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Mercoledì, 7 Marzo 2012. Il programma originale prevedeva: a piedi da San Pellegrino ad Alino per poi andarmene a passeggio sul Molinasco: quanto è stato bello mandare all'aria tutto per godersi un'imprevedibile sorpresa di metà escursione..!! Parto di fianco al Casinò, una gradinata si inerpica a sfiorare un piccolo parco, portandosi poi a ridosso del sedime dove viaggiava la funicolare per la Vetta, pensavo di ritrovarmi su una vecchia mulattiera magari anche malmessa ed invece il tracciato, chiaramente ristrutturato di recente, si lascia percorrere con gran piacere: la pendenza è sostenuta e risulta quanto mai gradito il tratto successivo decisamente più pianeggiante che si infila per un pezzetto nel bosco. Sbuco su un piatto rettilineo selciato che mi catapulta nella San Pellegrino che fu, mi trovo dirimpetto al decadente ex ristorante Paradiso, aggirato il quale comincia la lunga gradinata che sale fino ad Aplecchio: palesemente nuova e zizzagante oddissea di gradini in mezzo ai prati che confesso mi piace non poco. Eccomi nella piccola Aplecchio, dove però non trovo nessuna indicazione per Alino: per fortuna una gentile signora mi indirizza verso un recinto di asini che raggiungo in breve attraversando la minuscola frazione. Proprio da lì, chiusa da una sbarra verde, parte una ripida stradina cementata e dopo circa 300 metri arrivo al bacino di un acquedotto: scollino e di botto cambia tutto, entro in una valle boscosa dove si fa sentire la voce di un torrente, molto più in basso e per ora invisibile. Seppur tagliata su un pendio ripido, la stradina è alquanto rilassante e con lungo fare sinuoso si abbassa di pochissimi metri fino ad affiancarsi al torrentello: quando compare alla mia vista non capisco più niente..!! Una serie di piccoli saltelli mi fanno prendere all'istante la decisione di seguirlo nella sua discesa verso valle: aiutato da evanescenti tracce mi infilo in tutti i passaggi possibili ed immaginabili per raggiungere cascatelle e saltini corredati da pozze cristalline, nelle foto di questo servizio ne propongo solo una parte. Interrompo l'esplorazione solo quando il terreno si fà più delicato, quindi inevitabile dietrofront per tornare sulla stradina nel punto esatto in cui l'avevo abbandonata. Sterrata che con andamento mai faticoso si mantiene sempre alla sinistra del torrentello, passando ai bordi di piccole pinetine di rimboschimento e sfiorando a più riprese altre belle cascatelle e pozze: figurarsi se mi tiravo indietro..!! Anche in questo tratto i miei scarponi sbandano in continuazione per scendere a rinfrescare la suola nelle limpide acque del grosso ruscello: poi ecco apparire il ponticello della mulattiera per Alino, dovrei attraversarlo per continuare l'escursione programmata...Ma decido di mandare all'aria tutto, mi dispiace troppo abbandonare questa valle, perciò proseguo sulla sterrata raggiungendo in un amen il bacino di raccolta della Sorgente Boione. Quì mi fermo a lungo, troppo bella la pozza sottostante dove confluiscono alcune cascatelle, ci faccio addirittura pausa mensa: la San Pellegrino, Aplecchio, Sorgente Boione può essere considerata una bellissima camminata adatta a tutti, che bello averla scoperta così per caso..!! Gambe allenate e buon fiato vi saranno grandi alleati nel primo tratto, ma questo percorso lo consiglio vivamente anche a chi dopo due gradini viaggia con la lingua di fuori, basta solo prenderla con calma. Se quì e là (e con le duvute attenzioni..!) riuscite ad avvicinarvi alle cascatelle meglio ancora: quì chiudo ufficialmente la descrizione relativa alla camminata, fine del primo capitolo. Ma io non resisto e proseguo ad oltranza la mia esplorazione della valle: attenzione, questo secondo capitolo è un di più che richiede nella prima parte parecchio spirito di avventura..!! Attraversato il torrentello sul passaggio cementato, svolto subito a sinistra su facile sentiero arrivando così con pochi passi ad un'altra bellissima pozza, poi nuovo tratto di sentiero e altra sinuosa cascatella: ora però la musica cambia totalmente, individuo uno stretto sentierino che sale a destra per attraversare una valletta secca, poi si spiana verso sinistra tenedosi alto sopra il torrente. La traccia comunque c'è e probabilmente in tempi lontani era pure frequentata, passo sopra un'alta cascata e senza particolari difficoltà arrivo ad un guado: la traccia ora si inerpica alquanto ruspante sul versante di fronte, tra ripidi pendii selvatici. La vegetazione acerba agevola il mio cammino, probabilmente in estate le difficoltà aumentano parecchio, ma mi intrufolo su questo semi - sentierino perchè poco più in alto dovrei incrociare una mulattiera: una mia vecchia carta topografica la riporta chiaramente e difatti una manciata di minuti dopo la aggangio nel bosco, chiudendo così la parte più avventurosa dell'escursione. Come in precedenti occasioni la mia lunga esperienza da fungaiolo mi ha aiutato non poco a destreggiarmi in questo tratto, sicuramente non difficilissimo ma nemmeno percorribile con facilità: chi ha paura di perdersi lasci perdere..!! Decido di seguire l'ampia mulattiera verso sinistra, oltrepasso una vicina cascina e dopo breve percorso sbuco sulla sterrata che sale a Sussia: visto che sono relativamente vicino decido di andare a fare una visitina, 20 minuti dopo sono alla chiesa dedicata a San Michele. E' ora di tornare a valle e stavolta me la prendo comoda, seguo fedelmente la sterrata fino a quando arrivo alla selletta della Cappella Madrera, altra piacevole sorpresa: a sinistra scende un sentiero bollato di giallo che vado a prendere solo dopo essermi concesso la breve divagazione di percorrere il crinale della piccola e panoramica collinetta alle spalle della tribulina. Riagganciato il sentiero giallo scendo nel bosco alle case più alte della Vetta e seguendo la strada asfaltata raggiungo la chiesa, poi la stazione della funicolare e su invito di un bel cartello azzurro cielo infilo la gradinata per le Grotte del Sogno: proprio dal cortiletto delle recuperate grotte parte un sentiero in discesa che riporta in pochi minuti al bacino dell'acquedotto in cima alla stradina cementata custodita dagli asinelli, un attimo dopo sono di nuovo ad Aplecchio. La lunga gradinata mi riporta a San Pellegrino, blasonata culla di un turismo tranquillo, capace però di celare tra le pieghe delle sue montagne itinerari e luoghi sorprendenti. |
Immagini totali: 46 | Ultimo aggiornamento: 19/03/12 7.49 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |