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Venerdì 12 Novembre 2010. Torno alla Capanna Alpinisti Monzesi, rifugio che trova ospitalità su una delle montagne più amate dai bergamaschi: il Resegone. Dalla Passata in avanti il percorso ricalca fedelmente quello fatto in occasione della precedente escursione primaverile, cui perciò vi rimando. Ero partito da Brumano. Oggi decido di cominciare l'avventura in quel di Costa Valle Imagna: precisamente Laghetto del Pertus. Era un giro che avevo in mente da tempo di provare: e allora via! Mi incammino sulla sterrata, chiusa al traffico dei non residenti, che si inoltra in direzione Resegone: sarebbe il sentiero 571. Arrivato alla vecchia baita adagiata nel pratone del versante Valdimagnino mi si presentano due possibilità. Potrei portarmi al termine della stradina e prendere il sentiero che si abbassa nel bosco: è più bello ma non di immediata individuazione, le abbondantissime foglie cadute aggiungono ulteriori difficoltà. Preferisco scendere dritto nel prato di fianco alla baita e raggiungere la gippabile sottostante: vado via a sinistra senza problemi su un tracciato evidentissimo. Comunque sia tutti e due portano allo stesso luogo, un grande prato sopra la zona del Pertusino, dove si ricongiungono. Viaggiando sullo spartiacque arrivo all'ex convento del Pertus, ora in fase di recupero. Facendo molta attenzione alla segnaletica mi porto al vicinissimo passo omonimo. Anche il percorso fin quì fatto lo avevo già descritto in un mio precedente servizio tutto dedicato al Passo del Pertus: una semplice e facile passeggiata. Attraversato il ponticello che sovrasta questo curioso valico salgo subito a destra per pochissimi metri transitando sotto un vecchio roccolo dismesso. E' la prima volta che affronto questo sentiero, sulla carta sembra che vada via tranquillo a mezzacosta. Mi devo ricredere: niente di difficile, ma arrivare alla Passata si rivela molto più faticoso del previsto. Il sentiero si presenta subito di indole nervosa, un infinito girare l'angolo tra gli scoscesi fianchi rocciosi della Corna Camozzera. Un continuo sù e giù fatto di strappetti brevi ma spesso molto secchi, tagliando e percorrendo canalini per lo più erbosi. Le rocce sono vicine: a volte ci si passa in mezzo, a volte le si sfiora soltanto. A volte serve l'appoggio della mano. E' un tratto che si svolge prevalentemente nel bosco, le foglie sul sentiero sono inzuppate d'acqua, scivolose: devo appoggiare molto la mia mano. Anche se il sentiero di per se non è difficile, non mancano punti un pelino esposti: meglio non avventurarsi in presenza di terreno gelato o innevato! Pur rimanendo praticamente sempre alla stessa quota, il sentiero è tutt'altro che pianeggiante e la fatica viene a farmi compagnia. Un'edicola con l'effige rotta di una bella Madonna segna la fine delle difficoltà: il sentiero ora si spiana tranquillo tra radure e boschi. Oltrepasso una suggestiva sorgente e non troppo distante sbuco nella bella zona di Prà Martì, autentico belvedere sulla valle Imagna. Il Resegone appare piuttosto vicino e difatti, rientrato nel bosco fitto, mi bastano pochi minuti di leggerissima salita per arrivare alla Passata. Ora conosco la strada che mi porterà alla Capanna Alpinisti Monzesi: supero la zona delle miniere e in meno di mezz'ora sono sulla porta del rifugio. Anche stavolta salgo deciso al Passo del Fo, alla sovrastante cappelletta e alla successiva panoramica cresta Del Magnodeno che porta alla Croce della Giumenta. Rimango incantato a guardare le massice e imponenti pareti del Resegone: le foto non rendono giustizia a questo lato della montagna, non ce la fanno. Visto dal vivo è di una maestosità inaspettata, un'immensa cattedrale di dolomia: sì, dolomia! Lo scopro sulla via del ritorno leggendo un pannello informativo al passo del Pertus. La splendide Presolana, Arera e Grigne sono scogli di Calcare di Esino, il Resegone è figlio delle Dolomiti: ha la stessa anima di dolomia. Non lo sapevo, adesso lo guardo in maniera diversa. E' comunque uno sguardo diverso quello che da quassù si lancia verso il Resegone, da questo versante appare irriconoscibile. Una gran bella visione che nasce da una gran bella escursione: sulla carta sembrava una camminata facile e piatta. Si è invece rivelata una traversata tutt'altro che banale e molto appagante: merita di finire nella collezione di ogni escursionista. ( Con beneficio dell'inventario: la croce fotografata non riporta indicazioni ed è posizionata sulla Cresta del Magnodeno, ma un signore che ne percorreva la ferrata mi ha detto che è la Croce della Giumenta. Non ho potuto verificare. ) |
Immagini totali: 65 | Ultimo aggiornamento: 14/11/10 8.24 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |