschi: non mi resta che scendere la dolce mulattiera, mi metto a curiosare nel Baitone Saline, sfilo davanti le Baite dei Fontanini, sfioro la Baita Belvedere e immortalo la Baita Sessi in compagnia delle sue belle montagne sovrastanti. San Simone non è certo un capolavoro, tutt'altro, ma nulla le vieta di essere base di partenza per ottime escursioni: c'è un bell'angolino di Valtellina solo a due passi da quì... |
Immagini totali: 57 | Ultimo aggiornamento: 27/07/12 17.34 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |