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Domenica 10 Aprile 2011.
Stà tutto nel nome: Corna Camozzera. Ovvero: escursione ad anello per camosci tendenti allo stambecco.
Questo non è affatto un giretto facile, a dispetto della quota relativamente bassa e della lunghezza contenuta. Si và per creste e dorsali, solo parzialmente addomesticate.
Tutto ha inizio e fine al Passo del Pertus: lo raggiungo come altre volte scendendo dolcemente dalla Forcella del Pertus, quella del laghetto.
Attraversato l'ardito ponticello del passo, il cartello sovrastante mi indirizza verso il Monte Ocone, sentiero CAI 588: sono 150 metri di dislivello secchi, ripidi tornantini in un boschetto di noccioli.
In vetta trovo una moderna croce e un notevole panorama, ma le cartine in mio possesso avvisano che in realtà questo non è l'Ocone: quello vero è dirimpetto, direzione nord. Proseguo.
Attenzione: non seguire il debole tracciolino di cresta ma prendere immediatamente il sentiero a sinistra, che si abbassa sul largo costolone erboso quasi puntando i sottostanti laghi brianzoli.
Fatte poche decine di metri, transitando davanti un albero, devio di netto verso nord: entrando nel bosco il sentiero perde quota in maniera molto brusca e scivolosa, occhio!
Riprendo a salire, raggiungo lo spartiacque e mi trovo davanti una scenografia che sembra chiudere il passaggio.
Il sentiero si sposta sul versante di Erve e risale dapprima una scoscesa valletta di terra nuda, poi sfocia a metà di un altrettanto ripido vallone erboso.
Di nuovo attenzione: le pendenze sono di quelle che non ammettono distrazioni.
E' un tratto molto faticoso che avvicina rapidamente alla vetta, la pendenza in ultimo si addolcisce e ci si sente abbastanza camosci quando si arriva sù.
Oltrepassata la nuda vetta sembra che si possa andare via abbastanza tranquilli, salvo che all'improvviso l'ostico Monte Ocone presenta il conto: un ripido diedro roccioso non attrezzato che obbliga all'uso abbondante delle mani.
Non c'è nulla che ci possa aiutare, solo l'istinto da stambecco da sfruttare adeguatamente: nessuna parete verticale, nulla di troppo difficile, ma chi soffre di vertigini potrebbe bloccarsi.
Saranno circa una ventina di metri di dislivello da perdere: cinque minuti all'ertai, bolli da seguire attentamente, molto gradita una buona dose di intuito.
Ciliegina assoluta verso la fine: un bollo che ti si para davanti al di là di una spaccatura nella roccia profonda alcuni metri e larga uno.
O si fà un passo molto lungo o si salta, se stambecco deve essere che stambecco sia: salto.
Le ostilità continuano ancora per qualche metro poi ci si può relativamente rilassare sul pianeggiante crinale successivo, che traghetta alla base della Corna Camozzera.
Sono allo strappo finale, che mi riserva però uno scherzetto: a pochi passi dalla vetta il sentiero taglia via di lato e comincia a scendere.
Raggiungo perciò assolutamente a naso la cima, salendo a vista gli ultimi metri: è una vetta molto panoramica, totalmente selvatica. Nessuna croce, nessun omino di sassi.
Grandiosa la vista che si ha sul Resegone, il sentiero ora si abbassa proprio nella sua direzione.
Anche questo tratto che mi conduce alla Passata riserva sorprese: belle come quando sfiora ambienti rocciosi nascosti dentro il bosco, belle come quando si intrufola in una inaspettata valletta di sassi con successico canalino "scolpito" tra alte pareti.
Meno simpatiche come quando dentro il bosco punta verso il basso in maniera tanto decisa da diventare scivoloso.
Devo comunque mantenermi sempre guardingo fino al roccolo della Passata, dove finalmente il cammino diventa facile.
Scollinato in Valle Imagna prendo subito a destra, sentiero CAI 571: il lungo tratto pianeggiante che porta a Cà Martì mi sembra strabellissimo, dopo le tribolazioni della cavalcata di cresta.
Ci voleva proprio, visto che oltrepassata un'edicola il sentiero riacquista un'indole alquanto frizzante: un susseguirsi di curve e controcurve su è giù, tagliando irte vallecole.
Dopo una mezzoretta abbondante di montagne russe si sbuca all'improvviso lì dove tutto è iniziato: un curvone e siamo sopra il ponticello del Pertus.
Il cartello del Cai Valle Imagna non riporta le difficoltà dei sentieri proposti, li colora di verde e rosso: personalmente non ho dubbi nello schedare la Corna Camozzera come un'escursione impegnativa adatta ad escursionisti esperti.
Se vi riconoscete in questa categoria ve la consiglio senza esitazioni: la Camozzera offre splendidi panorami ma non regala niente, è una montagna all'antica, sa farsi rispettare.
Attenzione: viste le difficoltà di certi passaggi, la poca frequentazione e la scarsa bollatura non è il caso di sfidare la montagna affrontando il percorso con terreno bagnato o peggio ghiacciato o innevato! Scegliete una bella giornata asciutta tra maggio e ottobre, la Camozzera non vi deluderà, garantito!
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Immagini totali: 39 | Ultimo aggiornamento: 15/04/11 7.16 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |