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Domenica 27 Settembre 2009.
A quindici anni misi un paio si scarponcini ai piedi: Carona - Laghi Gemelli segnò il mio debutto ufficiale nell'escursionismo zaino in spalla.
Quel giorno cambiò la mia vita: fu un colpo di fulmine di cui "pago" tutt'ora le conseguenze. Ben felice di farlo!
Tutte le volte che mi inerpico su questa famosissima salita corro il rischio che qualche angolino mi ricordi quella prima volta di trent'anni fa.
Oggi sono di nuovo qui, gran bella mulattiera dai mille tornanti. Non so perchè, ma ho sempre l'impressione che ne abbiano aggiunto qualcuno in più rispetto alla volta prima!
Non vedo l'ora di arrivare al Lago Marcio: fosse per me farei avanti e indietro tutto il giorno tra la diga e la stazione della piccola funivia gialla che tocca la sponda opposta. Troppo bello quel mezzo chilometro lì!
Il lago è stracolmo. I colori che ci si specchiano stanno virando all'autunno.
Ammiro un troppo breve momento in cui il sole radente crea un suggestiva nebbiolina in una piccola insenatura. Pochi istanti di luminosi vapori sulla pelle del lago.
Ero intenzionato a salire sul Becco o sul Farno, ma tutti e due sono sotto il tiro di nuvoloni poco promettenti: non mi fido, andrò a zonzo tra i laghi. C'è il broncio sopra i Laghi Gemelli e Colombo: li evito.
Mi limito a gironzolare tra i laghi bassi, dove le occhiate di sole sono più frequenti. Mi sposto sopra il lago delle Casere e osservo ciò che resta dei manufatti costruiti per innalzare la dighe della zona.
C'è una stradina di erba, con tanto di viadotto, che porta ad una specie di bunker a perpendicolo sopra la diga. Forse era un deposito di materiali, forse serviva a preparare la sabbia....O chissà.
Al suo interno trovo minuscole stalattiti di calcare: la natura fa il suo lavoro, non sa che questa piccola grotta di cemento è opera dell'uomo.
Il villaggetto che sorge in loco mescola vecchie baite, stalle e costruzioni più recenti. Solo la funivia e l'adiacente casa del guardiano sono ben tenute: tutto il resto sembra abbandonato.
Piccola riflessione: sulle Orobie siamo abituati a imbatterci in laghi artificiali, spesso bellissimi. Ma probabilmente non abbiamo neanche lontanamente idea del lavoro colossale che li ha fatti nascere.
Mi sto aggirando tra questi manufatti semi diroccati: di sicuro hanno avuto un ruolo ben preciso, nella costruzione delle dighe qui intorno. Sarebbe bello sapere quale.
Secondo il mio parere questi non sono ruderi da abbattere, ma testimonianze da valorizzare. Basterebbe poco: anche solo qualche cartello illustrativo sulla funzione che hanno avuto.
Pensiamoci: forse è anche grazie a questi vecchi ruderi se possiamo premere un interruttore e accendere la luce.
Luce uguale sole: proprio quello che vedo soffermarsi con maggiore insistenza sulla verticale del Lago Becco. Prossima tappa.
Sentiero 250. Costeggio l'altra sponda del Lago Marcio, breve salitella e sono arrivato. Le torbiere della zona regalano stupende fiammate arancioni.
Potrei portarmi in pochi minuti direttamente alla diga, ma intravedo un sentiero dall'altra parte del lago. Faccio il periplo.
Pessima idea: sembrava un sentiero....Invece mi ritrovo su un sentierino mezzo franato, quasi totalmente soffocato dai pini mughi! Oltretutto ieri ha piovuto!
Sono parecchio smilzo, ma in alcuni punti è stata lotta feroce tra me ed i pini! Ho vinto io.
Quando finalmente arrivo alla diga sono graffiato, bagnato.....Ma in fondo felice: ho visto un piccolo pezzetto di mondo da un'altra prospettiva.
Non resta che tornarmene a Carona, che ad un certo punto appare laggiù in fondo.
E' la parte che mi piace di meno: continui a vedere il paese, continui a scendere....E non lo raggiungi mai!
Vuoi vedere che mentre ero su....Mi hanno aggiunto un'altro paio di tornanti?!
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Immagini totali: 39 | Ultimo aggiornamento: 22/10/09 15.49 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |