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Posti noti ma sempre buoni per una ciaspolata tranquilla. L'intenzione era quella di passare la giornata del mio compleanno con mio padre e mia cugina tra i monti. Viste le abbondanti nevicate e cercando un percorso che non fosse particolarmente lungo, abbiamo optato per il Rifugio Gherardi ai Piani d'Alben. Abbandonata l'auto poco sopra Pizzino, non senza qualche problema di slittamento ruote, ci incamminiamo sulla bella e comoda stradina che porta alle case di Quindicina. Ce ne stacchiamo però ben presto approfittando di alcune tracce che salgono diritte su fino alle caratteristiche baite disposte in fila, dove passa la traccia principale. Il primo breve tratto è nel bosco, più avanti passiamo una zona suggestivamente tempestata di intricati cespugli di rosa selvatica. Raggiunta la traccia principale, la seguiamo, compiendo una curva verso ovest che ci porterà ai Piani veri e propri. La mia attenzione è catturata dagli splendidi disegni che l'inesorabile vento ha prodotto sui dolci pendii innevati. Con un forte vento in poppa saliamo verso la piana del Rifugio Gherardi. Io preferisco abbandonare la traccia e farmi questo bel tratto completamente in neve fresca ed immacolata. E' sempre un'emozione farsi la strada da sè. Intorno a me si susseguono gli scorci sulla valle e i monti Cancervo, Venturosa e Resegone. Giunti al rifugio anche la catena orobica di Pegherolo e Diavolo di Tenda si rende visibile nella sua interezza. Mentre i miei compagni di avventura si fermano al rifugio (caldo e polenta resteranno solo un miraggio, dal momento che il rifugio soffre di problemi con l'acqua), io sono intenzionato a proseguire verso i Piani d'Artavaggio. Chiedo consiglio per quale sia la strada migliore, ricevendo alcune indicazioni sommarie e allo stesso tempo scoraggianti. La mia testardaggine mi fa ugualmente proseguire (e per fortuna che è stato così!). In men che non si dica sono all'ex Rifugio Battisti a studiare il percorso più indicato. Opto per salire dritto sull'altura dei "mughi" che raggiungo con qualche fatica affondando in neve abbondante. Il tratto successivo si svolge per cresta ventosa fino alle pendici occidentali del Monte Sodadura che aggiro sul versante nord. Giungo finalmente a scorgere i Piani ed il Rifugio Cazzaniga. Con un nuovo panorama dinnanzi, mi abbasso fino all'albergo degli sciatori dietro al quale imbocco una stradina che mi riporterà all'auto. Ero già stato in entrambi questi luoghi; non pensavo di portare a casa immagini e ricordi particolarmente originali. Invece anche questa giornata ha regalato scorci e momenti indimenticabili. |
Immagini totali: 30 | Ultimo aggiornamento: 2009.02.18 00:00:38 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto |