AL PASSO DEL PERTUS, QUELLO VERO! il 6 gennaio 2010
Mercoledì 6 Gennaio 2010. Pomeriggio di Epifania e Befana day.
Brevissima e facile escursione. Parto dal Laghetto del Pertus, quasi orfano di neve: quassù ha incrociato le braccia.
Prendo il tracciato della pista di sci di fondo e percorro il crinale, in direzione del Resegone. La neve vecchia e calpestata lascia spazio a continue e infide lastre di ghiaccio.
Ma la meta che ho scelto è molto vicina: decido di proseguire, con molta cautela, sulla stradina che si apre sul versante Valdimagnino, appena sotto la vecchia baita al termine dei prati. E' completamente in ombra e in lentissima discesa nel bosco mi porta in poco tempo ad una sella aperta sul soleggiato versante di Carenno.
Rimango su questi pendii quasi senza neve e tramite un bel sentiero, poco più avanti, sbuco dirimpetto l'ex Convento del Pertus. Proseguo oltre: bastano cinque minuti e arrivo alla mia meta: il Passo del Pertus, ovvero "Pertugio", come spiega bene la bacheca del passo. E attraversando il ponticello che lo sovrasta si capisce bene il perchè di questo nome.
Meglio ancora: mi abbasso con cautela nel bosco ed "entro" in questo stretto squarcio di roccia che è il passo, davvero molto particolare e insolito.
C'è pure una Croce incisa nella roccia, datata 1705!
Il passo è totalmente inghiottito dal bosco: per vedere un po' di panorama devo portarmi sui crinali adiacenti, dove non mancano ulteriori punti di interesse. Potrei proseguire oltre, ma oggi mi fermo qui. Dal laghetto ci ho messo solo mezz'ora, poco più che quattro passi: lenti e attentamente ponderati per evitare il ghiaccio vivo.
Torno all'indubbiamente più panoramico laghetto, che molti considerano erroneamente il Passo del Pertus.
Ma al passo vero ci tornerò sicuramente: ho un'idea che mi gira in testa....