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Mercoledì 14 Settembre 2011.
Roncobello, Conca di Mezzeno, in mezzo a questi prati corre un confine importantissimo: verso nord si innalzano montagne di granitiche rocce rosse, acqua e laghi in abbondanza.
A sud bianchi e secchi calcari sparano verso l'alto due bellissime e scenografiche montagne: sfioreremo la Corna Piana, saliremo il Pizzo Arera dal canalino nord.
Io e Fausto ci avviamo verso il sempre suggestivo Corno Branchino che manda una costola a formare il passo omonimo: lo raggiungiamo con facile camminata grazie al sentiero CAI 219 .
Preso il sentiero 218, la Corna Piana ci offre il suo versante più spettacolare: costantemente sorvegliati dall'imponente parete nord ovest, saliamo il comodo ghiaione e scolliniamo alla bocchetta, per poi scendere leggermente ai pianori erbosi sottostanti la conca del Passo di Corna Piana.
Ecco su un grande masso la scritta che cercavamo, Arera: bollato anche col numero 4, il sentiero ora risale un bel gobbone pietroso fino ad incontrare un vecchio cartello quasi illeggibile che recita: " Periplo dell'Arera, variante alpinistica ".
L'ambiente è veramente spettacolare: chiarissimi calcari ospitano un sentiero molto ben tracciato e bollato, che dopo aver zizzagato su facili roccette si porta su uno spallone affacciato sull'immensa Conca del Mandrone.
Io e Fausto restiamo sorpresi dalla bellezza di questo tratto per nulla difficile: possiamo ammirare senza timore i bellissimi panorami di valle, mentre sulla nostra testa svettano le possenti bastionate dell'Arera.
Saliamo ancora un po' senza particolari difficoltà, solo qualche facile roccetta, ed aggirato un costolone ecco all'improvviso materializzarsi il temuto canalino: un vero e proprio budello che sembra quasi esser stato scavato artificialmente.
I bolli sono numerosi e belli evidenti, impossibile comunque sbagliare strada: bisogna risalirlo al centro, mentre ai lati sono presenti i robusti paletti di ferro che sorreggevano catene ora totalmente rimosse.
Il canalino non è difficile e a metà lo si abbandona per spostarsi a sinistra, verso un piccolo saltino attrezzato con piolo che immette su una cengia.
Aggiriamo uno spigolo e salite poche brevi roccette ci immettiamo nei canali ghiaiosi che scendono dalle creste, quì e là dobbiamo fare attenzione al terreno franoso.
Ma ormai siamo in vetta, eccoci in cima: davvero bellissimo questo itinerario..!! Più facile di quanto ci aspettassimo e molto, molto spettacolare..!!
Abbiamo azzeccato la giornata giusta, per la prima volta Fausto può ammirare a dovere i panorami dell'Arera, finora le nebbie lo avevano sempre fregato.
L'Arera è piuttosto altino, 2500 metri, e la sua posizione isolata lo rende un gran belvedere. Inevitabili le raffiche di foto.
Adesso che conosco questo itinerario, difficilmente in futuro sceglierò ancora quello classico che risale il versante sud, dalla Capanna 2000: è decisamente più monotono, noioso e faticoso.
Intuisco però l'unico "difetto" di questo sentiero nord: a livello escursionistico è percorribile solo per pochi mesi l'anno, la neve su questo versante resiste a lungo.
Comunque è davvero un bellissimo itinerario: il vecchio cartello lo titolava variante alpinistica, ma và benissimo anche se si è solo buoni escursionisti esperti, basta un po' di attenzione.
Ah, dimenticavo: al ritorno abbiamo fatto un salto anche sulla Cima di Valvedra, che si raggiunge dalla bocchetta di Corna Piana: si deve oltrepassare la croce e per facile cresta in una decina di minuti la si raggiunge senza difficoltà. Confronto ad Arera e Corna Piana è proprio piccolina, ma un bel giretto lo merita di sicuro pure lei.
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Immagini totali: 56 | Ultimo aggiornamento: 18/09/11 23.58 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |