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Giovedì 8 Maggio 2014.
Ultima escursione prima di un programmato stop forzato che mi terrà fermo per almeno un mese, ho bisogno di stemperare la tensione senza strapazzarmi troppo: cosa c'è di meglio che affidarmi alle cure del benevolo e vicinissimo Linzone..?? Dopo aver esplorato ogni possibile versante di salita con partenza in quota, oggi decido di abbassare la bandierina di start fin quasi al fondovalle: lascio la macchina alla chiesa di Strozza, arriverò in quel di Roncola seguendo tracciati desueti dal passato importante. La storia mi viene subito incontro non appena entro nella vicinissima Amagno, edifici massicci lasciano chiaramente trasparire lo stampo medioevale del borgo, vicoletti selciati si staccano dalla piazzetta del Lavatoio per raggiungere quella in cui si apre la botola di carico di una preziosa e antica Ghiacciaia accessibile dal museo omonimo, ospitato dalla biancheggiante e secentesca Cà del Maestro, cui dirimpetto risponde una severa eppur aggraziata casa torre medioevale: è il cuore del borgo, pietra miliare della Valle Imagna fino ai primi anni dell'ottocento, quando la viabilità vallare viaggiava più alta di quella attuale e terminava proprio ad Amagno, oltrepassato il quale non restavano che sentieri e mulattiere. Io mi avvio su quella che sfiora la botola della ghiacciaia e salendo brevemente arrivo ad un bivio, giro a sinistra e dopo pochi minuti mi ritrovo in una fresca valletta, un ponticello scavalca un saltellante ruscello, la Pissarola: l'apparente modestia è ingannatrice, questo torrentello è il corso d'acqua più importante della valle dopo l'Imagna, raccoglie le acque del Linzone ed era in grado nei tempi passati di azionare numerosi mulini e magli. Ora il sentiero sale un po' diventando scivoloso, arrivo alle spalle di una moderna stalla e la oltrepasso proseguendo su un sentierino che con uno strappo porta ad una radura, più avanti sbuco su una ben più ampia mulattiera, quattro passi ed arrivo a delle case non eccessivamente ben messe, solo quando le aggiro scopro il loro lato migliore e più significativo: sono a Cà Liggeri, lungo edificio che vedeva passare genti e carovane, la più importante viabilità vallare era rappresentata della mulattiera che ora ospita i miei scarponi, anticamente si viaggiava a questa quota, prima che tutto venisse abbassato ad Amagno e poi ancor più in basso come lo vediamo ora. Scopro che Cà Liggeri è raggiunta anche da una sterrata, risalta pure una moderna tribulina con bell'affresco, ma giro a destra e basta poco per immergersi nuovamente nei tempi andati: la mulattiera era importantissima e non lo nasconde, appena può fa riemergere in maniera fin quasi commovente la pregevolissima fattura di tratti acciottolati realizzati con gran cura, la pendenza dolce e l'ampiezza del tracciato ( sorprendente in alcuni punti..) testimoniano inequivocabilmente che questa era la via di comunicazione principale per accedere all'alta valle. Purtroppo non mancano segni del tempo che passa, aiutati anche dal fatto che la mulattiera sia stata utilizzata per opere di disboscamento: tuttavia la mulattiera è davvero bella, non immaginavo di avere un gioiellino del genere a due passi da casa..!! Dopo aver sfiorato l'imbocco di una grotta la mulattiera sale con un paio di tornanti a rendere omaggio alla Tribulina di Senguegn, un cartello mi avverte che sono ufficialmente entrato nel territorio comunale di Roncola, tutto si spiana tra i bei castagni di Cà Bragos e prati che lasciano spazio a prime vedute panoramiche sulla valle e sulle contrade di Roncola, quatto quatto arrivo ad una scenografica e "acciottolatissima" valletta, ho agganciato il Sentiero dei Borghi, due passi e sono a Cà Moscheni: a sorpresa mi ritrovo in un piccolo e bellissimo borgo, ristrutturato un po' in libertà ma con ottimi risultati, che mostra la caratteristica principale di queste contrade, ovvero l'essere costituite da lunghe file di case appaiate o disposte a mo' di piccola fortificazione. Ora la mulattiera sorvola la frazione tra vallette boscose e fattasi sterrata pianeggiante nei prati mi conduce alla stradina asfaltata, dove appare uno scorcio suggestivo della vicinissima e trecentesca chiesa di San Defendente, punto focale dell'omonima contrada, proprio qui abbandono la strada per scendere al borgo di Cà Musso, dove ad attendermi c'è il Sentiero dell'Acqua: invero trovo il primo intoppo, i cartelli ci sono ma mancano totalmente veri e propri segnavia dedicati, solo dopo aver sbagliato strada finisco per trovare quella giusta, il sentiero si alza a sinistra senza entrare nel borgo e appena sopra sfocio su una stradella al servizio di moderne abitazioni un bel cartello è lì che mi attende per indirizzarmi sul tracciato giusto. La mulattiera selciata riprende a scorrere tra muri a secco, ma a scorrere sono soprattutto rivoli d'acqua, la testata della Pissarola si rivela come un ventaglio di ruscelli e vallette: la zona dove mi trovo ora ospita pure prese dell'acquedotto, un mondo variegato mi svela angoli di Roncola che neanche lontanamente sospettavo esistere, l'escursione è un viaggio sorprendente che si tiene a debita distanza dall'eccessiva cementificazione della famosa San Bernardo, quaggiù sto scoprendo un mondo parallelo ricco di spunti e dignità. Una rampa rifatta a nuovo taglia in linea retta i prati, arrivo a Roncola Bassa e mi sorprendo dell'encomiabile ed evidente lavoro fatto per ristrutturare questi vecchi e preziosi percorsi, scelgo quello che sale alla vicina Pozzo: qualche seconda casa appare, ma non devo attraversare che pochi metri di asfalto, la mulattiera riprende vigore e tenendosi quasi a ridosso della strada per Costa Imagna mi conduce a Mezzola, due file di case disposte quasi a mo' di fortificazione e custodite da una chiesina di cui ignoravo totalmente l'esistenza. Ho agganciato il Sentiero dei Pascoli, mi porta ad attraversare la strada per Costa, scendo poche decine di metri e prendo la scalinata per la Sorgente Canal, la sua buonissima acqua è giustamente famosa ed apprezzata: ora la strada per il Linzone la conosco a menadito e sono strafelice di aver scoperto questo nemmeno lunghissimo itinerario iniziato ad Amagno, quante belle cose mi ha regalato..!! Roncola Alta è presto raggiunta e per mulattiera salgo a prendere la stradina per Ronco, dove una scorciatoia mi fa risalire dritto dritto verso il Vallone del Vèstat, fino a che aggancio il sentiero proveniente da Curtafè: ho tentennato prima di decidere di salire comunque, nuvole stagnanti nascondono il crinale, un attimo e sono avvolto da fredde nebbie, alla Cascina Càt attendo fiducioso un possibile diradamento, 10 minuti e il Linzone appare, sembra colpito da una grandinata. I narcisi sono già presenti, ma lo stupore diventa assoluto quando raggiungo e oltrepasso il Santuario, un oceano profumatissimo mi inghiotte, i narcisi sono migliaia, milioni: la famosa Narcisata si presenta ai miei occhi per la prima volta, mai avevo centrato il momento giusto, resto inebriato in tutti i sensi dallo spettacolo incredibile che mi è concesso ammirare..!!! La camminata già bellissima di suo viene coronata in maniera sublime: stupendo Linzone, cosa mi ero finora perso..!!! Eccezionale, da vedere assolutamente..!! Il colpo d'occhio della vetta me lo porto costantemente appresso mentre ridiscendo a valle, ripercorro fedelmente i miei passi fino alla chiesa di San Defendente, dove giro a sinistra per percorrere la strada fino a Cà Maltrotti, l'ultimo dei nuovi e numerosissimi cartelli di Roncola mi saluta indicando la strada per Amagno: con un po' di intuito individuo una mulattiera che restando sulla sinistra di Pizzo si immerge nel bosco disegnando innumerevoli tornanti in ripida discesa, anche lei non disdegna di offrire tratti selciati, finche la pendenza si smorza in un rettilineo che sottopassando una stradella annuncia la comparsa delle prime abitazioni, un viottolo mi fa sbucare improvvisamente proprio nella piazzetta del Lavatoio, rieccomi ad Amagno. Non avevo idea di cosa avrei visto, non conoscevo antiche mulattiere selciate e contrade defilate, non avevo mai annusato la Narcisata: quanti splendidi regali mi ha fatti oggi il versante orientale del Linzone, possono tranquillamente riempire il lungo stop che mi attende a breve, ringrazio con infinita riconoscenza. |
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