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Domenica 13 Novembre 2011. Giocherellando con una carta escursionistica mi aggorgo di un sentiero, il 244, che all'altezza della Capanna 2000 taglia tutto il versante sud dell'Arera per raggiungerne i pendii orientali, a me totalmente sconosciuti: scatta la molla della curiosità, consulto un libro e scopro che il sentiero è schedato EE con tanto di tratti attrezzati. Ok, si parte! Superata la Capanna 2000, eccomi perciò raggiungere la cappelletta commemorativa delle vittime di una tragica giornata di alcuni anni fà: il sentierino prende avvio proprio lì sotto, indicato da un piccolo cartello quasi rasoterra e poco visibile. Il sentiero fila via a lungo con innocui saliscendi infilandosi in un primo larghissimo vallone che scende direttamente dalla vetta dell'Arera. Al suo termine supero un piccolo saltino in discesa che non crea difficoltà, poi aggiro un costolone e raggiungo uno spelacchiato e breve traverso roccioso corredato da fune metallica: è il primo facilissimo tratto attrezzato ubicato in un secondo vallone più pietroso di quello precedente, dove le pareti cominciano ad alzarsi con maggiore decisione e l'ambiente si fà nettamente più affascinante. Poco più avanti mi ritrovo in un altro suggestivo vallone caratterizzato da canali, pareti e guglie: il sentiero compie un semicerchio passando ai piedi di questo spettacolare scenario, proponendo il secondo tratto attrezzato. Anche in questo caso si tratta di funi metalliche ed il cammino si fà più disagevole, ma la difficoltà è davvero minima. Un piccolo strappo in salita ed ecco un bel masso che sorregge una piccola e semplice croce: davanti a me appare la bella e tormentata Cima Valmora. Decido di proseguire sul 244 e raggiungo in breve la Forcella di Valmora, giusto per affacciarmi e vedere cosa c'è di là: la prima cosa che ammiro è la combriccola dei tremila orobici, con l'inconfondibile Pizzo Coca. Poi mi sposto qualche metro, mi giro ed all'improvviso mi si para davanti lo spettacolare versante orientale dell'Arera: che spettacolo..!! Valeva la pena raggiungere la forcella..!! Questa è stata solo una felice deviazione: torno al sasso con la croce perchè ho deciso che la mia meta sarà la Cima Camplano. Si erge proprio a sud e la raggiungo a vista senza l'aiuto di sentierini, ma il percorso è intuitivo: prima scendo ad un vicino colletto, poi risalgo il filo dell'abbastanza ripida cresta erbosa. Dopo essermi gustato il bel panorama di vetta, mi accorgo che la dirimpettaia Cima Foppazzi non è poi così lontana e mi avvio perciò verso sud, sul ripidissimo costolone che scende verso la Baita Camplano: urka, che pendenza..!! Nel primo tratto sono costretto in qualche occasione ad aggrapparmi a spinosi ciuffi di infida erba selvatica: una scivolata quì potrebbe essere rovinosa, questa discesa è decisamente più difficile dei tratti con le funi incontrati sul 244..!! Ma la bellezza del pianoro dove sorge la Baita Camplano ripaga da ogni fatica o tribolazione: è un angolo bucolico di pascoli ampi e dolci, annegato tra scoscesi pendii di erba e pietre. Nei pressi della baita intercetto il sentiero 237 che risalendo un bel vallone cosparso da numerose doline mi porta a raggiungere la forcella che separa il Cimetto dalla Cima Foppazzi: il sentiero prosegue verso il Grem, ma io lo abbandono e dalla selletta risalgo direttamente a sinistra l'ampia dorsale che 150 metri di dislivello più su culmina in un aguzzo omino di pietre. Eccomi in vetta al Foppazzi, cima ampia e che offre un gran bel panorama: vero è che l'imponente e vicino Arera nasconde una notevole fetta di Orobie, ma il resto del panorama si lascia guardare con gran piacere. Ed un gran piacere è stato effettuare questa escursione, che mi ha fatto scoprire un'Arera insolito e decisamente accattivante. Escursione che mi appresto a concludere tornando fedelmente sui miei passi fino alla Baita Camplano: da lì scollino verso ovest e prendendo il sentiero 238 raggiungo una baita, dove trovo una sterrata che in poco tempo mi traghetta sui pascoli dell'Alpe Arera. E' domenica, il parcheggio sotto i ruderi dell'ex seggiovia è pieno, una processione di gente stà scendendo dalla Capanna 2000 per fare ritorno a casa. Io invece stò tornando da un mondo parallelo appena lì accanto, bello e senza folla, chiuso tra Arera e Grem: le dita delle mie mani sono bastate per contare le poche anime che ho incontrato lassù....Alle quali aggiungo felice e appagata una nuova del posto: la mia. |
Immagini totali: 50 | Ultimo aggiornamento: 19/02/12 23.27 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |