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Per oggi le previsioni parlano di neve, anche abbondante, fino in pianura. Allora niente camminate in quota e ne approfitto per dormire fino tardi.
Ma poi, non resisto alal tentazione di attendere la dama bianca dal Canto Alto e così da casa mi incammino fino alla vetta dove, al rifugio degli Alpini, avrò piacere di incontrare Simone Moro.
Dopo quattro chiacchiere torno a casa, ma non prima di una breve tappa ai prati Parini.
Purtroppo la neve non si è vista, ma la “girata” è stata, come sempre bella e rilassante!
Sabato 26/01/2013 – Cavalcata sul tetto della Val Taleggio
Si dice che l’appetito vien mangiando e, mi sa, che anche la voglia di camminare viene camminando, altrimenti non saprei spiegarmi da dove viene la voglia e la determinazione per effettuare una cavalcata come questa.
Lasciamo l’auto nel piccolo parcheggio dove parte la strada che conduce a Fraggio e, alle 7.00 precise, ci incamminiamo in direzione della località Bonetto dove prendiamo la “bellissima” strada che ci porta ai Piani di Artavaggio e quindi al rifugio Nicola. Qui pausa caffè prima di incamminarci verso lo Zuccone dei Campelli. Per un bel tratto seguiamo le tracce di qualche scialpinista, ma poi le uniche tracce che restano sono quelle di un camoscio…
Che meraviglia, siamo da soli su questa bellissima neve intonsa sopra le nuvole e sappiamo che poco distante da noi su altre cime ed ai Piani di Artavaggio c’è talmente tanta gente che sembra di essere in centro… All’antecima ci accoglie una grande cornice che, con attenzione, supero e mi porto dove attaccano le catene; problema…le catene sono totalmente sommerse di neve polverosa e inconsistente! Inizio così a scavare con la picca e le mani, ma nulla…scavo, scavo e ri-scavo, ma delle catene non c’ è traccia. Solo neve e un po’ di roccia. Visto che sono in una posizione precaria e che mi sto scavando via la neve da sotto i piedi decidiamo che non è il caso di continuare e, a malincuore, decidiamo di rinunciare alla vetta.
Ripercorriamo a ritroso il tragitto lungo le belle creste fino alla Baita dove pranziamo.
Poi si parte ancora ed in successione saliamo Cima di Piazzo e Sodadura. Qui decidiamo di chiudere l’anello scendendo dal Gherardi, ma poi alla bocchetta di Regadur propongo a Sergio di concatenare anche Aralalta e Baciamorti. Naturalmente Sergio accetta e così alle 15.30 siamo anche su questa cima con la sua bellissima madonnina dorata.
Mentre Sergio inizia la discesa verso il passo di Baciamorti rimango ancora qualche minuto in contemplazione di questa meraviglia resa ancor più bella dalla luce calda del tramonto… sono piccoli istanti che regalano immense emozioni indescrivibili…!
Poi però è ora di scendere perché l’è amò longa!!
Ed infatti arriviamo alla macchina alle 18.00 con il buio della sera ed una sete incredibile visto che le provviste sono finite da un pezzo, ma la soddisfazione per aver compiuto questa grande traversata in invernale è tanta, anzi tantissima!
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