Up CAMERATA - BRUGA - CESPEDOSIO Slideshow

Giovedì 24 Aprile 2014.

Ero un bimbetto di 7 anni, scesi dalla macchina con due miei zii, dal sagrato della chiesa di Camerata Cornello mi guidarono sulla ripida mulattiera adiacente: era il mio emozionante battesimo di fungaiolo e per alcuni altri anni quella fu la consueta base di partenza per le nostre spedizioni in quota, fino a quando la costruzione della viabilità verso le frazioni alte rese superfluo partire dalla chiesa di Camerata. Il bimbo è diventato uomo, parcheggio la macchina in piazza Avis - Aido, mi avvio sui lunghi gradini del viottolo lastricato che sale nella contrada, tra resti di portici e case vissute arrivo sul quel sagrato: mi rendo conto che sono passati quarant'anni dall'ultima volta che ho messo piede su questo piazzale, gli occhi osservano particolari che non avevano lasciato traccia nella mia memoria, aggiorno i ricordi con comprensibile emozione, il livello sale a sfiorare la commozione quando raggiunto il sovrastante cimitero decido di inoltrarmi per qualche passo su quella mulattiera dell'infanzia. Ma il viaggio che mi sono prefisso oggi si snoderà da tutt'altra parte, dopo poche decine di metri e tante decine di ricordi decido che questa sarà la mia strada di ritorno a valle, ora però mi riporto al sagrato e raggiungo il tornante dietro il campanile, la mia escursione muove la sua prima battuta sulla mulattiera che si inoltra pianeggiante nel bosco: nessun cartello mi aiuta, dovrò salire a Bruga e da lì a Cespedosio, lungo quello che percorrendo la Valle Secca era il percorso più breve per raggiungere la più alta frazione di Camerata. Attraversata una valletta non ci vuole molto per raggiungere prati che in breve mi fanno sbucare sulla strada asfaltata per le frazioni alte, la seguo poi sterzo a destra per incamminarmi su quella per Bruga, primissima volta in vita mia che salgo da queste parti: la stradina non porta da nessun'altra parte, è deserta e posso permettemi di viaggiare al centro della carreggiata, ad un curvone - piazzale si apre un bel primo colpo d'occhio sul Cancervo. Ora la strada si inoltra a lungo con fare pianeggiante tagliando in maniera netta una costa boscosa che lascia intravedere scorci della dirimpettaia Bruga, oltrepassata una valletta salgo in breve alla prime case, Bruga si presenta come una contrada sparsa di costruzioni vecchie e più recenti, gli sguardi incuriositi delle tre persone che incrocio la dicono lunga su quanto sia raro per loro vedere da queste parti escursionisti zaino in spalla, salgo ancora e un viottolo a destra mi invita ad abbandonare per qualche passo la strada asfaltata, vado a curiosare nel nucleo di Bruga Alta, mi accolgono una santella con adiacente forno, ballatoi legnosi di una casa decisamente antica mi spingono a girare l'angolo: ecco la sorpresa che non ti aspetti..!! Bruga Alta si affaccia su una piazzetta erbosa con fontana lavatoio, la casa e i suoi decrepiti ballatoi di legno disegnano un affresco che mi catapulta istantaneamente alla brembillese Catremerio, quì è tutto più piccolo ma l'atmosfera trasuda faticosa vita rurale a piene mani, una parte della casa è stata ristrutturata e la gentile nonna che la abita mi spiega il percorso che devo seguire per raggiungere Cespedosio, lei si ricorda bene di quando la strada era ben al di là da venire e quassù non esistevano altro che mulattiere. Per me uomo moderno è tutto più facile, seguo fedelmente la strada che alzandosi sopra la contrada porta verso le cascine più alte, ecco che dopo un tornante dai prati spunta sornione il Venturosa: la relativa lontananza del monte dilata stupendamente gli spazi, il colpo d'occhio regala per qualche attimo atmosfere bucoliche che rimandano a panorami in stile svizzero, quanto è suggestivo questo passo dell'escursione..!! Ultime stalle, l'asfalto termina in corrispondenza di una curva con bacino dell'acquedotto, una sterrata aggira in debole discesa il dosso erboso ed entro ufficialmente nella Val Secca: con piacevolissimo percorso vado poco più avanti ad attraversare un ruscelletto, ora la sterrata sale leggermente e dopo qualche minuto il tracciato termina in uno spiazzo di carico scarico legname. Comincia la mulattiera..?? No, la sterrata lascia il posto ad un tratturo pianeggiante molto largo che poi in discesa si mette a sorpresa ad attraversare versanti alquanto scoscesi, tutto si quieta nei pressi di un ruscello bello in forma che rimane però ancora parecchio alto sul vero fondovalle, qualche minuto di salita e all'improvviso mi ritrovo su un minuscolo spiazzo erboso al cospetto di una pregevole santella: una bella Madonna schiaccia la serpe, anche Sant'Andrea e San Rocco sorvegliano l'inizio dell'antica mulattiera che finalmente riprende vita sotto i miei scarponi, mi inoltro in piano restando sempre molto alto sul fondovalle di cui però comincio ad intravedere il saltellante torrente, superato un moderno casello la mulattiera comincia a salire in maniera estremamente dolce. La mulattiera si rivela larga, è evidente la sua scarsa frequentazione però non noto segni evidenti di degrado, il fondovalle si avvicina sempre più, ecco che muri a secco di contenimento e di sostegno permettono alla mulattiera di allargarsi in maniera sorprendente disegnando uno slargo, dove un'apertura nel muro a monte ha tutta l'aria di essere ciò che resta di una vecchia calchera, davanti a me si adagia l'antico ponte romanico che scavalca il torrente, in questo punto ricco di cascatelle: è arrivato il momento di salire a Cespedosio e la mulattiera lo fa con gran decisione, il primo tratto è un po' rovinato e disagevole per un paio di alberi caduti sul tracciato, prendo a destra ad un bivio appena sopra e la presenza di muri a secco diventa una costante, ecco riemergere con vigore l'anima selciata della mulattiera, la larghezza e l'andamento mi fanno capire quale fosse l'importanza di questo tracciato ai tempi nemmeno tanto lontani in cui costituiva la via principale e diretta di collegamento tra Camerata e Cespedosio, penso a quante storie umili e di fatica hanno percorso questa mulattiera, coi miei passi rispettosi sento di rendere omaggio a quel mondo passato, spinto nell'oblio da più comodi tracciati asfaltati. Asfalto che aggancio poco dopo, sono sulla strada che sale dalle cave, non mi resta che seguirla nel suo cammino verso la vicina Cespedosio: affacciata sull'inseparabile accoppiata di Cancervo e Venturosa, la frazione più elevata di Camerata mi accoglie con la sua consueta indole tranquilla, dietro la chiesa di San Domenico mi avvio su una scorciatoia che sfiora l'orrenda centrale solare e restando sul margine destro dei bei pascoli di Prà del Monte oltrepasso la baita senza tetto che precede il vicinissimo ripetitore. Eccomi arrivato, il traliccio segna la Cima Coppi della mia escursione, mi scateno con le foto panoramiche: come di consueto la fotocamera mi sommerge di frasi impronunciabili quando scendo sul terrazzino roccioso paurosamente a sbalzo sull'impervio versante nord, a sorpresa lo trovo adornato da bellissimi ciuffi di Primule Orecchia d'Orso. Sotto di me un salto di oltre cento metri, sopra di me nuvole un po' troppo scure cominciano ad addensarsi: abbandono quel delicato terrazzino, è arrivato il momento di incamminarsi verso valle, la strada è ancora parecchio lunga: seguo fedelmente la stradetta fino a sbucare su quella asfaltata per Brembella e la seguo nel suo circumnavigare tutta la testata della Val Secca, oltrepasso l'inizio dei sentieri per il Grialeggio e aggirato il costolone mi porto fino all'inizio del Canalino dei Sassi. Abbandono la stradina, scendo alle sottostanti baite Piazzo e restando al margine destro del prato ne raggiungo il limite inferiore, ritrovandomi appena sopra la chiesetta di San Giacomo, che in breve raggiungo: è la prima volta che mi ritrovo al suo cospetto, vado così con un po' di vergogna a colmare una lacuna durata decenni, pensando alle centinaia di volte che l'ho sfiorata in macchina..!! Ammiro le sue linee semplici ed eleganti, caratteristiche che ritrovo nel bellissimo roccolo che adorna il poggio alle sue spalle: per sentierino nell'erba alta scendo a Brembella e mi avvio sulla stradella asfaltata per Camerata, seguendola fedelmente fino al tornante dove a destra si stacca la deviazione per Bretto. Proprio sotto il tornante prende avvio una mulattiera che con un paio di tornantini si abbassa nel bosco, poi gira a sinistra e raggiunge la voluminosa tribulina di Voltola, la cui vista accende un flash nei miei ricordi: è la mulattiera della mia infanzia, tralascio quella che sale alle spalle della santella e scendo il bel tracciato lastricato che dopo un'abbondante decina di minuti mi deposita sul sagrato della chiesa. E' un'escursione che termina, mi ha fatto scoprire la via più antica per salire a Cespedosio, eppure per me nuova: è un cerchio di quarant'anni che si chiude, mi ha fatto riscoprire un bimbetto di 7 anni, con infinita tenerezza lo osservo muovere piccoli passi mentre sale un'antica mulattiera...


