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Sabato 17 Aprile 2010. Oggi risalgo la Valtaleggio, ma niente Gherardi o dintorni. Oltrepasso la bella Vedeseta e raggiungo Avolasio.
Devo per forza scendere dalla macchina: la veduta dell'alta valle e del Resegone merita una scatto...E già che ci sono ne rubo un paio alla frazioncina.
Poi ciao ciao bergamasca: entro in provincia di Lecco per inerpicarmi verso il Culmine San Pietro. La mia Pandina mi guarda storto: non le avevo detto che d'improvviso le corsie da due diventano una!
In parecchi punti bisogna sperare ardentemente di non incrociare nessuno: il primo tratto è micidiale, non esistono slarghi e in due non si passa!! Ma anche in seguito non si scherza!
Sono pochi chilometri, ma fanno venire l'ansia. Finalmente arrivo su e ho la fortuna di trovare parcheggio proprio al passo. ( Se non trovate posto, meglio cercare sul versante della Valtaleggio).
Sono le 8.25: il segnavia per il Monte Due Mani mi indirizza su una sterrata attigua al ristorante.
Questa stradina pianeggiante sfiora un agriturismo con maneggio e prosegue di fianco a recenti villette. Questo primo tratto è quello che offre i panorami migliori.
Poi si infila nella faggeta e la seguo lungamente, senza guadagnare dislivello, fino ad un bivio: prendo la stradina in salita chiusa da una sbarra.
Finisce poco dopo in corrispondenza di baite parzialmente diroccate: lì inizia il sentiero che in cinque minuti sale alla selletta di Redondello.
Da qui in avanti ho trovato un po' di neve e per forza di cose devo interrompere la descrizione tecnica: ho cercato di seguire vecchie tracce presenti, ma probabilmente ho scelto quelle sbagliate.
Tenendomi comunque in zona spartiacque mi sono portato a naso alla bocchetta di Desio dove inizia la ripida, ripidissima salita al Monte Due Mani. E' la mia prima volta lassù.
Ne avevo già avvistato l'inconfondibile bivacco sommitale, mi ha guidato lui. In pochi minuti il cielo si scurisce di preoccupanti nuvoloni: tentenno a lungo....Non voglio finire in un temporale.
Poi salgo come un forsennato! Toccata e fuga, mi dico: brucio i 300 metri di dislivello che mancano in 20 minuti. Ore 9.45: sono in vetta. Ecco la croce, ecco l'igloo, ecco la nebbia! Panorami = zero!
Non importa....Ho testato il percorso per la prossima volta. Un sorso di the, due foto e tra cinque minuti scendo. Ma gli scatti sono deludenti, continuo a cercare quelli giusti.
Cerco...Cerco....E intanto il tempo passa, passa. Vorrei scendere e la macchina fotografica non me lo lascia fare. E finisce che anche la nebbia passa, lasciando il posto a sempre meno timide vampate di sole!
Si apre!! Adesso sì che si può scattare!! Faccio avanti e indietro sulla lunga cresta che è la vetta, per cercare di cogliere gli attimi migliori verso Lecco e la Valsassina.
Semisoleggiata se n'è andata via un'ora e mezza. Altro che cinque minuti! Se avessi seguito l'istinto sarei già lontanissimo da qui.
Invece mi godo strafelice queste inaspettate schiarite. Benedetta macchinetta, se non era per lei....Grazie mille, piccolina!!
Ore 11.15: scendo davvero, scendo veloce: le nebbie stanno tornando. Sulle dorsali cerco di non ingarbugliarmi di nuovo. Torno sulla sterrata e scovo un suonatore di piffero sulla baita lì accanto.
Stavolta non indugio, i nuvoloni stanno annerendo vistosamente. Filo via quasi correndo sulla lunga stradina, senza più toccare la fotocamera. Arrivo alla Pandina alle 12.25.
Tolgo gli scarponi e addento un panino, seduto in macchina: sono stanco, è stata una bella tirata. Tornerò ancora lassù, ma con più calma, più sole e più panorami.
Ore 12.30: i miei occhi guardano le prime gocce di pioggia sul parabrezza, le mie orecchie ascoltano i primi tuoni lontani. Chissà da dove arrivano.
Io arrivo dritto dritto dal Monte Due Mani. Ho avuto fortuna: ai piedi della vetta stavo per mettere la retro. Spesso rinunciare è la scelta giusta. Oggi invece ho ignorato l'istinto: la cosa migliore che potessi fare.
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Immagini totali: 41 | Ultimo aggiornamento: 19/04/10 9.22 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |