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20 e 21-09-2013 – Alla riscoperta del sentiero 101... la meravigliosa corona che abbraccia tutte le Orobie Occidentali – Da Cassiglio al Rifugio Longo percorrendo il Sentiero delle Orobie Occidentali Per chiudere alla grande una meravigliosa settimana passata sulle Orobie ci vuole qualcosa di importante e di "forte"... così, dopo varie ipotesi ed idee ne salta fuori una ambiziosa, bella, intrigante, vicina a casa e....un po' pazza! Percorrere tutto il sentiero delle Orobie Occidentali da Cassiglio al rifugio Calvi in due giorni. Espongo la mia idea ad Andrea che, dopo qualche pensiero, accetta di accompagnarmi il sabato perché prima ha altri impegni. Così ci diamo appuntamento al rifugio Benigni per la serata di venerdì 20. L'idea è di lasciare l'auto a Piazza Brembana da dove parte il bus che mi dovrebbe "scaricare" a Cassiglio alle 6.36 per poi farsi venire a prendere a Carona da Claudia sabato sera. Purtroppo, arrivato alle 6.10 a Piazza, scopro con grande disappunto, che non c'è un bar aperto e nemmeno una macchinetta automatica per acquistare il biglietto del bus...NO COMMENT.... così, mentre cerco un posto per prendere il biglietto il bus parte... va beh, prendo la mia auto e salgo a Cassiglio, poco oltre il lago, dove la parcheggio ed inizio questo lungo viaggio sulle belle Orobie... Lungo e anche abbastanza impegnativo per via del dislivello facendolo in due giorni...(circa 70Km e 5500m di dislivello in salita). Purtroppo però non siamo risusciti a compiere l'ultimo tratto che porta dal Longo al Calvi dal passo Selletta o dalle baite di Armentarga... Ma andiamo con ordine; lasciata l’auto a Cassiglio mi incammino nel bellissimo bosco e salgo il ripido sentiero verso il Passo di Baciamorti. Giunti al Passo si seguono le indicazioni (non molto visibili) per il 101 tralasciano quelle che salgono alla cima del Baciamorti. Il 101 passa più basso della cima, proprio da una bella e ben visibile baita... In questo tratto, tra nebbia ed umidità, mi imbatto in un 4 camosci che mi scappano da vicino, ma che non riesco ad immortalare, ma anche tante marmotte accovacciate tra l'erba! Si prosegue ai piedi del Sodadura... la tentazione di salire qualche cima è fortissima, ma lo zaino da 13Kg e la consapevolezza che la strada sarà comunque tanta, mi fanno desistere! Qui si incontrano due possibili punti d'appoggio o di sosta.... Rifugio Nicola e Rifugio Cazzaniga. Si procede poi verso i Piani di Bobbio passando sotto le pareti rocciose dello Zuccone dei Campelli. Raggiunto il passo dei Mefoggi sono ben visibili i Piani di Bobbio dove, come punto d'appoggio, si trova il rifugio Lecco (dove io non sono passato). Dopo un attimo di sosta ai Piani di Bobbio, riprendo la strada passando dall'inizio delle piste di Valtorta in direzione del Passo del Toro (dove si trova anche un'ottima fonte di acqua fresca). A qui inizia l'avvicinamento al rifugio Grassi. Anche qui, all'esterno è presente un'ottima fontana di acqua. Inoltre il rifugio è aperto così mi fermo per merenda e per quattro chiacchere. Il sentiero prosegue poi comodo e bello fino sotto alle pareti del Pizzo dove c'è la deviazione per la via di salita del caminetto. Si attraversano le pendici meridionali del Tre Signori (attenzione all'attraversamento di alcuni canali di scarico) fino ad arrivare alla testata della Valle d'Inferno e, dopo averla attraversata abbassandosi parecchio (almeno 200m) si risale fino ai 2300m (circa) del Giarolo dove mi aspetta uno spettacolo indescrivibile... (Attenzione a questo tratto piuttosto ripido e che si sviluppa in un canalino con sassi poco stabil, ma con diverse cascate di acqua fresca) Nebbie sul versante meridionale e Sole splendente a Nord! Ormai è fatta...a breve potrò rilassarmi al Benigni dove Elisa, salita oggi per l'apertura del fine settimana, ci "vizierà” con ottimo trattamento ed una cena super!! Inoltre in questo meraviglioso nido d'aquila incontrerò, oltre al previsto Andrea, anche altri amici che vedo con gioia (Angelo, Davide e Thomas). Mi godo un'oretta di relax (ed una bella birra fresca) baciato da un bellissimo e caldo Sole. Poi, prima di cena, con Angelo saliamo alla Cima Piazzotti per il tramonto... beh, ancora una volta lo spettacolo è indescrivibile.... Poi dopo cena, e prima di infilarsi a nanna, è obbligo uscire per immortalare una notte meravigliosa! La sveglia suona presto, ma la dormita e l'abbondante colazione rendono più facile la ripartenza con un’alba splendida. Dopo la discesa dal canalino e la risalita al passo di Salmurano si passa nei pressi dei Piani dell'Avaro e poi si segue il bel sentiero fino alla Ca San Marco e all'omonimo passo. Si attraversa poi la lunga "valle di Mezzoldo" con il bellissimo ed ottimo punto d'appoggio Bivacco Zamboni (anche qui presente fontana di acqua). Avanti poi verso la Forcella Rossa da dove si ammira la conca di San Simone e poi di nuovo su...al Passo Tartano. Dopo una breve pausa pranzo e pediluvio al lago superiore di Porcile si sale (ancora) verso la Bocchetta dei Lupi per poi scendere, in mezz'oretta o poco più, al rifugio Dordona. Si deve poi risalire al Passo di Dordona per continuare il nostro viaggio verso Foppolo! Dopo aver passato il Montebello, raggiungiamo il Passo della Croce, attraversiamo la Val Carisole ai piedi del Chierico da dove possiamo ammirare la Valle Sambuzza. Scendiamo un tratto della Valle Sambuzza fino a prendere il sentiero che ci porterà al Baitone del CAI Sesto in direzione del Rifugio Longo… Da qui si vede anche il Calvi, ultimo rifugio del giro delle Orobie Occidentali che purtroppo non riusciremo a raggiungere causa l'ora tarda (sono già le 18.00 passate). Così, con un ultimo sforzo raggiungiamo il Longo dove, il mitico Enzo, impietosito dalle nostre condizioni fisiche, ci offre da bere! Con tantissimo dispiacere decidiamo definitivamente di non proseguire al Calvi perchè significherebbe arrivare a Carona verso le 22.00. Diamo ancora uno sguardo al Sole che scende e ne seguiamo l'esempio raggiungendo Carona alle 19.45, stanchi morti e con le gambe a pezzi, ma soddisfatti e con negli occhi le tantissime meraviglie che le Orobie ci hanno saputo regalare Il sentiero è tutto molto ben segnalato e non presenta difficoltà particolari a parte alcuni tratti un po' esposti o in cui utilizzare per brevissimi tratti le mani (direi adatto ad un escursionista medio esperto). I rifugi lungo il tragitto sono molti e tutti molto ben tenuti e gestiti, quindi si può decidere con tranquillità quanti giorni dedicare al giro. Molteplici sono le cime con diverse difficoltà a portata di mano. Consiglio davvero molto di eseguire anche il tratto tra il Longo ed il Calvi (o dal passo Selletta o dalle baite d'Armentarga) perché regala alcuni scorci magnifici in particolare sulle cime più alte delle Orobie (Diavolo in primis). Si possono trovare diverse sorgenti di acqua, naturalmente non controllate, ma molto utili in caso di bisogno. Un ringraziamento di cuore ad Andrea per aver accolto la pazza idea, per non aver mollato e per averci creduto fino alla fine, a Claudia perché senza il passaggio in auto sarebbe stato un bel problema recuperare l'auto a Cassiglio, ai rifugisti ed al bar "la tavernetta" di Branzi per gli ottimi trattamenti ed alle Orobie perché... esistono! |
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