01 Oggi sono a Camerata Cornello...
02 Piazza Avis-Aido...
03 Antichi portici...
04 Camerata, salendo alla chiesa...
05 La chiesa...
06 Affresco del portico laterale...
07 Camerata, sullo sfondo il Monte Ortighera...
08 In viaggio verso la verde Val Secca...
09 Camerata Cornello...
10 Sulla stradetta di Bruga...
11 Compare il Cancervo...
12 Cancervo, la Corna Torella...
13 Bruga...
14 Eccomi a Bruga Alta...
15 La Tribulina di Bruga Alta...
16 Bruga Alta...
17 Salendo alle baite alte, dal mare verde spunta il Cancervo...
18 La chiesina di San Giacomo, al ritorno renderò doverosa visita...
19 Gli ariosi spazi aperti di Bruga Alta, ecco comparire il Venturosa...
20 Miss pascolo...
21 Le cascine  alte...
22 Bruga alta, gli ultimi pascoli. Sullo sfondo il solco della Val Pari na, Ortighera e Menna...
23 Dirimpetto ecco la cava di marmo...
24 Cespedosio e la sua centrale solare. No comment...
25 La Tribulina  Regina Sine Laude Originali Concepta...
26 La Madonna schiaccia la serpe, tra San Andrea e San Rocco...
27 Val Secca, il torrentello...
28 Val Secca, cascatelle al ponte romanico...
29 Il ponte romanico, si passa sull'altro versante...
30 Baite Rocagello...
31 Eccomi a Cespedosio...
32 Cespedosio...
33 La frazione piu elevata di Camerata...
34 La chiesa...
35 Panorama dalla chiesa, Cancervo e Venturosa...
36 Cespedosio virtuale...
37 Cespedosio dal vivo...
38 Ciao ciao Cespedosio...
39 Pra del Monte...
40 I prati regalano centinaia di Genziane...
41 Ciliegi in fiore a Pra del Monte...
42 Pra del Monte...
43 Eccomi al ripetitore...
44 Le Primule ammirano Piazza Brembana...
45 Piazza Brembana...
46 Panorama verso la Valbrembana...
47 Panorama verso l'Ortighera...
48 La bellissima Primula Orecchia d'Orso...
49 Ciao ciao Primule...
50 Panorama verso valle...
51 L'Alben...
52 Pra del Monte...
53 Pra del Monte...
54 Il Cancervo...
55 Panorama verso Cespedosio...
56 Baite Piazzo e Cancervo...
57 Chiesetta di San Giacomo...
58 San Giacomo...
59 Panorama da San Giacomo...
60 Panorama verso Pianca e il Pizzo Grande del Sornadello...
61 Pianca...
62 Il Roccolo di San Giacomo...
63 Ciao ciao San Giacomo, scendo a Brembella...
64 Brembella...
65 Brembella...
66 Brembella...
67 Brembella, indicazioni per San Giacomo...
68 Brembella...
69 Uno sguardo a San Giacomo e Cancervo...
70 Ultimo saluto alla chiesa e al roccolo...
71 Panorama di Sornadello...
72 Pianca...
73 Sulla mulattiera lastricata che scende a Camerata, la santella di Voltola...
74 L'elaborata santella di Voltola...
75 Rieccomi a Camerata...
76 Chiesa e chiesetta...
77 Ciao ciao Camerata Cornello.

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